FIDUCIA

POV NOAH

Ero rimasto fin troppo a lungo in quel luogo,lontano dalla mia unica ragione di vita, lontano dal mio cuore,  lontano da lei.

Quella notte sarebbe stata l'ultima che avrei passato lontano da Annah, mille pensieri inondarono la mia mente facendo largo ai ricordi che avevo di lei, il suo sorriso ed i suoi occhi erano impressi ed intatti in  meandro del mio essere,ogni immagine di lei era  rimasta immutata .

Quella notte la passai nella locanda dove avevo conosciuto e pranzato con Joseph  e decidemmo di dividere la camera visto che lui non aveva molto denaro ed a me non andava di vederlo dormire per strada,così gli proposi di prendere una camera doppia con letti singoli.
La stanza non era delle migliori ma cosa si poteva desiderare da una locanda immersa nei boschi.
Era completamente rivestita di legno dalle pareti ai pavimenti , i letti erano duri e le reti cigolanti, l'unica cosa positiva di quella camera era la vista che dava su di un laghetto dove la luna rifletteva il suo candidato pallore.

Avevo bisogno di stare solo con i miei pensieri, così decisi di uscire fuori a prendere un po d'aria ed approfittai del piccolo balcone di cui era dotata la stanza.

-:" Che fai Frederich qui fuori? è tardi e domani all'alba c'è l'ultimo corriere per Berlino "

-:" tu và a dormire , io resto qui un' altro pò fuori"

Joseph  pogiò la sua grande e grezza mano sulla mia spalla, non credevo fosse un pianista con quelle mani, le fissavo incredulo.

-:" Ti manca?"
mi disse, era più perspicace di quanto credessi, ciò basava il detto NON GIUDICARE UN LIBRO DALLA COPERTINA, certo Pierre era rumoroso e bizzarro ma il suo animo era uno dei più nobili che avessi mai incontrato.

Mi voltai per guardare quel uomo da poco conosciuto ma che già avevo a cuore, forse perché era la prima persona con la quale condividevo un sentimento positivo durante quei mesi passati a covare odio e rancore.

-:" si e domani ho intenzione di raggiungerla a tutti i costi, sono determinato a riprendermela anche se ciò comporterebbe la mia vita, io entro l' alba del giorno seguente sarò a Berlino da lei , camminerò a piedi se ciò fosse necessario e..."

Joseph  abbassò il capo e lo scosse in segno di disapprovazione, le sue braccia erano conserte sul petto ed un sorrisetto timido e diabolico deformò le sue labbra dapprima serrate.

-:" Amico , perché dovresti morire?"

Sgranai gli occhi e buttai d'un colpo la saliva giù per la gola.

-:"C'è  la guerra , sai e tutto più difficile"
dissi buttando lì una scusa che era più che plausibile, ecco sbagliavo ancora,avevo sottovalutavo l'intelletto di Joseph , era molto perspicace.

-:"Tu non me la conti giusta Fred, ma ci passerò sopra ...ci passerò sopra per ora"

Fissò l'orologio di pelle nera con la cassa d'oro poi riprese a parlare

-:"dato che sono le undici e mezza ed ho un gran sonno".

Gli augurai la buona notte mentre con lo sguardo tornai a fissare quegli eterei puntini dorati che trapuntavano il manto blu del cielo notturno, erano così freddi e distanti, chissà quata gente avrà espresso un desiderio guardandola una venir strappata via dal cielo e cadere e quanti ancora avranno sigillato il loro amore o dichiarato guerra sotto il loro sguardo secolare.

Quelle stelle mi ricordavano la luce impressa negli occhi di Annah, rientrai in camera,Jò  russava ed era in un sonno profondo, io mi gettai su quel letto scomodo come la pietra e misi le mani dietro la testa, incrocia le gambe e ritornai a pensare a ciò che mi avrebbe atteso l'indomani.

