ASCOLTA

POV ANNAH

I giorni passavano veloci e si trasformavano in settimane e la speranza di rivedere Noah non era svanita.

Avevo rotto i ponti con mio padre dopo che avevo saputo del suo tradimento nei miei confronti.
Mi aveva ceduta in sposa ad un uomo che non amavo più e che ritenevo subdolo e meschino.

Ero sola al mondo, quel mondo pazzo che stava mutando in modo negativo .

Tutto stava peggiorando e la voragine degli inferi si stava aprendo sotto i nostri piedi inghiottendoci .

Ricordo ancora quella data e quel giorno, sono lì impressi nella mia mente.
Quel giorno cambiò letteralmente la vita di tutti noi.

Mi trovavo nel salottino di quella che ormai era casa mia; casa FonVaier, ero seduta sul divanetto intenta a leggere Guerra e Pace, toccavo i bordi delle pagine tenendole tra il pollice e l'indice ,ero assolta nei pensieri .

"Annah devo parlarti, ora"

Era Franz , era stato fuori città per più di una settimana ed ora rientrava a casa così senza salutarmi e senza chiedermi come stessi, non che la cosa mi importasse ma avevo bisogno che mi fosse chiesto anche se avrei mentito con un bene.

C'erano due suoi sottomessi che lo scortavano ovunque, con la mano gli fece segno di congedarsi, loro fecero sugli attenti ,poi si rivolsero a me chinando il capo in segno di saluto ed uscirono dalla stanza lasciando me è Franz soli.

Mi alzai dal divanetto e andai al carrello dove c'erano le bottiglie d'alcol, mi versai un goccio di vodka in un bicchierino di cristallo, lo fissavo e facevo roteare il liquido trasparente al suo interno. Ne versai uno anche a Franz.

"Tieni ,bevi e bentornato ".

Prese il bicchierino che gli avevo posto , si tolse il cappello dell'uniforme e si sedette nella poltrona accanto al divanetto.
Accavallò le gambe,poi pogiò la testa allo schienale ed incominciò a fissarmi mentre io ero ancora inpiedi a guardare fuori dalla finestra.

Faceva caldo ed il sole si stava tingendo di un arancio acceso facendo colorare di rosa il cielo dapprima azzurro, stava tramontando, stava morendo ad occidente, così da poter rinascere ad oriente illuminando altre vite, altra gente.

(I fatti reali sono accaduti in realtà il 9 novembre 1938 ma ripeto che per questioni di lasso temporale le ho dovute posticipare nel 1939).

Chissà se in qualche parte del mondo c'è un altra donna come me che ha perso tutto.
Pensai.

E chissà se Noah lo starà guardando , almeno avremmo visto la medesima cosa e seppur lontani in un certo senso saremmo stati vicini.

"Annah, ti volevo parlare di cose importanti, la smetti di fissare fuori dalla finestra? e chiudi quelle tende, mi dà fastidio il sole".

Cercava in tutti i modi di farmi allontanare da Noah , ma lui che ne sapeva dei miei pensieri.

"Dimmi pure , sentiamo cos' hai da dire".

Giorni prima ero stata ferita a morte dalla verità che avevo preteso avidamente.
Avevo le viscere lacerate dal dolore, ero diventata impassibile,quello che avevo provato in passato non era nulla a confronto alle pene che ora mi logoravano.
Non uscivo di casa da settimane e le mie giornate le passavo a leggere e scrivere, mi ero isolata dal mondo, avevo abolito anche la radio.
Non m'interessava più nulla.

Franz bevve un sorso di vodka che gli avevo versato poi riprese a parlare .

"Dovresti saperlo ma a quanto vedo non è così dato che ti sei isola dal mondo intero, vedi due giorni fa un giovane ebreo polacco ha ucciso Ernest Vom Rath , diplomatico tedesco a Parigi come protesta contro le leggi razziali, i tedeschi di risposta hanno incendiato e distrutto sinagoghe e negozi di proprietà ebrea, molti di loro stanno andando via ".

Ero inorridita, mi portai la mano alla bocca come per placare e soffocare un urlo,avevo gli occhi spalancati, ero incredula, sapevo cosa ciò avesse voluto significare.
Mi tolsi la mano che avevo dinanzi alla bocca,c'era aria di sfida tra di noi.

