Prologo

Non mi aspetto che voi capiate la storia che sto per introdurvi. Solo i più audaci, saranno in grado di farlo. Solo chi di voi legge per scappare dalla realtà, come Lidia. Solo chi di voi viene giudicato costantemente per come è, come Emma. Solo chi di voi da il massimo per poi vedere i propri sforzi scomparire completamente, come Alessandro. Solo chi di voi viene emarginato perché non è ancora riuscito a dimostrare il proprio valore, come Nicola. Solo voi, pochi eletti, sarete coloro che riusciranno a decifrare questo racconto al meglio. Agli altri, auguro buona fortuna.

Questa è una storia antica. Inizia dall'incontro casuale di un Dio Greco con una Ninfa. Questo incontro creerà, tremila anni dopo, la nascita di bambini umani con grandi poteri. Ma non voglio dirvi troppo, lascio la parola al nostro narratore.

Io lo conosco e non è una persona di cui fidarsi. È già tanto se mi concede questi piccoli spazi, nei quali posso compensare la sua scarsa abilità narrativa. Mi chiedo ancora chi lo abbia scelto per questo ruolo, lui è assolutamente di parte. E un narratore dovrebbe essere il più imparziale possibile.

Ora è fuori dal suo castello, sta facendo un giro nel suo regno cosa che di solito non fa mai se non quando ci siamo io e mia sorella che lo accompagniamo. Non chiedetemi come lo so, dato che non sono lì con lui. Lo so e basta. Quando fa il giro del regno con noi appresso lo fa per farci scegliere parti di regno da governare quando saremo abbastanza grandi. E ho detto abbastanza grandi, non quando lui morirà. Perché lui non può morire.

Se non sono con mio padre, vi starete chiedendo dove sono. Non posso svelarvi il luogo preciso, posso solo dirvi che mi sto preparando per un lungo viaggio. Una missione, per la precisione. Missione che non posso fallire. Nel caso succedesse, verrei esiliato a vita e l'incarico passerebbe a quella perfettina di mia sorella. Non posso far sì che ciò accada. È la mia unica occasione, per dimostrare il mio valore.

Rumore di tuoni. Il suono, durato pochi secondi, era ovattato. Nel luogo in cui sono non si vede il cielo, né si respira aria pura. L'odore è quello di carne putrida, a cui sono abituato ormai. In realtà, non so che odore abbia l'aria vera. Non sono mai uscito oltre il regno di mio padre. Ma sto per farlo, è questa la mia missione:

Devo andare nel mondo esterno.

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