38. MENTE OFFUSCATA

Non é facile stare altri giorni con Riccardo, il mio pensiero è altrove: è a quell'ultimo bacio inaspettato che mi ha dato Mattia prima della partenza e alla sua strana confessione che non riesce a starmi lontano.
Mi sta facendo diventare pazza, mi fa mancare il fiato.
Ma cosa vuole realmente da me?

Mentre guardo il mare e le sue tenere onde schiantarsi sulla sabbia dorata, ascolto la musica con gli auricolari e cerco di riflettere sulla mia vita, sulla mia storia con Riccardo e sull'essere l'amante di Mattia, questo strano ragazzo che continua imperterrito a farmi perdere la testa, che mi ruba cuore e anima lasciandomi nuda e disorientata. Tradisce Ludovica, viene a letto con me e Antonia, lascia Ludovica, si fidanza con Antonia; un ingarbugliato intreccio eppure non ha mai smesso di sentirmi e desiderarmi, cosa c'è tra noi? Perché mi cerca? I nostri corpi sembrano due calamite quando si incontrano, si attraggono e non si staccano, sento una strana sensazione che mai nessuno mi ha dato, neanche Riccardo in tutti questi anni.

Non so se sia giusto o no continuare ad aspettarlo, non so a che complicato gioco mi sta facendo partecipare; forse quello che vedo è solo frutto della mia fantasia, forse mi devo mettere l'anima in pace e restare amici.

No, amici mai, non potremmo mai esserlo. Noi ci desideriamo, ci cerchiamo di continuo, non è proprio possibile. Ho la mente offuscata di pensieri che mi viene voglia di piangere.

La nostra storia è una tortura da vivere: tu, sempre così vicino ma inafferrabile, irraggiungibile e soprattutto incomprensibile.

I miei pensieri vengono interrotti.

"Chiara ti continua a vibrare il telefono" mi tocca un braccio Riccardo che è sullo sdraio di fianco al mio, pieno di olio abbronzante e fa le parole crociate.

"Ops, grazie!! Non mi ero proprio accorta" esclamo mentre prendo il cellulare, appeso all'ombrellone in una borsetta piccolina trasparente.

Cinque messaggi di Mattia.

«Chiara che fai?»

«Sto pensando a te»

«Fammi impazzire» e in allegato c'è una sua foto, nudo, è in piedi, il volto si nota solo per metà, dalla bocca in giù, si vede il suo petto scolpito, gli addominali e il suo lui eccitato.

«mmm...non rispondi, sei impegnata» e allega un'altra immagine con le sue mani che coprono l'eccitazione, lasciando quel vedo non vedo, che fa sognare una donna.

«Ho voglia di te»

Sorrido alla vista dei suoi messaggi e alle sue provocazioni. Riguardo le foto, una divinità per i miei occhi. Sicuramente è nel bagno di casa sua, riconosco le piastrelle azzurro cielo, deve aver appena fatto il bagno, si nota un po' di vapore e sul suo corpo ci sono ancora goccioline di acqua.

Comincio a fantasticare con la mente.

«Vorrei essere li con te, sfiorarti la pelle con le mani, il collo, il petto, le braccia...»

Due minuti esatti dopo risponde.

«e poi cosa mi faresti?»

e cominciamo a messaggiarci tutto pomeriggio, svelando e liberando il nostro istinto selvaggio. Nonostante ci scriviamo cose molto spinte, nulla risulta volgare, perché in ogni messaggio c'è vera passione, vero desiderio, ingredienti fondamentali dell'amore che ho scoperto con Mattia.

Ogni tanto mi butto in acqua per raffreddare i bollenti spiriti che li sento crescere dal profondo della mia anima.

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Le giornate con Riccardo sono piatte e monotone. Ogni giorno si fanno le stesse cose, sempre programmate e studiate nel minimo dettaglio nonostante la ripetizione quotidiana: sveglia alle 8.30, colazione in hotel, per le 9.30 spiaggia, lui si mette a fare le parole crociate o i sudoku mentre io leggo o ascolto la musica finché non mi rompo e vado a farmi una bella nuotata. Si ritorna in hotel a pranzo, Riccardo fa il solito riposino pomeridiano in camera, io ne approfitto per scrivermi con Mattia, alle 16.30 di nuovo in spiaggia e stessa solfa del mattino, fino alle 18.30, poi torniamo per la cena in albergo, doccia, e lui si mette sul letto a guardare la tele. Una squallida descrizione di giornate noiose. Dal balcone ogni sera ammiro ragazzi, ragazze, coppie, famiglie, amici, amanti che passeggiano nella via principale di Viareggio. Eleganti, casual, sportivi, ognuno con il suo stile. Tutti diversi eppure tutti col sorriso, felici. Io invece mi ritrovo sola, in un paese sconosciuto, con al mio fianco una persona che non mi trasmette più nulla. Non ce la faccio più a fare questa vita, ogni cosa mi sta stretta. Da lontano, ogni notte sento una musica ritmata che chiama il mio corpo legato in una orrenda stanza d'hotel. Voglio liberarmi da queste catene, voglio scappare, ma non trovo la chiave giusta per farlo.

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