38°capitolo: Alex. Un abbraccio inaspettato
Quando sei innamorato
non riesci a dormire
perché la realtà
è più bella dei sogni.
___________________________________
«Alex! Alex svegliati! Sei davvero un dormiglione.»Sentii a un tratto la voce di Angelica che mi chiamava, così aprii gli occhi e la vidi ridere.
«Finalmente ti sei svegliato».
Mi accarezzò dolcemente una guancia, mentre ero ancora sdraiato sul mio letto. Com'era bella, adoravo tutto di lei.
Angelica era accanto a me, seduta sul mio letto che mi fissava impassibile con i suoi meravigliosi occhi azzurri, i suoi lunghi capelli biondi erano perfetti, mi ricordavano tanto il grano d'orato pronto per essere raccolto. Indossava un semplice vestitino azzurro che anche se non era così provocante, mi fece eccitare tantissimo. Era stupenda, una vera e propria dea greca e se fosse stato per me io non avrei mai più staccato i miei occhi color nocciola dal suo corpo.
«Già». Non appena risposi, lei si allontanò da me, così per paura di perderla un'altra volta, mi alzai anch'io e cercai di prenderla.
Ma non appena mi mossi, mi ritrovai in un giardino, non ero più nella mia stanza, ma in un altro posto.
«Alex vieni! Corriamo dai».
Mi prese per mano e io felice iniziai a inseguirla. Ridevamo e scherzavamo insieme, era come se tutti i miei sbagli si fossero cancellati. Ma a un tratto arrivò l'oscurità, rimasi solo, Angelica era sparita, sentivo freddo e il mio respiro era accelerato.
«Aiuto! Alex ti prego salvami!»
Sentii gridare Angelica, io allora spaventato iniziai a muovermi nel buio fino a quando la trovai.
Era lì, immobile che tremava, un uomo a me sconosciuto la stava strangolando, non riuscivo a muovermi, ero bloccato da qualcosa che mi impediva qualsiasi gesto.
Ero inorridito da quella visione, Angelica stava morendo e io non potevo fare niente per salvarla.
«No! Fermo, lasciala stare!»
Gridai sconvolto.
A un tratto sentii la sveglia suonare e mi svegliai terrorizzato e sconvolto.
Era stato solo un incubo, ma era stato terribile, avevo paura, credevo che prima o poi per colpa mia Angelica si sarebbe messa nei guai e io incapace di aiutarla, l'avrei vista morire sotto ai miei occhi.
Era un pensiero orribile, ma una realtà possibile che si poteva realizzare se io non fossi stato attento e l'avrei difesa da uomini che per farmela pagare avrebbero potuto ucciderla per farmi un dispetto. Speravo solo che mi sbagliavo e che il mio presentimento era solo un'esagerazione.
Ma all'improvviso, squillò il cellulare e io spaventato risposi senza guardare chi fosse: «Pronto? Chi è?»
Dissi con il cuore in gola.
«Alex, cazzo! Dove sei?»
Non appena sentii la sua voce terrorizzata, mi preoccupai molto. Io e lui non ci sentivamo quasi mai, avevamo stretto un patto: mi avrebbe chiamato soltanto se sarebbe successo qualcosa di davvero grave e in quel momento non potevo che aspettarmi il peggio.
«Fabrizio! Che cosa è successo?»
Risposi con la voce tremante.
«Tuo fratello, ieri, ha fatto lo stronzo con quella ragazza che mi dicevi di controllare se l'avessi vista, ricordi?»
Non appena sentii quelle parole, iniziai a sentirmi male, se Fabrizio l'aveva vista voleva dire che Angelica si era messa nei guai con la droga.
No, non potevo crederci.
«Sì parla cazzo, che cosa ha combinato? Non lasciarmi in sospeso». Gli risposi con il sangue che mi bolliva dalla rabbia.
«Vincent, ieri, ha esagerato, ha messo nel bicchiere della ragazza, un po' di droga». Dopo quella risposta agghiacciante, sbattei violentemente il pugno sulla scrivania della mia stanza.
«Cosa? Per quale motivo lo ha fatto? E Angelica perché non è scappata?»
Ringhiai furioso. Lo sapevo mio fratello non era per niente cambiato, era lo stesso di allora, e forse adesso era diventato anche peggio. Era uguale in tutto e per tutto a mio padre, per questo lo odiavo.
«Non ho capito bene il motivo, forse voleva portarsela a letto visto che ancora non gliel'ha data, sai com'è tuo fratello no?»
Mi disse sospirando. Volevo ammazzarlo, quel bastardo non meritava più di vivere.
