50° capitolo: Alex vince su tutto!
Alex
«Che cosa credi? Che io sia solo spazzatura? Che puoi gettarmi via quando ti pare? » quelle sue ultime parole mi paralizzarono. Non sapevo più cosa dirle. Ero nei guai, Angelica aveva sentito cose che non doveva e soprattutto aveva mal interpretato quello che avevo detto. Avevo sbagliato lo so, avevo fatto lo sbruffone e l'orgoglioso davanti a mia zia, ma in realtà non ero così, volevo solo celare i miei sentimenti, però con lei ormai era inutile, non l'avrei potuto più fare... Perché adesso il mio cuore apparteneva solo ad Angelica e a nessun'altra.
«Angelica! Aspetta, calmati» la bloccai posizionandomi davanti a lei.
«Che cosa vuoi? Per favore, vattene!» mi disse furiosa passandosi entrambe le mani tra i capelli.
«Voglio spiegarti tutto, finalmente sarò sincero con te, però non qui... Vieni con me, andiamo in macchina» sospirai ormai sconfitto dalla situazione in cui mi ero cacciato.
"Sarò pronto a confessarle tutto quello che provo? A consegnarle il mio cuore?"
Pensai confuso e in preda al panico. Non sapevo come dirglielo e soprattutto, non sapevo cosa mi sarebbe successo.
Lei mi avrebbe accettato così com'ero? O mi avrebbe rifiutato in tronco, senza darmi il tempo di controbattere?
Lei sbuffò molto rumorosamente, ma poi, passati alcuni minuti, acconsentì.
«Andiamo, prima che cambi di nuovo idea» mi tirò violentemente per un braccio. Incredibile quanto fosse forte Angelica quando si arrabbiava.
Entrammo in macchina.
«Bene, adesso dove mi porti? In qualche posto macabro e isolato dal mondo dove puoi uccidermi senza nessun problema?» mi disse con una nota di sarcasmo molto amara.
«Tranquilla, non sono un serial killer» le feci un occhiolino per tranquillizzarla, ma ottenni solo l'effetto contrario.
«Cosa? La tua famiglia fa affari con la mala vita, spaccia droga e tu? Tu addirittura eri il boss mafioso di questo paese! No... Non sei un criminale!» sbuffò lei irritata. La sua risposta mi spiazzò per alcuni secondi.
«Ehi cosa? No, non ero un" boss".
Aiutavo a volte il mio amico quando aveva qualche problema, tutto qui» le spiegai molto velocemente. Ero ancora un ragazzino, sbandato e incazzato con il mondo, ma niente di più.
«Ok, tanto è inutile insistere con te» sospirò Angelica ormai rassegnata dalla mia testardaggine.
«Prego signorina» le aprii lo sportello e le feci l'inchino proprio come un gentiluomo, ma invece di ricevere un sorriso ebbi solo un orribile sguardo che mi fulminò all'istante.
Salii anch'io, accesi il motore e partimmo, non sapevo da dove iniziare, troppe cose dovevo dirle, troppe cose dovevo spiegarle.
«Allora? Cosa vuoi fare?» mi disse lei irritata dal mio silenzio.
«Parlare no?» le risposi nervoso, le mie mani tremavano, non riuscivo a stare fermo.
«Eh sì parlare... Non voglio sentire altre scuse e oltretutto non ho tempo da perdere dimmi che diavolo vuoi.» sbuffò irritata.
"Mamma mia! Ora mi sta facendo perdere davvero la pazienza"...
Pensai frustrato.
«La smetti di fare la ragazzina viziata?» risposi alzando gli occhi al cielo.
«Ah... Bene adesso sono anche viziata.»sbottò acida.
«Sì! Perché tu non hai passato quello che ho passato io, tu hai una famiglia che ti vuole bene, mentre io? Avevo solo mia madre che pensava a me, però purtroppo, lei non c'è più.
Ora invece, c'è solo mio padre che se potesse, mi ucciderebbe all'istante!» urlai trattenendo a stento le lacrime, non dovevo piangere, non qui, non con lei.
Lei voleva controbattere, ma le mie parole la zittirono, non sapeva più cosa dire, il suo viso divenne cupo e triste. Forse avevo esagerato.
«C... Cosa? Io dovrei essere felice? Mia madre non c'è mai, non sa nulla della mia vita, mi ha portato via mio padre l'unico che veramente mi volesse bene in questa vita e tu dici che io sono tranquilla e che non so quello che provi? Io forse sono l'unica che può capirti, ma tu come il tuo solito, mi tagli fuori dalla tua vita e io questo non lo accetto più!» singhiozzò distrutta.
