36° capitolo:una luce di speranza
A quel punto sospirai liberandomi da un'angoscia molto profonda.
Volevo sinceramente che le sue parole fossero vere, desideravo con tutto il cuore che tutto quello che stavamo passando io e la mia migliore amica si risolvesse velocemente soltanto con un semplice chiarimento.
Lo volevo, lo aspiravo, lo sognavo, lei era l'unica che mi era stata accanto nei momenti più bui, più brutti e solo grazie ad Annalisa tutto si era sistemato nel migliore dei modi.
«Grazie Daniel, adesso mi sento più fiduciosa, forse sì hai ragione tu, faremo pace e non vedo l'ora!» Risposi felice al mio amico.
«Sì tranquilla, dalle un po' di tempo e vedrai che tutto si sistemerà.» Mi disse sorridendomi.
Mi prese la mano e me la strinse forte, quel suo gesto mi diede conforto, mi fece capire che grazie al suo aiuto, avrei potuto riprendermi la mia vita.
Però adesso un altro dubbio mi assaliva, una domanda che mi ero tenuta dentro per molti anni senza avere mai il coraggio di chiedere. Così sicura che fosse la situazione più adatta aprii finalmente bocca: «D...Dani! Posso farti una domanda?»
Chiesi decisa di scoprire la verità, una verità che per alcuni poteva essere una cosa banale ma per me no, non era così.
«Sì, certo parla pure!» Mi rispose pacato.
«Mi chiedevo come tu e quello scorbutico di Alex siete diventati amici e soprattutto perché qualsiasi cosa tu gli dica ti obbedisce come un cagnolino? Conoscendo il tipo sembra alquanto strano.»Finalmente mi liberai, erano anni che avevo quell'idea che mi frullava in testa e speravo che almeno Daniel poteva risolvere quel grande dilemma.
Daniel
La domanda di Angelica mi lasciò senza parole, non sapevo cosa rispondere, non capivo quale fosse la necessità di scoprire il motivo della mia amicizia con Alex.
«Come mai vuoi sapere il perché?» Chiesi confuso.
«Semplice curiosità, è strano vedervi così uniti, conoscendo i vostri caratteri che sono totalmente opposti.»Già, aveva perfettamente ragione, in effetti lei non conosceva per niente Alex, quindi era giusto farle capire come effettivamente stavano le cose.
«Sai il proverbio non giudicare mai un libro dalla copertina? Sei un'appassionata di libri, quindi credo che tu abbia capito cosa intendo dire giusto?»Sospirai prendendo il pacchetto di sigarette nella tasca sinistra dei miei jeans.
«Sì certo, capisco bene cosa vuoi dire vai avanti.»Mi incitò lei a continuare, curiosa più che mai di sapere la verità.
«Bhe sai questa regola vale anche per Alex, tu lo hai sempre giudicato un ragazzo stronzo ancora prima di conoscerlo, ma non è così. Lui in realtà sotto quella corazza da duro, nasconde un cuore, è un ragazzo molto buono e insicuro, credimi non ti sto mentendo.»Sputai il rospo senza pensare alle conseguenze.
Alex mi fece giurare che non le avrei mai raccontato la verità, ma non potevo tacere per sempre, se non fossi stato io a dirle come effettivamente stavano le cose lo avrebbe scoperto prima o poi da sola.
«Wow, questa si che è bella, sei davvero bravo a raccontare battute, oddio sto morendo»iniziò a ridere a crepapelle e io non capii per quale motivo stesse ridendo, ero confuso.
«Guarda che non sto scherzando è la verità, Alex si comporta da stronzo solo per proteggersi, si è costruito un guscio solo per non soffrire!»Le risposi serio e impassibile.
«Sì certo, Alex insicuro, Daniel te ne potevi inventare un'altra migliore.»Continuò a ridere come una matta.
«Non ti sto prendendo in giro, sono serissimo e smettila di ridere mi stai dando fastidio.»Accesi la mia sigaretta molto nervoso.
«Se non ci credi, ti racconto come io e Alex siamo diventati amici, va bene? »
Sputai fuori il fumo della sigaretta e la guardai di sottecchi. Era immobile che mi fissava, era davvero curiosa di scoprire tutto e io le avrei semplicemente accontentata senza togliere nessun particolare, ormai credevo che era pronta per sapere tutto.