«E cosa è successo? Dov'è lei ora?» Domandai con un nodo alla gola. Tremavo come una foglia, avevo paura, e il solo pensiero che non l'avrei più rivista, mi fece tanto male al petto.
«Tranquillo, per fortuna con una scusa sono riuscito a portarla via dal buco e adesso è qui a casa mia, che dorme serena».
Sentendo quella risposta, tirai un sospiro di sollievo, ma non ero ancora sicuro, dovevo andare da lei e proteggerla.
«Quale covo siete andati ieri? E perché Angelica non ha sospettato di niente?»
Glielo chiesi, perché mio fratello aveva tanti covi dove si drogava e volevo sapere come mai Angelica non aveva intuito niente.
«Siamo andati al Black & White, lei non si è accorta di niente perché è una ragazza ingenua e si fida troppo di tuo fratello».
Non appena sentii in quale base erano andati, iniziai a sudare come un matto.
Quel posto era il rifugio dei più pericolosi spacciatori della città e la mia Angelica era finita in quell'inferno solo per colpa mia.
«Ok, non ti muovere, sto arrivando!»
Riattacai subito il telefono, mi vestii velocemente, presi le chiavi della macchina e andai da Fabrizio.
Angelica
Avevo gli occhi chiusi e la testa appoggiata in un morbido cuscino, stavo dormendo ed ero davvero comoda.
A un tratto, sentii una voce molto profonda, ovviamente non era mia madre, ma un ragazzo. Così spaventata aprii gli occhi e mi alzai in fretta dal letto e mi accorsi che non ero nella mia stanza, ma in un altro posto, mi girava terribilmente la testa, ero confusa e non avevo più voce.
Non appena misi a fuoco, capii che ero a casa di Fabrizio e soprattutto ero sul suo letto con un pigiama che non era il mio.
"Cazzo! Che cosa ho combinato ieri sera? Come sono finita in questa situazione? E la cosa più importante, Fabrizio mi ha vista nuda?" Pensai sconvolta, non potevo crederci: un uomo per la prima volta aveva visto il mio corpo e poi cosa avevo combinato con lui? Avevo perso la mia purezza senza che io mi ricordassi niente? E poi con un ragazzo che neanche conoscevo?
Tutti questi pensieri mi fecero sentire ancora più male, così iniziai a piangere come una stupida, e non appena lo feci, Fabrizio che fino a qualche attimo prima, era girato intrattenuto in una conversazione al telefono, riattaccò sbuffando e si girò verso di me con un sorriso.
«Buongiorno, come stai dormigliona?» Mi chiese cercando di farmi smettere di piangere, facendomi sentire a mio agio.
«Ch...che cosa ci f...faccio q...qui?
e... cosa a... abbiamo fatto ieri s...sera?» Singhiozzai terrorizzata e con la faccia rossa dall'imbarazzo. Volevo urlare, ma avevo solo un filo di voce che a stento mi permise di pronunciare quelle quattro parole.
«Tranquilla, non sono un pervertito, non farei mai qualcosa senza il tuo consenso».
A quelle sue parole tirai un sospiro di sollievo.
« Eh allora che cosa ci faccio qui?» Chiesi ancora confusa, non riuscivo proprio a ricordare quello che avevo fatto la sera precedente e non capivo il motivo.
«Ieri hai esagerato un po' troppo con l'alcool e così per non combinare altri guai ti ho caricata sulle mie spalle e ti ho portata a casa mia ».
Sospirò, toccandosi i suoi lunghi e morbidi capelli castani, era davvero un dio greco.
«Ok grazie, ma c'è ancora un dubbio che mi assale come ho fatto a indossare questo pigiama?»
Dissi coprendomi con il lenzuolo, anche se ero vestita mi vergognavo tantissimo.
«Beh, tranquilla non ho visto niente, ti ho vestita cercando di tenere chiusi gli occhi»
Mi rispose guardandomi rosso in viso.
«Ok». Non riuscii a dire nient'altro.
Successivamente, Fabrizio sbuffò frustrato, e si sedette nel letto accanto a me.
«Tra un po' arriverà il tuo amico Alex che ti porterà a casa, ok?» Mi chiese scrutandomi profondamente, era come se provasse pena per me. I suoi occhi erano stanchi e gonfi, forse aveva dormito poco e male visto che un' estranea aveva occupato il suo letto. Poi il mio cervello si collegò con la realtà e iniziai a sudare freddo, non ero pazza, avevo capito benissimo.
«Cosa? P...per quale motivo sta v...venendo A...Alex? Non posso andarmene da sola a casa?»
Chiesi sconvolta, che cosa c'entrava Alex con me? E soprattutto che cosa c'entrava con Fabrizio? Quei due si conoscevano o mi sbagliavo?
