1.Terapia comportamentale

Ginevra Molly Weasley stava uscendo dal dipartimento Auror dove lavorava e si ritrovava a pensare che fino a quel momento non aveva fatto nulla di quello che si aspettava, la vita non le aveva dato nulla di quello che voleva. Era stata per quattro anni la fidanzata di Harry Potter il salvatore del mondo magico, il ragazzo perfetto quello a cui tutti guardavano con ammirazione. Era stata la sua ombra negli anni in cui aveva studiato per diventare parte del corpo degli Auror voleva far parte degli addetti al reinserimento di soggetti pericolosi usciti da Azkaban, un lavoro che le piaceva molto, la sua tempra e la sua testa dura erano perfetti per quel tipo di lavoro.
Ma, c'era un ma, non sarebbe più stata l'ombra di Harry, avrebbe avuto una sua carriera ben distinta da quella del fidanzato, ma questo al salvatore del mondo magico non andava bene, lui voleva altro, lui voleva una donna devota a lui, solo a lui, senza grandi grilli per la testa e pronta a metter su famiglia, quella famiglia che lui non aveva avuto e che desiderava come l'aria che respirava, e pensava di trovare tutto questo in Ginny ma non era stato così.

Quando due anni prima gli aveva chiesto di sposarlo lei aveva capito che no, lei non poteva farlo, non avrebbe rinunciato a tutto per lui, non avrebbe scodellato figli a valanga, non sarebbe stata a casa a preparargli la cena, no lei voleva una vita diversa, con un uomo che la rispettasse e amasse per quello che lei era, che accettasse i suoi sogni e la incoraggiasse a non mollare, la spronasse a crescere e a migliorare nel suo lavoro, e in quel preciso istante si era resa conto che lui questo non poteva darglielo, ma non per cattiveria, semplicemente perché lui voleva e aveva bisogno di altro, e non era lei che poteva renderlo felice.

Con un groppo in gola, e il cuore che martellava nel petto gli disse di no, gli spiegò i suoi motivi e lui non capì, lui non accettò le sue parole e il suo rifiuto, fece una scenata di quelle che rimangono ben impresse nella mente di chi assiste e se ne andò dicendo che lei era solo una ragazzina egoista e che pensava solo a lei, suo fratello Ron lo seguì, mentre Molly la teneva stretta a se cercando di placare i suoi singhiozzi.

Da quel giorno aveva incontrato Harry solo al lavoro e sporadicamente, lui neanche la salutava, anche se era andato avanti con la sua vita si era sposato e in due anni aveva avuto già due figli, lei invece no, lei era sola, non aveva più avuto nessuno al suo suo fianco non sentiva il bisogno di una relazione seria, aveva solo qualche avventura di poco conto ma per il momento andava bene così, ci sarebbe stato tempo per l'amore quello vero, quello che fa tremare l'anima.

Mentre camminava si chiedeva se in quell'incarico così sgradevole centrasse qualcosa Harry, tuttavia poco le importava era lavoro, puro e semplice lavoro nulla di più, ormai non era più un innocente ragazzina, era una donna con un carattere forte e deciso, e poi avrebbe avuto lei il coltello dalla parte del manico.

Si smaterializzo' davanti al grande cancello del Malfoy Mannor, che si aprì senza che dicesse o facesse nulla, percorse il lungo viale alberato, si ritrovò a pensare che quell'edificio fosse in realtà davvero bello e enorme, se pensava alla tana le veniva da sorridere, rispetto alla regale imponenza di quell'edificio che era quasi un castello poteva sembrare a mala pena la cuccia del cane, sempre che li ci fosse un cane!

Arrivò al grande portone e un elfo domestico le aprì

-Benvenuta al Malfoy Mannor signorina, il padrone la attende nel salone principale, segua Norby prego

Ginevra seguì quella dolce creaturina, aveva detto salone principale quindi ce ne erano altri...in una casa come quella ci si poteva perdere...

-Padrone la signorina Weasley è arrivata

-Grazie Norby puoi andare, ti chiamerò se avremmo bisogno di qualcosa

L'elfo uscì da quel salone grande come un campo da quiddich, davanti a lei in piedi c'era un elegante e altero Lucius Malfoy, Ginny lo osservò, lo sguardo era sempre quello di chi si sente superiore ma c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi, che lei non riuscì a decifrare

-Signor Malfoy buongiorno

-Signorina Weasley

L'uomo le prese la mano e la avvicinò alle sue labbra, Ginny rimase sconcertata, era la prima volta che qualcuno la salutava in quel modo, si insomma non è che frequentasse tutti i giorni nobili.

