Capitolo 4

Le ore passarono senza rendersene conto e quando Marco dette uno sguardo all'orologio, si rese conto che era tardissimo. Senza perdere tempo, prese Miriana per un braccio e la trascinò fuori.

Dopo qualche minuto, lei cominciò a barcollare e non appena salirono in macchina, chiuse gli occhi e non le ci volle molto per sprofondare in uno stato di torpore.

Non aveva bevuto tantissimo e per fortuna non aveva la nausea.

Marco cercò di farle riacquistare la lucidità, ma fu del tutto inutile.

La sua coscienza invece si era al contrario del tutto risvegliata: avrebbe dovuto comportarsi da persona adulta e responsabile riportandola a casa prima.

Preso dal panico, decise di guardare nella sua borsa per cercare il suo indirizzo su qualche documento, ma non aveva niente, neanche un mazzo di chiavi. Fu allora che si ricordò che poco prima che Tonio e Barbara se ne erano andati, aveva visto Miriana dare qualcosa alla sua amica: un mazzo di chiavi appunto.

Forse erano ancora insieme o addirittura a casa di Miriana dove sicuramente, da quanto sapeva, suo padre non c'era. Prese il cellulare e provò a chiamare Tonio, ma era irraggiungibile. Se conosceva bene il suo amico, ci avrebbe provato di sicuro con Barbara.

Senza pensare altro, mise in moto e si diresse verso casa sua: per quella notte Miriana poteva dormire da lui.

Oddio, che idea folle!

Quando la tirò fuori dalla macchina, lei iniziò a mormorare un mucchio di parole incomprensibili e visto che non si reggeva neanche in piedi, le passò un braccio intorno alla vita, mentre lei gli buttò le sue intorno al collo e cercò di baciarlo.

Non c'erano dubbi: era ubriaca fradicia per fare una cosa simile.


Il mattino dopo quando Miriana riaprì gli occhi era sotto le coperte. Aveva addosso soltanto la camicetta che aveva indossato la sera prima, mentre il resto dei suoi vestiti era appoggiato su una sedia.

La testa le girava vorticosamente e quando realizzò che non si trovava nel suo letto, ricordò ogni particolare della sera prima. Ricordava tutto benissimo fino a quando lui, il suo professore di matematica, l'aveva baciata in quel locale, e poi... come era arrivata fin lì? Come si trovava nel letto del suo insegnante quasi svestita e cosa era successo? Guardò l'orologio e sobbalzò: erano quasi le undici del mattino e lei a quell'ora doveva essere a scuola già da un pezzo.

In casa non c'era nessuno: di certo Marco era a lezione. Ma perché non l'aveva svegliata?

Miriana però si rese conto di avere un forte mal di testa e quindi non era per niente in forma per andare a scuola. Riuscì a rivestirsi e quando fu sicura di farcela, uscì da quell'appartamento e tornò a casa che, per fortuna, non era molto lontana da lì. Barbara la stava aspettando con l'ansia a mille: era stata in pensiero per tutta la notte. Non aveva combinato nulla con Tonio: si era fatta soltanto accompagnare a casa prima perché sarebbe dovuta partire al mattino presto. Quando Miriana bussò alla porta, lei la rimproverò.

- Miriana, ma si può sapere dove sei stata?

Si sentiva anche in colpa per averla lasciata sola la sera prima.

- Ho dormito a casa di Marco - ammise lei e quando notò la faccia sorpresa dell'amica, le spiegò quello che realmente era successo e alla fine le confessò anche che Marco era il suo supplente di matematica.

- Sei impazzita? - le disse subito. Miriana non rispose e andò a buttarsi sul letto. La testa le girava ancora e aveva una confusione assurda nella mente.

Per fortuna che suo padre era fuori, altrimenti si sarebbe di sicuro sorbita una bella ramanzina da non dimenticare.

Come aveva potuto comportarsi così? Perché non aveva respinto il suo professore quando l'aveva baciata? Lei al contrario aveva ricambiato quel bacio e forse la colpa di quello che era successo era soltanto sua e di tutto l'alcool che aveva mandato giù.

Era stata davvero una sciocca ad alzare il gomito in quel modo, proprio lei che non aveva mai fatto una cosa tanto stupida in vita sua. E pensare che quando aveva accettato l'invito di Barbara la mattina prima, aveva accettato di mala voglia perché, con la sua timidezza, preferiva uscire solo con ragazzi che conosceva. Inoltre, mai avrebbe immaginato che si sarebbe trovata di fronte proprio il suo insegnante.

Forse bevendo troppo aveva voluto dimostrargli di non essere una bambina, mentre al contrario si era resa ancora più ridicola.

La cosa più incredibile che l'assillava era quella di non ricordare proprio niente di quello che era successo dopo. Il prof. Bucci dopotutto non poteva aver approfittato di lei in quello stato, ma lei non sapeva assolutamente nulla di lui, né quanti anni aveva né della vita che conduceva al di fuori dalla scuola.

"Che stupida! Che stupida" non faceva che ripetersi ripensando a come lui l'aveva baciata.

E quei suoi occhi neri, come l'avevano fissata per tutta la sera... Non se l'era immaginato, vero?

Sorrise e si perse nel ricordo di quella magica serata...

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