VENDETTA

POV NOAH

Avevamo attraversato il confine e mancavano poche ore al tramonto,saremmo arrivati a Berlino entro le nove di sera secondo i miei piani.

Durate il tragitto vi erano pattuglie e carri armati, soldati armati fino ai denti, non vi era altro che gendarmi e mitra, nient'altro, gli unici pazzi eravamo io e Jò.

Finalmente la strada ci condusse per i paesini e le cittadine, i visi avevano tutti la stessa espressione PAURA.

Il cielo divenne rosso come il sangue che di lì a poco avrebbe coperto la terra entrando fin alle sue viscere.

Ero agitato, fra poche ore avrei rivisto la donna della mia vita, quella ragazzina incontrata fuori ad un bar in una calda giornata d'Agosto e che da allora avevo sempre amato.

Dopo la laurea mi trasferì da mia zia Lili a Berlino, volevo rivederla, lei non sapeva minimamente chi fossi,come poteva immaginare che quel ragazzino paffuto che si faceva chiamare Michael un giorno sarebbe ritorato per passare la sua intera esistenza con lei.

L'amore che provo per lei non è mai stato facile ma sempre con mille ostacoli da superare, se ci ripenso rifarei tutto da capo per Annah, forse un giorno potrò guardarla negli occhi e dirle che nulla più ci separerà.

-:" Fred, siamo quasi arrivati"

Jò con la sua affermazione stroncò i mille ricordi che annebbiavano la mia mente.

-:" manca poco...ehi Fred mi senti? "

Scossi leggermente il capo e sbattei le palpebre per ritornare con i piedi a terra.

-:" si scusa Jò, stavo pensando"

dissi intontito.

Jò smorzò un sorrisetto e si voltò per un istante verso di me.

-:" Ad Annah giusto?, la ami proprio tanto, parlami di lei"

lo fissai stranito, cosa ne voleva sapere lui di Annah?,era pur sempre l'uomo che mi aveva permesso di raggiungerla grazie al furto di quell'auto.

-:" La conosco da quando aveva tredici anni , l'incontrai fuori ad un bar in centro, le sue trecce ricordavano il grano dorato ed i suoi occhi erano la cosa più bella che avessi mai visto ma si cresce Jò e quelli che credevi fossero tuoi amici , ti tradiscono"

Non mi andava di divulgarmi ulteriormente in quel discorso con Jò.

-:" Okay siamo in città, ora guida tu Fred, non conosco la strada"

accostammo e ci scambiammo di postazione poi Jò riprese a parlare .

-:" Voglio proprio conoscere la donna per la quale rischi tutto amico mio"

non vi era alcuna malizia in quelle parole , anzi Jò era entusiasta, non vedeva l'ora di vedermi sorridere ed essere felice dopo tutta quell'Odissea.

Il buio ci travolse, le luci dei lampioni e quelle che provenivano dalle abitazioni illuminavano il nostro ultimo tratto di strada.

-:" Jò quella è casa Kant, lì vive Annah"

dissi accostando l'auto.

Scendemmo e con molta cautela attraversammo il vialetto, ero incredulo, finalmente ero a due passi da lei , ora l'avrei chiesta in sposa e protetta contro il mondo.

Tremavo dall'agitazione ed il mio cuore era un tamburo.

-:"dai Fred bussa cosa stai aspettando?"

Mi voltai verso Jò e lo guardai impaurito, avevo paura, e se Annah si fosse dimenticata di me? ,e se non mi amasse più? .
Il mio cervello non era dalla mia parte.

-:" lascia , busso io"
Jò mi scostò e bussò sul grande portone di mogano.

-:" ecco vedi e stato facile"
disse sarcasticamente.

Le luci dell'ingresso s'accesero ed un'uomo in vestaglia venne ad aprirci.

-:" Noah?..."

era il signor Kant incredulo, era come se avesse visto un fantasma , non feci in tempo ad entrare che mi ritrovai stretto fra le sue braccia .

Mi scostò dal suo petto e mi fissò in volto tenendomi fermo per le spalle.

Aveva un sorriso che andava da un'orecchio all'altro e lo sguardo lucido.

-:" Entra, pazzo che non sei altro"

invitò me e Jò ad entrare e ci fece accomodare nel piccolo salottino .

-:"ma che ci fai qui?,e come hai fatto? ma soprattutto perché? ma lo sai cosa fanno agli ebrei? li scovano e li portano chissà dove o addirittura lì ammazzano per strada come cani".

Il signor Kant mi tartassò di domande ma a me una sola cosa interessava in quel momento ed era Annah.

Mi guardai attorno ma non vi era ombra di lei.

