Capitolo 5

Il giorno dopo a scuola, quando lo vide entrare in classe, Miriana avrebbe voluto essere mille metri sottoterra.

Sentiva ancora i commenti sulla sua bellezza bisbigliati dalle sue vicine di banco, quando Marco cominciò la lezione. Dopo qualche secondo, tutti fecero silenzio.

Lei non riusciva a trovare il coraggio per sollevare lo sguardo dal suo quaderno, ma Luisa, una delle sue compagne che era seduta al primo banco, quel giorno alzò la mano per fare una domanda: - Professore, è vero che esiste l'equazione dell'amore?

Miriana alzò di scatto la testa per guardare dapprima Luisa, che quel giorno si era persino messo una minigonna, poi Marco e poi tornò di nuovo a guardare le gambe della sua compagna.

In un attimo si sentì bruciare dalla gelosia: era sicura che quella sfacciata l'avesse fatto apposta e per di più, si era seduta in maniera così scomposta che poteva benissimo immaginare lo spettacolo che stava dando di sé davanti al professore.

Marco rispose alla sua compagna chiedendole se si riferisse all'equazione di Dirac: "Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma diventano un unico sistema".

Non appena Miriana alzò lo sguardo su di lui, si ritrovò con i suoi occhi inchiodati ai suoi, ma lei sapeva che quell'equazione era sbagliata.

Lui stava appunto dicendo questo, quando si bloccò un attimo lasciando una frase a metà: guardando con la coda dell'occhio le gambe esposte di Luisa, si era accorto di che cosa avesse attirato l'attenzione di Miriana, del suo sguardo di disapprovazione e forse di gelosia, così si alzò e le chiese trattenendo un sorriso: - Miriana Danieli, forse conosci l'equazione a cui si riferiva la tua compagna? Vuoi risponderle tu?

- La formula ha senso solo per i sistemi microscopici, quindi è evidente che il concetto di inseparabilità non è applicabile a due sistemi macroscopici, quali sono due persone che si amano. Quindi si piò affermare con certezza che questa equazione non spiega l'amore – gli rispose Miriana pensando a loro due, a quanto sarebbe stato sbagliato se fossero andati oltre.

Marco annuì e continuò la lezione in piedi, dal lato opposto alla fila di banchi di Luisa, che sbuffando, si sistemò sulla sedia chiudendo le gambe.

Miriana sorrise compiaciuta e continuò a seguire la lezione di Marco che cominciò a parlare delle sezioni auree.

Non le piaceva molto la teoria: la matematica preferiva metterla subito in pratica, così cominciò a tracciare sul suo quaderno dei cerchi geometrici di diversi colori.

Giorgio Melli, che era dietro di lei cominciò a prenderla in giro.

Lei alzò gli occhi al cielo, ma lui continuò a chiamarla sottovoce: le dava sempre il tormento sperando che prima o poi sarebbe riuscito a fare colpo su di lei.

- Melli, che sta succedendo? – chiese d'un tratto Marco.

- Professore sto dicendo a Miriana Danieli che questa non è la lezione di storia dell'arte.

Tutti scoppiarono a ridere, ma Marco si avvicinò a loro e prese tra le mani il quaderno di Miriana su cui aveva appena tracciato con la massima precisione i rapporti delle costruzioni geometriche.

- Bene Melli, puoi venire alla lavagna e spiegare a tutti che cosa hai capito di quanto ho detto finora?

Appena Giorgio si alzò in piedi per raggiungere di mala voglia la lavagna, Marco restituì il quaderno a Miriana dicendole: - Bravissima Danieli, questa parte non l'avevo ancora spiegata!

Miriana invece di ringraziarlo, rimase senza parole e non riuscendo a guardarlo negli occhi, si ritrovò invece a fissare le sue labbra.


L'ora di matematica finì troppo in fretta per sfortuna per lei e alla fine della giornata cercò di uscire per ultima nella speranza di incontrare il suo professore all'uscita.

Non vedendolo da nessuna parte, s'incamminò verso casa e quando si fu allontanata per un po' dall'istituto, un colpo di clacson le richiamò l'attenzione. Quando si volse, notò che Marco si era fermato con la sua macchina ad aspettarla.

