Resta

«"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, tutta una vita per dimenticarla." Questo è quello che succederà a te, Trisha. È bastato un attimo per essere ammaliata da me e non potrai mai più dimenticarmi.»

Trisha erompe in una fragorosa risata mentre lui, indispettito, le scompiglia i capelli. «Hai incomodato addirittura Chaplin per tessere le tue lodi?»

«Trisha, ti ho fornito informazioni utili sul tuo futuro. Ascoltami, non puoi tornare a Bar Harbor. "Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltare pagina e ricominciare".» il giovane enfatizza la sua affermazione gesticolando teatralmente.

«Jim Morrison! Stiamo giocando a Indovina la citazione? Mason, è un mese che continui a propinarmi la solita storia. Credimi, vorrei tanto restare ad Augusta ma non è possibile!» Pura e semplice verità! Augusta e, soprattutto, Mason sono state boccate d'ossigeno puro per lei.

Il ragazzo dalle iridi affette da eterocromia è riuscito ad avvicinare la solitudine della giovane, rendendola un po' sua. Le ferite non sono guarite, se Trisha chiudesse gli occhi, le immagini di Austin e Caroline abbracciati si sovrappongono a quelle di suo padre che tende la mano a un'altra bambina. Il dolore, però, non è più la costante unica delle sue giornate, in virtù delle lezioni di Mason: non lasciare pezzi di sé nelle mani di nessuno poiché i palmi, alla fine, si chiudono e stritolano tutto quello che vi è poggiato.

«Perché? Cosa ti trattiene lì? L'amore, la famiglia, gli amici? Ti hanno tradito tutti, Trisha. L'ultimo anno di liceo lo puoi frequentare nella mia scuola, hai conosciuto quasi tutti i miei amici e ti adorano.» Mason la tenta toccando i suoi punti deboli, consapevole delle proprie abilità ad allontanare le sue insicurezze.

Seduta sulla riva del Kennebec, ha rivelato a Mason i motivi che l'hanno spinta a lasciare Bar Harbor, omettendo il suo gesto disperato. In queste ultime settimane, unico intento delle giornate del nuovo amico è stato far spuntare un sorriso sulle sue labbra pronunciando citazioni famose o anonime, evitando accuratamente d'indagare sul motivo della sua sofferenza.

«Ho lavorato tanto per ottenere la borsa di studio in quella scuola, non voglio rendere vano il mio sforzo!» Per la prima volta in durante l'intero pomeriggio al fiume, dove Mason ha improvvisato un picnic, Trisha fissa le pupille nelle sue e vi legge dentro determinazione e caparbietà.

«Trisha, hai lavorato tanto e ti hanno accettata, hai già vinto. Sarai tu a mortificare loro andando via. Per tua informazione, il mio liceo è un'ottima scuola pur non essendo privata e infestata da fighetti impettiti che si celano dietro l'ultimo modello di occhiali Gucci anche durante una bufera di neve o indossando Louboutin dal tacco vertiginoso starnazzando come oche.»

Trisha trattiene a stento lacrime d'ilarità alla perfetta analisi dei suoi compagni di scuola.

«Permettimi di guarire il tuo cuore, posso farlo.» Mason si spoglia degli abiti da burlone e pronuncia, serio, l'ultima frase incastrando i suoi occhi in quelli di Trisha. Un momento d'intimità spazzato via da un richiamo allegro, «Mason Wood, finalmente ti ho trovato! Tua madre mi ha detto che ti avrei scovato qua.»

Una ragazza dal sorriso radioso e dai lunghi capelli biondi avanza nella loro direzione, le sneakers bianche calpestano veloci il manto erboso. «Meredith, le vacanze sono già terminate?» l'atteggiamento composto e serioso assunto da Mason per convincere Trisha è rimpiazzato nuovamente dall'allegria.

«Purtroppo! Ciao, io sono Meredith, amica e compagna di svariati corsi di questo caprone.»
La nuova arrivata tende la mano verso Trisha e si presenta senza aspettare che lo faccia qualcun altro.

«Piacere, io sono Trisha.» anche la svilita ragazza sorride, come sovente accade quando è con Mason e i suoi amici.

«Wood, quando hai intenzione di restituirmi il mio saggio? Stasera verrai alla festa di Damian?»

«Il saggio te lo restituisco tra qualche giorno, mi occorre ancora per stupire con le mie citazioni.» ammicca un sorriso furbo verso Trisha, che scuote la testa divertita.

«Tesoro mio, non lasciarti ammaliare da questo qui. Stasera devi venire anche tu alla festa, non accetto rifiuti. A dopo, ragazzi.» Meredith fa un mezzo giro su se stessa e si allontana senza attendere conferma dai due.

«Simpatica, sembri tu i primi giorni in cui ti ho conosciuto.»

Trisha si beffa di lui, dimenticando che il ragazzo ha sempre la risposta immediata e ribatte lesto: «Quindi ti sono sempre stato simpatico, pur credendo fossi uno stalker?»

