Prompt #6 Day

E ancora una volta ti chiedi chi te l'ha fatto fare. Poi ti ricordi che è stata tutta colpa dei tuoi compagni.

«Tocca a te» ti dicevano, «perché sei il più grande e non noteranno la differenza.»

E tu pensi "Col cavolo!"

Sei uno gnomo, non un nano!

E non hai nemmeno la loro abilità nel muoverti in quegli spazi bui e angusti.

«È la missione giusta per te» ti dicevano.

E ancora ti chiedi come abbia potuto essere così ingenuo da cascarci con tutte le scarpe.

Ti muovi a tentoni, sfiori la roccia.

Il sole, dov'è il sole? Quanto ti manca l'alba... Quante volte l'avrai mancata da quando sei finito lì dentro? Una? Dieci? Cento? No, le tue razioni di cibo ti suggeriscono il contrario: sei sempre stato parsimonioso e diligente in queste cose.

Eppure ancora sei incredulo delle tue scelte: affrontare quel viaggio, un'esperienza che mai nessuno gnomo sarebbe stato in grado di raccontare.

O sei gnomo o sei nano. Le cose non si possono mischiare.

Vicini sì, ma ognuno a casa sua.

E invece tu che fai? Ti ci vai a tuffare nella tana del "nemico".

La debole luce che ti hanno donato le fate riesce a rischiarare solo la distanza di pochi passi davanti ai tuoi piedi, che si muovo incerti sul terreno sdrucciolo.

E infine sei lì, davanti al portone più grande che tu abbia mai visto.

Alto, della pietra più lucida che ti sia mai capitato di toccare, lavorata con intarsi raffinati e cesellature magistrali.

Osservando quel capolavoro ti è chiara la nomea di ottimi costruttori che accompagna i nani nei secoli.

Poi sghignazzi, ricacciando indietro un pensiero maligno e a tratti impuro. Tua madre ti darebbe uno scappellotto dietro la nuca per il solo fatto di aver alluso.

Sospiri rassegnato: ormai sei lì, hai fatto tutta quella strada per un motivo ed è arrivato il momento di adempiere al tuo dovere, costi quel che costi.

Bussi.

Quasi non fai in tempo a ritrarre il piccolo pugno al fianco che una voce profonda e (a tuo parere) minacciosa giunge dall'altro lato: «Chi è?»

Tentenni, il fiato inciampa nella lingua: «I-Io... Sono uno gnomo, vengo dalla montagna qui fuori» cerchi di spiegare.

«Uno gnomo?!» La voce del nano è incredula. «E che ci fa uno gnomo alla porta del regno dei nani? Cos'è che vuoi, gnomo?»

Indietreggi spaventato da quel tono minaccioso, ma poi riprendi coraggio e fai un passo avanti, incerto, ma lo fai. Protendi la testa verso il grande portone e rispondi: «Avreste un po' di zucchero?»


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