25° capitolo: Il provino!

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Il giorno dopo andai a scuola. Non riuscivo a reggermi neanche in piedi dal sonno che avevo poiché la notte precedente ero rimasta sveglia a provare la canzone che avrei dovuto cantare davanti a un centinaio di persone sconosciute, senza sapere se gli
sarei piaciuta oppure no.
Avevo così tanta ansia che non riuscii
a chiudere occhio, neanche per cinque minuti.
Quindi in quel momento sembravo una zombi che camminava per i corridoi della scuola.

Non appena misi piede in classe una tempesta di interrogazioni mi travolse e per fortuna i giorni prima avevo studiato o sarei davvero finita nei guai.

Mi interrogarono tre professori su sei: in matematica presi un sei di striscio, io in quella materia ero negata per tanto prendere sei per me era come prendere cento, poi mi interrogò Scienze umane, ovvero la materia dell'Istituto che comprendeva quattro discipline: psicologia, pedagogia, sociologia e antropologia e stavolta ci presi un otto e infine storia, la mia materia preferita, e ci presi un bel nove.
Quindi dopo quel bel bottino, potevo sentirmi soddisfatta, anche i miei amici furono interrogati, ma ahimè, a loro finì male perché tutti e tre presero un impreparato.


Dopo quelle tre ore di interrogazioni, suonò la ricreazione e mentre Daniel e Annalisa scesero a prendere da mangiare io e Alex rimanemmo da soli.

«Allora, Miss ingenuità ha trovato un'idea per avere dieci mila euro senza fare qualcosa di illegale?»
Mi bisbigliò a un tratto Alex in un orecchio e io sentendo il suo alito caldo sul mio collo andai in tilt.

«S...sì c... Certo! Fra tre giorni ci sarà una gara di canto e chi vince riceverà dieci mila euro!»
Balbettai ancora sconvolta dal suo profumo.

«Ma brava! E sei così sicura di vincere?»
Mi spinse verso il muro e con una mano mi teneva bloccata, la sua bocca era a pochi metri dalla mia e io inghiottì la saliva per evitare di appiccicare le mie labbra alle sue. Dove erano finiti tutti? Quando servivano quei rompi scatole dei miei compagni non c'erano mai.

«Lo sai che se perdi tu mi aiuterai con il mio piano, giusto Miss ingenuità?»
Avvicinò ancora una volta la sua bocca al mio orecchio, il suo profumo inondò le mie narici e io emisi un miagolio strozzato. Mi sentivo come una tossico dipendente che non poteva fare a meno della sua droga e la mia droga in quel momento era Alex.

«Ah cosa? Sì certo tranquillo, comunque vincerò io, puoi starne certo!»
Gli dissi ritornando alla realtà.

«Che peccato e io che volevo macchiarti la fedina penale. Che palle! Miss ingenuità, sei davvero una guasta feste!»
Si toccò il mento, guardandomi dall'alto in basso e poi scoppiò in una fragorosa risata che mi fece diventare rossa dall'imbarazzo.

«Beh ci proverai la prossima volta»
Lo guardai con occhi di sfida.

«Ah non preoccuparti Miss ingenuità, questo è poco ma sicuro, prima o poi ci riuscirò a farti fare qualcosa di illegale».
Rise con gusto dopo aver notato la mia espressione sbalordita e confusa.
Non capivo a cosa si riferisse davvero, forse era la mia immaginazione che era volata troppo in alto.

Successivamente rientrarono tutti i nostri compagni e io prima che entrassero Annalisa e Daniel mi ricomposi e ritornai al mio banco.

Annalisa non appena si sedette accanto a me mi guardò disorientata e perplessa.

«Angy ma tu hai mangiato?»
Mi domandò curiosa guardandosi intorno.

«Sì certo, perché? »
Mi grattai la testa confusa, avevo paura, credevo che Annalisa mi avesse visto con Alex e ovviamente non era una cosa che mi piaceva.
Non volevo che pensasse che fra me e il corvino ci potesse essere qualcosa. Al solo pensiero rabbrividii.

«Ah no niente, così »
Si girò verso Daniel guardandolo in una maniera sospetta.

«Ok!» Risposi io tremante.

