24° Capitolo: Una piccola tentazione!
«Angelica svegliati, devi andare da Federica!»mi urlò mia madre in un orecchio, ma io non volevo alzarmi. A un tratto mossa dall'istinto sollevai la testa dal cuscino e con i capelli tutti arruffati e davanti alla faccia guardai la sveglia: erano ancora le otto, troppo presto per i miei poveri occhi.
Ma mia madre non voleva proprio lasciarmi in pace, così iniziò a tirare la mia amata coperta che fino a pochi minuti prima, mi avvolgeva come un involtino, mentre io era dall'altra parte a tenerla forte nelle mie mani. Era una vera e proprio battaglia e non avrei mollato così facilmente.
«Basta! Ci rinuncio, sei davvero una figlia terribile! Fai quello che vuoi, tanto la brutta figura con tua cugina la fai tu, non io!» Sbuffò sonoramente distrutta, per poi lasciare la coperta e tutta infuriata andarsene e chiudere violentemente la porta.
Io con un ghigno sulle labbra, mi girai dall'altra parte del letto e continuai a dormire.
All'improvviso la sveglia suonò, erano le nove e mezza e con la grazia di una foca, caddi dal letto per la sorpresa. Così finii il mio meraviglioso sonno.
Era bello stare sotto le coperte, l'inverno iniziava a farsi sentire, amavo stare al calduccio.
Adoravo la pioggia, era la mia compagna di giochi e di solitudine quando i miei erano a lavoro o quando ero malata e non potevo uscire a divertirmi come facevano tutti gli altri bambini.
Mi prese un po' di sconforto a ricordare perché pensai che non appena sarebbe finita la scuola me ne sarei dovuta andare via, lasciando i miei amici, Vincent e soprattutto quello stupido di Alex che in quei giorni, era incredibilmente cambiato. Forse a causa della morte di sua madre o forse perché in quel momento, l'unico suo pensiero era quello di avermi.
Ma io non lo avrei fatto vincere così facilmente, se mi voleva, se mi amava veramente, lo avrei fatto soffrire, gli avrei fatto passare le pene dell'Inferno.
Mi sarei divertita io con lui, come aveva fatto con me negli anni precedenti. Ma tanto sapevo che era una cosa impossibile, lui mi odiava!
Dopo che mi ricomposi, andai in bagno, mi lavai la faccia e scesi giù in cucina, dove una madre adirata mi aspettava con la colazione già pronta.
«Buon giorno madre!»
Le sorrisi dolcemente, per cercare di tranquillizzarla, mentre io addentavo la mia adorata colazione, pane e nutella, quanto era buono.
La nutella era la mia droga, la mangiavo sempre, guai a chi la toccava senza il mio permesso. Però anche se ero magra sapevo che prima o poi quel magnifico fisico, sarebbe svanito se avessi continuato a ingozzarmi in quel modo, ma per adesso non mi importava.
«Buongiorno Angelica! Sbrigati o farai tardi» esclamò terribilmente arrabbiata.
«Ok mamma, tranquilla finisco la colazione e vado a prepararmi»
le risposi cordialmente. Lei mi guardò per alcuni minuti con le mani ai fianchi, ma poi fece un sorriso, si mise il grembiule e iniziò a cucinare. Quel giorno era domenica e mia madre era a casa, aveva il giorno libero ed ero felice, era da tanto che io e lei non stavamo insieme.
Bevvi l'ultima goccia del mio latte e salii sopra a cambiarmi.
Ma prima di andare nella mia stanza, mi recai nella camera di mia madre, una piccola tentazione salì lungo tutto il mio corpo da farmi congelare il sangue.
Aprii l'armadio di mia madre e presi una borsa che teneva i miei risparmi. Quei soldi che io e i miei genitori avevamo lavorato sodo per raccimolarli.
C'erano diecimila euro, proprio quelli che servivano ad Alex, ma erano importanti anche per me, erano per il mio futuro, con quei soldi sarei potuta andare all'Università.
Stavo per farlo, era incredibile, però a un tratto sia il mio corpo che la voce di mia madre mi bloccarono.
