Capitolo 10

Negli ultimi giorni ho ricevuto più visite io che le persone morte. Quando tutti sono venuti a sapere dell'incidente non si sono fatti problemi e sono subito corsi da me. Questo mi fa capire quanta gente che mi vuole bene c'è. Però mancava la più importante. Probabilmente non sà neanche dell'incidente. E fa un po' male non averlo qui a preoccuparsi, ma me ne devo fare una ragione.

Conan non è il tipo che si preoccupa per così tanto tempo. Cioè una volta salva si è subito tranquillizzato. Ed è normale per lui. Anche Shinichi avrebbe fatto allo stesso modo. L'importante sarebbe stato assicurarsi che io stessi bene poi tutto sarebbe stato apposto.

Questi giorni non contano nulla se non è con me. Questi ultimi due anni sono stati vuoti senza i suoi sorrisi furbi, senza i suoi occhi azzurri, senza la sua arroganza. Si perfino quella mi manca. Perché è una delle cose che mi piaceva di più in lui, però non so il perché.
Chissà se Shinichi è cambiato. D'altro canto è da due anni che lo vedo poco e niente. Non penso, fra noi c'è ancora la stessa sintonia, la stessa affinità. Sento la sua mancanza fisicamente e mentalmente. Ho la nostra fotografia tra le mani. Quant'è bello.

-Voglio soltando immaginarti ancora amore, quando quel giorno mi portasti in mezzo a quelle fontane, sotto l'arcobaleno-

Mi piace parlare con lui tramite una fotografia. È l'unica cosa che mi resta da fare ormai.

Sento un rumore dietro la porta e mi alzo ad aprire.

-Conan, che fai qui dietro?-

-Io? Ah no nulla, eh eh! Ero venuto a dirti che c'è Haru sotto!-

Ho come avuto la sensazione che stesse ascoltando, mah! Un momento, Haru? Strano, in questi giorni non è venuto.

Esco dalla stanza e lo trovo seduto in salone.

-Haru! Ma dove eri finito?-

-Scusami Ran, ho avuto da fare. Sono venuto per parlare con Conan-

-Con Conan? È successo qualcosa? Se è per l'altra sera perdonalo, è un bambino e si è preoccupato un po'-
-Tranquilla non è per questo, posso vederlo?-

Faccio cenno di si e gli indico la stanza di Conan accanto alla mia.
Haru mi sorride e lo raggiunge. Chiudono la porta per non farmi sentire nulla. Che diamine avranno di così importante da dirsi? E se ascoltassi? No, non è giusto.

Accendo la tv e inizio a zippare col telecomando. La curiosità mi sta mangiando viva. Sono lì dentro da ormai dieci minuti.  Mi avvicino alla porta e cerco di sentire quanto più possibile.

-La stai solamente facendo soffrire di più, dille la verità-

-Non sono affari tuoi, è già tanto che tu lo sappia. Ah! Non provare a sfiorarla, Haru-

-Non lo farei mai-

Haru si alza e si avvicina alla porta. Corro subito in salone e mi lanciò a terra cercando di non attirare l'attenzione. Lui si avvicina e mi saluta chiedendomi anche come mi sento, poi va via. Conan esce dalla stanza e mi si mette vicino a guardare la tv. Lo vedo un po' cupo. Ho sentito molto poco della loro conversazione, ma parlavano di una verità. Cosa mi nasconde Conan? Perché c'è tutta questa tensione? Sono sicura che Haru non mi nasconderebbe mai la verità se lo pregassi.

Prendo il telefono e gli chiedo di poterci vedere adesso al parco. Lui accetta ed io esco immediatamente di casa. Anche lui è stato abbastanza veloce dato che lo trovo già lì seduto ad aspettarmi.

-Ran, tutto bene? Mi hai fatto scappare di casa!-

Affaticata per la corsa appoggio le mani sulle ginocchia e riprendo fiato.

-Quale verità? Di quale verità stavate parlando? Dimmelo Haru!-

Haru mi guarda sopreso. Poi aggrotta la fronte e mi guarda male.

-Ran, hai origliato?!-

-Le ultime parole, ma adesso voglio sapere la verità che mi nasconde Conan, di cosa si tratta?-

-Io non ti dirò nulla, mi dispiace. È una cosa che avresti dovuto capire tu da sola molto tempo fa. Chiedi a lui o cerca di capirlo- 

Una cosa che avrei dovuto capire io tempo fa? Conan è sempre stato un bambino un po' misterioso, ma non penso abbia grandi segreti.
Certo ha un'intelligenza fuori dal comune per la sua età. Conosce tutto l'alfabeto giapponese, anche i kanji che, solitamente, si finiscono di imparare a tredici anni.

-Senti, Conan non ha nulla di strano a parte che magari è un bambino col cervello di un adulto ma...aspetta, un bambino col cervello di un adulto...-

-Modifica un po' questa frase, Ran. Tutto sarà più chiaro dopo-

-Ha l'aspetto di un bambino ma ha il cervello di un adulto...Shinichi...-

Guardo Haru per cercare conferma, anzi, per farmi dire che quello che penso è un errore. Ma il suo sguardo soddisfatto mi suggerisce tutto il contrario. Non è vero, non può essere vero.

-Smettiamola di scherzare, la magia non esiste. Non può essere tornato bambino da un momento all'altro e poi tu come lo sai?-

-La sua reazione l'altra sera mi ha detto tutto. Non era la normale reazione di un bambino preoccupato-

-Non vuol dire nulla-

-Ran, quale bambino sarebbe riuscito a salire 300 metri con la pressione di delle bretelle e uno skate, avanti rispondimi-

Ha ragione. Un normale bambino non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ho conosciuto Conan il giorno in cui ho perso Shinichi, e se non fosse solo una coincidenza?

-Haru, vieni con me!-

Lo prendo per una mano e lo tiro via con me.

-Ran, dove stiamo andando?-

-A tropical land!-

Lí dove tutto ha avuto inizio, io, troverò finalmente la verità.

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