«No, perché purtroppo abito fuori città». Sospirò amareggiato. Ne ero sicura: aveva un brutto carattere che cercava a tutti costi di sopprimere, era incredibile che io e lui andassimo ancora d'accordo senza esplodere. Se Alex si sforzasse come Fabrizio forse potremmo davvero coesistere senza problemi. Però la cosa che non sopportavo di lui è che aveva sbagliato a chiedere aiuto ad Alex, per quale motivo lo aveva fatto?
«Co...cosa? E allora perché non lo hai chiesto al mio ragazzo?»
Iniziai ad alterarmi, quel coglione aveva chiamato il ragazzo sbagliato.
«Mi dispiace, ma... Vincent non poteva venire, così ho chiesto a suo fratello».
Bene, quindi lui conosceva il corvino solo perché era il fratellastro del mio fidanzato, giusto? Sicuramente era stato un caso, lo speravo con tutto il mio cuore.
Alex si stava intromettendo troppo nella mia vita, quella situazione stava diventando troppo pesante.
«Ok, va bene ».
Non riuscii a dire nient'altro, ero terrorizzata, ero entrata in panico. Tra pochi minuti avrei rivisto Alex e soprattutto avrei dovuto sopportare le sue stupide battute di come io mi cacciavo sempre nei guai a causa dell'alcool.
Ne ero sicura, perché non era la prima volta che lui mi salvava da quelle situazioni imbarazzanti che mi capitavano dopo aver esagerato, e succedeva tante di quelle volte che forse quello era un segno che mi diceva che dovevo smettere di bere, finché ero in tempo.
Ogni volta, sia io che i miei amici venivamo accompagnati a casa sani e salvi, sempre e solo grazie a quello stronzo che beveva raramente quando era con noi, e che beveva invece come una spugna quando era da solo, cosa davvero strana che io non riuscivo a comprendere.
Mentre ero assorta nei miei pensieri bussarono alla porta.
«Aspettami qui, sto andando ad aprire.»
Mi ordinò cercando di essere più garbato possibile, ma ci riuscì ben poco e poi scese le scale lasciandomi sola.
Essendo in stanza, non riuscii bene a capire i loro discorsi, però dal loro tono di voce intuii che Alex era arrabbiato, ma allo stesso tempo preoccupato.
All'improvviso salirono le scale velocemente, sicuramente perché Alex aveva fretta di ritornarsene a casa. A quel pensiero io sbuffai scocciata, non era colpa mia se lo avevano chiamato, quindi quella situazione mi fece innervosire ancora di più.
Così lui aprì violentemente la porta e io per placare il mio istinto omicida che stavo provando verso il corvino, alzai gli occhi al soffitto e lo sentii sbuffare.
Si avvicinò a me lentamente: «Si può sapere come fai a cacciarti sempre in questi guai?» Mi guardò fissa negli occhi.
«Non ti interessa, sono affari miei, sei tu che ti trovi sempre nel posto giusto al momento sbagliato».
Risposi iniziando ad alterarmi.
Lui non rispose si limitò soltanto ad alzare gli occhi al cielo.
«Sei sempre la solita, dici sempre di non volere aiuto, ma alla fine quello che ti aiuta sono io».
Si passò velocemente una mano nei capelli frustrato.
Così mi innervosii ancora di più e mi stava venendo un attacco di panico, allora Fabrizio che fino a quel momento era rimasto in silenzio a guardarci ci disse:«Ho capito, è meglio che vi lasci soli a risolvere i vostri problemi».
Fantastico! Anche Fabrizio mi aveva presa per una pazza.
«Quindi? Parliamo?»
Mi disse Alex, non appena l'altro ragazzo ci lasciò soli.
«Io non ho proprio niente da dirti.»Risposi svogliata.
Lui mi fulminò con lo sguardo e mi incitò a parlare.
«Non ho niente da dire, ti ho detto! Sei sordo?» Gli urlai furiosa.
«Parla!» Mi ordinò furioso.
«Va bene, parliamo, voglio sentire quello che hai da dirmi, io non apro bocca però».
Gli risposi, sfidandolo con gli occhi.
«No, tu invece mi rispondi è chiaro?»Mi ordino avvicinandosi bruscamente.
«Solo se voglio caro».Feci un finto sorriso, ma quel suo gesto mi spaventò.
«Bene!» Mi rispose esausto.
«Allora, adesso ti spiego, però stammi a sentire ok?» Mi chiese cercando di afferrare qualcosa dai miei occhi, ma io ero fredda come il ghiaccio, come i suoi, belli e misteriosi allo stesso tempo.