Era in piedi dall'altro lato della strada con un gomito appoggiato sullo sportello aperto e l'altra mano appoggiata sul clacson all'interno dell'auto.

Il suo cuore iniziò a batterle così forte da provocarle delle fitte al petto, ma quando lui con un sorriso la invitò a entrare in macchina, lei non riuscì a dire di no.

- Stai bene? – le chiese lui appena furono dentro.

Miriana annuì guardandosi le mani.

Poi finalmente si decise a parlare.

- L'altro ieri mi sono comportata in modo ridicolo. Non ho mai fatto una cosa così sciocca in vita mia! - riuscì a dire a proposito della sua sbronza, dopo aver acquistato un po' di coraggio.

Lui si fece di colpo serio.

- A cosa ti riferisci? - le chiese lui facendo finta di non capire e mentre lei lo guardava in modo interrogativo subito aggiunse: - Forse anch'io avrò fatto una sciocchezza, ma non me ne pento!

Così dicendo le mise un braccio intorno alle spalle e l'attirò a sé per baciarla.

Miriana lottò per qualche secondo per sfuggire a quell'abbraccio, ma la stretta di Marco era talmente forte, che riuscire a staccarsi da quelle labbra impetuose e tenere nello stesso tempo, era pressoché impossibile e impensabile.

Dopo quel bacio lui le accarezzò una guancia soffusa di rosa e la guardò con i suoi profondi occhi neri. Le piaceva ancora di più quando arrossiva.

- Avevo paura che tu baciassi così solo tra i fumi dell'alcool! - le sussurrò e mentre la baciava di nuovo, un colpo di clacson li riportò alla realtà. Marco allora mise in moto e ripartì.

- Sei abbastanza lucida adesso per dirmi dove abiti? - le chiese scherzando e quando arrivarono sotto casa di Miriana, lei si fece coraggio e riuscì a parlargli.

- Marco... - gli disse con un tono strano perché non era abituata a chiamarlo per nome.

Schiuse le labbra per parlare, ma non sapeva come dirlo. Era così difficile trovare le parole adatte!

- Allora? - chiese lui.

- Io... non ricordo quasi niente di quello che è successo l'altra notte.

Ecco, lo aveva detto!

Lui scoppiò in una fragorosa risata.

- Vuoi dire che non ricordi quando mi hai buttato le braccia intorno al collo e hai iniziato a baciarmi?

Lei si fece di colpo seria.

- Stai scherzando? Ho fatto davvero una cosa del genere?

Miriana non credeva che fosse davvero successo, così Marco per toglierla dall'imbarazzo, mentì ribaltando la situazione.

- No, infatti! Sono stato io a farlo e poi ti ho portato a casa mia!

Quando vide la faccia sconvolta di lei, cominciò sul serio a preoccuparsi.

Si rese conto dei dubbi che lei aveva avuto quando si era risvegliata seminuda nel suo letto. Cosa aveva pensato?

- Ma davvero non ricordi niente?

- Ti prego... devo saperlo!

Lui allora le dette un piccolo bacio sulle labbra e le sussurrò: - Se proprio vuoi saperlo non è successo niente, perché quando succederà voglio che non lo dimenticherai più per tutta la vita!

Miriana dopo quelle parole non disse più nulla: lo guardò negli occhi cercando di capire se lui facesse sul serio, finché lui allora si decise di nuovo a parlare.

- Fidati di me, non voglio in nessun modo costringerti a fare nulla che tu non voglia... So bene che dovrei comportarmi da adulto e non oltrepassare i confini: è solo che non riesco a starti lontano, so che dovrei, ma non ci riesco... E sono ormai sempre più convinto che sia lo stesso per te.

- È così... - gli sussurrò lei.

Lui le sorrise e lei non poté che fare altrettanto perdendosi nei suoi occhi.

- Ora devo andare - lo salutò aprendo lo sportello della macchina e si diresse verso casa.

Era sollevata e turbata al tempo stesso: lui l'aveva baciata di nuovo anche quella mattina e lei questa volta aveva ricambiato ubriaca di emozioni e non di alcool.

Era sbagliato tutto questo, oppure poteva lasciare che accadesse?

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