9°capitolo:Un vecchio amore

«Che...Co...cosa ci fai qui, Vincent?»
Chiesi sorpresa ma allo stesso tempo felice. Lui mi sorrise mentre la pioggia bagnava il suo viso.

Non capivo cosa ci facesse lì con me in quel momento, era una cosa impossibile. Rimase in silenzio per pochi secondi e poi mi rispose: «Sono appena tornato, mi sei mancata tantissimo Angy». Dichiarò stringendomi più forte tra le sue braccia

Non poteva essere reale: quel ragazzo si trovava nel posto e nel momento giusto, proprio quando ormai avevo perso ogni speranza di essere felice.

«Vi...Vincent. » esclamai senza parole. Non riuscivo ancora a crederci, lui viveva in un'altra nazione da molti anni ormai, che ci faceva con me? Così mossa d'istinto, toccai i suoi muscoli per accertarmi che lui non fosse frutto della mia mente malata.

«Tutto a posto Angy? Niente di rotto?»Mi domandò divertito, cavolo era vero!

«Mi fa male un po' la caviglia, ma non è niente di grave, grazie!» risposi diventando rossa come un peperone. Per fortuna non ero diventata pazza, ma toccare un ragazzo in maniera così sfacciata, mentre ero in braccio a lui, era da psichiatria, per non dire altro.

Dopo un po' raggiungemmo casa mia. Entrammo e mi appoggiò delicatamente sul divano di pelle nera che si trovava nel salotto. Mi osservava in un modo così strano, in un modo che non aveva mai fatto prima.

I suoi bellissimi occhi azzurri brillavano a ogni mio sguardo. Eravamo in un silenzio imbarazzante e nessuno dei due voleva romperlo. Sembrava che entrambi fossimo occupati a scrutarci rigorosamente e a perderci l'uno negli occhi dell'altra.

Ma uno starnuto mi fece tornare alla realtà, ero bagnata dalla testa ai piedi, se non mi asciugavo rischiavo seriamente di prendermi un brutto raffreddore e poi chi l'avrebbe sentita mia madre?

« Ah ma tu stai tremando dal freddo, vuoi che ti prendo un asciugamano e dei vestiti puliti?» Mi propose Vincent preoccupato.

« Sì grazie, prendine uno anche per te.» Risposi starnutendo di nuovo.

« La mia stanza si trova al primo piano, la seconda porta a destra, l' asciugamano invece è nel secondo cassetto del comodino accanto al letto, mentre i miei vestiti nell' armadio...» gli spegai velocemente senza prendere fiato.

« Sì, va bene ho capito, stai tranquilla, tu riposati, vengo subito.» Mi sorrise accarezzandomi una guancia e salì su. Era così carino anche visto da dietro!

Mentre le mie guance diventavano sempre più infuocate a causa delle mille pale mentali che mi facevo poiché ero da sola con un ragazzo, Vincent scese le scale e tornai in me, abbassando di poco la temperatura del mio corpo, abbastanza da non farmi beccare con la guance rosse come un pomodoro.

« Ecco qui Angelica, ti ho portato un asciugamano e dei vestiti asciutti, vanno bene? Hai bisogno di altro?» mi porse i vestiti cordialmente.

« Si grazie vanno bene» sorrisi mentre lui appoggiò gli asciugamani sul divano e guardando la maglietta diventai nuovamente rossa dall' imbarazzo. Non potevo credere ai miei occhi! Vincent era salito nella mia stanza e per prendere quei vestiti avrà dovuto rovistare anche nelle mie mutandine! Mamma mia quanto ero stupida! In quel momento volevo sprofondare in un buco nero e non uscirne mai più.

« Aspetta ti prendo anche del ghiaccio, quella caviglia è molto gonfia!» Mi disse dirigendosi verso il frigo.

«Ah sì, ma mi passerà presto, sono abituata alle storte, ormai le mie ossa sono elastiche» risi da sola come una pazza alla mia battuta, mentre lui continuava a essere serio. Quanto ero pessima, con i ragazzi non sapevo per nulla dialogare!

Mi diede la borsa con il ghiaccio e si girò di spalle: prese uno dei due asciugamani quello azzurro con il fiocchettino, lasciando a me quello rosa. Si asciugò i capelli, mentre io mi cambiavo i vestiti.

«P...puoi girarti o... ora» gli dissi mentre afferravo il panno  per asciugarmi i capelli.
Lui si girò verso di me e in silenzio mi guardava incantato.

Tutto a un tratto, il silenzio fu interrotto da un suo sospiro e poi iniziò a dirmi: «Come sei bella Angelica, ogni minuto che passa io mi sento attratto sempre di più da te e dai tuoi meravigliosi occhi.» mi confessò azzerando quasi del tutto la distanza tra di noi. I respiri si fecero più pesanti, i nostri occhi erano quasi del tutto mescolati tra di loro e soprattutto, le nostre bocche erano a un millimetro di distanza, bastava che uno di noi si spostasse un po' di più in avanti e ci saremmo baciati.