"Già li stavate perseguitando emanando quelle leggi contro di loro,ciò posso presupporre che darà il via ad uno sterminio di massa..."

Mi bloccai mordendomi la lingua.
Diamine che stupida che ero, avevo letto di ciò in alcuni documenti di Franz mesi fa ed ora mi era sfuggito di bocca .

Si alzò di scatto dalla poltrona, gettò il bicchierino a terra e si scaravento' come un uragano su di me .
Mi tappò la bocca con la sua mano forte e decisa, eravamo talmente vicini che il suo fiato mi andava negli occhi facendo così battere veloci le palpebre dal fastidio.

La sua voce era stizzosa e piena di rabbia e preoccupazione ma si sforzò di tenerla bassa digrignando i denti e arriccianado il naso, sembrava un lupo pronto ad attaccare aveva gli occhi pieni di collera , avrei potuto solo immaginare cosa avebbe potuto farmi se non mi avesse amata sul serio. Temeva di farsi udire dai due soldati all'esteno che lo attendevano.

"Zitta , vuoi per caso morire, di là ci sono due soldati pronti a far arrestare chiunque si opponga al Raich ed Hitler".

Gli occhi mi bruciavano, le ciglia trattenevano le lacrime, la sua mano era sempre lì sulla mia bocca ed i miei occhi scrutavano i suoi che sembravano urlare ti amo, ti prego non giocare con il fuoco.

"Tu cosa ne sai dello sterminio? ,parla ora".

Il suo tono ora era più pacato ma la preoccupazione è l'angoscia che provava si poteva inalare tant'era forte.

Come potevo parlare con la sua mano che mi ostruiva la bocca?.
La tolse ed io ripresi fiato ,il cuore mi batteva forte e l'aria veniva a mancarmi, stavo male.
D'un tratto tutto si annebbiò attorno a me e distinguevo a stento le sagome,ero in preda all ' ira , presi la bottiglia di vodka che avevo pogiato sul tavolinetto al mio fianco e gliela lanciai, colpendogli di striscio la spalla sinistra .

"Sei un grandissimo figlio di... ahh ti odio ".

Era stupito della mia reazione, pensava che me ne sarei stata zitta come lo ero stata negli ultimi giorni , dopo che mi aveva detto tutta la verità. Sta volta ero io il lupo pronto ad azzannare se non mi avesse ascoltata.

Più tentava di avvicinarsi io più gli sfuggivo, ad ogni passo che lui faceva verso di me , riceveva in cambio lanci di libri, bicchieri e soprammobili.
La sala era diventata un campo di battaglia.

" Annah , fermati!, sei diventata matta?, cosa vuoi da me? non posso impedire che ciò avvenga e poi non sono cose che ti riguardano, non dovevi ficcare il naso in certi affari".

Gli occhi mi bruciavano e le lacrime amare mi finivano sulle labbra dopo aver solcato il mio volto.
Franz tentò di avvicinarsi , allungando dapprima la mano verso di me come per afferrarmi, i suoi passi erano lenti e cauti , sembrava che dovesse domare un cavallo selvaggio.

" Non ti avvicinare "

Queste parole mi uscirono come un ringhio dalla bocca , mentre seguivo ogni suo movimento verso di me.

Un taglia carte pensai , ma il movimento fu più veloce del pensiero , la presi con la mano destra e la portai al collo orizzontalmente chinando leggermente il capo all'indietro .

" Fai un altro passo e mi ammazzo, ora tu farai ciò che ti ordinerò".

Tremavo dalla testa ai piedi ma mi sforzai di essere convincente e sicura di cosa stessi facendo.

Franz ora doveva stare al mio gioco perché presto avremmo avuto molto da fare e le regole le avrei dettate io.

Cazzo ,in che guaio mi stavo ficcando?.

Per una giusta causa avrei ceduto la mia vita alla morte, non sarei rimasta ferma a guardare il mondo cadere e la morte e il dolore coprire le nostre vite.

Stavo per scontrarmi con qualcosa che mi avrebbe di certo distrutta.

Una singola goccia non fa la differenza se si è accanto ad una fonte d'acqua ma se si è in un deserto, essa può essere indispensabile e vitale.

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