Dopo entrò la professoressa di inglese, una pazza che si sentiva ancora giovane anche se aveva più di cinquant'anni. Indossava sempre gonne o vestitini, tacchi firmati e poi beveva sempre quel dannato tè che la faceva sclerare ancora di più.
Si sentiva un inglese che ogni ora doveva bere la sua tisana, altrimenti non poteva fare lezione, cosa che mi dava un tantino fastidio. Era bionda tinta - secondo me- aveva gli occhi azzurri e la sua pelle era piena di rughe, cosa che mi innorridiva parecchio.


Quando finì l'ora, Annalisa mi chiese di andare in bagno con lei e io accettai volentieri.

«Allora c'è qualcosa che devi dirmi Angelica?» mi sorrise maliziosamente, guardandomi scrupolosamente negli occhi e io entrai in panico, non sapevo cosa risponderle.

Io ero lì immobile, la guardavo perplessa, ma poi trovai una scusa da rifilarle: «Ah sì! Oggi devo andare a un provino per una gara di canto, mi accompagni per favore?»
Le chiesi con gli occhi da cucciolo.

«Ah! Quindi era questo che nascondevi e io che mi ero preoccupata, comunque si certo che vengo» sospirò sollevata.

«Ok! Ma aspetta cosa avevi pensato?» le domandai imbarazzata.

«Che ti eri finalmente messa con Alex!» Mi urlò euforica.

«Cosa?! Io e Alex fidanzati? Ma ti sei bevuta il cervello forse?» la canzonai arrabbiata.

«Scusa Angy e che in questi giorni vi ho visto così affiatati che ho pensato che vi siete finalmente dichiarati» mi guardò con gli occhi a cuoricino.

«Scordatelo, io e Alex non ci metteremo mai insieme, io e lui possiamo essere solo amici» e per la prima volta capii che forse non stavo dicendo la verità e questo mi turbò molto.

«Peccato e io che faccio il tifo per voi dall'inizio del liceo. Lo sai che ho anche inventato una ship?» mi dichiarò entusiasta. E io rimasi senza fiato.

«Cosa? E quale sarebbe sentiamo? Voglio proprio vedere cosa ha inventato la tua mente malata.» ribattei curiosa e sotto quella maschera di menefreghismo e stupore ero anche un po' divertita.

«Non ci crederai mai, ma non ho dormito tutta la notte per scegliere il nome adatto per voi e poi alla fine ho scelto: la mia ship per voi si chiama la Angex. Che ne dici? Ti piace?» mi annunciò fiera e gioiosa di aver trovato, secondo lei, un nome superlativo per noi.
"Oddio, certe volte mi vergogno di avere un'amica così pazza" pensai mordendomi la lingua.

«Bellissimo, dai ora andiamo in classe per favore e cancella tutto perché tra me e Alex non c'è niente.» le chiarii per la centesima volta.
«Ok, come vuoi, andiamo.» mi prese a braccetto e ritornammo in classe. Le altre ore passarono molto velocemente, infatti senza che io me l'aspetassi suonò la campanella, la scuola finalmente era finita. Uscimmo da quel manicomio e io e Annalisa prima di sparire, ci organizzammo per le tre e mezza per andare insieme ai provini, ci salutammo e io come i miei amici, mi recai a casa.

Erano le tre e mezza e Annalisa puntuale suonò il campanello, ma io non ero ancora pronta.
Ero entrata in panico, non sapevo cosa indossare, non c'era niente nel mio guardaroba che mi stesse bene. Aprii la porta ad Annalisa e la mia amica mi guardava perplessa, ancora non ero pronta ed ero disperata.

«Aiutami ti prego!» la implorai in ginocchio, la mia amica mi sorrise teneramente e mi aiutò; insieme scegliemmo un abbigliamento sobrio e professionale. Uscimmo di casa come matte e ci recammo come fulmini ai provini.

«Buongiorno, sono Angelica Chiaramonte e sono qui per il provino.» dissi tutto d'un fiato, ero sfinita.
La signorina che era seduta dietro al bancone che prendeva le iscrizioni mi guardò sconvolta e mi fece un sorriso per calmarmi. Era una donna sulla quarantina, molto bella e formosa, indossava degli occhiali da vista molto delicati ed eleganti come lei, li aveva appoggiati sul suo naso leggermente all'insù, aveva delle labbra molto carnose e rosee, indossava una camicetta bianca e una gonna nera e aveva una pelle olivastra e molto curata.

