32.NON TROVO RISPOSTE

E' arrivato il momento della partenza, carico la valigia in macchina di Riccardo, non ho portato molto, non avevo proprio voglia di prepararla.

"Chiara sei sicura di voler partire con me?" dice Riccardo prendendomi il viso tra le mani.

"Sì Ricky, devo...io devo capire cosa provo ancora per te...e..se ...se è giusto continuare" dico, ma fatico a formulare una frase sensata.

"Ok Chiara, come vuoi, anch'io ho bisogno di capire un po' di cose, magari questa vacanza ci farà solo bene, ci schiarirà le idee a entrambi, dai ora sali in macchina, che partiamo...sicura di avere preso tutto?" Mi dice prima chiudere il bagagliaio.

"Si credo di si!" manca solo una cosa, il mio cuore, quello l'ho lasciato a Mattia tempo fa.

Indosso un paio di pantaloncini corti e una maglietta maniche corte, non stirata e tutta piena di pieghe. Mi guardo allo specchietto per vedere com'è ridotto il mio volto: ho le occhiaie, ma non per la stanchezza della notte in bianco, ma bensì per l'infinito pianto che ho fatto stamattina dopo aver salutato Mattia: quella morsa al petto, quel dolore è indescrivibile. Metto gli occhiali da sole, sciolgo i capelli per nascondere il volto e appena la macchina si mette in moto e imbocca l'autostrada comincio a singhiozzare silenziosamente.

Guardo il cielo, man mano ci avviciniamo alle montagne, cambia colore: stamattina era limpido e azzurro, ora tende al grigio, con delle nuvole bianche che sembrano cotone, rispecchia il mio stato d'animo.

Apro il cellulare, vado nella galleria e guardo le foto di Mattia, mi manca già tantissimo, lo sento ormai così lontano. Gli scrivo un messaggio, nonostante mi sono promessa di non cercarlo più, se vorrà, dovrà essere lui a farlo.

«Fai il bravo, mi raccomando...»

Mi risponde quasi subito, probabilmente aveva il telefono tra le mani.

«Certo anche tu Chiara fai la brava, ogni tanto scrivimi e fammi sognare»

Non gli rispondo, non posso anche se il desiderio di sentirlo è moltissimo. Guardo Riccardo che guida e non scolla gli occhi dalla strada.

"Hai scritto a Mattia?" mi dice con voce calma.

"Sì, scusa" e mi asciugo una lacrima che mi cola sul volto e sembra quasi bruciare.

"Tranquilla Chiara, non ti devi scusare e non ti devi giustificare...vedremo in questi giorni come andrà..."

Non lo so, non sono sicura di volere Riccardo per tutta la vita al mio fianco, non siamo per niente compatibili. Lui è troppo perfetto e io ancora così troppo imperfetta. Ho bisogno di avere un uomo come Mattia, un uomo che mi fa sognare, ho bisogno di volare alto, ma voglio essere anche l'unica per lui. Non so se tutto quello che ho fatto fino ad ora sia giusto o sbagliato, ho seguito solo il cuore e la sua volontà, non mi sono mai fermata a pensare cosa dice realmente la testa, solo ora lo sto facendo, ci sto provando a capire, ma sembrerebbe che anche il mio cervello mi spinge tra le braccia di Mattia.

E' un viaggio di ricordi questo, Riccardo non parla molto, e io ho la testa da tutt'altra parte, riassaggio i momenti, rileggendo i messaggi, ma solo quelli più dolci, che non cancellerò mai.

Mi accorgo che il mio mondo sta andando a puttane oramai, potrei reagire, ma non trovo la forza, forse non è quello che voglio, preferisco essere vittima carnefice di un amore dolcemente crudele. Sarà il tempo a darmi le risposte che non riesco a trovare o che semplicemente non voglio ammettere; ora siamo lontani, avrò tutto il tempo per ricucire le ferite, rimettere insieme i pezzi del mio cuore e tornare alla normalità e alla mia triste quotidianità. Ho solo paura dei ricordi, quelli resteranno per sempre tatuati nella mente, e quando vengono a galla graffiano e pungono come le spine di una rosa. Ricorderò sempre le risate tra di noi, le mille discussioni e gli istanti di follia; quelli non potranno mai svanire, resteranno sempre i miei piccoli grandi segreti, alcuni mi faranno sorridere, altri forse piangere, ma sono ricordi bellissimi.

Mai mi scorderò di Mattia, per sempre vivrà nei miei pensieri, nel profondo del mio cuore. Sento gli occhi che piano piano si chiudono, ma non ho sonno, è il dolore che provo.

