Capitolo27- Baku




Non è stata una notte facile, mi giravo e rigiravo nel letto ma non riuscivo a prendere sonno così mi sono messa sul divano e ho deciso di ottimizzare i tempi lavorando, ho perso una giornata importante venendo qui e non voglio avere problemi con René e Maurizio. Intorno alle cinque sono andata in cucina a preparare un tè, non sono un'amante di questa bevanda ma ogni tanto apprezzo una buona tazza di tè alle rose e questo Max lo sa, tanto che ne ha comprato una confezione solo per me. Anche oggi guardo il sole sorgere, sono in terrazza rannicchiata sul dondolo con un cardigan estivo sulle spalle e una tazza di tè tiepido tra le mani, il mare mi fa compagnia con quel suo muoversi indisturbato e calmo. Ho sempre guardato il mare in cerca di conforto, anche in inverno, quando qualcosa non andava mi accovacciavo su uno scoglio e chiedevo aiuto alle onde, c'è qualcosa in quel movimento incessante che mi calma, mi fa stare bene. Questa mattina chiedo al mare di aiutarmi a fare chiarezza sui miei sentimenti, amo realmente Charles o mi sono lasciata trasportare dagli avvenimenti? E Max? Amo anche lui oppure provo soltanto affetto? In fondo stiamo insieme solo da tre mesi, è possibile che non ne sia ancora innamorata ma mi piace stare con lui, mi piacciono tanto le sue attenzioni, mi piace quando mi guarda, mi fa sentire bella. Con Charles in fondo è più il tempo che abbiamo passato a evitarci di quello speso in armonia ma c'è qualcosa che ci tiene legati come i poli opposti di una calamita, non importa la distanza ci sarà sempre qualcosa che ci riporterà insieme e questo mi spaventa, anzi mi terrorizza.

Inaspettatamente il mio cellulare segna l'arrivo di un messaggio:

" Buongiorno piccola "

E' di Max, a Baku sono le otto e lui si sarà svegliato per la sua corsa mattutina.

" Buongiorno baby "

Rispondo e torno al piano di sotto, è ora che mi avvii in aeroporto. Rimetto il pigiama in valigia, indosso una tuta e con le cuffie posate sulle orecchie parto alla volta di questo nuovo viaggio.

" Sei già in aeroporto? " chiede il mio ragazzo non appena mi siedo in macchina.

" Sono in taxi "  digito in fretta.

" Ho scoperto che non siamo nello stesso albergo, non potremo dormire insieme questa volta "

E non so perché ma tiro un sospiro di sollievo, dopo quello che ho provato ieri al funerale ho bisogno di un po' di tempo per me, per capire cosa provo realmente e dormire con Max non mi aiuterebbe.

Digito una risposta veloce e torno a concentrarmi sulla strada che corre veloce fuori dal finestrino. Arrivata in aeroporto lascio i bagagli da imbarcare al check-in, supero i controlli e mi accascio stanca sulle poltrone della sala d'aspetto dell'imbarco prioritario del mio gate. Finché ho una connessione internet decido di lavorare su alcuni dati che ho ricevuto da Maurizio, c'erano dei problemi con il DRS di Kimi e mi ha chiesto di lavorarci su. Sto premendo il tasto invio della mail con i risultati quando qualcuno prende posto accanto a me, non me ne curo, continuo a fare il mio lavoro ma questa persona ruba le mie cuffie ed io mi volto per vedere chi sia così fuori di testa da fare una cosa del genere ma la mia mascella cade al suolo quando incontro gli occhi di Charles.

<< Che ci fai tu qui? >> domando scioccata.

<< Ho del lavoro da fare >> spiega.

<< Charles hai subito un lutto, puoi benissimo saltare questa gara >>.

<< Non se ne parla, io devo correre a Baku >>.

<< Ma >>

<< Ci ho già provato io, Eli, non lo convincerai >> Andrea rende nota la sua presenza.

