33°capitolo: Le parole feriscono più della spada!
La mano che amavo mi ha colpito
La mano che amavo mi ha tradito
Non dare fiducia se non vuoi essere ferito!
Così il giorno dopo arrivò più veloce del previsto:
Era una mattina molto fredda e nuvolosa, come il mio cuore privo ormai di ogni emozione.
Mi vestii velocemente, indossai un paio di jeans neri molto attillati che evidenziavano le mie curve ben pronunciate, una felpa grigia come il mio umore e le mie adorate convers nere.
Scesi giù per fare colazione e come al solito mia madre era già sparita, però stranamente vidi un bigliettino con su scritto:
"Ti voglio bene Angelica, ricordalo sempre, la tua mamma"
"Pff... Si poteva sforzare di più, invece di scrivere uno stupido bigliettino con quattro parole che per me in questo momento non significano nulla."
Pensai fredda senza un minimo di esitazione.
Successivamente presi il motore e andai a scuola, una giornata d'inferno mi aspettava, non vedevo l'ora.
Quando posteggiai il motore al solito posto vidi Daniel e Annalisa entrare dal cancello, Daniel venne da me e mi abbracciò: «Ehi! Angy tutto bene? Come stai? È una settimana che non ti fai vedere, mi sono preoccupato, cosa è successo?»
Mi faceva molto pena, probabilmente né Annalisa, né Alex, gli avevano raccontato che con loro avevo chiuso, oppure non gli importava nulla. Io e lui eravamo come due fratelli, quindi niente e nessuno poteva dividerci.
Però preferii comunque non comunicargli la triste notizia, ero troppo turbata per parlare.
«Ciao Dani! Sì scusami è che non sono stata molto bene in questi giorni»
Abbassai lo sguardo dalla vergogna, mi facevo letteralmente schifo, avevo mentito ancora e soprattutto all'unico amico che mi era rimasto.
«Capisco, mi dispiace tanto ma per fortuna sei tornata!» mi abbracciò un'altra volta.
«Daniel!»
Urlò autoritaria Annalisa facendolo raddrizzare dalla paura.
«Sc...scusa Angy ma a...adesso devo andare» mi salutò e andò da Annalisa e Alex che in quel momento mi guardavano con disprezzo, il loro sguardo era freddo e carico di odio, rivolsi lo sguardo da un'altra parte non ce la facevo più a sentire quella pressione, era troppo forte per me.
Entrammo in classe: Annalisa si mise con Daniel mentre Alex dietro di loro, invece io mi sedetti sola al primo banco.
Odiavo i primi posti, ma gli ultimi erano tutti occupati quindi fui costretta.
Non appena ci sedemmo tutti entrò la professoressa di storia.
«Angelica ben tornata! Era da tanto che mancavi, come mai?» mi guardò felice di rivedermi.
«Beh... sì, sono stata male prof ma da oggi ritorno a frequentare» risposi molto timida.
«Ma no? Vero? Che piacere, però sarei stata più felice se non ti fossi fatta più vedere» sbottò Annalisa acida e tutti i miei compagni iniziarono a ridere di me.
«Basta ragazzi smettetela! E tu Annalisa vergognati, la tua compagna è appena ritornata e tu le rispondi in questo modo?» la rimproverò la prof arrabbiata da quel suo comportamento, ma fu una mossa azzardata. Tutti sapevano che Annalisa quando prendeva di mira una persona, non finiva fino a quando non era soddisfatta.
«Sì mi scusi prof ho esagerato, dovevo dire bentornata principessina sul pisello, senza pisello.»
Tutti di nuovo scoppiarono a ridere, mentre Daniel cercava di tranquillizzarla, ma invano.
«Basta! Silenzio! Annalisa fuori!»
Urlò furiosa la professoressa.
«Certo, nessuno deve toccarla, lei è la gallina bianca mentre io sono quella nera, vero? Odio i lecca culo, me la pagherai Angelica!» mi minacciò Annalisa adirata.
«Basta Ferrari, dal preside!»
Ordinò la prof uscendo insieme a lei.
Dopodiché Daniel confuso si avvicinò a me.
«Ma cosa è successo? Da quando Annalisa ti risponde in quel modo? È impazzita o fra di voi è finita?» mi chiese triste, forse sapeva già la mia risposta.
