ABBI PIETÀ

POV ANNAH

Mi risvegliai dopo un periodo che mi parve un eternità.I miei occhi rifiutavano d'aprisi e rinnegavano i tiepidi e flebili raggi solari che penetravano da una grande finestra posta alla destra del baldacchino in cui giacevo.Ogni mio movimento mi risultava faticoso,ero completamente intorpidita e la mia mente stordita.
Tentai a stenti ad alzarmi e a capire dove diavolo mi trovassi.Mi diedi una spinta e finalmente riuscì a mettere i piedi sul pavimento freddo.Un brivido mi pervase,mi alzai e vidi riflessa la mia immagine nello specchio dorato difronte a me.
Ero tremendamente bianca,magra. ..smorta.Non ero più la ragazza bella e solare d'un tempo,quella che sorrideva alla vita,cosa avevo da sorridergli se mi era stata strappata?.
Girai per la camera in cerca di qualcosa di decente da indossare ma soprattutto in cerca di qualcosa da usare come arma di difesa dal momento in cui non sapevo dove mi trovassi.

Trovai una giacca blu e dei pantaloni marroni,un po' grandi ma potevano andar bene con qualche accorgimento.Presi il cordone che teneva ferme le tende del baldacchino e lo feci scivolare lungo i passanti e lo legai con un bel nodo.Guardai fiera la mia opera stilistica
《Non sarà uno Chanel ma può andar bene》

Trovai solo una spazzola d'avorio molto grande ai miei occhi.La pesai fra le mani per constatare a quanto mi sarebbe servita
《Bhè questa può andar bene come arma almeno il mio rapitore morirà con i capelli in ordine》.

A volte mi chiedevo come facessi ad essere così ironica nei momenti più difficili.

Non ebbi bisogno d'escogitare una fuga,il mio rapitore si balenò dinanzi a me non appena tentai la fuga.
Era lui,era ritornato dopo mesi e mesi d'assenza totale.

《Mia cara,vedo con gioia che vi siete ripresa,avete dormito per ben tre giorni.Ora vi vedo in splendida forma》.
Le parole non tardarono ad uscire e il suo nome si fece largo arrogantemente nella mia bocca.

《Mars...》

Sembrava un gatto che gioca con il povero topino prima di mangiarselo,mi scrutava con sorriso beffardo e vittorioso.Ma cosa voleva da me?Perché mai ero lì?.

《Cosa volete da me?Avanti sputate il rospo non mi va di giocare》Era una delle rare volte in vita mia in cui avevo paura,avevo paura di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco,avevo paura per Noah...Noah dovevo saperti salvo,dovevo saperti vivo.Ero disposta a tutto pur di saperlo al sicuro.
《Vedo che vai dritta al sodo come sempre》Disse pacatamente il generale,si sedette sul letto e posizionò i gomiti sulle ginocchia infine puntò i suoi occhi freddi come il ghiaccio su di me.Tremavo come una foglia ma non dovevo mostrarlo o ciò mi sarebbe ritorto contro.
《Allora?Volete parlare?》
Sorrise alla mia domanda e continuò a guardarmi bramosamente.
《Mi sei sempre piaciuta,diamine》.

Incominciai a sudare freddo.Non potevo crederci.Come poteva essere vero tutto ciò? Tentai di scappare dalla stanza ma fu tutto inutile,con uno scatto Mars mi scaraventò al suolo e si posizionò a cavalcioni su di me,furono invani i tentativi di divincolarmi,lui era molto più alto e possente di me.
《Sta ferma,sta ferma puttana》
Sentivo il suo cuore battere forte per l'eccitazione mentre il mio prese a battere forte per la paura.Una scarica d'adrenalina mi pervase,volevo vivere,volevo scappare,volevo Noah salvo.Con tutta la forza che avevo nel mio esile corpo liberai il polso destro dalla sua presa e con tutta la rabbia che potessi covare gli piantai le unghie nel viso e tirai forte,il sangue non tardò ad uscire ed incominciò ad imbrattarmi la mano.Le sue urla erano strazianti ma ciò non gli impedì di colpirmi al volto e rigettarmi nuovamente a terra.Lì tra il sangue e il dolore pregai quel Dio che avevo dato per disperso.Lo pregai di salvare Noah,lo pregai di dargli una vita piena e felice,pregai per una morte veloce.
Il suo corpo era pesante e l'aria nei polmoni incominciava a mancare.

《Lo sai che ti ho sempre desiderata dal primo momento,eri così libera,così intrepida,volevo domarti.Devi ringraziare solo quella cagna di tua madre se non ti ho posseduta.Mi teneva lontano da te ed io l'ho allontanata per sempre.Ora quella puttana giace in una campagna come un cane.Pensavi fosse andata via?Il suicidio di Sigmund,di quel fallito è stato tutto un pretesto per far sembrare il suo allontanamento normale》.
Le lacrime non tardarono a scendere corpiose sul mio viso.Le urla ed i singhiozzi mi vennero fatti tacere. La sua possente mano mi bloccò la bocca impedendomi di pronunciare qualsiasi appello d'aiuto.Mia madre,la mia mamma era morta per mano di quell'essere orrendo,per mano di un mostro.Lei mi aveva protetta dal male durante tutti quegli anni ed io invece di ringraziarla l'avevo sempre ritenuta frivola e sciocca.Ora giaceva chissà dove ed io non avevo potuto darle una degna sepoltura,io non avevo potuto piangerla,non avevo potuto salvarla.Pensavo di raggiungerla una volta e per sempre e di chiederle perdono.

Mars cominciò ad ansimare sul mio collo.Si stava prendendo quello che per anni aveva soltanto potuto desiderare.Io stavo morendo.Lo sentivo gemere ma ormai ero lontana.Con la mente pensai alla prima volta con Noah,pensai ai suoi baci,alle sue carezze.
《Lo sai cos'ho fatto al tuo sporco ebreo? L'ho spedito al campo di concentramento di Stutthof. Lì il suo arrivo rallegrerà tuo marito》.
Mi aveva lacerato il cuore e dato in pasto alle belve feroci.Poteva picchiarmi, poteva violentarmi e uccidere ma mai e poi mai doveva toccare Noah.Con quel briciolo di voglia di vivere che mi restava piantai il mio dito nel suo occhio e spinse con tutta la forza fino a cavarglielo.Incominciò ad urlare dal dolore,mentre con una mano tentava di arrestare l'emorragia,io riuscì ad evadere.Corsi,corsi come mai avevo fatto prima dall'ora. Corsi per la mia libertà,corsi per Noah e per mia madre.Loro avevano dato via tutto per la mia vita e non potevo permettere ad un uomo di prendersela.Il sangue impregnava le mie vesti,il terreno freddo mi lambiva i piedi ma io correvo...Correvo per vivere.La pioggia prese a scendere dapprima avida poi generosa sul mio corpo.Mi sentivo sporca.Incominciai a strofinare la mia pelle ferocemente quasi a scorticarla,volevo lavar via il tocco di quel mostro.Mi gettai a terra in ginocchio ormai stanca.

《Signore...Abbi pietà di me》
Le lacrime presero a confondersi con la pioggia che in quel momento mi parve il pianto di Dio.

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