<< Sei pazzo >> sussurro con un senso di orgoglio e ammirazione dentro di me, questo ragazzo ha una forza mai vista prima.

Il nostro volo viene chiamato così ci dirigiamo all'imbarco, abbiamo tre ore fino a Istanbul, una di scalo e poi altre tre ore fino a Baku, è un lungo viaggio e Charles ogni volta chiede a qualcuno di fare cambio di posto affinché io sia seduta con lui e Andrea. Atterriamo alle diciassette ora locale del giovedì pomeriggio ed io saluto i miei compagni di viaggio per dirigermi direttamente in pista, c'è la riunione con il team Ferrari alle diciannove e, se faccio in fretta, riesco anche a partecipare almeno alla fine di quella con la Prema. Infatti arrivo nel bel mezzo della discussione riguardo la possibile strategia da presentare ai piloti per la feature race di domani.

<< Eli! >> saluta sorpreso René.

<< Buonasera a tutti, scusate il ritardo >> dico mettendo le cuffie e prendendo posto accanto a Mario.

La riunione si protrae per circa una mezz'ora, sento la stanchezza che spinge le mie palpebre verso il basso ma tengo duro, il lavoro viene prima, dormirò una volta in hotel. René ci congeda alle sette meno dieci ed io sono costretta a correre con le valigie tra le mani per raggiungere in tempo il motorhome Ferrari, urto alcune persone lungo la strada e urlo loro delle scuse frettolose prima di arrivare a destinazione con il fiatone. Quando entro nella sala riunioni non c'è ancora nessuno, prendo posto sulla sedia che mi è stata assegnata e chiudo gli occhi per qualche minuto in attesa che arrivino tutti.

<< Dite che è morta? >> sento sussurrare mentre ho ancora gli occhi chiusi.

<< Ma no sta solo dormendo >> dice una voce femminile a me familiare.

<< E sta anche sbavando >> ridacchia l'inconfondibile voce di Seb.

Con uno sforzo sovrumano riesco ad aprire gli occhi e trovo i faccioni di Sandro, Federica e Seb che mi studiano da vicino.

<< Bentornata nel mondo dei vivi, Elly Belly >> sorride la mia migliore amica.

<< Che fine hai fatto? Ci sei mancata ieri >> aggiunge mio fratello.

<< Ho avuto un contrattempo >> divago, non ho voglia di spiegarlo a tutti, Federica sa la verità e questo mi basta.

<< Eli ti aspettavo qui per domani >> mi saluta sorpreso Maurizio.

<< Sono atterrata due ore fa, non c'era motivo di perdere ulteriore tempo >> spiego rimettendomi seduta dritta.

<< Sono fiero di voi >> mi sorride e capisco che in quel " voi" è compreso anche Charles così arrossisco e sorrido timidamente al mio capo.

Questa giornata infinita sembra finalmente volgere al termine, ormai cammino per inerzia, le mie gambe percorrono la strada fino alla mia stanza da sole, i miei occhi guardano ma non vedono per davvero ed è un miracolo che riesca ad arrivare sana e salva a destinazione. Ci impiego qualche secondo a realizzare che, però, non sono sola, Charles è appoggiato con una spalla allo stipite della mia porta e stringe tra le mani un vasetto di Ben and Jerry's. Non dico nulla, apro la porta e insieme scopriamo per la prima volta la stanza che mi è stata assegnata, ringrazio il cielo che anche qui io abbia un piccolo balcone con delle sedie dove ci accomodiamo entrambi senza dire niente. Iniziamo a mangiare il gelato in silenzio, le mie gambe sulle sue che sono poggiate contro la ringhiera e le luci di Baku che risplendono indisturbate ai nostri piedi.

<< Sono fiera di te >> rompo il silenzio.

<< Mi sento uno straccio >> mi fa presente lui con un sorriso amaro sulle labbra.

<< E' normale >>.

<< Ho fatto una cazzata >> confessa e una lacrima scivola via dal suo occhio.

