LA PALLONATA

Non conosco altra ragione di amarti che amarti.

(Fernando Pessoa)


L'ora di ginnastica. Il mio peggiore incubo. Odio dover fare quegli esercizi, odio dover rincorrere la palla. Non sono mai stata brava negli sport. E poi c'è il non trascurabile fatto che la devo fare insieme a Harry. Fortunatamente lui passa l'ora a esercitarsi per le partite insieme agli altri giocatori. Un gran bel sollievo. Ho cercato di evitarlo dopo ciò che è successo ieri. Sono confusa. Ripenso alle sue labbra sulle mie. L'ho sognato ancora. Ho sognato lo stesso bacio che mi ha dato. Oggi Katy non si è fermata per la ginnastica, quindi sono sola. Forse peggio, sono con Jane, la secchiona. Non so esattamente come ho fatto a trovarmela vicina durante l'appello, ma da quel momento non mi ha più lasciata.

-Questi esercizi sono estenuanti- si lamenta mentre ci pieghiamo in avanti. La sua voce è irritante.

-Già- mormoro.

-Sono proprio stanca, preferirei mille volte studiare-

Annuisco stancamente. Sono goffa e la mia preoccupazione principale è che Harry mi veda. Non riesco a toccarmi la punta dei piedi con le mani... non voglio che mi veda. Mi sollevo, mi appoggio le mani sui fianchi e comincio a saltare. Jane mi imita. Noto che è pallidissima. Spero che non svenga. Una volta è svenuta durante una partita di pallavolo. Gira la testa di lato e i capelli le cadono sul viso.

Lo spostamento d'aria è improvviso. Vengo colpita sulla spalla. Barcollo, presa alla sprovvista. Confusa vedo la palla che rimbalza per terra. Mi giro furiosa. Harry mi fa un gesto con una mano. Si avvicina velocemente. Il suo viso è illuminato dai raggi del sole che entra dalla finestra della palestra. Sembra un dio greco, penso confusamente. Mi mordo le labbra per reprimere questo pensiero.

-Scusa, Mariebel- dice, sorridendomi –non volevo colpirti-

-Ovviamente è stato un incidente- dico sarcastica, massaggiandomi la spalla. Mi fa male.

Harry prende la palla. –Ti sei fatta male?- mi chiede. È preoccupato? Dal tono della voce lo sembrerebbe, ma con lui non sono mai sicura di nulla. Si avvicina ancora di più e mi tira indietro una ciocca di capelli che mi è finita davanti agli occhi. Avvampo. La mia pelle brucia. Spero di non essere troppo rossa.

-No, sto bene- mento.

-Forse dovresti metterci sopra un po' di ghiaccio- mi sfiora delicatamente la parte dolorante. Mi mordo le labbra, sperando che lui non veda quanto desidero essere toccata da lui. Purtroppo Harry nota sempre tutto.

-Sto bene, grazie-

Jane si fa avanti. –Ho fatto un corso sul primo soccorso- dice. La perfetta Jane.

Io e Harry non l'ascoltiamo. Ci stiamo fissando e lui non toglie la sua mano dalla mia spalla. Massaggia delicatamente la mia pelle. È un gesto dolce, anche se sospetto che il colpirmi con la palla non sia stato casuale.

-Vuoi che ci dia un'occhiata?- chiede Jane -Posso vedere se hai qualcosa di rotto-

La ignoro. Ho il cuore che batte all'impazzata. Mi tremano le gambe. Vorrei abbassare lo sguardo, ma è agganciato agli occhi di Harry. Non posso indietreggiare. La lingua si rifiuta di muoversi per pronunciare qualsiasi parola. Lui continua a toccarmi. Sto andando a fuoco. Harry si avvicina di un passo. Mi rendo conto di avere le labbra socchiuse, in attesa di un suo bacio. Nella mia mente lui mi attira a sè, mi solleva e mi bacia. Non succede nulla ovviamente.

Jane appoggia la sua mano sulla mia spalla. L'incantesimo è rotto. Harry mi lascia e arretra.

-Non sembra rotta- dice Jane, tastando la parte.

