Dente di leone

"Elì, Elì, lemà sabactàni."
Salmo 22

Il silenzio asfissiante è interrotto dal rumore dei pensieri di Trisha, ha le gambe avviluppate a quelle del ragazzo, le braccia intorpidite che stringono le sue spalle sfinite; i lembi di pelle scoperta dei due collimano, i respiri ritmati di lui s'infrangono sul suo petto, penetrano la carne e s'insinuano in quel muscolo lacerato dove, ancora una volta, è germogliato il dolore.

Giorni tutti uguali che hanno trascorso su un letto troppo grande per due che, come loro, hanno occupato un esiguo spazio tra le lenzuola aggrovigliate.

La stoffa spessa del pigiama separa i corpi roventi, la mano di Austin sul suo fianco stringe la presa, le labbra calde posano un bacio sulla giugulare, le ciglia solleticano il suo collo.

«Non volevo svegliarti, Austin. Come ti senti?» una domanda che pone ogni qualvolta riemerge dal sonno sin da quel giorno ad Augusta.

«Benissimo, stai tranquilla!» la testa del giovane affonda sempre più nel suo collo mentre la mano stringe la pelle scoperta del fianco, inspira forte quasi a voler imprimere l'odore tanto caro.

Cristallo che s'infrange nelle sue mani, lei vibra nelle sue carezze. «Non aver paura, Trisha. Non potrei mai farti del male. Posso dirti una cosa senza che tu scappi?»

Incastri perfetti le loro iridi, bocciolo scorato che affonda sotto il peso delle sue labbra, lei annuisce incerta, «Ti amo, Trisha. Qualsiasi cosa mi accada, promettimi di...»

«No! No! No! Non puoi lasciarmi sola, hai promesso di guarirmi.»

Strappi ricuciti con mano malferma, il sangue riprende a scorrere nelle vene per giungere laddove i battiti ritornano a pulsare, «Ho paura di morire e non per me, non voglio andar via sapendoti cenere. Voglio vederti risorgere e sapere che andrai avanti con la tua vita.»

Perle, calde e bagnate, oscurano il volto del ragazzo che teme di non avere tempo, fremiti incessanti muovono le mani dell'innamorata che affondano nelle sue spalle, le dita agguantano la nuca, poggia le labbra umide sulle sue con l'urgenza di sentirne il respiro, «Trisha, non sei ancora pronta...»

Lei spegne ogni sua remora affondando sempre più sulle sue labbra, lui vibra nelle sue carezze, la bocca la assapora, lenta, delicata, disperata.

I polpastrelli scivolano lungo i fianchi, pizzicori ne seguono i movimenti, un soffio incrinato dal desiderio arriva alle orecchie di Trisha: «Sei sicura?»

Neve, candida e soffice, è la coperta su cui lei sprofonda, un magnete attira i loro corpi, e la risposta non richiede essere pronunciata.

Con movimenti delicati, lui sfila, senza fretta, i suoi vestiti, che ricadono al suolo come rugiada, ambrosia per la carne e l'anima della giovane sono le sue carezze.

Lenti, timorosi, lievi, gesti grondanti di accortezza, soffione sfiorito di cui lui ha raccolto ogni seme mentre lei prospera in ogni suo bacio.

Passato che si perde tra i sospiri di Trisha quando torna a esser sua, completamente. L'urgenza non anima il corpo di Austin mentre s'impossessa del suo, solo la brama di lenire ogni squarcio che sfugge alla memoria di Trisha, ora.

Il corpo non scivola via dal suo, ma resta lì, stanco e appagato, a ergere una fortezza dentro il petto di Trisha che pulsa di ogni battito di Austin.

«Austin... domani inizierà il processo. Non voglio che tu sia lì.»

L'unica certezza a cui Trisha non riesce a fuggire, il viso di Austin s'innalza lesto, una guerra di rimorsi tormenta le sue iridi mentre si riempiono di lei, «Trisha...»

«Austin, non voglio che tu sia lì ad ascoltare tutto quello che mi ha fatto! Ti prego, non insistere», è una supplica disperata, il bisogno di proteggersi e la paura di perderlo motivano la sua richiesta.

Sospiri rassegnati s'infrangono sulla spalla di Trisha, seguiti da baci umidi.

«Ti andrebbe una bella maratona di una serie televisiva? Pur di renderti felice, sono disposto a sorbirmi Gossip Girl e vederti ammirare il biondino scialbo.»

Ride sollevata alla sua concessione, che la conduce a una confessione: «Non ho mai ammirato Nate, il mio preferito è sempre stato Chuck, mi ha sempre ricordato te».

