LA PORTA SOCCHIUSA
L'amore è un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull'orlo di un precipizio.
Stendhal
È quasi mezzanotte e stiamo ancora parlando. Dopo aver terminato la cena ci siamo trasferiti in salotto. Sono stanca, ma non smetterei mai di parlare con lui. Sono attratta da Harry come la falena è attratta dalla luce. So che mi brucerò le ali, ma non m'importa. L'orologio suona l'ora. Dodici rintocchi che rimbombano nella stanza. L'ora delle streghe.
-Credo che sia ora di andare a dormire- dice Harry.
-Sì, credo di sì- mi alzo. Sono nervosa. Vorrei restare qua con lui tutta la notte.
-Devo fare una cosa... ci vediamo domattina-
Resto immobile, sorpresa. Non mi accompagna di sopra? Mi sento subito una sciocca per averlo pensato. No, non mi accompagna. Non devo dimenticare chi è. –Va bene... allora buonanotte-
-Buonanotte- mi dice.
Resto ferma. Una parte di me spera di essere baciata, un'altra si ricorda delle sue prese in giro.
-Attendi il bacio della buonanotte?- mi chiede Harry. Il suo tono è ironico, tagliente. Mi ferisce.
-Per nulla- mi volto ed esco dalla stanza. Salgo le scale. Sono persa nei miei pensieri... poi mi accorgo di una cosa.
La porta che conduce all'ala est è socchiusa. Resto un attimo ferma. In fondo è stata una bella serata. M'incammino lentamente, poi torno indietro. Forse ho solo una possibilità per scoprire cosa nasconde lì dentro. Mi avvicino, il cuore in gola. Darò solo una breve occhiata. Lui non lo saprà mai. Appoggio una mano sulla porta e la apro quel tanto che basta per sbirciare dentro. È buio, riesco solo a vedere la luce della luna che filtra da una grande finestra. Sbatto le palpebre, cerco di mettere a fuoco. Una figura antropomorfa è seduta su una poltrona. Non riesco a vedere i lineamenti, ma noto una mano languidamente appoggiata al bracciolo e un abito ampio. Una donna?
Qualcosa mi afferra da dietro. Traballo, mentre vengo allontanata dalla porta. Un attimo dopo mi ritrovo addosso lo sguardo di Harry. Non c'è divertimento nei suoi occhi, non c'è il solito sarcasmo. Brillano di rabbia.
-Quale parte della frase non aprire quella porta non hai capito?- chiede. La voce è stranamente pacata e ciò mi spaventa di più. Ripenso a quello che si dice su di lui.
-Scusa, era socchiusa e... -
-Non dovevi guardarci dentro- sbotta, questa volta con rabbia.
-Non ho visto nulla- e nel frattempo ripenso alla figura femminile sulla poltrona. Chi è?
Lui sospira. –Non so cosa mi sia venuto in mente, sei solo una bambina-
-Non sono una bambina- urlo. Sono furiosa. Perché mi deve trattare così?
-Sì, sei una bambina- insiste.
-Se mi consideri tale non avresti dovuto costringermi a venire qua- rispondo, furiosa.
-Non ti ho costretta- mi butta in faccia lui.
-Sì, invece, quella scommessa mi ha costretta a venire qua- sento le lacrime farsi strada per uscire, ma non piangerò, non voglio piangere.
-Allora vattene- urla, fuori di sé –vattene-
Indugio un attimo, poi mi volto e corro via, le lacrime agli occhi.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao
Cosa pensate di questa scoperta?
A presto ❤
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