CAPITOLO 23

Appena usciti dall'acqua, cercammo di asciugarci con la coperta che quel pomeriggio avevamo usato per il
pic-nic. Non era il miglior asciugamano del mondo, visto che era anche ruvido a contatto con la pelle, ma dovevamo accontentarci, sempre meglio di niente.
Una volta rivestiti, gli porsi la sua felpa, ma Logan la rifiutò con un movimento della mano. Gli chiesi spiegazioni con lo sguardo, e lui decise di darmele: "È meglio che la tieni tu, fuori ci sarà ancora fresco." Scrollai le spalle e me la infilai.
Logan stava raccogliendo il cestino, quando sentii un rumore di cardini cigolare. Mi impietrii all'istante, vedendo dall'espressione di Logan che anche lui aveva sentito il suono in lontananza. "Qualcuno è entrato." Sussurrò lui, avvicinandosi a me. "Quanto sei perspicace." Ironizzai, guardando nella direzione da cui eravamo entrati. "Ehi,che ti prende? Non sarà mica 'quel periodo del mese'." Ribatté lui sulla difensiva, mimando con le dita le virgolette. "Scusa, è solo che sono nervosa. Come facciamo a uscire?" Domandai, notando che Logan mi stava prendendo per il polso e trascinando verso una porta sul lato est della piscina. "Dove mi stai portando?" Chiesi di nuovo, visto che prima non avevo ricevuto risposta. Prima di parlare, spalancò la porta di ferro e mi spinse dentro, per richiudere subito dopo la porta dietro di noi. "Questi sono i bagni pubblici della piscina. Non accenderanno le luci, di sicuro useranno delle torce elettriche i guardiani notturni."
"G-guardiani notturni? E tu lo sapevi che sarebbero venuti?" Chiesi incredula a Logan, cercando i suoi occhi con lo sguardo, ma lui continuava a guardarsi intorno.
"Non ne ero certo, ma avevo questo dubbio." Ammise dopo qualche attimo di secondo ed esitazione. "Logan, ti rendi conto della situazione?! Se ci scoprono i miei mi vieteranno di vederti, affermeranno che, a parole loro, tu hai una pessima influenza su di me." Dissi, non riuscendo a trattenermi e alzando forse un po' troppo la voce, perché il rumore dei passi cominciò a farsi sempre più vicini nella nostra direzione. "Oh cazzo, che cosa facciamo?"
"Intanto non perdiamo il controllo, prova a fare dei respiri profondi." Disse cercando di calmarmi, e io feci ciò che mi aveva consigliato. "Mi è venuta un'idea, ma ti devi fidare di me." Annuii senza pensarci. "Io mi fiderò sempre di te, se mi dicessi di buttarmi da un ponte con te, lo farei." Fece un sorriso di sollievo, a quanto pare gli era piaciuta molto la mia risposta. "Perfetto, allora seguimi." Mi prese la mano e mi portò fino alla porta dell'ultimo gabinetto del bagno, la aprì e ci entrò. "Saliamo sopra il water e aspettiamo che il guardiano passi, poi sgusciamo fuori e ce ne andiamo." Mi spiegò Logan, tirando giù la tavoletta del water e salendoci sopra. "Sei sicuro che reggerà i nostri pesi?" Domandai, sentendo dei rumori non tanto invitanti provenire dalla tavoletta, ma lui liquidò le mie insicurezze con un gesto della mano. "Tranquilla, è abbastanza resistente. Allora sali o no?" Disse porgendomi una mano, la quale accettai. Una volta saliti entrambi, mi spinse con delicatezza contro il muro, però lo sciacquone mi premette contro la schiena, facendomi scappare un flebile lamento dalle labbra, che però Logan riuscii a sentire lo stesso. "Scusa, ma se dovessero scorpirci, vedendo me magari non si accorgono di te." Sussurrò piano Logan, avvolgendomi con le sue braccia sicure. Era sempre molto dolce con me e avrebbe fatto di tutto per proteggermi. Poggiai le mani e la testa sul suo petto, in quel momento eravamo vicinissimi, percepivo il suo calore e il respiro leggermente affannoso per l'ansia di essere scoperti, le sue braccia che mi stringevano come se potessi andarmene via o scomparire. Mi aggrappai alla sua maglietta quando dei cardini cigolarono. Un fascio di luce si intravedeva da sotto la porta, molto probabilmente il guardiano era arrivato. I passi erano strascicati, come un fantasma che è stanco di ripercorrere la sua condanna monotona e ripetitiva. Sentii altri cardini, forse stava aprendo le porte dei gabinetti per controllare dentro.
Chiusi gli occhi.
Altri cigolii e rumori di passi, la paura e la tensione mi stavano attanagliando lo stomaco tanto da far male. Tutto quello che volevo era che finisse e se ne andasse, lasciandoci la possibilità di scappare. Aprii un occhio, vedendo la porta aprirsi e uno spiraglio di luce entrare.
"Bob, hai finito di controllare in bagno?" Chiese una voce lontana. La porta si richiuse e la persona che stava per aprirla rispose urlando: "Sì, trovato niente Roger?" Passò qualche secondo, prima di sentire: "Negativo, tu?"
"Anch'io." Disse, a quanto pare 'Bob', al presunto 'Roger'. Altri rumori di cardini e i passi strascicati si fecero sempre più lontani, affievolendosi sempre di più, fino a scomparire. Io e Logan tirammo un sospiro di sollievo e scendemmo dalla tavoletta. "Restami vicino." Mi disse piano Logan, prendendomi la mano. Annuii, mentre ci incamminavamo verso la porta dei bagni. "Aspetta, il cestino dove l'hai messo?" Gli chiesi, notando che non l'aveva nell'altra mano. "Lo buttato dietro a un gommone, non hai visto?" Scossi la testa, l'unica cosa a cui avevo pensato quando stavamo andando nei bagni era che non ci trovassero. Infatti, come aveva detto, ritrovammo il cestino dietro a un grande gommone giallo. "Che ci fa un gommone qui?" Domandai sbalordita. Lui prima sorrise e poi mi rispose ironicamente: "I misteri della piscina comunale."
Ripercorremmo il percorso che avevamo utilizzato per entrare, e in un batter d'occhio ci ritrovammo sul marciapiede di fronte l'edificio.