«Buongiorno, bene lei è il numero 123, ecco, è dopo quella ragazza»mi rispose indicandomi la fanciulla, era davvero molto bella, aveva dei capelli biondi, alta, occhi verdi e vestita alla moda, io e Annalisa ci avvicinammo a lei.

«Ciao, io sono Angelica molto piacere, nervosa? Perché io sono agitata al massimo»risi nervosamente, ma la ragazza non mi rispose, si limitò soltanto a girarsi dall'altra parte, come se io non fossi abbastanza importante per lei. Indossava un vestitino bianco, delle ballerine nere e una borsa firmata della Camomilla, era molto evidente che era una ragazzina viziata e quel suo caratterino, mi fece distorcere il naso dalla rabbia.

« Ma chi si sente di essere questa racchia vestita da principessa?» mi bisbigliò Annalisa in un orecchio furiosa e io mi misi a ridere. Per fortuna che c'era la mia migliore amica perché senza di lei, non avrei saputo cosa fare in certe situazioni, lei era la mia ancora di salvezza.

Successivamente la ragazza di prima fu chiamata ed entrò.

«Spero che viene rifiutata quella smorfiosa da quattro soldi»
Mi disse Annalisa infastidita. Quella ragazza era finita definitivamente nel suo libro nero, cosa che non auguravo a nessuno perché era una cosa terribile.


Dopo alcuni minuti la ragazza uscì dalla stanza delle prove con un sorriso a trentadue denti.

«Spero che non ti facciano piangere Anica» mi prese in giro ridendo come una cretina.

«Si chiama Angelica e comunque la mia amica è cento volte più brava di te, quindi ti straccerà senza problemi e poi sarai tu, a piangere come una bambina».
Si avvicinò a quella smorfiosa come segno di sfida, ma quella non si era affatto intimidita.

«Ah sì? Bene non vedo l'ora di batterti davanti a un milione di persone A-n-g-e-l-i-c-a, stai sicura che mai nessuno ancora è riuscito a sconfiggermi e non sarà mica una ragazzina a farlo» ci rispose adirata scandendo bene il mio nome, poi prese la sua borsa e se ne andò.

«Numero 123 è pregato di presentarsi alla stanza numero 2.» a un tratto una voce metallica mi fece tornare alla realtà e piena di ansia entrai in quella stanza.
La mia amica era lì euforica a fare il tifo per me, speravo solo di non fare una figuraccia.

Bussai alla porta e subito mi risposero: «Buon giorno signorina, entri pure.» sentii una voce di un uomo non molto anziano che mi diceva di entrare. Entrai, posai la mia borsa, presi la mia chitarra e iniziai a cantare.
Non appena finii i giudici, che fino a pochi minuti prima, erano seduti in silenzio ad ascoltarmi, si alzarono e iniziarono ad applaudirmi, erano davvero entusiasti.
Avevano apprezzato la mia voce e soprattutto non avevo fatta una brutta figura.

«Complimenti signorina, è stata bravissima, lei è stata ammessa alla gara vera e propria, ci vediamo fra tre giorni e speriamo che ci porti un altro pezzo favoloso come questo o anche meglio, ne saremmo estasiati»
Mi disse molto contento. Li ringraziai, li salutai e uscii dalla stanza molto seria, nessun segno di gioia sfiorò il mio viso e Annalisa che era rimasta fuori ad aspettarmi, non appena mi vide la sua felicità scomparve del tutto e iniziò a guardarmi amareggiata.

«Allora ti hanno presa?»
Mi domandò abbassando lo sguardo.

«Cosa? Dici la gara? Ah sì mi hanno presa tranquilla» le risposi facendo finta di essere indifferente.

Non appena la mia amica sentì le mie parole iniziò a gridare come una matta, era felice per me e anche io lo ero.

Poi arrivammo a casa mia, ci salutammo e se ne andò via.

Quella giornata era stata indimenticabile e l'avrei ricordata per sempre.

Entrai a casa, cenai e stanca andai a letto, mi addormentai subito avevo un sonno terribile.

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