III. La sacerdotessa in fiamme

Il Kashjen era una barbara tradizione. Sei livelli protetti ciascuno da un demone e a ogni sfida erano possibili solamente due esiti: vittoria o morte. Una volta vinto un livello si poteva scegliere se continuare la scalata oppure fermarsi e divenire uno spettatore senza gloria alcuna. I corpi degli sconfitti venivano abbandonati nella fossa dei deboli, agli occhi dei demoni più forti non meritavano neppure una sepoltura.

Ezlyn non sapeva se ritenersi disgustata o scioccata, ma di certo il suo animo in quel momento non era dei più felici. Benché indossasse una maschera divina da Sibilla l'aura che emanava era nera come l'oblio. Erano arrivati all'alba, il sole appena sorto, ma di fronte alla torre del diavolo avevano trovato decine e decine di demoni.
La fila si estendeva per quasi un chilometro, l'ingresso neppure si intravedeva, ma quanto meno scorreva ad una velocità sufficiente da non farle perdere la testa. E pensare che la maggior parte di loro stava andando in contro a morte certa.

Ezlyn sospirò sotto la sua maschera; ad Alkiah faceva caldo già dalle prime ore del mattino e il caldo lì era ben diverso da quello dell'Impero. Era afoso, era penetrante, era come se potesse infilarsi nel corpo, nelle ossa e fin dentro l'anima per renderla cenere.

Ezlyn guardò verso la porta della torre, finalmente riusciva a coglierne alcuni dettagli.

La torre del diavolo era del tutto diversa da qualsiasi rappresentazione tradizionale di una torre. Non c'era nessun imponente edificio che si innalzasse verso il cielo, anzi, era più giusto dire che non c'era proprio nessun edificio. Tutto ciò che appariva ai loro occhi era una semplice porta in metallo cesellato, era di un argento ossidato e annerito, non troppo grande e non troppo alta. La porta era aperta su una scalinata in discesa di cui non si vedeva il termine, l'oscurità inghiottiva i gradini lasciando la destinazione nell'ombra.

L'ironia fece sorridere Ezlyn.

Ruel si stava sventolando con un piccolo ventaglio di carta, i suoi capelli biondi erano dispersi nell'aria come timidi raggi di sole.

<<Ho una buona notizia e una cattiva.>>annunciò a gran voce.

<<Ho ascoltato le conversazioni degli altri demoni e ho scoperto che a difendere il terzo livello è un Pekim->>

<<Qual è la cattiva notizia?>>lo interruppe Ezlyn.

<<Nessuno è ancora riuscito a sconfiggerlo quindi non sappiamo cosa ci aspetta da lì in poi.>>

Inutili...

Com'era possibile che con tutta quella mole di individui che stava sfidando la torre nessuno fosse riuscito a superare il terzo livello? Avevano tutti così tanta voglia di morire in quel paese?

<<A cosa stai pensando?>>chiese l'incantatore.

<<A quanto la stupidità di questi demoni superi ogni mia aspettativa. Perché tentare la discesa se si sa di non essere preparati? Tu stesso hai detto che i perdenti sono puniti con la morte.>>

Ruel sorrise amaramente.

<<La follia e il potere annebbiano la mente degli stolti.>>

I demoni erano indubbiamente potenti, molto più potenti degli umani e se solo questa forza non avesse dato loro alla testa non sarebbe esistito né l'Impero né i Regni Gemelli, Alkiah si sarebbe estesa in ogni dove. Ma come potevano i demoni conquistare le terre altrui quando non sapevano nemmeno custodire la propria? Non c'erano un esercito o delle scuole che istruissero, non c'erano leggi o regole, esisteva solo la posizione del Gran Khejr, una posizione maledetta ma al contempo bramata da tutti.

Quando giunsero finalmente alla porta il sole era già alto nel cielo. Il guardiano, un grande e grosso demone Yoshan, stava distrattamente controllando l'ingresso.

<<Uno alla volta.>>disse.

