SALDO
POV ANNAH
《Padre,voi avete un debito da saldare con me》.Ero appena entrata in quella che una volta era la mia dimora,e senza neppure salutare l'essere che mi aveva venduta,gli sputai direttamente ciò che volevo da lui,anzi che pretendevo.Doveva saldare un debito con me.Mi doveva un favore.Buttai il cappotto sul piccolo sofà all'entrata e piombai dinanzi alla sua persona.Era scioccato.Erano le quattro del mattino ed io incurante dell'orario mi ero precipitata da lui.Gli era preso un colpo,potei notare dalla sua mimica facciale,ma a me poco importava.Che crepasse pure.Io di tempo non ne avevo,eravamo nemici ed io gli correvo dietro.
Mio padre si ricompose aggiustandosi la vestaglia blu di seta con tanto d'iniziali dorate sul taschino in petto.
Si schiarì la voce rauca ed infine si rivolse a me《Annah,ti sembra questo il modo e l'ora di piombare qui?》.Ruotai gli occhi e sbuffai facendo spallucce.L'orario ed io ultimamente non andavamo tanto d'accordo, ormai era routine catapultarmi a casa della gente nelle ore meno consone del giorno.Gli diedi le spalle e proseguii dritta verso il saggiorno,alcool,mi serve alcool Pensai.Mi versai del brandy come a volermi riscaldare la voce.Deglutì forte,mandando tutto giù d'un colpo,ero diventata rozza.Mio padre mi seguì nella stanza e sbigottito osservò il mio comportamento 《Non t'ho insegnato le buone maniere signorina?》Sorrisi beffarda e con molta spavalderia mi avvicinai a lui.Pochi centimetri dividevano la mia faccia dalla sua.Sentivo il suo fiato sulla pelle fredda.《Signora...prego》Dissi con ghigno beffardo.Mi allontanai da lui con la stessa rapidità con la quale mi ero precedentemente avvicinata.Incominciò a picchiettare con l'indice sul tavolinetto,segno che era impaziente di sapere il perché di quella mia visita.Erano più di due mesi che non lo vedevo ed ora ero lì e per giunta all'alba.Sapeva che non ero in visita perché gli volessi bene.Sapeva che ero lì per ottenere qualcosa.Senza ulteriori indugi inarcai il sopracciglio sinistro e con aria superiore gli dissi ciò che volevo.《Mi avete venduta per un vostro tornaconto...e》Lui m'interruppe puntandolo il dito contro,voleva zittirmi.Tolsi la sua mano che distava poco da me e la spinse violentemente.Lui sgranò gli occhi 《Annah,non dire un'altra parola inadeguata o sarò costretto a prendere seri provvedimenti》Lo guardai negli occhi,aveva paura...Era un inetto.Ecco cos'era.Senza farmi intimorire continuai imperterrita nel mio discorso《Ora voi tacerete e mi farete continuare il discorso.E poi non sono più una bambina da punire.Ormai sono la signora FonVaier, dimenticate a chi mi avete data in sposa contro ogni mio volere!》Marcai l'ultima parola.Volevo rendere forte quel concetto di volontà.Mio padre crollò sulla poltrona e si portò la mano alla tempia pogiando il gomito sul bracciolo 《Continua...》Disse con aria di superiorità,mi stava ignorando.Buttai a terra ciò che aveva disposto su di un piccolo mobile,libri,penne e gingilli,come osava trattarmi con sufficienza dopo ciò che avevo dovuto subire a causa sua?Avevo visto Noah andar via da me senza neppure impedirlo,avevo perso una parte di me,e mentre soffrivo mi aveva dato il colpo di grazia gettandomi nelle braccia di Franz,i primi mesi con lui non furono altro che inferno.E mio padre...Ma quale padre?,Quell'uomo era più appropriato come appellativo,se n'era fregato di me.Non gli importava se il mio cuore non batteva più,contava soltanto lui ed i suoi affari.《Voi mi fate schifo!Aveva ragione la mamma ad odiarvi,non siete altro che un egoista》Gli avevo urlato quella verità che per anni mia madre aveva camuffato con un sorriso ma che leggevo nei suoi grandi occhi nocciola ogni santo giorno.L'aveva sempre trascurata,sfoggiandola come un oggetto solo durante i ricevimenti per fare bella figura ed apparire come la famiglia ideale,che aimè non eravamo.I suoi occhi tornarono vigili e spietati a me,gli avevo detto un'amara verità, che per anni era stata sepolta sotto strati e strati di silenzi e lacrime nascoste al buio.Ero cambiata,ero stata forgiata dal dolore e dai rimpianti e da ciò non poteva nascere che rabbia.S'alzo dalla poltrona sulla quale s'era adagiato e senza scomporsi minimamente si posizionò dinanzi a me.
La gote prese a bruciarmi,ma poco importava,la sentivo formicolare sotto pelle ma non concessi lacrime a quel gesto.《Uno schiaffo?È questa la tua soluzione?A no giusto...la tua soluzione è il silenzio.Il silenzio che per anni hai imposto in questa casa.Ogni cosa veniva sotterrata così. Ma sai...io non sono come la mamma che per anni hai tenuto in gabbia.Io sono Annah.
Annah FonVaier.E non ti perdonerò mai per tutto il male che hai recato a me,alla mamma...a Noah》A passi lenti mi recai all'uscita e presi il mio cappotto nero che precedentemente avevo gettato con non curanza sul sofà all'entrata,pogiai la mano al pomello dorato e mi voltai per l'ultima volta contro colui che avevo sempre ritenuto il mio eroe e che amavo con tutto il mio cuore da bambina.《Fa il padre per una volta.Ti ho voluto bene e forse un giorno ne vorrai tu a me》dettogli ciò senza voltarmi uscì dalla casa nella quale avevo vissuto.Nella quale avevo amato ma che ora non era nient'altro che un freddo grembo sterile.Ero andata lì con mille speranze.Speravo in un suo Ti voglio bene,in un suo abbraccio e conforto ma non avevo trovato nient'altro che astio.Speravo che m'avrebbe aiutata con la fabbrica prendendone nuovamente le redini ma avevo trovato un muro.Ero sola.Sola in un mondo che mi stava inghiottendo.Come una pazza cercavo invana di tirarmi su.Ma ad ogni passo non facevo altro che sprofondare nuovamente.
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