COMPAGNIA
POV NOAH
Il confine fra Germania e Francia era più che sorvegliato, sarebbe bastato un singolo movimento, un lieve battito di ciglia e ogni tentativo di ritornare a Berlino sarebbe svanito, dopo tutta quell'Odissea volevo soltanto riabbracciare Annah .
Hitler pochi giorni prima (23 Agosto 1939) aveva sancito un patto di non aggressione con l'Unione Sovietica ma rivendicava i diritti territoriali della Germania su parte della Polonia, ovvero il corridoio della Danzica ma la Polonia rigettò tali pretese e ciò volevadire guerra .
Dovevo raggiungere Annah prima che la pazzia degli uomini prendesse il sopravvento, prima che la morte sopraggiungesse, prima che il mondo cessasse, avevo bisogno di darle il mio ultimo battito se l'angelo dell'eterno sonno mi avrebbe portato con se ciò che avrei voluto per l'ultima volta vedere sarebbe stato il suo volto.
Durante il mio viaggio incontrai un certo Joseph Smith , era un uomo sulla trentina, alto e possente,con capelli scuri e leggermente mossi , i suoi occhi erano neri come la pece e sembravano aver visto il mondo finire tant'era la malinconia che trasmettevano.
L'avevo incontrato in un paesino rurale della Francia, l'ultima fermata di quel treno , di lì in poi dovevo cavarmela come meglio potevo dato che vi sarebbero stati solo corrieri per raggiungere Berlino, Joseph era anche lui lì per sostare e poi riprendere il suo viaggio.
Ero seduto ad una tavola calda , una di quelle a gestione familiare, dove si può ordinare una tipica torta della nonna e dove tutti sanno gli affari di tutti dato che era un piccolo paesino di campagna.
Joseph entrò nel locale con una falcata fiera e possente, posò a terra un sacco che usava come valigia e si diresse al bancone e iniziò ad urlare allegramente, quell'uomo era capace di creare trambusto ovunque mettesse piede.
:"Oste un tavolo, ho lo stomaco che fa casino , mangerei anche un cane con la rogna con la fame che mi ritrovo è cavoli se ne ho.
Non vi erano tavoli liberi e così me lo vidi piombare davanti .
: " Ti dispiace se mi siedo qui?"
Non alzai neppure il capo dal piatto, dato che non me ne fregava un bel niente e con aria arrogante e menefreghista gli dissi
:" già l'hai fatto , che diavolo lo chiedi a fare?".
Lui sorrise e poggiò i gomiti sul tavolo poi abbassò il capo per perlustrare il mio viso, voleva vedere l'uomo con cui era costretto a mangiare.
:" Diamine, siamo acidi , eppure dall'aspetto ti facevo meno austero, comunque sono Joseph , per gli amici Jò".
Mi allungò la mano, ed io alzai il capo e gli porsi a mia volta la mia.
:" Sono Frederich , piacere ".
Ora sui documenti risultavo tedesco al cento per cento ed ero Friedrich Gudenberg, quindi mi sarei presentato
come tale a chiunque me l'avesse chiesto , crucco o no.
:" sei tedesco, un mangia crauti insomma "
disse facendosi una grossa risata, lo guardai in malo modo, era alquanto impiccione ma dovevo ammettere che MANGIA CRAUTI era esilarante ed azzeccato come aggettivo ma per essere insospettabile dovevo essere patriottico e quindi far finta di essermela presa per tale termine .
-" Io e voi non ci conosciamo quindi questo grado di confidenza nessuno ve l'ho concesso, quindi mi dia del voi e la smetta con questa comicità spicciola "
Mi guardò con perplessità ma non perse la sua allegria contagiosa, le parole da me pronunciate non lo avevano minimamente intaccato, anzi gli erano scivolata addosso come la pioggia su di un tetto spiovente , il sorriso non gli scomparve dalla faccia e riprese a parlare con tutta la calma del mondo.
-:" Allora mi scusi Buon uomo , per rimediare a tale affronto farò si che entro la fine del pasto voi mi conosciate perfettamente da esser ritenuto vostro amico da sempre, così quella battuta sarà stata fatta in amicizia ".
Il suo discorso era surreale ma logico in un certo senso, dipendeva da come lo si interpretava.
-:" Parlate sempre così tanto ?"
dissi spazientito.
-:" Si , allora iniziamo"
Non se ne fregava minimamente del modo in cui gli rispondevo , ignorava le mie scortesi parole e continuava il suo discorso imperterrito ,si grattò il capo e sollevò lo sguardo verso il soffitto come in cerca di un ispirazione.
-:" Ah si "
esclamò a gran voce alzando l'indice come per appuntare qualcosa, voleva tenere ferma la sua idea con un dito, ecco l'impressione che mi diede in quel momento fermo in quella posizione, poi riprese schioccando la lingua.
-:" Premetto che dovrete darmi del tu ,dato che ho detto che faremo si che a fine pranzo noi saremo amici di vecchia data".
Okay, l 'ammetto Joseph era uno spasso e non potei fare a meno di sorridergli ed acconsentire richiedendogli di essere dato del TU anch'io affinché questo esperimento potesse aver successo.
-:" Bene, io sono Joseph Smith ma questo già lo sai, mia madre si chiama Sofia kunger ed è Austriaca , mio padre si chiamava John Smith ed era un soldato americano, è morto in un incidente quando avevo undici anni, i miei si conobbero durante la grande guerra e si trasferirono alla fine a New Orleans in America.
Ho una sorella maggiore , ha quarant'anni e due figli .
Io ho trentadue anni, non sono sposato e sono un musicista, per la precisione pianista , il mio colore preferito è il rosso , ora ti chiederai perché sono qui?, ti rispondo io prima che tu mi faccia questa domanda.
Volevo rivedere i miei parenti che non vedevo da vent'anni , i miei cugini e zii, ho lavorato sodo come meccanico ed ora sono qui ma a quanto pare sta per scoppiare il fini mondo , la fortuna non è dalla mia parte".
In cinque minuti era riuscito a riempirmi la testa di cose riguardanti la sua vita e davvero mi parve di conoscerlo da sempre tant'era la sua spontaneità e genuinità, una delle poche persone che non avrei mai dimenticato e che già si era fatta apprezzare da me in poco tempo.
-:" E dimmi Friedrich, tu che ci fai qui? ".
Feci un lungo sospiro poi lo fissai negli occhi, potevo mentire sulla mia identità ma sui miei sentimenti per Annah non mi sarebbe mai riuscito.
-:" Ero fuori per lavoro ma non potevo star lontano dalla mia amata ed ora nonostante il caos che circola ed i pericoli che ci sono, ritorno a casa a riprendermi la mia donna, la feccia che ritenevo amico l'ha presa contro la sua voltà".
-:" Dev'essere speciale se rischi tanto per una donna e credimi che se fossi in te gli farei il culo a strisce "
Gli feci un malinconico sorriso ed abbassai lo sguardo
-:" È quello che farò "
-:" Allora se non ti dispiace amico il resto del viaggio sarei lieto di condividerlo con te" .
Disse fissandomi con compassione.
-:" Un amico di viaggio è sempre ben accetto ", risposi.
Una persona con cui condividere quell'avventura era una fortuna e poi per giunta era una lieta compagnia.
Avrei intrapreso l'ultimo viaggio, il più pericoloso ma non me ne sarei mai pentito di tutto ciò, come si può essere pentiti quando si ama e si è amati? .
Ecco Annah, ti stavo ritrovando e sta volta non ti avrei mai più lasciata.
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