Un cipiglio d'indignazione corruga la fronte del ragazzo, «Non sono mai stato così cattivo!»

«Mm... non ne sono sicura. Non voglio infierire, però, e quindi scelgo Fringe, almeno siamo contenti entrambi e Peter non è niente male.»

Le mani di Austin danno vita a una lunga tortura, un solletico a cui vuol porre fine solo con la resa della sua donna. «Basta! Mi arrendo e per farmi perdonare vado a preparare i popcorn.»

Un altro bacio si posa sulle labbra di Trisha, «Non occorre, dico a mia madre di prepararli. Tu resta qui.»

«Austin, posso invitare anche Meredith a questa maratona? L'ho completamente abbandonata e lei è venuta qua per me!»

«Vuoi uccidermi per davvero?» la sua mano si posa sul petto per mimare un colpo al cuore a cui lei risponde arricciando le labbra in segno di broncio, lui capitola nell'immediato e Meredith si unisce a loro gongolando.

È una serata faticosa per Trisha che cerca di mediare i rapporti tra i due, battute acide che ha dovuto riparare e sguardi torvi da intercettare.

Quando la notte cala, il sonno fatica a raggiungerli, il peso della testimonianza del giorno successivo grava sui loro pensieri.

I primi raggi del sole filtrano dalle tende scostate, lei scivola dalla stretta di Austin, i piedi nudi poggiano sul legno del parquet, agguanta i vestiti sparsi per la camera e si dirige silenziosa al piano superiore per svegliare Meredith, non prima di aver posato un lieve bacio sulla fronte di Austin.

«Trisha...» Sean Rogers la attende fuori dalla camera di suo figlio, «Austin è pronto? Tra non molto arriva l'avvocato e dovremmo andare.»

«Austin non verrà e neppure mia madre, andremo noi e Meredith. Vado a dirle di sbrigarsi.»

«L'ho incrociata prima, ti attende giù. Sbrigati a prepararti. Perché Austin non viene, non si sente bene?»

«Preferisco così», abbassa lo sguardo sui piedi nudi e ode i passi dell'uomo affiancarla. «Non temere, Trisha, vinceremo e non potrà farti mai più del male. A nulla servirà il suo tentativo di fingere una perdita della memoria. Va' a prepararti, ti aspettiamo giù.»

Il viaggio sembra non finire mai, costellato dalle molteplici raccomandazioni dell'avvocato che ronzano nelle orecchie, dalla mano di Meredith che è incastrata alla sua mentre inveisce contro Cody, dalle continue richieste di Sean Rogers di fermarsi in un punto di ristoro e, soprattutto, dal rammarico di aver lasciato a casa Austin, che si fonde con la necessità di averlo accanto.

Sfinita, lei balza fuori dall'auto appena si arresta dinanzi al tribunale. I giornalisti accalcano l'ingresso, poco distante un gruppo di volti familiari scrutano in ogni direzione attendendo il suo arrivo: i suoi nonni, Mason, suo padre e Claire, la madre di Meredith.

«Andiamo da loro, Trisha. Sono qui per te...» la voce di Meredith è sopraffatta da un richiamo a cui Trisha sobbalza.

«Trisha!»

Un altro gruppo è lì, in attesa del suo arrivo: Annie, sua madre, Luke, Bryanna, Rose, Helena e... Austin.

Sono pochi metri di distanza che macina correndo per sprofondare, poi, tra le sue braccia. «Grazie.»

Movimenti concitati richiamano la loro attenzione, osservano i giornalisti che si accalcano intorno ad alcuni poliziotti, gli occhi di Trisha si abbassano e lì nota che trascinano una sedia a rotelle dove è inchiodato il corpo di Cody.

Il suo viso si volta verso lei, che affonda le unghie nelle braccia di Austin, mentre la sua presa diviene più salda sulle spalle. Un conforto che diviene vano quando gli occhi di Cody inchiodano quelli di Trisha e il terrore s'impossessa di ogni sua terminazione nervosa.

Spazio autrice

Ho faticato non poco per questo capitolo! Finalmente, un momento dolce non interrotto da nessuno.

La passione torna tra i due. Contenti?

Trisha è meno sola di quanto crede. In molti sono giunti per starle accanto e di sicuro non poteva mancare Austin.

E, purtroppo, non poteva mancare neppure Cody.

Nel prossimo capitolo tante verità verranno svelate e Trisha sarà provata dalla sua testimonianza.

Non manca molto alla fine, ancora pochi capitoli e la storia giunge al termine.

A presto.
Baci
Mariarosaria

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