«Sì Daniel fra me e Annalisa è finita e anche fra me e Alex»
Mi misi le mani in faccia, ero piena di vergogna.
«Cosa? È per quale motivo? Adesso mi sentono quei due stupidi!» fece il gesto di alzarsi, ma io lo bloccai.
«No Daniel è tutta colpa mia, loro non c'entrano»iniziai a piangere sconvolta e Alex uscì sbuffando dalla classe.
«Capisco, vuoi spiegarlo anche a me?» mi prese la mano e me la strinse forte.
«No, non me la sento e comunque dovresti smettere di parlare con me o Annalisa se la prenderà anche con te e voi fate una bella coppia, non è giusto che per colpa mia vi lasciate» tolsi via la mano dalla sua stretta.
«Non ti preoccupare di me, va tutto bene, lei non può obbligarmi a fare cose che non voglio, altrimenti sono io che la lascio non lei, quindi tranquilla e se non vuoi spiegarmi il motivo del litigio, ok va bene, non ti chiederò più niente» mi guardò teneramente.
Adoravo Daniel era davvero un amico fantastico.
Dopo tre ore di lezione di Annalisa neanche l'ombra.
Quando suonò la ricreazione, scesi giù insieme a Daniel e presi qualcosa alle macchinette.
Non appena rientrammo in classe, vedemmo Annalisa furibonda venire verso di noi.
«Daniel Cancilla, adesso mi tradisci con questa sgualdrina da quattro soldi? Vieni via o ti cambio i connotati»
Lo prese per un braccio e lo trascinò via da me.
Lo baciò in bocca appassionatamente davanti ai miei occhi, come se quel gesto mi avrebbe fatto ingelosire, ma io ero già fidanzata e Daniel era solo un amico per me e non sarebbe mai stato nient'altro e poi non ero la tipa da rubare il ragazzo di un'altra.
Così rimasi da sola e non sopportando più quella scena, uscii di nuovo dalla classe, ancora non era suonata la campanella, quindi decisi di farmi un giro.
Scesi le scale e mi diressi fuori nel cortile e vidi Alex baciare con molta voglia una biondina del secondo anno, che schifo, mi faceva letteralmente vomitare, purtroppo dovetti passargli accanto e non appena mi avvicinai a lui, il corvino allungò le gambe e mi fece cadere a terra.
Gli studenti che erano fuori non appena mi notarono scoppiarono tutti a ridere.
«Scusami Miss Uragano non ti avevo vista» Rise di gusto di fronte al mio viso rosso e pieno di lacrime.
«Alexander Rossi mi fai schifo, sei uno stronzo!» Gli urlai contro con le lacrime che mi offuscavano la vista. Ma le mie parole non lo scalfirono per nulla e continuò a ridere insieme a tutti gli altri e io umiliata corsi via. Sapevo già che non sarebbe stata una giornata facile, ma mai mi sarei aspettata che sarebbe stato così terribile.
All' improvviso mi raggiunse Daniel che aveva sentito il trambusto che si era creato in cortile, gli spiegai velocemente cosa fosse successo e diede un pugno contro a un muro.
«Che bastardo ha davvero esagerato stavolta» ringhiò furioso. Non capiva perché entrambi i suoi amici si fossero comportati così male nei miei confronti e anche se mi faceva pena, in quel momento scelsi di restare in silenzio.
«Tra...tranquillo non fa ni...niente» balbettai in lacrime.
«Non ti preoccupare ci sono io con te adesso, nessuno ti farà più del male» mi abbracciò e mi baciò delicatamente i capelli.
Come ero serena fra le sue braccia, mi sentivo protetta, era una sensazione fantastica.
Quando finii la scuola mi venne a prendere Vincent, il mio fidanzato, ma prima che me ne andassi con lui Daniel mi disse: «Oggi ti vengo a prendere e usciamo un po' e non voglio un no come risposta, che sia chiaro» mi guardò fisso negli occhi.
«O...ok» balbettai, non capivo tutta quella sua disponibilità, forse gli dispiaceva quella situazione e visto che a scuola non potevamo stare insieme, preferiva farlo dopo la scuola.
Quando finì la scuola andai a casa, finalmente quella mattinata d'inferno era finita.
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