Decidemmo di andare a casa mia, visto che molto probabilmente i familiari di Logan stavano dormendo, mentre i miei sarebbero stati di sicuro ancora al lavoro. Appena entrati, mi lasciai andare, cominciai a ridere mentre Logan mi guardava stranito, ma ridendo anche lui. "Siamo scappati, ce l'abbiamo fatta!" Dissi eccitata, mentre Logan posava a terra il cestino e mi prendeva per la vita avvicinandomi a sé. Misi le mani intorno al suo collo, sfiorando le sue labbra con le mie. "Hai visto? Dovevi semplicemente fidarti di me." Risi, mentre si avvicinava a me facendo combaciare le nostre bocche.
"Vado a farmi una doccia." Dissi, mentre mi allontanavo da lui, dirigendomi verso la mia camera. "Sei sicura che non vuoi che venga anch'io? Magari ti serve una mano per insaponarti la schiena." Chiese Logan con un sorriso divertito e malizioso allo stesso tempo. "Tranquillo, sono abbastanza autosufficiente." Rifiutai la risposta, entrando nella stanza.
Andai in bagno dove aprii l'acqua, per poi tornare in camera da letto per preparare il pigiama su una poltroncina vicino al letto. Mi tolsi i jeans e mi buttai di peso sul letto matrimoniale di camera mia. Mi passai le mani sul viso, mentre un sorriso mi affiorava sulle labbra, e una flebile risata usciva dalla mia bocca. Ero distesa supina, le gambe scoperte stavano diventando fredde, ma la stanchezza cominciava a farsi sentire. I forti sentimenti provati con Logan nella piscina comunale, la tensione e l'angoscia si essere quasi scoperti, e il sollievo di averla scampata non erano stati un problema nel momento in cui erano accaduti quei fatti, ma ora si sentiva benissimo la stanchezza che avevano lasciato. Piano piano il sonno mi stava trascinando con sé nel suo mondo di sogni e incubi. Sarei dovuta alzarmi e lavarmi, ma ormai non riuscivo più a comprendere il mondo intorno a me. Sentivo ancora l'acqua della doccia cadere, goccia dopo goccia, rendendo l'atmosfera come se fossi in un giorno di pioggia.
I miei preferiti.

ANGOLO AUTRICE
Mi rendo conto che questo capitolo è venuto proprio da schifo, non perché. Ho provato a rileggerlo e rileggerlo per migliorarlo e questo è ciò che ne è uscito, mi dispiace.
Comunque, io vi ripeto, e lo che rompo ma sono fatta così, lasciate una stellina se vi piace la storia o solo il capitolo, e commentate, non abbiate paura di commentare.
CIAOO.

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