63°Capitolo: Angelica

Avevo passato una notte magica, ero davvero felice. Alex era stato fantastico, mi aveva fatto sognare e smettere di pensare a tutti i miei problemi. Forse aveva ragione, a volte ero proprio una bambina viziata, dovevo smettere di infuriarmi non appena c'era qualcosa che non andava secondo i miei piani.

Erano le otto del mattino e carica di un' energia misteriosa, mi alzai e andai in bagno. Mi sciacquai la faccia e non appena alzai gli occhi sullo specchio, vidi una strana macchia violacea sul collo.

Presa dal panico urlai aprendo la porta del bagno: «Alex ti uccido! Mi hai fatto un succhiotto!» Ero furiosa. Mi aveva lasciato un segno evidente della nostra notte precedente senza avermi prima avvisata. Alex non curante delle mie urla, si rigirò nel letto dandomi le spalle e, come se mi volesse fare un dispetto, si grattò il sedere ignorandomi completamente. Così salii sul letto e lo scossi cercando di svegliarlo.

«Alex, ti è andato di volta il cervello? Perché mi hai fatto un succhiotto?» Gli domandai continuando a scuoterlo.

«Buongiorno piccola, ti piace? Ti ho voluto fare un regalo.» mi sorrise beffardo e con gli occhi ancora chiusi.

«Scemo, la prossima volta fallo in posti dove non si vede.» lo ammonii facendo la finta offesa. Lui con un sorriso stampato sulle labbra mi prese per i fianchi, mi gettò sul letto, salì sopra di me e iniziò a lasciarmi tanti caldi baci sul collo e sul seno.

In quel momento eravamo davvero felici, avrei voluto che fosse stato sempre così tra di noi, ma purtroppo non era mai stato così semplice. Io e Alex eravamo completamente diversi, non ci capivamo mai e forse per questo, invece di fare l'amore, facevamo la guerra. Però allo stesso tempo, ci attiravamo una verso l'altro, proprio come due calamite.

«Va bene, ti perdono, basta. Scendo a fare colazione, se vuoi tu continua a dormire, è ancora molto presto.» gli sussurai in un orecchio divertita e lo baciai sulle labbra.

«Ok piccola.» mi sorrise, mi lasciò andare e ritornò a dormire.

Scesi le scale e trovai Daniel a cucinare una bella colazione per tutti.

«Buongiorno Dani, ti sei messo ai fornelli già di prima mattina?» Mi sedetti su una sedia e guardai il mio amico girare le ultime crepes, le mie preferite.

«Sì, cucinare mi aiuta a calmarmi e poi è la mia passione, come quella che ha mio padre».

Aveva perfettamente ragione. Lui e suo padre erano molto simili, condividevano la stessa passione e poi lui era fatto così, quando stava male passava l'intera giornata ai fornelli. Cucinare lo faceva sentire bene e io non potevo che ammirare quel ragazzo biondo con le fossette e con il sorriso sempre in volto, anche quando certi momenti erano così terribili da farti sprofondare nell'oblio. Ero circondata da amici forti e coraggiosi, l'opposto di me che quando mi succedeva una cosa, anche la più banale, per me era come morire.

«Ho capito.» Presi una crepe già pronta e l'addentai. Era buonissima.

«Wow Dani! È sublime questa crepe.» esclamai con le papille gustative in estasi.

«Grazie Angy.» mi sorrise, posò la padella nel lavandino e si sedette con me a farcire le ultime prelibatezze con la "Nutella", l'altro mio amore della mia vita.

«Tua madre quando torna?» Mi domandò nascondendo il suo viso dietro la tazza di latte fumante che aveva appena preparato.

«Penso a momenti, perché?» Replicai confusa. Era tornato cupo, timido e soprattutto triste.

«Così, semplice curiosità.» bevve un altro sorso e poi aggiunse: «Quindi tu sei sempre sola a casa? Non ti fa sentire triste? Come fai a sopportare la solitudine?» Le sue domande mi spiazzarono, non sapevo cosa dire.

«Di solito non sono sola, Anna mi faceva compagnia oppure uscivo con voi, insomma cerco in tutti modi di non restare da sola, ma alla fine quando torni a casa lo sei lo stesso.» abbassai gli occhi a terra. In quel momento mi sentivo in imbarazzo, nominare la mia migliore amica davanti al suo ragazzo mi faceva sentire fuori luogo, una persona orribile e soprattutto sentivo molta malinconia e nostalgia di giorni davvero felici. Volevo tornare indietro, mi sembrava di vivere un incubo a occhi aperti.

Dopo colazione lavammo i piatti e mettemmo le crepes avanzate in frigo per Alex. A un certo punto mentre io e Daniel stavamo guardando un film alla televisione, sentimmo aprire la porta. Era mia madre che era appena rientrata.

«Buongiorno mamma.» scattai subito in piedi, andai a salutarla e Daniel mi seguì.

«Ciao Angy, Daniel.» ci sorrise a entrambi.

«Signora ha notizie di Anna?» Chiese il mio amico super preoccupato.

«Anna sta bene ragazzo, non ti preoccupare, molto presto scommetto che si risveglierà.» ci rassicurò mia madre sedendosi su una sedia e si tolse le scomode scarpe che portava.

Quella sua risposta mi aveva dato speranza, mi aveva, in parte, tranquillizzata.

«Bene, allora oggi pomeriggio andiamo a trovarla?» Mi chiese con un timido sorriso.

«Certo!» Esclamai contenta e abbracciai entrambi con le lacrime agli occhi. Forse le mie preghiere erano state esaudite, molto probabilmente avrei rivisto ridere di nuovo la mia migliore amica e non vedevo l'ora.

Spazio autrice:

Buonasera a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo. Votatelo e riempitelo di commenti per favore. Sono tornata finalmente! Vi sono mancata? Ditemi che ne pensate del nuovo capitolo, un bacio a presto.

Vi amo anime belle!

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