-:" sono qui per Annah, non mi chiedete nient'altro, sappiate che sarei pronto ad affrontare di tutto pur di rivedere vostra figlia e per favore non mi chiami Noah, io ora sono Frederich Gudenberg, vi prego"

Il padre di Annah mi fissò,finché il suo sguardo non s'incrociò con il mio, la sua espressione non era delle migliori, sembrava che stesse ad un funerale, non riusciva a formulare una risposta adatta alla mia domanda.
Appoggiò la sua grossa mano sulla mia spalla mentre Jò era in piedi davanti alla finestra e fissava la scena incuriosito

-:" vedi Frederich, Annah non abita più qui"

-:" cosa? e dove signor Kant, mi dica?"

ero preoccupato, dove si trovava ora l'amore della mia vita? .

Lui abbassò lo sguardo , non voleva dirmelo, scosse il capo a destra e sinistra e si sedette su di una poltrona che si trovava nella stanza.

-:" Allora? , vi prego, ne ho passate tante e ne passerei tante altre ancora per Annah ma per l'amor del cielo ditemi dove si trova e se sta bene"

restò in silenzio per alcuni minuti , finché Jò non ruppe il suo silenzio e la mia attesa in una risposta fu placata

-:" Allora , glielo dica signore o il mio amico dopo quello che ha passato morirà di dolore, e lei non sà cos'ha dovuto fare per arrivare fin qui a causa di questa merdosa guerra che tra poche ore ci fotterà tutti".

Kant guardò quel ragazzo dal grande cuore poi si rivolse a me nuovamente

-:" È a casa FonVaier "

Sgranai gli occhi ed incominciai a sudare freddo , scattai inpiedi dalla poltrona sulla quale ero seduto , guardai Jò e gli feci cenno con il capo d'andar via da quella casa.

-:" dove vai Frederich? , non puoi andare lì, sei pazzo ti ammazzerà "

quell'uomo cercava in tutti i modi di trattenermi ed impedirmi di fare sciocchezze.

-:" devo andare signor Kant, non può impedirmelo "

scostai la sua mano dal mio avanbraccio e mi diressi alla porta.

-:" È stato un piacere" disse Jò al padrone di casa mentre mi seguiva, il signor Kant lo prese per il braccio prima che potesse uscire e gli disse qualcosa all'orecchio.

-:" Allora Otto, che vuoi fare?vieni?"

guardò per un ultima volta l'uomo e mi seguì vicino alla vettura.

Franz , fratello mio, il tuo sangue ben presto avrebbe ricoperto le mie mani.

POV JÒ

Ero in pena per il mio amico ma dovevo impedirgli di fare sciocchezze, saremmo andati a casa FonVaier, in cerca della sua Annah e di vendetta ma ciò che non sapeva e che quel Franz non gli aveva rubato la donna ma gli era stata concessa dallo stesso padre della sua amata in sposa, dovevo convincerlo a non fare pazzie.

Il signor Kant mi aveva svelato ciò che aveva fatto per avere protezione dato che era stato in affari con un ebreo.

-:"Fred, promettimi che non farai pazzie, non puoi concederti il lusso di farle"

Mi guardò con tutta la rabbia che aveva in corpo

-:" tu vattene via se non vuoi guai, io non posso, mi dispiace ma non posso prometterti ciò "

Se gli avessi svelato quello che mi aveva detto quel vecchio, lui sarebbe tornato indietro per riempirlo di botte, qualsiasi cosa avrei fatto avrebbe inesorabilmente provocato una reazione negativa che sarebbe costata la vita a Noah.

La macchina sfrecciò a tutta velocità ed in meno di sette minuti si fermò davanti ad una casa ricoperta di edera, lui la fissò con uno sguardo di fuoco ricolmo di ira,l'avrebbe incenerita con gli occhi se fossestato possibile .

-:" Ora vado ad ammazzare quel bastardo "

disse con un ghigno malefico, non feci in tempo a bloccarlo che già lo ritrovai fuori dall'auto diretto a quella casa, non potei fare altro che seguirlo ed impedire una sua azione inresponsabile.

Per fortuna il fato fu dalla mia parte,non feci in tempo a scendere dalla macchina che tre soldati si stavano dirigendo a casa FonVaier, Noah fu costretto a sviare il suo cammino ed invece d'attraversare la strada ed andare dritto, svoltò a destra facendo finta di farsi una passeggiata per il quartiere, non appena furono entrati Noah ritornò indietro e mi ordinò di restare abbassato nella vettura per non farci vedere, finché non fossero andati via.

-:" Noah , è una pazzia"

dissi mentre pregavo quello stesso dio in cui non credevo ma che in qualche modo speravo salvasse il mio amico.

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