«Senti... Se non fosse stato per il giudice che mi ha affidato a mia madre, io a quest'ora ero con mio padre in Sicilia, libera e felice dimenticandomi una volta per tutte di te e di tutto questo casino!» disse trucidandomi con lo sguardo. Sapevo quello che stava provando Angelica da quando i suoi si erano lasciati, ma io non avevo mai pensato che lei soffrisse così tanto. Che stupido! In quel momento volevo solo sotterrarmi e non uscire mai più di lì.
«Angelica... Scusami, non volevo offenderti in nessun modo» mi scusai dispiaciuto. Accostai la macchina vicino a un parco abbandonato.
«Ti odio, ti odio, io ti...» iniziò a colpirmi ripetutamente sul petto, piangeva era distrutta, e io mi sentivo uno schifo.
La fermai guardandola fisso negli occhi.
«Perché? Perché ti piace farmi soffrire? Perché!?» urlava disperata e io non sapendo che fare l'abbracciai.
«Scusa... Sono un coglione ok? Faccio sempre cazzate, non sono bravo a fare nulla, sono solo feccia, tu non dovresti stare con me... Per questo ti tratto male, non voglio affezionarmi a te, non voglio che tu mi ami perché poi ti farei solo del male. Io sono solo un errore, non dovevo neanche esistere. Quindi scusami, sono un disastro, mentre tu, sei perfetta, e io mi vergogno di me stesso e di quello che faccio.» finalmente le dissi quello che pensavo, ero stato sincero con lei, non volevo più mentirle ormai era inutile, era diventata troppo importante per me.
«Stai dicendo solo cazzate... Io non ti credo! Sei solo un bugiardo perché mai dovresti amarmi? Tu non provi niente per me, tu mi odi, io non sono perfetta faccio schifo, sono orrenda! Quindi smettila perché davvero, sei ridicolo!» sbottò acida. Era furiosa e distrutta. Distrutta da me.
"Cavolo! Mi sa che ho esagerato in tutti questi anni" pensai schiaffeggiandomi mentalmente.
Poi prosegui dicendole: «Sei complicata, a volte scleri talmente male che è quasi impossibile non odiarti...»
«Certo! È impossibile rimanere calma con uno stupido come te!» esclamò rossa dalla rabbia.
«Aspetta! Fammi continuare...» sospirai cercando di rimanere freddo il più possibile.
«Ok! Tanto so già cosa vuoi dirmi... Sono abituata alla tua cattiveria» disse Angelica con la voce spezzata dai singhiozzi.
«Allora... Dici sempre che non ti piaci perché non sei perfetta... Beh sì, non sei perfetta, ma chi lo è? Ti lamenti dei tuoi difetti, sei lunatica, insicura, un totale controsenso» ripresi io cercando di farle capire i miei sentimenti, ma lei, come sempre, mi interruppe.
«Beh... Guarda da quale pulpito viene la predica! Tu sei "Mister Bipolarità"» ringhiò stringendo forte i denti.
«Per favore, Angelica! Stai zitta un attimo! Fammi parlare» sbuffai stanco di essere sempre interrotto.
«Ok... Vai! Non parlo più!» girò la testa verso il finestrino.
«Ascoltami... Quello che voglio dirti è molto importante» le presi il mento con due dite e la costrinsi a guardarmi.
«Quindi ti stavo dicendo che sei un vero controsenso... Ma sai che ti dico? Sei anche la persona più sensibile e dolce che io abbia mai conosciuto. Ti affezioni facilmente e daresti il cuore per le persone a cui vuoi veramente bene. Ami tanto, ami forte, ami con tutta l'anima. Lotti fino alla fine, rischiando di perdere anche te stessa. Quindi sì potrei andarmene, girarti le spalle e continuare a fingere di odiarti, ma... Non posso. Ho preso già la mia decisione ed è quella di AMARTI!» non appena finii di parlare, unii le mie labbra alle sue creando così, un fantastico bacio. Lei inizialmente voleva rifiutarsi, ma poi, per fortuna, acconsentì. Le nostre lingue si intrecciarono e iniziarono a danzare. Ero felice, finalmente stavo bene, non avevo più paura di mostrare agli altri chi ero veramente.
Spazio autrice:
Salve amici che ne pensate di questo finale? Beh veramente volevo farlo finire in un altro modo ma lo scriverò nel prossimo capitolo. Bene vi saluto ci vediamo al prossimo aggiornamento, un bacio.
Ps: votate e commentate se il capitolo vi è piaciuto e ditemi cosa ne pensate, ne sarei molto felice, e chissà... Magari aggiorno prima!
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