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Arriviamo tra le montagne, le guardo, e anche qui piovono ricordi di notti stellate, stelle cadenti, una carezza dietro l'orecchio. Esco sul balcone, proprio dove qualche mese fa ho chiesto alle stelle qualche folle desiderio, ora scoppio a piangere, Riccardo se ne accorge, mi porta un fazzoletto, mi stringe forte senza dire neanche una parola, mi conosce troppo bene per capire che in questo momento non ho bisogno di parole.

Alla sera usciamo con i miei amici che vivono lì, ci troviamo al Jolly, il solito bar, ha tre scalini prima di entrare, che hanno fatto più vittime che eroi, dentro è caratteristico, con pareti ricoperte di perline marroni, tavoli in legno scuro e una grande balconata che da proprio sui monti.

"Chiara, ciao" sento una voce alle mie spalle e subito mi sento stringere forte. È Victor, un mio grandissimo amico. Vive qui a Torgnon da un paio d'anni ma in realtà non è italiano, è peruviano. E' scappato dal suo paese dopo che gli hanno ucciso il padre in una maniera brutale, ha vissuto per un po' a Genova, dove tutt'ora vivono la mamma e la sorella mentre lui ha trovato lavoro come cameriere in un hotel di lusso a quattro stelle qui in valle. E' alto e magro, lineamenti marcati e carnagione scura. Parla bene l'italiano, si è diplomato e ora frequenta l'università di Economia e commercio.

Sono felicissima di rivederlo, e lo dimostro saltandogli in braccio dalla gioia. Per un attimo non penso a Mattia, Riccardo nel frattempo si siede al tavolo con altri nostri amici che stanno giocando a carte.

"Vic, usciamo sul balcone a fumare e beviamoci una birra ti prego, ne ho bisogno..." dico, mentre ancora lo sto stringendo.

"Certo Chiara, tu offrimi la sigaretta che la birra te la pago io...noto dalla tua espressione un po' di infelicità o sbaglio?" e mi prende il mento tra le mani alzandomi il viso.

"Si, hai ragione, troppo dolore...usciamo e ti spiego ..qui non posso..."

"Riccardo ti rubo Chiara, siamo sul balcone..." dice Victor gridando dal bancone al tavolo. Riccardo alza il dito pollice in segno di approvazione e nel frattempo noto che anche lui ha delle carte in mano.

Siamo sulla balconata, fa freddo, indosso un giubbotto di jeans, il cielo è nuvolo, non ci sono stelle, forse nella notte pioverà. Faccio un sorso di birra, accendo la sigaretta e comincio a confessare tutto, credo di aver parlato per una quindicina di minuti senza mai interrompermi, gli racconto ogni singolo dettaglio della mia storia segreta, con gli occhi esterefatti di Victor puntati addosso che mi guardano attenti.

L'unica cosa che mi dice è "Oh cazzo, questa volta è complicata la tua vita".

"Non so come sia potuto succedere ma mi sono innamorata di questo ragazzo, è vero sarà uno stronzo, ma ha quella marcia in più che mi fa sentire viva...ho fatto follie, ho tradito, ho sofferto, sono spaventata per la sua malattia, ho acccettato di non essere l'unica per lui, ho scelto di essere una fra tante, ho fatto cose che mai e poi mai avrei pensato di fare, insomma è un insieme troppo ingarbugliato di sentimenti....e ora non riesco più ad uscirne" e sospiro.

"Chiara, se lo ami davvero devi lottare per averlo, cosa ci fai qui, aspetti che una donna te lo soffi da sotto il naso?" e scuote la testa. Proprio in questo momento mi arriva un messaggio, lo apro velocemente convinta fosse Mattia, invece a malincuore noto che è Carletto

"Ciao Chiara, sono da Antonia, come sospettavo Mattia se la fa con lei, Dormirà qui stanotte, li ho sgamati mentre si toccavano, lei l'ha provocato fino a farlo cedere."

Leggo e rimango pietrificata, ho bisogno di un'altra birra, se non di qualcosa di più forte. Victor mi ruba il telefono dalle mani, legge anche lui il messaggio.

"Chiara, te l'ho detto dovevi stare a casa, Mattia può dire e fare ciò che vuole, ma ti ha sempre cercato in questi mesi, ha voluto te alla morte della mamma, ha cercato te nella sua malattia, ti ha abbracciato forte come nessun altro, e se tutto quello che mi hai raccontato è vero... lotta cazzo, torna a casa, vai da lui, portalo via dalle braccia di Antonia e di Ludovica, prenditelo e lascia Riccardo...guardatevi, siete sempre stati ridicoli, chiunque vi ha sempre scambiato per fratello e sorella...ammettilo a te stessa....svegliati, che vita vuoi fare? "

"Non posso, come faccio?è tra le braccia di un'altra donna..."

