11.DI CORSA IN OSPEDALE...

Riccardo e io siamo nella saletta di ricevimento dell'ospedale. Arriva Mattia: sembra star bene, grazie al cielo. Nel braccio ha la flebo ma sorride, trova anche la forza di prendermi in giro.

"Oh Chiara mi raccomando non svenire" e ride mentre io sono terrorizzata.

Non so bene cosa dire e come comportarmi, uno, l'ospedale mi paralizza e due, vorrei stringerlo forte a me, mi fa male vederlo qui dentro. Il suo volto come al solito nasconde ogni emozione, ma anche se non vuole farlo capire, lo conosco abbastanza bene e i suoi occhi sono tristi e pieni di pensieri. Indossa un paio di pantaloncini della tuta blu e una semplicissima maglietta a mezza manica bianca. Ci racconta che starà dentro per circa una settimana, finchè non finisce la cura di cortisone. Sinceramente non ho capito cosa gli.sia successo, non faccio troppe domande perché so che è un ragazzo molto riservato, ma continua a ripetere che non è nulla di grave. Penso a quando Ludovica mi ha detto che spesso Mattia è in clinica a fare visite, ma di concreto credo non sapesse neanche lei di cosa si possa trattare. Ci spiega che era qualche giorno che non sentiva più dalla pancia in giù e, visto che non è la prima volta, si è fatto accompagnare da Andrea in ospedale, con la certezza che l'avrebbero ricoverato.

"Ragazzi, cosa sono quelle facce?sto bene sono vivo e vegeto!" Si alza dal divanetto della sala d'aspetto e fa una sorta di sfilata, forse ha letto negli occhi la nostra preoccupazione e spero che nei miei non ha letto anche la rabbia: Ludovica non c'è, sarà a scoparsi Roberto. I suoi famigliari neanche, giustamente saranno troppo presi con la mamma, per questo ritengo che lei, la sua ragazza, doveva essere presente per supportarlo, invece, Mattia è abbandonato a sé stesso, nessuno, a parte noi, è venuto a trovarlo.

Non racconto nulla a Mattia della serata precedente, non mi va di innervosirlo ulteriormente, ma sicuramente saprà già tutto. Non so come sia possibile, ma le notizie arrivano sempre a lui prima degli altri.

Infatti..

Mi prende per un braccio e quasi svengo alla vista della farfallina della flebo e di quella gocciolina di sangue. Involontariamente faccio un passo indietro un po' impaurita. Se ne accorge, lo copre con la mano "Tranquilla non fa niente, non fa male!" Le sue parole sono forti. Lui è forte. "Chiara tu come stai? Ho saputo di ieri sera!" e negli occhi noto una piccola scintilla di rabbia .

Mento "Bene, non ti preoccupare, bambinate, solo un po' di invidia, e troppe incomprensioni". Mi giro fingendo di guardare fuori dalla finestra, ma in realtà volevo sfuggire a un immediato incrocio di sguardi, perché so con certezza che mi avrebbe sgamato che stavo mentendo.

Sono a pezzi: non mi sono mai sentita così tanto umiliata. Nella testa mi risuonano tutte quelle brutte parole che mi hanno detto e penso "Perché mi stanno facendo questo?" Mi viene voglia di tirare un pugno alla vetrata per sfogare ogni mio malessere.

Con un altro filo di voce chiedo "Chi te l'ha detto?"

Sorride e mi dice "Allora non ci credi proprio che io so sempre tutto??!!"

L'orario di visita è terminato. Abbraccio Mattia, con la speranza di vederlo presto fuori di qui. Riccardo mi riaccompagna a casa. Sono da sola. Piango e non riesco a smettere, il pianto è liberatorio, magari domani starò meglio.

Sono confusa troppe domande mi assilano:

- Perché se la sono presa con me?

-Chi vuole tutto questo?

-Cos'ha realmente Mattia?

- cosa devo fare con Riccardo?

-E se non fosse amore per Mattia ma solo passione?

Spengo il telefono, non voglio sentire nessuno, neanche Mattia. Mi addormento tra le lacrime. Non mangio neanche.

Mi sveglio la mattina seguente. Sono uno straccio, nonostante le diverse ore di sonno profondo.

La settimana è passata veloce. Tutte le sere sia io, che Riccardo e Carletto siamo andati in piazza mercato, degli altri neanche l'ombra. A quanto pare da come ci ha spiegato Sabatino escono in Chiesa grande, hanno schifo stare vicino a noi. Non c'è neanche Carlotta.

In settimana l'ho chiamata, ma non ha risposto, dopo poco mi ha scritto un messaggio.

«Ciao chiara scusami stavo lavorando mi dispiace per quello che è successo l'altra sera non capisco neanche io cosa stia succedendo, mi dispiace di avere dubitato di te, sei la mia migliore amica e mai ti tradirò »"

Tiro un respiro di sollievo, grazie al cielo Sabatino si era sbagliato e quella sera si era comportata male perché per un attimo aveva dubitato di me. Penso sia più che normale, visto l'accanimento comune. Riccardo, ma anche Sabatino, sostengono che con quel messaggio si sia parata il culo, perché tutte le sere va in piazza della Chiesa con gli altri e sostengono che se fosse stata sincera si trovava qui con noi, avrebbe lottato per me, per mantenere salda la nostra amicizia.

