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"Caro Alessio,

Non ti nascondo quanto sia rimasto stupito nel vedermi recapitare una tua lettera.

Credevo di aver fatto un patto con Guido, ma rimane un idiota dalla testa calda, ed io e te lo conosciamo abbastanza bene, da sapere quanto sia inutile cercare di interpretarlo sotto una luce diversa da quella che lo illumina.

Sinceramente, avrei preferito che non venissi a conoscenza di ciò che è accaduto lo scorso anno.

Nella tua lettera affermi di esserci rimasto male e mi stupisce questo tuo egoismo.

Hai mai pensato che io non volessi renderti partecipe di quel mio inferno?

Hai mai pensato che fossi d'accordo con Guido e gli altri?

Non voglio commettere gli stessi errori del passato, non voglio scaricarti addosso colpe che non hai.

Però... mi piacerebbe farti presente una cosa: ho commesso un errore imperdonabile.

Mi sono vergognato di me stesso in un modo indescrivibile.

Non so cosa mi passasse per la testa, non ho idea di quale malessere interiore stessi nutrendo con tutte quelle mie azioni prive di logica e umanità, certo sono che... quella coltellata... è come se me la fossi inferta nel cuore e sanguina ancora oggi.

Qui dentro, non sto neanche a scrivertelo nei dettagli, ma come potrai immaginare, non è di certo un lunapark.

Ma sono sereno... anche se solo da pochi mesi per davvero.
Sono seguito da uno psicologo e chissà... magari riuscirò a diventare un uomo migliore, magari riuscirò a costruirmi una vita vera e piena quando metterò piede fuori di qui.

Si può cambiare nella vita.

Tu l'hai fatto.

L'ho compreso dalle tue parole, dal resoconto dettagliato della tua attuale, complicata situazione sentimentale.

Sei cambiato in peggio: che fine ha fatto il mio dolce Alessio?! Colui che innanzitutto era sempre stato innamorato dell'Amore?

Come hai potuto stare con un uomo per cui non nutrivi alcun sentimento?

Mi stupisci, mi deludi.

Te lo scrive uno che è stato dall'altra parte: non c'è amore in un gesto violento, anche se giustificato da gelosie, da rabbia, da mancanza temporanea di lucidità.

Te lo scrivo ancora una volta: non c'è amore in un gesto violento.

Sono felice che tu sia riuscito a venirne fuori, anche se mi sarei aspettato da te, che mai ci finissi dentro a prescindere.

Ma... immagino che l'idea di perfezione che io ti attribuisca, sia ben lontana dalla realtà e mi domando... quanto ero fuori di me, allora, da non essere in grado di comprendere a fondo la persona che sostenevo di amare?

Sono tutte cose che mi sembrano tanto chiare adesso, istintive, giuste; le uniche strade imboccabili verso il passo successivo... eppure, io, a quel tempo, ho sbagliato strada.

Non devi preoccuparti per me.

Io... sto crescendo, Ale.

E tu?

Hai imparato a fidarti di te stesso? Hai capito quanto inutile sia stringere tra le mani un'illusione?

Scivolerà via sempre, non sperare qualcosa di diverso da ciò che ti suggerisce il tuo cuore: ascoltalo, rispettalo, vinci la paura ed afferra la realtà a piene mani.

Sii egoista come mi hai dimostrato di poter essere.

Smettila di rincorrere qualcosa di effimero e irreale, aggrappati e pretendi nella tua vita tutto ciò che ti fa stare bene.

Vuoi ballare? Balla.

Non vuoi competere? Non sentirti in colpa, non farlo.

Credi davvero che nel mondo esistano persone come te? Che si pongano le tue stesse fisime mentali, che si sentano in colpa perché non sono come ci si aspetta che siano?

Kalisa capirà... e se non lo farà, fallo tu.

E smettila di porti limiti con Javier e Carlo! Chi se ne fotte se hai trovato l'amore, ancora una volta, in due persone diverse!

Ama!

Lasciati amare!

Gli altri... non capirebbero comunque.
Non sono te, non vivono la tua vita, non la sentono scorrere dentro le tue vene, non potrebbero mai condividere il suono dei tuoi battiti senza essere te.

Solo tu sai cosa è giusto e cosa non lo è per te stesso.

Ti porterò sempre nel cuore, come quella luce che brillava al mio fianco in modo così sfolgorante, da avermi reso cieco per troppo tempo.

Non ti meritavo, men che mai sarei, adesso, all'altezza di esserti amico.

Tu... non sei l'amico di cui io ho bisogno.

Andrò avanti, lo stesso farai tu.

