43. UN ANNO TORMENTATO
Un anno dopo...
Esco dalla doccia. Il bagno è invaso da vapore, le piastrelle blu sono piene di goccioline: mi sono lavata con l'acqua bollente e ci sono rimasta per troppo tempo, perfino la pelle mi si è arrossata. Indosso il mio accappatoio bianco latte, mi asciugo un po' e lo butto a terra; metto l'asciugamano sul capo, mi friziono i capelli e butto anche quello a terra. Prendo il phon per scaldare lo specchio e togliere l'alone di umidità. Comincia a intravedersi il mio volto e il mio corpo nudo.
Non mi riconosco più: il viso è segnato da un lungo e interminabile dolore, lo sguardo è spento. Mi sfioro con un dito. Guardo il mio corpo, le mie spalle, i miei seni e i miei fianchi: troppe mani l'hanno toccato, mani sconosciute, senza un briciolo di sentimento. In ognuno di loro ho cercato l'amore e la passione, volevo cercare Mattia, invece ho perso solo quel briciolo di dignità che mi era rimasto. Mi faccio schifo. Mi viene il vomito, mi metto in ginocchio davanti al water e comincio a rimettere.
Ma come ho fatto a ridurmi così?
Ho regalato il mio corpo a cani e porci, e nessuno è come lui. Mi sento sporca, sembro una prostituta.
Per un po' io e Mattia siamo stati due amanti perfetti: baci fuggitivi, fare l'amore al parco al chiaro di luna, giochi di gambe intrecciate sotto ai tavoli finché la delusione di essere solo l'amante di qualche notte non ha iniziato a prendere il sopravvento nei miei pensieri. Io non devo essere la sua bambolina, ho solo 23 anni, il mondo è pieno di tanti Mattia, devo solo trovare il clone giusto.
Dopo qualche mese che la mia storia con Riccardo é finita, Ho iniziato a donare il mio corpo ai primi uomini che mi facevano dei complimenti.
Il primo è stato proprio Fabio, il biondino amico di Daniela. Non era assolutamente il mio tipo. Lui si è innamorato di me, io invece non provavo nulla, semplicemente apatia e indifferenza. Mi facevo portare a letto come una prostituta. Mi facevo pagare cene e week-end. Aveva un carattere particolare, spesso si arrabbiava e mi prendeva a sberle, forse era quello che meritavo, eppure quel dolore era nullo, era invisibile, rispetto alle mie ferite. Non sapeva gestire la rabbia e le relazioni, molto associale, nonostante l'apparenza. Trentenne pieno di problemi: un brutto rapporto famigliare, non parlava mai ne di suo padre ne di sua sorella, si irrigidiva solo a sentirne parlare.
Poi c'è stato Tony, un mezzo tossico al quale piaceva solo fare risse e tirare di coca. Lui era il classico bad boy, bello, anzi che dico, bellissimo ma dannato. Alto e magro, con due pettorali palestrati e pancia scolpita. Capelli nero corvino, carnagione scura e occhi azzurro ghiaccio. Bravo a letto, dolce e accattivante contemporaneamente. Era un ex galeotto, è stato in carcere, non so per quale assurdo motivo, forse spaccio. Non volevo fare la sua fine, io non sono quel tipo di persona, così un pomeriggio, in un momento di lucidità, scappai da casa sua, mentre lui era in bagno a tirare di cocaina con il fratello. Non lo vidi più.
Durante l'estate, in vacanza in Spagna conobbi François, un ragazzo francese, della romantica Parigi. Di lavoro faceva il modello. Bello, anzi meraviglioso. Alto e muscoloso. Biondo con due occhi azzurri color cielo. Le altre donne, quando mi vedevano con lui, provavano invidia. A letto faceva toccare il cielo con un dito, ci metteva passione e amore. Voleva mi trasferissi nel suo paese. Non me la sono sentita appena mi ha svelato di essere padre, ho chiesto qualche giorno per riflettere...certo andarmene per sempre dall'Italia sarebbe l'ideale per scappare da ogni mio pensiero. Peccato che le vacanze siano durate solo due settimane, poi la distanza ha scelto per noi.