«Sì, sì, va bene, basta che appena finisci ce ne andiamo al più presto da qui, vorrei tanto andare a casa, sai com'è, mia madre può pensare che mi hanno rapita!» Iniziai ad agitare le braccia in aria.
«Ok, come vuoi».
Mi rispose freddo.
«Allora, ieri sera sei andata al Black e White con mio fratello vero?» Le sue parole mi fecero venire dei piccoli brividi in tutto il corpo, era a due centimetri da me e il suo profumo inebriava le mie narici.
«Ma va! Che genio!» Riuscii a rispondergli come si meritava, ma non nego che la voglia di baciarlo era tanta.
«Smettila e fai la seria».
Mi ringhiò contro, non capivo proprio quel ragazzo era come se avessi assistito a un omicidio e quindi lui adesso lo stava ricostruendo.
"Guarda che cosa mi dovevo sopportare per aver bevuto un po' di più del solito". Pensai frustrata.
«Ok, sì sono andata lì, qualche problema?» Gli domandai scocciata.
«Sì, perché quello è l'unico posto della città in cui non dovevi mettere piede».La sua risposta mi fece infuriare, lui non era nessuno per me, non doveva immischiarsi nella mia vita.
«Come ti permetti? Tu non puoi dirmi cosa fare o non fare, chi sei tu? Mio padre?» Gli puntai il dito contro.
«Calmati, non è questo che volevo dirti, ti ho detto che hai sbagliato a entrare in quel locale, perché è un posto pericoloso».
Mi spiegò facendomi crollare.
«Cosa? Che vuoi dire che è un posto pericoloso? Rispondi!»
Gli chiesi preoccupata.
«Vuol dire che quel locale è la base segreta degli spacciatori più pericolosi della città e tu ieri sei finita dentro a quell'inferno».
Mi confidò amareggiato, non riuscivo ancora a capire cosa intendesse.
«Cosa? I...impossibile io ero insieme a tuo fratello, potevo capire se ero con te, ma no con lui.»Balbettai confusa, era una cosa a cui non potevo credere, era impossibile.
«Ehi! Miss ingenuità, io non mi sono mai drogato in vita mia è chiaro?! Mentre lui oltre che a vendere quella merda se la infila anche nelle vene, hai capito?»
Mi urlò infastidito da quella mia esclamazione, forse avevo esagerato, forse lo avevo offeso e questo mi fece sentire in colpa.
«No, non è possibile, Vincent non fa queste cose, e poi che rapporti c'è fra te e Fabrizio? Come mai vi conoscete?» Chiesi sorpresa da quelle rivelazioni.
«E invece sì, ieri sera ha esagerato, infatti ha messo un po' di droga nel tuo bicchiere ed è per questo che adesso ti trovi qui e non a casa tua, io e Fabrizio ci conosciamo da un bel po' di tempo, grazie a lui riesco a controllare mio fratello...»
Mi sorrise fievolmente. Per la prima volta mi accorsi che con me era sincero, è quella sua onestà mi fece male più di mille lame taglienti, avrei preferito non sapere la verità.
«Aspetta, lui quindi è la tua spia?»Gli domandai toccandomi i capelli confusa.
«Umh... Sì, gli ho chiesto di sorvegliarti e di proteggerti se ti avesse visto in posti in cui tu non dovevi esserci». Abbassò lo sguardo imbarazzato.
«Beh, non ti ho chiesto io di essere la mia guardia del corpo. È per quanto riguarda il mio ragazzo, io non ti credo, mi dispiace, è più forte di me. Penso che tu stia solo esagerando perché vuoi che io mi lasci con Vincent, ma non capisco tutto questo accanimento che hai contro di me. Io non ti ho mai fatto niente di male, però tu continui a farmi soffrire dal primo giorno che ci siamo incontrati e io non riesco ha trovare una risposta, perché? Che cosa ho fatto di così terribile?» Iniziai a sentire gli occhi pizzicare, stavo crollando un'altra volta davanti a lui. Cosa che odiavo terribilmente, ma era più forte di me, lui riusciva sempre a scombussolarmi e a farmi sentire uno schifo.
Il corvino nuovamente non mi rispose. Era come se le mie parole lo avessero bloccato, si limitò così, soltanto a stringermi forte fra le sue braccia.
«Mi dispiace.»Mi sussurrò in un orecchio prendendomi alla sprovvista.
Spazio Autrice:
Salve amici!
Allora che cosa ne pensate di questo capitolo? Se vi piace lasciate tante stelline e commenti sapete ormai che ci tengo.
Baci a presto la vostra Rosy😘😘
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top