Ruel ridacchiò, si spostò i voluminosi capelli dietro le spalle richiudendo il ventaglio con rumoroso clack. Tutti i demoni nella fila allungarono i colli per osservare la scena, anche chi non avrebbe voluto fu catturato da quel suo gesto così insolente.

<<Vedi mio caro amico- mormorò seducente- lei è la mia musa, non posso affrontare questa sfida senza di lei.>>

Era una frase senza alcun senso, ovviamente, ma Ruel ostentava il suo animo Pekim in maniera così sfacciata che nessuno sapeva mai come obiettare. Lo Yoshan sembrava già stanco delle sue idiozie, doveva aver fatto i conti con chissà quanti Pekim nella sua vita.

<<Andate.>> approvò a malincuore.

I due si lanciarono un breve sguardo.

Ai loro occhi si apriva la discesa negli inferi. I gradini, in quello che sembrava un semplice cunicolo, erano altissimi e fatti di una pietra ruvida e tagliente e sparivano nel buio, inghiottiti dall'oscurità. Da fuori uno non poteva sapere con certezza quanto fosse lunga la discesa, se pochi metri o migliaia di scalini.

Ezlyn mosse il primo passo verso l'oblio e scoprì con sua sorpresa che lì dentro faceva freddo.
Il percorso fu molto strano, tuttavia, a tratti sembrava salire e poi ridiscendere e poi salire ancora e ancora. A volte sembrava girare a destra e subito dopo a sinistra, oppure girava in tondo come una scalinata a chiocciola ma che non scendeva da nessuna parte.

<<Centinaia di demoni si perdono lungo questo tragitto ad ogni Kashjen.>>commentò Ruel.

<<E come?>>

Ezlyn non riusciva a vedere come qualcuno potesse perdersi in una via unica che portava ad una sola destinazione. Non c'erano svolte o incroci, era tutta un'unica grande scalinata.

<<È uno dei tanti misteri del nostro mondo a cui nessuno riesce a dare una spiegazione.>>disse l'incantatore.

<<Beh- Ezlyn sorrise sotto la sua maschera- per nostra fortuna non credo sia questo il caso.>>

I gradini finivano lì. Davanti a loro si apriva uno strano padiglione esagonale, torce di fuoco lucro brillavano di fiamme tremolanti a ogni angolo, illuminando la sala di un bagliore sinistro. La stanza era relativamente piccola e vuota, al centro del padiglione si ergeva un'unica seduta fatta della stessa pietra che componeva le mura e sulle pareti erano affissi due lunghi drappeggi con sopra simboli demoniaci. Sembrava, a tutti gli effetti, una caverna scavata nella roccia di una montagna, era spoglia e fredda e l'aria era gravida di un'orribile puzza di miasma. Ezlyn non aveva pensato molto a come potevano presentarsi i livelli, ma tutto ciò appariva fin troppo scarno perfino ai suoi occhi.

Sulla modesta sedia di pietra era seduto un demone, per la precisione un demone Xinyo proprio come aveva anticipato Ruel. Ora, gli Xinyo, alti quasi tre metri e sottili come canne di bambù, non erano conosciuti per la loro forza; tuttavia, potevano essere pericolosi se presi alla leggera. Erano più intelligenti rispetto alla media degli altri demoni e, a Ezlyn doleva ammetterlo, ma erano anche terribilmente veloci. Con quei loro lunghi arti affusolati sapevano muoversi nei modi più bizzarri e grotteschi e le antenne che avevano sulla piccola testa gli permettevano di percepire ogni spostamento d'aria, anticipando le mosse degli avversari.

<<Disgustoso insetto.>>mormorò Ruel, una mano portata alla bocca quasi trattenesse i conati.

Effettivamente, nei libri si leggeva che gli Xinyo appartenevano a quella categoria di demoni che condivideva il corredo genetico con gli insetti. Come i Pekim, che apparivano come un magnifico misto tra uomini e farfalle, gli Xinyo ricordavano fin troppo le fattezze dei mantoidei. Benché appartenessero alla stessa categoria le due tipologie erano completamente diverse in tutto e per tutto, e tra loro non era mai corso buon sangue.