Rispondo semplicemente con poche parole, qualche perplessità nel profondo del mio cuore comincio ad averla.

«Figurati io però non avrei mai dubitato di te TVB»

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E' sabato pomeriggio, Riccardo mi viene a prendere alle due, prestissimo rispetto al solito, ma è arrabbiato con suo papà, non ho capito bene il perché.

"Ei Ricky sai qualcosa di Mattia?" Chiedo

"No Chiara perché? sei tu che lo senti di solito..."

"Gli ho scritto stamattina come stava ma non ha risposto." Nel frattempo cerco nella borsa le sigarette e l'accendino. Siamo quasi arrivati in piazza mercato e sento una voglia pazzesca di fumare.

"Magari era alla prese con delle visite e non ha ancora visto il cellulare"

"Ma le visite di sabato?"Chiedo.

"Certo, le fanno tuti i giorni" Risponde Riccardo, mentre mi accarezza la guancia e mi dice :"stai tranquilla, Mattia è più forte di quanto pensi".

Arriviamo in piazza mercato. Credo di avere avuto un miraggio seguito da un mancamento. Quella è la sua macchina e quello sul muretto è lui...Mattia. Riccardo mi guarda con un sorriso a trentadue denti e mi dice "Visto sta bene...scendi e corri da lui...io posteggio"

Non me lo lascio ripetere, evito di correre e abbracciarlo, mi sembra troppo esagerato, anche se vorrei farlo. E' da solo. Indossa i jeans e una maglietta maniche corte. Ha un colorito giallognolo, probabilmente il cortisone ma è a casa, è con me, sta bene, e se l'hanno fatto uscire significa che non ha più nulla.

Mi sembra di essere rinata dopo una settimana di inferno. Mi specchio nel vetro della macchina ed effettivamente non mi riconosco più. Non sono pettinata,non sono truccata, puzzo e ho delle occhiaie enormi da sembrare un panda.

"Chiara ma come cazzo sei combinata?" Mi dice Mattia ridendo appena mi vede.

"E' stata una settimana difficile" rispondo e abbasso lo sguardo. Accendo la sigaretta e Mattia me ne scrocca subito una. Dio quant'è bello.

"Ma Ludovica?" chiedo, vedendolo da solo.

"E' fuori con sua madre come al solito" Non ho parole.

Arriva anche Andrea e Carletto. Parliamo del più e del meno poi, ad un certo punto, Mattia mi chiede di raccontargli bene cos'è successo quella sera del litigio. Racconto tutto. Ovviamente cerco di trattenere il mio stato di rabbia e delusione. Andrea non ne sapeva nulla e dalla sua faccia rimane abbastanza scioccato.

"Ragazzi ma avete da fare nel week-end prossimo?" Chiede Riccardo all'improvviso, interrompendo il mio sfogo, proprio quando ha notato la lucidità nei miei occhi.

"No" rispondiamo in coro, e ci guardiamo ridendo.

"Chiara..perchè non andiamo da te in montagna?ci state?" Riccardo ogni tanto mi stupisce.

"Per me va benissimo" Dico e non so perché d'istinto guardo Mattia.

"Quando volete io non ho mai problemi..." Dice Mattia.

"Anche per me va bene" dice Carletto...

Ultimo Andrea... "Ci sta...dove?"

"Ho la casa in Valle d'aosta, a Torgnon! Ma dobbiamo andare con due macchine perché siamo in sei"

Mattia mi guarda, conta e riconta: "Guarda che siamo in cinque Chiara...la matematica non fa per te"

"Scemo, la Ludo? non la conti?" dico, anche se non vorrei portarla. Anzi per lei sarebbe un'occasione per stare con Roberto.

"Chiara ma ti pare che viene? lasciala a casa. Andiamo noi" La risposta di Mattia è secca e decisa.

Senza farmi vedere scrivo un messaggio a Ludovica, è giusto che lo sa da subito che partiamo e se vuole venire.

« Ludo ciao sono con Mattia e gli altri abbiamo deciso per il weekend prox di andare in montagna da me vieni

«no Chiara grazie anzi meno male almeno vedo Roberto più tranquillità ti devo chiedere un favore stasera mi accompagni da lui

«Ma Mattia è appena uscito dall'ospedale non stai con lui? »

«No, tanto ci sei te :-) grazie ti adoro pS mia sorella mi ha raccontato del litigio mi dispiace»

«Figurati a dopo

Alla sera Riccardo non esce, accompagno Ludovica a casa di Roberto e subito chiamo Mattia.

"Ei Matty ti passo a prendere scendi...oggi guido io" dico entusiasta e felice di avere qualche attimo per stare con lui.

"Ciao Chiara, no guarda guido io, ma passa pure a prendermi..." e sento un ghigno, me lo immagino.

"Stronzo non ti fidi" e rido.

"Non offenderti ma no..." Non avevo dubbi di questa sua risposta.

Riattacco, vado a prenderlo, come sempre è meraviglioso e come al solito la serata con lui è fantastica e vola in un baleno tra chiacchiere e risate, mi fa sentire viva.

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