-Menomale- mormoro.

-Sono felice che tu stia bene- dice Harry.

Sorrido. Un sorriso spontaneo.

-Dovresti riposarti per oggi- continua Jane.

-Credo che andrò nello spogliatoio dico. Almeno starò lontana da Harry.

-Ottima idea- esclama Jane. È felice che abbia seguito il suo consiglio. -Vuoi che ti accompagni?-

Scuoto la testa. -Non ti preoccupare-

Harry è ancora fermo vicino a me. Non parla, osserva solo. Gli faccio un cenno col capo. Un cenno di saluto? Non saprei, forse. Mi dirigo verso la porta. Il corridoio è vuoto e poco illuminato.

Entro nello spogliatoio e mi lascio cadere sulla panca. È una stanza piccola con muri azzurri. Alla mia destra c'è la porta che conduce alle docce. Sono stanca. Mi alzo e vado davanti al mio armadietto. Lo apro e prendo il vestito e un asciugamano. Manca ancora mezz'ora alla fine della lezione. Ho tutto il tempo per farmi una doccia.

Entro nella stanza delle docce. Ci sono tre box con tendine azzurre. Scelgo la prima. Lascio l'asciugamano e il vestito su una sedia quindi mi spoglio.

M'infilo sotto la prima doccia. Apro il gelido rubinetto. L'acqua calda mi batte sulla pelle. Sono confusa, piena di pensieri. Massaggio delicatamente la parte dolorante. Resto là sotto per un tempo che mi pare infinito, poi mi costringo a uscire.

Allungo un braccio per prendere l'asciugamano, ma non riesco a raggiungerlo. Eppure lo avevo lasciato vicino. Mi sporgo fuori. Sobbalzo spaventata.

-Cercavi questo?-

Harry mi mostra divertito l'asciugamano. Mi nascondo dietro la tenda.

-Che cosa stai facendo? Guarda che mi metto a urlare!- grido. Ho il cuore in gola.

Lui mi sorride. –Potrei sempre dire che sei tu che mi ha detto di venire qua-

-Bugiardo-

Lui ride. –Comunque sono venuto per restituirti questo- fa penzolare dalle sue dita il ciondolo a forma di rosa –ti è caduto in palestra-

-Avresti potuto darmelo più tardi- sono imbarazzatissima.

-E perdermi questo spettacolo?- non mi toglie gli occhi di dosso –Sei veramente un incanto, sai?- dice, come se potesse vedermi nonostante la tenda.

Arrossisco. –Mi puoi dare l'asciugamano?-

-Oh, certo- fa un passo avanti.

Mi allungo e cerco di prendere l'asciugamano. È troppo lontano. Lui balza in avanti e io mi ritraggo. Per poco non scivolo, ma Harry è più rapido e mi prende per le braccia sostenendomi.

-Grazie- mormoro. Ci metto un attimo a comprendere che sono completamente nuda davanti a lui. Ora sì che urlerei.

-Sei un vero schianto- esclama, poi mi lascia le braccia e mi avvolge nell'asciugamano. È odiosamente premuroso mentre lo fa.

-Vattene- urlo.

-Come vuoi- appoggia il ciondolo sulla sedia, accanto al mio vestito -volevo solo dirti che è molto bella questa rosa- la sua voce è strana.

Resto un attimo in silenzio e ripenso alla ragazza della fotografia.

-Ne aveva una identica una persona che conosce... che conosco-

Mi sorprende la sua correzione. -Un'amica?- chiedo in un sussurro.

Lui non mi risponde. –A presto- dice, si gira e se ne va.

Resto immobile sotto la doccia. Un dubbio mi lacera la mente. Che conosce... che conosco. No, lui voleva dire conosceva. E questo mi fa venire un tremendo sospetto. Forse... no, non devo pensarci. Forse ha usato il passato perché la ragazza non c'è più. Forse lui c'entra qualcosa con questo. Scuoto la testa. Sto diventando paranoica. Tutta colpa di Harry!

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa ne pensate di questo capitolo e del ciondolo?

A mercoledì (sempre che non riesca a pubblicare prima) ❤

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