Intorno allo Xinyo era riunita una piccola cerchia di altri demoni; gli spettatori, i perdenti senza gloria.

<<Bene- la voce dello Xinyo risuonò stridula nell'aria- un mezzo Pekim, sarà mio onore farti a pezzi!>>

Ruel rabbrividì in orrore.

<<Oh no, no...ci deve essere un errore qui- si affrettò a correggerlo- non sono io a sfidarti oggi.>>

Gli sguardi degli spettatori caddero inevitabilmente sull'unica altra persona presente, la Sacra Sibilla, la sacerdotessa della Dea Milya. Un vecchio Titas dagli occhi grossi come palloni da Shelk scoppiò in una fragorosa risata e l'eco fece vibrare le pareti della caverna.

<<Una sacerdotessa!>>gridò qualcuno, incredulo.

I demoni si prestarono ad un disgustoso spettacolo di fischi e schiamazzi, le parole più volgari e blasfeme non furono risparmiate nemmeno davanti a lei, ad una sacra sacerdotessa. Ezlyn sorrise sotto la sua maschera, anche se nessuno poteva vedere il suo viso, l'aura intorno alla sua figura prometteva nient'altro che morte e distruzione.

Bai lasciò la sua fodera in un cling agghiacciante, la luce del fuoco lucro che pendeva alle pareti lampeggiò macabra sulla sua lama. Un leggero colpo al suolo con la punta e le sue fiamme divine avvolsero la bianca katana in un delizioso abbraccio.
La stanza cadde improvvisamente nel silenzio ed Ezlyn si chinò in una profonda reverenza, alla capitale si usava per salutare i nobili, ad Alkiah era vista come una provocazione.

<<Sarà mio onore farti a pezzi.>>

La sua risata risuono dolce come veleno ma le sue parole, benché identiche a quelle appena dette dello Xinyo, sembravano traboccanti di tutt'altro valore.

L'esagono si liberò all'istante, gli spettatori si appoggiarono alle mura osservando la scena in tacito stupore.

<<Ti direi di fare attenzione- rise Ruel- ma sappiamo entrambi quale sarà l'esito di questa lotta.>>

Lo Xinyo digrignò i denti, indignato. I suoi occhi piccoli e lucidi brillavano di uno sgradevole rosso sangue.

<<Vi ucciderò entrambi.>>gridò partendo all'attacco, le zampe protese in avanti come denti aguzzi.

Tutta quella sua sicurezza, tuttavia, si sgretolò in soli trentacinque secondi. Ezlyn gli tagliò via un braccio ed un'antenna prima ancora che lo Xinyo potesse prevedere le sue mosse. Sangue bluastro colava dai suoi arti martoriati, il suo respiro era affannoso e la sua fronte verdognola era piegata in una smorfia di dolore. Tra gli spettatori si levò un sibilo di sdegno, il Titas che poco prima aveva riso di lei ora non aveva neppure il coraggio di alzare lo sguardo da terra.

<<Possiamo concludere qui, se preferisci.>>concesse Ezlyn.

Il volto dello Xinyo si contorse in un tripudio di sofferenza ed ira.

<<Mai!>>

Il demone si scagliò contro di lei, il suo unico braccio illeso le sfiorò a mala pena il mantello, ma prima che potesse lanciarsi in un altro attacco Ezlyn ruotò il polso, Bai girà rapidamente nel suo palmo e la lama infuocata della katana si conficcò violentemente nello stomaco dello Xinyo. Il demone annaspò senza fiato. Le fiamme divamparono feroci sul suo petto, divorarono la sua carne mentre lo Xinyo strideva e si dimenava cercando di liberarsi. Scalpitò e urlò e pianse e chiese aiuto, ma nessuno si mosse per prestargli soccorso. Alla fine il demone bruciò vivo davanti agli occhi dei presenti, finché il fuoco di Bai non si placcò lasciando al suolo nient'altro che cenere.

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Snow White ❄️

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