[Quel che non ti ho detto]-Oneshot
Era deciso. Glielo avrebbe detto. Quella sera stessa. Non poteva più aspettare, non ce la faceva. Erano passati 6 anni dalla fine della guerra, e Draco era distrutto dai sensi di colpa. Quali? Beh tanti.
Come per esempio quello di essere sempre stato dalla parte sbagliata, o di aver quasi ucciso Ron Weasley con una bottiglia di idromele avvelenata e Katie Bell con una collana maledetta. Oppure il senso di colpa riguardante l'aver anche solo pensato di uccidere Albus Silente.
Ma quello che lo faceva stare peggio era di essere scappato senza aver prima confessato a quella persona ciò che provava. Chissà, forse per paura, forse perché non c'era tempo. O forse perché sapeva che sarebbe andata male. Ma porca miseria, ora il tempo c'era, e Draco non aveva intenzione di lasciarsi scappare quell'opportunità.
Ripassò il piano:
«Allora, dopo aver bevuto la pozione polisucco -e controllò la fialetta contenente un liquido dall'aspetto decisamente poco invitante- e aver assunto le sembianze di una persona qualunque, mi presento all'ufficio Auror chiedendo di lui. Se mi fanno entrare, vado nel suo ufficio e... E gli dico tutto. Se non mi fanno entrare... Beh, vedremo».
Era un piano perfetto. Certo, c'era quella piccola remota possibilità che non lo facessero entrare ma... Insomma, aveva le sembianze di una persona sconosciuta, non del biondo ex-Mangiamorte. Sarebbe andata bene.
*qualche ora dopo*
Era il momento. Bevve la pozione e si Smaterializzò all'ufficio Auror. Prese un respiro profondo ed entrò.
«Salve, posso aiutarla?», chiese la ragazza dietro lo sportello.
Draco non poteva crederci. Hermione Granger.
«Sssì, ecco io... Vorrei parlare con il signor Potter, se possibile». Pregò mentalmente che non lo riconoscesse.
«Certamente. Lo trova al quarto piano, prima porta a sinistra», rispose sorridendo.
«La ringrazio». E se la filò più in fretta che poté.
Entrò nell'ascensore e sperò che nessuno entrasse. Speranze vane. Al secondo piano, le porte si aprirono.
«Buongiorno», salutò cordialmente un rosso dall'aria tristemente familiare.
«Weas-- Buongiorno a lei», mormorò Draco in risposta. “Muoviti, stupido aggeggio”, pensò.
Finalmente arrivò il quarto piano. «Arrivederci», salutò di malavoglia. Ron sorrise.
Draco camminò velocemente sperando di non vedere nessun altro, gli era bastato il trio miracoli. Si trovò davanti alla porta e bussò con mano tremante. Una voce all'interno rispose «Avanti».
Draco entrò. «S-salve, signor Potter».
«Oh, salve», disse Harry alzandosi e stringendogli la mano, «lei è?».
A quel contatto Draco riprese coraggio e decise di rivelare subito la sua identità.
«Dammi pure del tu... Sfregiato». Harry sgranò gli occhi incredulo.
«M-Malfoy! Cosa ci fai qui?».
«Devo parlarti».
L'altro scosse la testa come per riprendersi e poi annuì, e sedendosi sulla sua sedia gli disse: «Accomodati».
Il biondo si sedette e lo guardò fisso negli occhi. «Non sai la fatica che ho fatto per venire qui»
«Bene... Allora che ne dici di spiegarmi il motivo di questa fatica?».
“Forza, Malfoy. Non è così difficile. NON. È. DIFFICILE.”
«Io...».
«Tu...?».
«Harry, non guardarmi. Hai degli occhi che distraggono».
«È un complimento?».
«Anche meglio di un complimento».
«D'accordo», disse alzando le mani in segno di resa, «non ti guardo».
«Ecco... Tu devi sapere che...», ricominciò Draco.
«Ehi, calmati, non ti mangio mica!», scherzò Harry. Draco sorrise debolmente, cercando di ritrovare il coraggio, che in quel momento era sparito chissà dove.
Alzò lo sguardo e lo fissò. Prese poi un respiro profondo e, chiudendo gli occhi, disse:
«Tu mi piaci, Harry».
Calò il silenzio. Harry sembrava incapace di formulare una frase di senso compiuto, mentre il biondo, tornato normale, trovava improvvisamente le sue scarpe la cosa più interessante al mondo. Poi, dopo qualche minuto che a entrambi sembrarono ore, Harry si alzò e si avvicinò a Draco, che si alzò a sua volta. Restarono a fissarsi per un po', quando Harry lo baciò. Draco inizialmente era sorpreso, ma poi si lasciò andare e avvolse le sue braccia attorno al collo del moro, stringendolo a sé, come se non volesse lasciarlo scappare.
Harry si staccò e sussurrò all'orecchio di Draco:
«Avresti dovuto dirmelo prima».
SPAZIO AUTRICE:
EHILAAAAAA!! Eccomi di nuovo con una oneshot che avevo in testa da un po' ;) come vi sembra?
Fatemi sapere, ma tenete conto che non posso rispondere ai commenti perché... Non ci riesco. Quindi se volete contattatemi in chat privata o sulla home del mio profilo.
Un bacio, vi amo :-*
-Giusy
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