57° capitolo: dopo la tempesta, la quiete

Eri un sogno a occhi aperti, ora sei la mia realtà più bella.

"Talita era spaventata, non riusciva a dire nemmeno una parola, Harry era davvero arrabbiato. La costrinse a salire nella sua costosa macchina nuova di zecca e insieme sfrecciarono via da quella villa apparentemente perfetta. La ragazza era rossa dalla vergogna, cosa avrebbero pensato i padroni? Ma soprattutto suo padre che l'aveva vista andare via con quel ribelle del figlio del riccone che li aveva ospitati. Tal lo guardava senza parole, Harry aveva la mascella serrata, le sue pupille erano scure, era furioso e la velocità super rischiosa in cui andava quel ragazzo così strano, così scontroso, non aiutava per niente."

«Accidenti, perché i ragazzi sono così strani?» dissi ad alta voce chiudendo il libro che stavo leggendo su Harry Styles. Veramente non mi erano mai piaciute le fan fiction soprattutto su quel cantante, ma in quel momento "Harry Styles ribelle", assomigliava tantissimo a quello scontroso di Alex e pensando a quel cretino la mia rabbia aumentava sempre di più. Leggere mi aiutava molto. Era come se farlo mi aiutasse a cercare le mille risposte che da sola non sarei mai riuscita a trovare. A volte mi immedesimavo così tanto nelle storie che sembravo io la protagonista così sfigata che il bad boy di turno gliene faceva di tutti i colori. Forse io e lui eravamo davvero due protagonisti di una fan fiction. Era così assurda la nostra relazione che non sembrava reale, ma potevo giurare che io esistevo davvero, però ero un po' incerta sul corvino. Era troppo bipolare e strano per essere davvero una persona reale. Risi da sola dandomi uno schiaffo sulla fronte. Dovevo stare davvero male per parlare da sola e soprattutto paragonare le nostre vite a una fan fiction da quattro soldi.

«Angelica, posso entrare?» mi chiese Daniel risvegliandomi dal mio stato di trance.

«Sì certo, dimmi.» alzai il sopracciglio destro come punto di domanda. Il mio amico era strano e io ero molto curiosa.

«Ho sentito da tua madre, mentre parlava con un suo collega, che presto potrai andare a casa.» mi sorrise timidamente. Sapevo benissimo che non era venuto solo per dirmi quella cosa, ma che in realtà c'era dell'altro.

«Ho capito, c'è qualcos'altro che devi dirmi Dani?» gli strinsi forte la mano.

«Beh... ho visto cinque minuti fa i genitori di Annalisa che piangevano. Erano distrutti ed è tutta colpa mia.» mi abbracciò e pianse a dirotto stringendomi a sé.

«Oh Dani, non è vero, non è colpa tua, e Isa si sveglierà, tranquillo.» Gli accarezzai dolcemente la schiena.

«Oh, Angelica, vorrei avere anche io un pizzico del tuo ottimismo, ma non credo che se Annalisa si sveglierà, vorrà ancora stare con me dopo quello che le ho detto. L'ho ferita e l'ho fatta sentire uno straccio, cosa che non dovevo fare, ma ero arrabbiato, con lei, con te e con Alex. Credevo che voi non mi volevate più al vostro fianco.» mi confessò con le lacrime agli occhi.

«Come puoi pensare una cosa del genere Dani? Io se mi sono allontanata da voi due c'era un motivo bello grosso e Alex, beh...lui, sai com'è fatto, ma non preoccuparti noi ti vogliamo bene. Stiamo insieme da una vita, non si può chiudere così un'amicizia che dura quasi un secolo!» Affermai convinta delle mie parole cercando di confortarlo.

«Già, ma non ne sono tanto sicuro. Non capisco come voi due siete andati a letto insieme, credevo che vi odiaste. Cosa è successo in quel mese dove ho visto la nostra amicizia andare in fumo, senza poter fare niente per impedirlo?» Mi guardò arrabbiato e confuso.

«Perché cazzo non me lo volete dire? Sono stufo del vostro silenzio!» Si alzò bruscamente dal letto iniziando a tirarsi nervosamente i capelli.

«Ok Daniel, stai calmo, te lo dirò, però giurami che non lo dirai a nessuno.» Sospirai guardandolo seria. Lui annuì velocemente con la testa.

«Beh... vedi, Alex, era nei guai per colpa di suo padre. Doveva trovare una cifra enorme in poco tempo e visto che io ero con lui gli avevo promesso che lo avrei aiutato. Mi ero iscritta alla gara di canto proprio per lui, ma per mia sfortuna ho perso e quando Isa mi ha portato a casa sua io beh... ho fatto una cosa orribile...» mi fermai ricordando l'orribile scena che fui costretta a commettere per aiutare quel cretino. Diventai rossa dalla vergogna, sentivo la gola secca, mi sentivo un verme viscido.

«Continua Angy, non preoccuparti, io non ti giudicherei mai, dopotutto sono nella tua stessa situazione. Anche io l'ho ferita e delusa.» Volevo contraddirlo, volevo dirgli che quello che feci io era più schifoso di ogni altra cosa, ma mi limitai solo a continuare.

«Ok...andai nello studio di suo padre e mentre lei non c'era, aprii la cassaforte e rubai la cifra che mi serviva, ma lei mi scoprì subito e quando vide quello che feci, si arrabbiò terribilmente e mi cacciò via, non solo da casa sua, ma anche dalla sua vita. Subito quando scappai andai da Alex gli diedi i soldi e litigai anche con lui. Ero furiosa perché per colpa sua feci una cosa orribile.» Scoppiai a piangere coprendomi il viso con le mani, mi sentivo un mostro cosa che ero veramente dopo quell'episodio.

«Cosa? Hai rubato a casa sua?» Mi disse Daniel senza parole.

«Sì. Lo so Dani, ho commesso una cosa imperdonabile per questo non volevo dirtelo, mi vergognavo troppo e non volevo perdere anche te. Sono davvero una schifosa egoista.» Continuai a piangere. Tremavo, non sapevo cosa avrebbe fatto adesso che sapeva la verità.

«Mi spieghi perché non glielo hai chiesto invece di rubare a casa sua?» Mi guardò perplesso alzando il sopracciglio sinistro.

«Beh...Perché non potevo, Alex mi aveva fatto giurare che non lo avrei detto a nessuno.»

«Ah, ho capito. Quindi adesso però visto che lo hai raccontato a me puoi dirlo anche a lei, giusto?» Mi sorrise timidamente.

«Sì... Credo di sì.» Lo guardai confusa.

«Perfetto, allora non c'è nessun problema, se ti scusi e le racconti la verità, credo che ti perdonerà. Dopotutto vi volete molto bene e dubito che lei possa stare ancora senza di te.» Mi massaggiò la gamba con una mano.

«Oh Daniel, hai ragione, grazie!» Lo abbracciai forte, gli ero davvero riconoscente. Daniel aveva perfettamente ragione. Confessarle tutto sarebbe stata l'occasione giusta per farmi perdonare e tornare a essere di nuovo amiche. Non vedevo l'ora, però il problema era che lei, prima si doveva svegliare o le mie scuse non sarebbero servite a niente.

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