Ma... rispondendo all'ultima domanda della tua lettera, no... non ti voglio nella mia vita e tu non dovresti volermi nella tua, perché il nostro amore è stato bello finché è durato, ma è morto tanto tempo fa.

Se ti fa piacere, conservane il ricordo dolce... ma vai avanti senza mai voltarti indietro.

Con affetto, ti dico addio,
mio piccolo Alessio.

Daniele"

Guido piegò in due la lettera e la inserì all'interno di una busta.

Sospirò, indeciso sulle successive parole che avrebbe dovuto dire.

Perché Daniele si aspettava che dicesse qualcosa, vero?

Alzò gli occhi sul suo ex: lo spesso vetro antiproiettile era abbastanza lercio, restituiva un'immagine dell'altro sbiadita ed incerta. Il suo viso sembrava essersi fatto più affilato, la pelle meno luminosa. Due profonde occhiaie mettevano, tragicamente, in risalto il colore intenso degli occhi verdi. Le labbra erano pallide; un'insipida, bionda barba gli incorniciava il mento ed il profilo scarno delle guance.

Non aveva più l'aspetto del giovane strafottente che aveva conosciuto anni prima, lo stesso che aveva accettato con tutti i suoi difetti, amandolo per anni.

A differenza di Alessio, l'uomo sapeva che non sarebbe mai stato in grado di perdonarlo: non che il giovane ballerino l'avesse fatto, ma la lettera che gli aveva fatto recapitare qualche giorno prima, poteva tradursi come l'intento di dare all'altro una possibilità.

La stessa che Daniele aveva rifiutato, gentilmente, ma con decisione.

-Perché vuoi che sia io a dargliela?- gli chiese poco dopo.
Il suo ex prese tempo, si strinse nelle spalle, rivolgendo lo sguardo verso il telefono al fianco della sua mano sinistra.

-Forse perché sei venuto meno al nostro patto- gli rispose.

Guido rimase a riflettere su quelle parole, cercando di scacciare la rabbia, di dare la possibilità alla mente di formulare pensieri sensati, senza lasciare ai suoi impulsi libera manovra.

Non era stato lui a rivelare quanto accaduto l'anno prima; ma non trovava che quello avesse importanza.

-Perché avrei dovuto rispettarlo?- domandò con un sorrisino: -Hai cercato di uccidere l'uomo che amo-

L'altro tornò a stringersi nelle spalle.
-Mi dispiace che Alessio si sia trovato un altro come me. Magari, gli altri due saranno meglio, anche se sono tuoi amici-
-Lo difenderemo, non è più solo-

Daniele annuì, non del tutto soddisfatto di quella risposta.

-Non sei pentito- mormorò Guido e non era una domanda.
-Sono contento che tu stia con un uomo che ti ama, forse... più di quanto ti amo io-
-Non hai ripensamenti riguardo ciò che hai fatto-
-Se devo scegliere tra lo stare con te o vederti al fianco di qualcun altro, preferisco accettare che quel qualcuno sia Mattia... dato che non posso avere ciò che voglio davvero-

Il tatuatore percepì la bocca divenire improvvisamente arida. Tornò a guardare l'altro negli occhi, senza sentirsi in grado di comprendere cosa gli passasse per la testa.

A modo suo... li amava ancora? Era proprio ciò che stava cercando di dirgli?

Se fosse stato fuori di lì, avrebbe tentato di riprenderli al suo fianco?

-Non puoi obbligare qualcuno a stare con te-
-Solo perché sono qui dentro- scandì il biondo, lasciando che quella sgradevole sensazione di sottofondo alle sue parole, giungesse all'altro chiara ed inequivocabile.

Lo stava minacciando.

-No. Anche se tu fossi fuori di qui, non ci sarebbe più spazio, per te, nelle nostre vite- ribatté Guido; Daniele sorrise, prima di rispondergli:
-Adesso... sono qui. Inutile parlarne-

L'uomo rimase a fissare il suo ex per un po', cercando di evocare tra i lineamenti, che ben conosceva, il ricordo di un amore perduto.

Chi era stato, per davvero, Daniele?

Mise apposto la cornetta del telefono, interrompendo la loro comunicazione.

Il suo ex fece cenno ad una guardia, che giunse al suo fianco per prelevarlo.

Guido lo guardò attraversare la stanza tallonato dall'altro.

Aveva chiuso definitivamente quella parte della sua vita, l'unica che desiderava dimenticare, come se non fosse mai esistita.

Sapeva che le parole rivolte al ballerino qualche sera prima, mai avrebbero potuto essere altrettanto vere per Daniele.

Sperava solo che quella lettera, riuscisse a mettere punto anche nel passato di Alessio.

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