"Perchè tu gliel'hai permesso...lui ha sbagliato a mentirti e ad andare con altre donne...ma tu non hai fatto di meglio...gli ha mentito sui tuoi sentimenti...non sei stata sincera....per lui sei un gioco perchè tu hai voluto partecipare come pedina..."

"Smettila, ti prego..." quasi piango.

"No Chiara, non ho imparato molto dalla vita e tu lo sai bene, sono sempre stato in fuga per dimenticare il passato, ma una cosa l'ho capita: se ami qualcuno non aspettare, ammettilo, confessalo, potrebbe essere tardi e potresti perderlo per sempre...tu ora lo stai perdendo....scegli: o ti rimetti in gioco, o lo lasci libero, ma per sempre, se sarà vero amore un giorno lui tornerà da te....e sono sicuro che ritornerà..." beve anche lui un sorso di birra e fa segno dalla finestra al barista di portarne altre due. "Scusa se sono stato così crudele, hai bisogno di una scossa, guarda dentro...guarda Riccardo...Cosa provi?"

Non so cosa rispondere. Lo guardo mentre gioca a carte, ride, mi sembra felice.

"Chiara i tuoi occhi sono spenti, non emettono quella luce come quando parli di Mattia"

Il barista interrompe i nostri discorsi " Ecco a voi le vostre Becks..." e dà a Victor lo scontrino.

La bevo tutta d'un fiato.

Mi fa paura l'alcool, ci sono cascata una volta in questo tunnel e ho faticato ad uscire, ora, più che mai sento che è il mio miglior amico e non posso fare a meno di lui.

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Le mie giornate le passo aspettando messaggi da Mattia, mi scrive quasi tutti i giorni, mi cerca sempre lui per primo, ha voglia di me, mi chiede di mandargli foto e di farlo impazzire. Mi chiudo spesso in bagno per non farmi vedere da Riccardo, e mi perdo in questo strano gioco erotico virtuale.

Carletto, dopo una settimana ci ha raggiunto, è salito in pullman e dorme nell'hotel "Dei Fiori" di fronte casa mia. Mi ha raccontato diversi aneddoti di Mattia e Antonia, mi è venuta la pelle d'oca. Non voglio neanche immaginarli insieme. Ho chiamato Sabatino per avere conferme che purtroppo mi ha dato. Anche lui ha lo stesso pensiero di Victor.

Per non pensarci mi rifugio nell'alcool, cercando di scacciare i pensieri più cupi. Quasi ogni sera sono ubriaca, non mi reggo in piedi, non ho la forza di parlare, ma sono felice perchè con l'alcool non penso, la mia mente è annebbiata.

E che dire di me e Riccardo? il nostro rapporto non è cambiato, siamo ancora distanti, ogni giorno sempre di più, manca solo il coraggio di fare la scelta più giusta: decidere di restare solo amici e non fingere di volere a tutti costi una storia. Sono passate ormai due settimane da quando siamo arrivati in montagna, non ci siamo mai baciati una volta, non abbiamo fatto l'amore, non ci siamo nemmeno sfiorati, ridiamo e scherziamo, ma non come coppia di fidanzati. Prendo tempo prima di ammettere che è finita e decido di restare ancora una settimana, persa tra l'alcool, le serate in discoteca e senza pensieri. Riccardo non ha fatto molto per riavvicinarsi a me e quando si è accorto che il tempo è passato così velocemente senza concludere nulla, mi ha proposto di partire a settembre per la Toscana una settimana.

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E' fine agosto, tra due giorni la nostra vacanza finisce, il periodo di riflessione è stato fin troppo lungo, è durato quasi un mese e non ho trovato ancora una risposta. Sono fuori sul balcone, guardo i monti e mi sento libera, senza pensieri, sono il mio rifugio, la mia seconda casa. Sono sdraita sullo sdraio, il sole mi scalda la pelle, ho gli auricolari e ascolto musica. Ad un tratto un pensiero mi sfiora: questo mese non ho avuto il ciclo, cerco di contare i giorni di ritardo ma sento vibrare il telefono sotto di me e perdo il conto. Non è un messaggio ma una chiamata, lo prendo e a mia sorpresa è Antonia.






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