«Mi sei mancata! Quando ero a Barcellona in ogni momento pensavo a te, alle tue morbide labbra, ho una voglia immensa di baciarti. Non riuscivo a stare lì senza vederti e così ho deciso di ritornare e di dirti quanto ci tenessi a te!» Mi rivelò tutto d'un fiato diventando rosso dall'imbarazzo. Poi, senza che me lo aspettassi, unì le sue labbra alle mie e un fuoco che non avevo provato mai prima di allora, invase magicamente il mio corpo.

«Cosa? Io ti piaccio?» gli sussurrai priva di fiato a causa del meraviglioso bacio che mi rubò, pochi minuti prima, senza preavviso.

«Sì mi piaci da impazzire! Era da tanto che volevo dirtelo e finalmente ho avuto il coraggio. »Alzò lo sguardo per guardarmi dritta negli occhi.

"Wow veramente Vincent ha una cotta per me?" Mi chiesi senza parole.
Ero davvero felice, avevo le lacrime agli occhi e d'impulso lo abbracciai forte e lui senza pensarci due volte affondò il suo viso nell'incavo del mio collo.

«Allora? Ti va di provare a essere la mia ragazza?»Mi propose guardandomi intensamente negli occhi. Per me essere desiderata in quel modo era così assurdo e fuori luogo. Il mio sogno si stava avverando, era quello che avevo sempre voluto, ma il mio sesto senso mi avvertiva di uno strano pericolo che cercai di cacciare via. Il mio cuore insisteva di gettarmi a capofitto in quella splendida storia d'amore e non avevo nessuna intenzione di tirarmi indietro.

"Al diavolo, Vincent è il mio principe azzurro da quando ero bambina, perché mai dovrebbe andare qualcosa storto?" Sbuffai odiando la mia stupida coscienza che era una vera e propria fifona.

«Certo, possiamo provarci, perché no?»

Lui mi sorrise soddisfatto e mi diede un altro dei suoi meravigliosi baci.

Grazie a lui avevo quasi del tutto dimenticato quello stupido che qualche ora prima mi aveva umiliata davanti a tutti.

Cinque anni prima:
Era estate e io ero seduta in una panchina sola a piangere ero molto triste, i miei genitori avevano appena divorziato e io ero scappata di casa, non volevo dire addio a mio padre, lo amavo troppo. Ero da sola perché Daniel ogni estate partiva con i suoi genitori e così, mentre piangevo, un dolce ragazzo un po' più grande di me di tre anni, mi chiese dolcemente: «Ciao! Potrei sapere perché piangi? Io mi chiamo Vincent, molto piacere».

Vedendolo molto gentile e disponibile nei miei confronti, mi presi una cotta e imbarazzata iniziai a raccontargli tutta la mia storia e cosa stessi provando in quel momento.

Vincent rimase per ore ad ascoltarmi e quando finii di parlare, mi diede il coraggio di dire addio a mio padre e poi mi accompagnò a casa dove lo avrei visto per l'ultima volta. A quei tempi mi sentivo molto sola, non avevo ancora incontrato Annalisa e con Daniel la nostra amicizia era ancora molto acerba. Vincent fu il mio primo amore e adoravo stare con lui, eravamo diventati ottimi amici, pian piano stavamo diventanto anche molto intimi e ogni volta che mi sentivo giù, bastava un suo sorriso, una sua carezza che subito mi dimenticavo di quello che mi opprimeva. Dopo due anni però, lui dovette partire con i suoi genitori a Barcellona per motivi di lavoro, io non volevo che mi abbandonasse e quando partì piansi per settimane, non riuscivo più a mangiare né a dormire. Successivamente un giorno a scuola arrivarono Alex e Annalisa sconvolgendo la vita sia a me che a Daniel. Legai con quella bella bambina dai lunghi capelli neri e diventammo migliori amiche e il mio cuore senza volerlo, si riempì d'amore verso qualcun'altro di completamente diverso da me. Da quel momento in poi cercai di non pensare più a Vincent, cercai di sopprimere i miei sentimenti, ma sapevo che non potevo cancellarlo definitivamente dalla mia mente.

«Adesso hai diciannove anni, vero?» Gli chiesi retoricamente.

«Certo! Ho trovato lavoro da mio zio, quindi tranquilla non ti lascerò più sola. » mi promise accarezzandomi una guancia.

«Ah bene, mi fa piacere, allora possiamo stare insieme senza nessun problema, giusto?» Chiesi ancora non convinta che lui fosse tornato per sempre e che dopo non se ne sarebbe andato di nuovo, come aveva fatto tre anni prima. Ci rimasi davvero male, non volevo soffrire di nuovo per lui, preferivo scomparire piuttosto che perderlo di nuovo.

«No, no, tranquilla, non me ne vado piccola, io rimango qui accanto a te per sempre. » mi giurò facendomi l'occhiolino.

Sentendo quelle parole mi sentii meglio e dopo aver parlato per alcune ore, ci salutammo e lui se ne andò a casa lasciandomi con un sorriso stampato in faccia e con un forte calore nel cuore.

Spazio autrice
Ciao ragazzi allora qui in basso vi presento Vincent:

Ecco Vincent: 19 anni alto, biondo, occhi azzurri e cosa più importante ha fatto sciogliere il cuore della nostra Angelica e sì perché le ha chiesto di diventare la sua ragazza.
Aah! Non è carino...

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