Infine, ora, sto uscendo con Luca, ormai ex di Daniela, la quale è incinta di Alessio e partorirà il mese successivo una bimba.
Ci conosciamo dai tempi dell'asilo, eravamo in classe insieme alle elementari, entrambi stiamo vivendo una storia analoga. Anche lui sta soffrendo per una ragazza, Elisa, della quale é innamorato perso, ma, anche lui, proprio come me è solo il suo amante. Conosco bene la sua sofferenza.
Forse abbiamo trovato solo conforto, e a volte ci perdiamo in serate di sesso. Non mi piace Luca, neanche un po', ma conosce Mattia, e l'idea di farmela con un suo amico, non so perché ma mi da un senso di forza.
Ma da oggi meglio che chiuderò anche questa.
Una cosa accomuna tutte queste futili storie: mentre facevo sesso, con chiunque di loro, chiudevo gli occhi e immaginavo Mattia, perché era lui che volevo, era lui che il mio corpo implorava: è da lui che ho abbandonato il mio cuore. Non ho mai provato piacere con nessuno di loro, non mi sono mai lasciata andare come con Mattia, fingevo orgasmi e piacere, ero rigida come un'asse di legno, dura come il marmo.
Tornavo a casa e piangevo, distrutta, afflitta e ubriaca fradicia, già, sempre, perché l'alcool mi aiutava a non pensare e io avevo bisogno proprio di quello.
Davvero vergognoso, umiliante, denigrante.
Lo specchio sta rivelando chi sono, sta mettendo a nudo ogni mia amarezza e debolezza. Una donna stanca, sconfitta, arresa, estremamente innamorata.
"Basta, basta, basta" mi ripeto, scuotendo la testa e piangendo come una bambina.
Dopo tutti questi mesi a fare andare a rotoli la mia vita ho deciso di smetterla, è arrivato il momento di rialzarmi, cambiare vita, mettere l'anima in pace. Quello specchio, la mia nudità, hanno scatenato un nuovo sentimento, la voglia di ricominciare più forte di prima.
Mi vibra il telefono, è un messaggio, lo apro ed è Mattia.
«stasera mi fai impazzire? Cosa mi fai?»
Non rispondo. Ho deciso di mettere un punto alla nostra storia clandestina. Voglio scrivere la fine, sono pronta.
Con indosso l'accappatoio, vado in camera da letto, prendo le pillole, le tolgo una per una dal blister, me le metto in una mano e ritorno in bagno. Le guardo un ultima volta e penso "riuscirò a continuare senza questa merda di farmaci oppure la mia depressione sarà più forte?" Stento ancora un po' prima di gettarle " no, io sono più forte di ogni dolore" e tiro l'acqua, un po' impaurita ma vincitrice.
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Guardo l'ora, sono solo le due del pomeriggio, una folle idea mi passa per la testa. Mi asciugo e mi rivesto.
Prendo il cellulare e compongo l'unico numero amico che conosca.
Uno squillo, due squilli, tre squilli...
"Chiara dimmi" Riccardo risponde con voce allegra.
"Ricky, ciao! Ascolta, preparati e tra mezz'ora trovati fuori casa, ti passo a prendere, vieni con me dal tatuatore."
Dico tutto d'un fiato.
"Chiara non fare minchiate, cosa devi fare?" È preoccupato, sa bene che ultimamente non ho combinato altro che guai.
"Tranquillo, fidati di me, per una volta! " lo supplico.
"Dimmi subito se no mi porti in giro in mutande" e ride.
"Ricky, sei diventato proprio scemo da quando ci siamo lasciati" sorrido e continuo "devo fare un tatuaggio anzi due, la lettera di mio fratello e tre stelle"
"Perché le stelle?" Dice curioso.
"Perché mi ricorderanno sempre Mattia, i miei tre più bei desideri... e oggi ho deciso che non posso più aspettarlo..."
"Guarda che te ne pentirai!" Dice, con un tono che quasi mi convince.
"Di cosa del tatuaggio?" Domando.
"No Chiara...ma di non aspettarlo più...sei proprio stupida"
"Scemo, io arrivo preparati" e aggancio. Rido da sola per il nostro buffo ma splendido rapporto.
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