<< In che senso? >> chiedo e mi avvicino ancora di più a lui per carezzargli una guancia.

<< Ho mentito a mio padre, ero lì con lui quando ci hanno detto che se ne sarebbe andato in poche ore e non ho resistito, volevo dargli una bella notizia così gli ho detto che ho firmato con la Ferrari per la stagione di F1 dell'anno prossimo >> e le lacrime iniziano la loro corsa sulle sue guance, sono inarrestabili ed io non posso fare altro che abbracciarlo.

Lo stringo più che posso come se questo servisse a tenere insieme il suo animo a pezzi, lo stringo come se questo fosse l'unico modo per tenerlo in vita e lui si aggrappa a me, mi invita a sedermi sulle sue gambe e affonda il suo viso nell'incavo del mio collo.

<< Faccio schifo >> si lamenta tra i singhiozzi.

<< Non dire così >>

<< Gli ho mentito >>

<< Hai solo anticipato i tempi, prima o poi accadrà >> lo tranquillizzo.

<< Lavorerò sodo, lavorerò più di chiunque altro per renderlo fiero di me, arriverò in Ferrari >>.

<< Io credo in te, Red, tuo padre sarà orgoglioso di te più di quanto non lo sia già >> lo incoraggio e allento un po' la presa per poterlo guardare in faccia.

<< Io... Io gli ho fatto una promessa qualche mese fa >> confesso.

<< Quando? >>

<< La prima volta che l'ho incontrato >> dico senza guardarlo in faccia e gli mostro la collana che porto al collo e che non ho mai tolto da quando l'ho ricevuta.

<< Inarretable >> legge.

<< Me l'ha regalata lui quando gli ho promesso che tu ed io insieme saremo inarrestabili, gli ho promesso che ti resterò accanto qualunque cosa accada >> altre lacrime bussano ai miei occhi e non riesco a trattenerle.

Charles non dice niente, guarda commosso quel ciondolo, lo accarezza con la punta delle dita e sorride, sussurra qualcosa che però non riesco a comprendere e alza il suo sguardo per incontrare i miei occhi per la prima volta questa sera.

Le parole ormai sembrano essere superflue, non c'è nient'altro che possiamo dirci, sappiamo già tutto, ci siamo già messi nei casini e non si può tornare indietro, ma noi non vogliamo farlo, non stasera.

La mano di Charles scivola lentamente sul mio viso fino a coprire interamente la guancia sinistra, istintivamente mi avvicino ancora di più a lui fino a che le punte dei nostri nasi non entrano in contatto. Ho il cuore a mille, mi tremano le mani e le gambe e sento una irrefrenabile voglia di baciarlo, non sto capendo più niente, nulla ha più importanza, voglio lui e lui soltanto. Il suo respiro caldo si infrange sulla mia bocca ed è qui che raggiungiamo il punto di non ritorno, Charles ricopre gli ultimi centimetri che ci separano e finalmente posa le sue labbra sulle mie. Il nostro è un bacio disperato, un bacio che sa di essere sbagliato eppure sembra così giusto in questo momento, la sua lingua che incontra la mia è l'unica cosa che conta ora, noi insieme siamo tutto ciò che conta. Mi gira la testa, il cuore nel mio petto sembra voler scoppiare da un momento all'altro ma non me ne curo, ho aspettato questo bacio per così tanto tempo e non ho intenzione di rinunciarci, porto le mani a intrecciarsi tra i suoi capelli e mi lascio andare al bacio più bello della mia vita. Mai ho provato delle emozioni così forti con qualcuno, mai mi sono sentita così bene in ventuno anni di vita e voglio fare il pieno finché posso, questa notte il mondo non esiste, non ci sono la Prema, la Ferrari né Max o Giada, ci sono solo Elisabetta e Charles che si stringono e si baciano come se il mondo dovesse finire domani.





NOTE DELL'AUTRICE:

NON DICO NIENTE! IO NON DICO NIENTE!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top