Il sonno arrivò e s'impadroni di me.
Il silenzio prese vita dentro la mia testa tormentata.

La notte passò veloce e le prime luci dell'alba mi accarezzarono delicatamente il viso e m' incitarono ad alzarmi.
Distesi i muscoli intorpiditi da quel letto scomodo  e sbadigliai,

-:" oh diamine sono le sei del mattino tra mezz'ora vi è l'ultimo corriere giù in paese"

mi recai al bagno di corsa al bagno mentre tentavo di infilarmi la camicia, d'un tratto mi bloccai, portai la mano al capo e lo grattai, tornai indietro .

-:" cazzo ! Jò , dove diamine è finito quel pazzo?"

Iniziai a perlustrare la stanza ma di lui non vi era traccia e neppure della mia roba.

-:" ecco lo sapevo , non dovevo essere così stupido, era un fottuto ladro, cazzo "

iniziai ad imprecare come non avevo mai fatto prima d'ora, vi erano i miei documenti nella valigia rubata da Pierre, ed ora come avrei fatto a ritornare da Annah?.

Scesi le scale velocemente e mi recai dall'oste come un matto.

-:" avete visto un omone scuro di capelli ed occhi uscire di qui con una valigia di pelle nera?"

L'oste era alquanto allibito dalla mia domanda d'altronde gli stavo urlando in faccia alle sei del mattino.
Era molto intimorito dalla mia presenza visto che la mia stazza non era delle più mingherline, anzi ero  tutt'altro, vedere un uomo di un metro e novanta piombare d'avanti all'alba ed ularti contro non è di certo il massimo dei buongiorno.

-:" No signore non è uscito nessuno dalla locanda "
disse il buon uomo timorosamente.

Spattei i palmi delle mani sul bancone e dinuovo un imprecazioni prese vita dalla mia bocca.

-:" Diamine porca miseria"

Mi voltai e recai al ristorante della locanda, avrei interrogato qualcun' altro, non potevo fare altro dal momento in cui ero senza soldi e documenti ero bloccato in quel paese.

D'un tratto un omone mi fece cenno con il braccio di raggiungere il suo tavolo,  era quel idiota di Jò .

A passi svelti lo raggiunsi, ero pronto a menarlo come non avevo mai fatto prima.

-:" Figlio di put..."

Le parole si smorzarono in bocca quando videro che quell'uomo gli sorrideva e gli aveva preparato bagagli e fatto servire la colazione.

-:" Buongiorno anche a te Fred "

Ero incredulo, era una pasta di pane quel omone.

-:" Pensavo che te ne fossi andato senza di me con la mia roba "

dissi con aria da cane bastonato, avevo sbagliato ancora sul conto di quel ragazzone ma quando si ha avuto del male da un tuo vecchio amico , vedi tutto il mondo in bianco e nero e quei pochi colori che vogliono prendere vita tu cerchi di cancellarli.

-:" Scusami Jò , non volevo ma sai non mi capita spesso gente come te".

Mi guardò perplesso
-:" Come me?"

disse indicandosi
-:" In che senso?"
riprese.

-:" Amici Jò ...amici"
dissi mortificato mentre lui aveva già dimenticato il nostro disguido mostrandomi un gran sorriso.

-:" Ah lascia stare Fred , non è successo niente, anch'io avrei dato di matto non vedendo ne te ne la mia roba, su siediti , mangia che tra dieci quindici minuti dobbiamo partire".

Mi sedetti e consumi infetta la mia colazione, poi prendemmo i nostri bagagli, pagammo il conto ed andammo via da quel angolo di paradiso.

-:" Chissà quando ci ricapiterà questa pace Fred, insomma ora tutto sta cambiando e la guerra ci travolgerà fratello".

Lo guardavo, era saggio e vedeva oltre il suo naso .

Agitai il capo leggermente su e giù in segno d' approvazione.

-:" già fratello mio ".

Già, avevi ragione fratello mio .

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