-Dunque signor Malfoy le ho portato il prospetto dei nostri incontri, ecco ovviamente cercherò di tener conto dei suoi impegni lavorativi

-La ringrazio signoria Weasley, posso offrirle qualcosa?

-Un tè sarebbe perfetto, fuori è molto freddo e il viale dal cancello al portone è lungo

-Ha ragione, mi scuso della mia sbadataggine, per le prossime volte se vuole può collegare un camino del ministero a questo

-Sarebbe molto gentile da parte sua

-Norby

-Il padrone ha chiamato?

-Si Norby, potresti portare un tè per la signorina Wesley ?

-Subito padrone, Norby va

In un pop l'elfo sparì lasciandoli di nuovo soli

-Signorina Weasley posso farle una domanda?

-Si mi dica pure

-Perché questo? Sono ormai un uomo libero da quattro anni, sono stato monitorato per due e nessuno ha mai avuto nulla da dire sul mio comportamento, sono un membro rispettabile della comunità magica, ho passato due anni ad Azkaban, perché mi ributtate in questo incubo? Perché queste minacce?

Ginny era interdetta, in effetti Malfoy aveva ragione in un certo senso...

-Mi scusi signor Malfoy posso vedere questa lettera?Io non mi occupo di certe cose, io mi occupo solo delle persone da riabilitare

Le parole di Ginny furono interrotte dall'arrivo dell'elfo che portava un vassoio con tè e pasticcini, lo mise delicatamente su un basso tavolino prima di salutare e sparire di nuovo.

-Si certo lo so

Lucius si alzò e prese una lettera poggiata sulla libreria poco lontana da lui e gliela passo mentre Ginny aveva preso un sorso di tè per cercare di scaldarsi un po'

Sign. Lucius Abraxas Malfoy,

Il ministero e più precisamente il dipartimento Auror la obbliga ad un periodo di un anno con un terapista comportamentale che accertera' la sua condotta.

Dovrà interagire con il mondo babbano, frequentarlo e provare ad integrarsi, se non vi riuscirà e si comporterà in modo poco consono verrà mandato ad Azkaban per un anno, se invece non si impegnerà e prenderà questa cosa sottogamba scontera' un periodo di sei mesi di detenzione, per qualunque azione atta a danneggiare i babbani finirà a vita ad Azkaban.

Il suo tutor deciderà le modalità del suo inserimento e tutto ciò che dovrà fare.

Le mando i miei piu cordiali saluti

H.P.

Capo dell'ufficio Auror

Ginny leggeva quella lettera incredula, ne aveva lette di lettere di quel tipo, ma cose del genere non le aveva mai viste...

-Signor Malfoy...mi sento in dovere di rassicurarla, è vero che ci sono delle sanzioni per chi non rispetta la terapia ma lei è già perfettamente reintegrato nella società, dovremmo occuparci dei suoi rapporti con il mondo babbano ma non sarà così difficile

-Quindi non rischio di finire ad Azkaban?

Ginny notò che a pronunciare il nome di quella prigione la voce gli si incrinava ma non diede troppo peso alla cosa.

-No signor Malfoy, per quel che mi riguarda non ci finirà e questa lettera che vuole spaventarla è una cosa insensata, parlerò personalmente con Potter non appena rientrerà dal suo viaggio in Romania

-La ringrazio signorina Weasley

La donna finì di bere il suo tè prima di alzarsi

-Bene ora devo andare, aspetto già domani sue notizie per accordarci al meglio, di un occhiata a quei fogli e annoti i giorni che vanno bene per lei e quelli in cui ha qualche impedimento, ma mi raccomando specifichi di che impedimento si tratta

-Si lo farò e grazie ancora

L'uomo di nuovo la salutò con quel baciamano che, anche se non voleva ammetterlo, le piaceva.

Uscì dal Malfoy Mannor con un diavolo per capello, quella era una lettera intimidatoria, non riusciva a capire cosa avesse in testa Harry e per quanto detestasse Malfoy quell'uomo sembrava veramente diverso da come lei lo ricordava, e in quegli anni si era perfettamente reintegrato, è vero non era stato sottoposto a terapia comportamentale perché psicologicamente troppo provato dalla morte di sua moglie e dal carcere, quindi a lei questo accanimento da parte di Harry sembrava assurdo, insensato e cattivo e l'avrebbe sentita eccome se l'avrebbe sentita.

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