«Continui con questa solfa? Torniamo a casa, dobbiamo prepararci per una festa.»

Raggiungono casa improvvisando una corsa che Mason lascia palesemente vincere a Trisha.
«Nonna, siamo torn...» le parole e il sorriso muoiono sulle sue labbra alla vista di Austin seduto accanto alla nonna.

«Hai barato, piccola Trisha. Signora Harris, salve.» Mason la segue in casa, poggiando un braccio sulle sue spalle.

«Ragazzi, vado a prendere qualcosa di fresco per voi. Mason, lui è un amico di Trisha.» Nonna Judie scompare oltre la porta della cucina, mentre lei non riesce a smettere di osservare guardinga Austin.

Lui, invece, saetta lo sguardo da Mason al suo braccio ancorato intorno alle spalle della ragazza, le palpebre si serrano e i denti affondano nel labbro inferiore.

«Che cosa fai qui?» Trisha non si disturba neppure a salutarlo e aborrisce il fremito che l'ha scossa appena l'ha visto.

«Tua madre era preoccupata, riceve tue notizie unicamente da tua nonna. Non le rispondi al telefono, non rispondi neppure a Bryanna.» Austin sposta lo sguardo su di lei, riempiendosi le pupille del suo volto.

«Tu, invece, non mi hai mai chiamato.»

Lui annuisce distogliendo l'attenzione, quasi a voler nascondere la commozione. «Possiamo parlare in privato? Ti prego.»

«Penso che tu sia arrivato troppo tardi!» Mason s'intromette guadagnando un'occhiata di sbieco da Austin, che ancora freme stizzito per quel braccio che si serra, con maggiore forza, intorno al corpo della ragazza.

«Potrei sapere chi sei?» modula infastidito mentre Mason lo sfida avvicinando Trisha a sé.

«Vieni, parliamo fuori.» Trisha non gradisce di essere diventata oggetto di contesa tra i due, sceglie, però, di concedere ad Austin pochi minuti prima di farlo uscire dalla sua vita; sulle labbra di Austin spunta un sorriso, mentre Mason sembra intenzionato a non abbandonare la presa su di lei.

«Trisha ...»

La ragazza alza una mano per zittire le sue rimostranze, è dispiaciuta di contraddirlo ma necessità di chiudere con il passato. «Mason, per favore, non intrometterti.»

Si avvia all'uscita e Austin la segue palesando la propria soddisfazione, sorpassa fiero Mason e lo urta di proposito.

Restano in piedi, uno di fronte all'altra guardandosi come mai era accaduto fino allora: Trisha fissa Austin priva di compassione, mentre lui la osserva con rassegnazione.

«Chi è?» Austin non riesce a trattenersi, nei suoi occhi velati Trisha riesce a scorgere una fiammella che arde.

«Non hai nessun diritto di chiederlo. Austin, ti ho visto quel pomeriggio. Mi hai tradito nel peggiore dei modi, hai ripreso la tua vita senza proferire una sola parola di scuse. Non ne ero degna, per te. Non puoi venire qua e chiedere spiegazioni, non c'è più nulla a legarci. Non c'è mai stato, forse.»

«Non è come credi! È troppo complicato, io ... io ...» il ragazzo passa entrambe le mani nei capelli ancora troppo corti, li tira e si gratta la nuca, sospira poi affranto, «noi siamo qualcosa per cui vale la pena combattere. Lotterò per te, fino a sanguinare. Sfiderò i miei demoni e le tue remore, non mi darò vinto fin quando non tornerai a svegliarti accanto a me ogni mattino. Nessuno può portarti via da me, nessuno può ambire a prendere il tuo posto. Io ti amo, Trisha.»

Trisha vince la lotta contro le lacrime che minacciano di uscire, solo una sfugge al suo controllo e cade lentamente fino ad accarezzare la bocca, «Saresti capace di perdonare un tradimento? Io no! Non posso più fidarmi di te.»

«Non ti ho tradita! Non ti ho tradita! Ti spiegherò tutto, aspettami.» porta i palmi sul volto della ragazza e le dona una carezza sulla guancia e un bacio sulla fronte a cui lei, tremate, non sfugge, prima di allontanarsi. Lei lo osserva andar via, col capo chino e le mani in tasca.

Rientra in casa, poggiando il corpo stanco sull'uscio appena chiuso, nonna e Mason osservano il suo viso spento, evitando di porgere domande a cui lei non ha risposte.

«Nonna, ho bisogno di un favore. Posso restare qui fino al diploma?»

Spazio Autrice
Volevo ringraziare tutti coloro che sono arrivati fin qui, credendo in quello che avevo da raccontare e volevo avvisare che il prossimo capitolo, che arriverà tra stasera e domani, assumerà toni più forti e rappresenterà l'inizio vero della storia di Trisha e Austin.

Grazie ancora.
Baci
Mariarosaria

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