«Angelica tutto bene? Dove sei? Che cosa stai facendo?»
Mi domandò dalle scale, allora io, presa dal panico, richiusi tutto come era prima e me ne andai nella mia stanza.
Aprii l'armadio di fretta e accaldata e presi le prime cose che mi capitarono sotto al naso.
Mia madre salì e venne nella mia stanza:«Angelica tutto bene?» mi chiese dolcemente.
«Sì, sì, mamma, stai tranquilla!»
«Ok allora io scendo, ma tu sbrigati!»mi disse un po' perplessa.
Quando scese giù, io tirai un sospiro di sollievo, per fortuna non se ne era accorta. Non appena capii che ero salva mi vestii.
Scesi le scale e un odorino di lasagne inondò le miei narici, non vedevo l'ora di gustarmele. Indossai il mio giubbotto nero a malincuore e andai.
«Mamma io vado!»
Avvisai mia madre prima di chiudere la porta.
«Okay, Angelica fai attenzione!»
Chiusi la porta e per un istante rivolsi gli occhi al cielo. Era una bella giornata, ma nuvolosa, infatti c'era molto vento. E poi finalmente mi recai da mia cugina.
Mi aspettava alla villa comunale. Un bellissimo parco dove c'era un fantastico prato verde, tanti giochi per i bambini e infine più in là delle gabbie dove si potevano ammirare, delle bellissime scimmie, dei meravigliosi pavoni e tanti ma tanti piccioni, era davvero un posto magico.
Non appena entrai la vidi, era seduta in una panchina ad ammirare gli animali.
Era una ragazza molto carina, elegante e con un fisico sempre curato.
Io e lei eravamo molto unite e anche se eravamo cugine, Federica per me era come una sorella.
Lei però era il mio esatto opposto: aveva vent'anni, aveva dei lunghi capelli castano chiaro e dei meravigliosi occhi nocciola. Era figlia della sorella di mia madre, una donna molto più estroversa della donna che mi aveva messo al mondo, così tanto che a volte facevo fatica a credere che fossero sorelle.
«Scusami per il ritardo Fede»
Mi abbassai per salutarla priva di fiato a causa della corsa che mi feci per arrivare in tempo.
«Non fa nulla tranquilla».
Mi sorrise dolcemente. Era una ragazza davvero straordinaria, era simpatica, dolce, spontanea, ma sapeva anche mostrare le unghie quando ce ne era bisogno.
«Allora! Come mai mi hai chiamata?»
Le domandai a un tratto sollevando il sopracciglio sinistro come punta di domanda.
«Beh... Angelica, so che mi odierai, ma ti ho iscritta a una gara di canto!»
Unì le mani come segno di applauso. Era molto emozionata, gli brillavano perfino gli occhi, ma io la guardai malissimo come per dirle che non doveva nemmeno pensare che io avrei accettato. Ma lei mi guardava con i suoi occhi da cucciolo e con il labbro inferiore più sporgente.
«Scordatelo Fede, la mia risposta è no!» dichiarai decisa con le braccia conserte e guardando da un' altra parte.
«Ti prego Angy! Sei bravissima, io adoro la tua voce, di sicuro vincerai tu, nessuno può batterti!»
Si inginocchiò davanti a me, mentre tutti ci guardavano stupiti.
«Fede ti prego alzati mi metti in imbarazzo!»
Le bisbigliai in uno orecchio,
«Per favore farlo per la tua cuginetta del cuore»
Mi disse agitando le mani in aria.
«Ti ho detto di no! Sai che io mi vergogno a cantare davanti alle persone, quindi non lo farò, mi dispiace» ribattei scocciata. Allora per convincermi, colpì il mio punto debole.
«Ti devi fare perdonare per il tuo ritardo e poi Alex sentendo la tua meravigliosa voce non riuscirà a resisterti!» Mi bisbigliò all'orecchio le ultime parole che mi fecero diventare rossa dall'imbarazzo.
«Fede ma cosa dici! Io sono fidanzata con Vincent, Alex non mi interessa per niente!» Le sorrisi nervosamente.