«Sì, sono ormai anni che voglio sapere il motivo che lega la vostra amicizia.»
Mi rispose convinta, e io non potevo più tirarmi indietro.
«Okay! Allora da dove inizio?»
Mi fermai un attimo a riflettere e a aspirare un altro po' la sigaretta.
«Ah sì! Beh devi sapere che in terza media quando arrivarono nella nostra classe Annalisa e Alex, io a primo acchito pensai come te che Alex fosse il solito ragazzo stronzo, ma in realtà non era così»mi fermai per guardarla e la vidi molto pensierosa, ero sicuro, senza ombra di dubbio che per lei credere a quello che le stavo raccontando sarebbe stato molto difficile, tuttavia ascoltava senza interrompermi.
«E adesso ti spiego il perché: come tu ricordi io e lui litigavamo ogni giorno a scuola, ci odiavamo e facevamo di tutto per darci fastidio a vicenda, e così un giorno per fargli un dispetto lo seguii.»Spensi la sigaretta e inghiottii la saliva.
«Oh mio dio e poi cosa è successo?»Mi chiese agitata.
«Bhe lo vidi entrare in un vicolo buio e umido insieme a una bella ragazza, però si vedeva che non stava bene»presi dallo zaino una bottiglietta d'acqua che avevo comprato quel pomeriggio al bar.
«In che senso non stava bene? Spiegati?»Mi domandò impaziente di arrivare al punto.
« Bhe... si vedeva benissimo che era una drogata.»Bisbigliai l'ultima parola, non volevo farmi sentire dalle persone, quella storia mi metteva un po' in imbarazzo.
«Cosa?Alex con una drogata?»Rispose scioccata.
«No aspetta, fammi finire» le dissi sospirando.
«Non è ancora finita la storia, a un certo punto, arrivarono dei tipi loschi, erano un gruppo di uomini, erano molto più grandi sia di me che di Alex.»Scossi la testa inorridito da quel ricordo.
«E cosa volevano?»Mi chiese ingoiando la saliva spaventata.
«Volevano la ragazza.»Le risposi abbassando lo sguardo.
«Perché, che aveva combinato?»Mi domandò interrompendomi un'altra volta.
«Gli doveva dei soldi, quegli uomini erano degli spacciatori»mi fermai un attimo per prendere fiato.
«Oddio e poi?»Mi incitò a continuare.
«Le volevano fare del male, così Alex intervenne per difenderla ma l'unica cosa che ottenne fu farsi picchiare, senza risolvere niente, infatti il corvino cadde a terra dolorante senza potersi muovere, e la ragazza iniziò a gridare aiuto e il capo di quella banda iniziò a violentarla, così accecato dalla rabbia non vidi più niente e per difendere quella fanciulla mi scaraventai contro a quegli assassini» Sorrisi a quel pensiero.
«Bravo Dani sei un eroe, ma dopo cosa è successo?»
Notai che il racconto l'aveva coinvolta, bene ero felice, speravo che dopo averle raccontato tutto avrebbe capito.
«Bhe alla fine non so come ma, tutti e tre ci salvammo da quei mostri e scappammo.» Le dissi cercando di ricordare come avessimo fatto a scappare.
«In che senso non sai come siete riusciti a scappare? Ci deve essere stato un modo.» Mi chiese confusa.
«Beh... ricordo che a un tratto sentimmo dei passi e così, quei delinquenti pensando che fosse la polizia scapparono. Da quel giorno io e Alex diventammo amici, soprattutto perché c'era un segreto che ci univa e un senso di riconoscenza che non si sarebbe mai dissolto.»Conclusi con un sorriso stampato sulle labbra.
«E alla ragazza cosa è successo?»
Mi chiese molto interessata di scoprire il lieto fine anche per quella povera fanciulla.
«Quando portammo la ragazza a casa sua, i suoi genitori che era più di una settimana che non la vedevano ci ringraziarono e dopodiché la spedirono in un centro per tossici dipendenti e dopo quel episodio né io né Alex abbiamo saputo più niente di lei, ma credo che ora stia bene.»Le risposi guardandola fissa negli occhi.
«Capito.»A un tratto si alzò dalla panchina dove era seduta e mi sorrise.
«Grazie Daniel, adesso ho capito tutto.»Mi disse dandomi un bacio sulla guancia e se ne andò via stranamente felice.
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