Capitolo 15

-Si, qualche problema?...allora ciao-

Sento la voce di Shinichi, apro gli occhi. Sono in pigiama, credo mi abbia vestita lui. Stava parlando al telefono, sembrava infastidito. Mi sento meglio, la testa non mi gira più né mi fa male. Credo che la febbre sia scesa. Vedo che sono sveglia e mi si avvicina. Mi mette una mano sulla fronte e una la poggia sulla sua.

-Vedo che stai meglio, ieri mi hai fatto spaventare-

Lo guardo, è buffo e inizio a ridacchiare mentre indico i suoi capelli. Lui si guarda nello specchio nella mia stanza e mi guarda mettendo su il broncio e facendo il finto offeso.

In questi giorni mi sento felice. Ma ho quasi paura ad essere felice. Ogni volta che sembra che le cose stiano andando per il verso giusto accade qualcosa che mi fa ricredere del tutto. Soprattutto quando riguarda me e Shinichi.

-Con chi parlavi al telefono? Eri arrabbiato-

Lo vedo indugiare un po' nel rispondermi. Ecco che la felicità sta per sparire.

-Shinichi?...-

-Con Haru, non hai visto che avevo il tuo cellulare? Voleva sapere dov'eri e per quale motivo non eri tornata a casa-

Alzo gli occhi al cielo quando mi ricordo di aver perso il volo per tornare a casa.

-Perché non mi hai svegliata? Dovevo andarmene!-

-Hai la febbre, dov'è che vuoi andare?!-

Chiudo gli occhi infastidita e incrocio le braccia.

-Cos'hai detto a lui?-

-Che stavi male. Solo che non gli è andato a genio il fatto che io ero con te-

Grazie, non sono tornata a casa e al mio cellulare risponde un altro uomo che guarda caso è stata la ragione della mia vita fino a dieci anni fa. Anche se Haru non è geloso è ovvio che gli sarà sembrato strano.

-Shinichi, stai provando a farmi allontanare da lui? Non far passare quest'idea per la tua testa-

Il tono della mia voce aumenta ad ogni parola che dico. Sono nervosa, non voglio litigare con Haru per colpa di Shinichi. Non voglio rovinare tutto, adesso. Mi alzo dal letto per allontanarmi da lui, da quella stanza.

-Shinichi, noi siamo solo un vecchio pensiero. Mettitelo bene in testa-

Si avvicina a me, siamo così vicini da poter sentire i nostri respiri. Lui appoggia la sua fronte alla mia.

-Fai troppo rumore per essere solo un pensiero-

Divento rossa e lui mi stringe subito a sé senza lasciarmi via di scampo. È vero, il momento giusto è all'improvviso. Inalo tutto il suo profumo. Tutti i problemi sembrano sparire, è strano. Essere serena e sentirmi davvero felice solo in queste braccia.

-Se avessi saputo che quello di dieci anni fa fosse stato l'ultimo abbraccio, giuro, t'avrei stretta di più-

-Ma non è stato l'ultimo-

Inizio a piangere. Mi manca il respiro per il pianto, non è la prima volta. Mi sento triste. Lui continua a stringermi. Ed io anche. Mi allontano solo un po' per riuscire a parlare.

-La cosa più triste è che ci eravamo promessi che saremmo stati insieme per sempre. La cosa più triste è che, quando ce lo siamo detti, ci credevamo davvero. La cosa più triste è che le lacrime, i litigi, le chiacchierate che durano ore, l'allegria, le promesse, a volte non bastano-

Abbiamo un rapporto strano noi due. Amore e odio. Un minuto prima il paradiso, un attimo dopo l'inferno. È diventata una routine, una sorta di abitudine, ma una cosa è certa: abbiamo costantemente bisogno di entrambi. Io di lui, lui di me. Ma sono anche consapevole di non essere più una ragazzina e di avere le mie responsabilità.

Ho bisogno di Sonoko. Dei suoi consigli. Perché non so più cosa fare.

Se domani finisse il mondo da chi correrei? Se davvero fosse l'ultimo giorno della mia vita, della vita di tutti, da chi andrei? Se non ci fossero più primavere, se non cadesse più la neve, se tutto sparisse, se non potessi ascoltare più canzoni d'amore, se non potessi più baciare, fare l'amore, se non potessi più dire ciao. Se non potessi più sorridere, con chi sorriderei un'ultima volta?

Non lo so, sono troppo confusa. L'unica cosa certa sono le mie lacrime.

Scioglie quell'abbraccio e mi guarda in faccia. Col pollice mi asciuga le lacrime e mi sorride.

-Dimmi se anche tu non vorresti questo. Nella mia vita hai un posto imbattibile, ricordalo sempre. E ricordati che quella promessa nessuno la distruggerà-

Mi da un bacio sulla fronte e si allontana. Io resto sola con la mia confusione e chiamo Sonoko.

-Pronto? Ran, sei già a casa?-

-Sono ancora qui, ti prego vieni-

-Ehi, tutto bene? Sto arrivando!-

Chiudo la telefonata e inizio di nuovo a singhiozzare. È un pianto strozzato. Cerco di non farmi sentire da nessuno. Anche Shinichi si sente ferito. Ma io non posso riprovare e non voglio neanche. Sarebbe difficile, troppo.

Sonoko arriva quasi subito. E quando mi vede mi abbraccia.

-Ran che succede?-

-Non ce la faccio più! Perchè dovevo rivederlo? Perché?! Stavo così bene! È buono solo a rovinarmi la vita!-

Si siede accanto a me e sospira.

-Lui non ha fatto niente questa volta, Ran. Solamente sai di amarlo, l'hai sempre saputo, ammettilo-

Mi appoggio sulla sua spalla e mi tengo la fronte: il mal di testa è tornato.

-Adesso ascoltami. Se hai paura di amare qualcuno allora è proprio con quel qualcuno che devi stare. E qualunque cosa accada, anche se starai male di nuovo, ricorda...l'unica cosa che vale la pena di fare è correre incontro all'amore. Non starci troppo a pensare. E non perdere tempo a provare a frenarti. Devi correre, buttartici a capofitto!-

-Sonoko, sono una donna quasi sposata, non posso fare queste cose da ragazzina. Forse l'unica cosa giusta da fare è prendere il primo volo che trovo per Tottori e andarmene via per sempre stavolta!-

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