«Sì, sì, certo, Vincent. Vuoi dirmi che sei fidanzata con il suo fratellastro così, per caso? Ma dai Angy, puoi prendere in giro i tuoi amici, ma non me, no a tua sorella per scelta e a tua cugina di sangue. Mi sa che hai un interesse particolare per la Famiglia Rossi, troppo per i miei gusti» scoppiò in una fragorosa risata, che mi fece morire dentro.
«Va bene, hai vinto! Parteciperò a quella stupida gara di canto, contenta?» Sbuffai sfinita, le parole di mia cugina mi avevano spiazzata.
«L'evento sarà tra tre giorni in piazza Duomo. Chi vince avrà come premio dieci mila euro, è un concorso nazionale molto importante, ci saranno anche quelli della televisione!» Mi disse euforica.
«Cosa?! Mi vedrà tutta l'Italia? Oh mamma mia, no ti prego!»
Mi misi una mano sulla fronte, mi ero davvero messa nei guai.
«Mi dispiace, ma ormai hai accettato e le promesse si mantengono!»
Agitò il dito come segno di negazione e io già non la sopportavo più.
Però c'era una cosa positiva se avessi vinto, avrei salvato Alex e suo padre, senza fare qualcosa di illegale e così mi armai di coraggio e promisi a mia cugina che avrei partecipato. Lei fu molto disponibile, mi diede tutte le informazioni che dovevo sapere, ovvero: potevano partecipare tutti a partire dai sedici anni fino ai trenta anni. I partecipanti dovevano presentarsi il giorno dopo ai provini con una canzone scritta da loro e se venivano scelti, quando ci sarà l'evento, quattro giudici molto importanti, dichiareranno il vincitore.Verranno scelti dieci partecipanti e i provini erano alle quattro. Dopodiché salutai mia cugina, la ringraziai e mi incamminai verso casa.
Mentre camminavo mi lamentavo, avevo paura di fare una brutta figura, io non avevo mai detto a nessuno della mia "dote". L'unica a saperlo era Annalisa, ma nessuno tranne mia madre e mia cugina mi avevano sentito veramente cantare, quindi mi vergognavo. Pensavo che se non ero brava tutti avrebbero riso di me, quello che volevo proprio evitare, ma ormai la frittata era fatta, non potevo più tornare indietro la posta era troppo alta. Non appena arrivai a casa mangiai di corsa e subito andai nella mia stanza a provare la canzone che avevo scritto da tanto tempo per mio padre. Così presi il foglio, la chitarra e iniziai a cantare.
"E adesso sono qui,
con te!"
Alza gli occhi su nel cielo,
e guarda quante stelle brillano la sù.
Guardalo!
E pensa sempre a me...
Quando un giorno te ne andrai
E penserai a quei momenti,
Che hai trascorso con me!
Ritornello: Vai sempre avanti...
Non molare mai!
Fino a quando un giorno
Ce la farai...
A realizzare i tuoi sogni.
Perché tu hai un cuore
grande, ma grande
come l'amor, come l'amor.
Dopo che finii di esercitarmi erano le quattro, così posai la chitarra e iniziai a studiare storia, la mia materia preferita. Domani iniziavano le interrogazioni e io ero tranquillissima, era strano ma amavo le interrogazioni, quella situazione di tensione e di ansia, mi faceva salire l'adrenalina e per quel motivo, non vedevo l'ora.
Successivamente si fecero le otto scesi giù cenai e poi andai di nuovo nella mia stanza e mi addormentai con tanta ansia e paura nel petto.
Spazio autrice:
Heila! Come va? Spero bene, scusate per questo schifoso capitolo ma le cose dovevano andare così, il capitolo non è concluso a breve pubblicherò la seconda parte spero che vi piaccia. Adesso su con le domande:
Angelica vincerà la gara? O dovrà fare qualcosa di brutto per salvare Alex?
Farà una figuraccia? Oppure lascerà tutti a bocca aperta?
E soprattutto come reagirà Alex sentendo la sua voce? Vi aspetto più numerose al prossimo capitolo ciao a presto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top