10°capitolo:Un sentimento inaspettato!

Alex
Dopo tre ore, tutti i miei conoscenti se ne andarono a uno a uno, rimasero solo Daniel e la sua ragazza.
Ero arrabbiato con me stesso e con mio padre perché per colpa sua avevo ferito Angelica, lei che in quell'incubo in cui ormai mi trovavo non c'entrava nulla.

Sapevo che non c'era nessuna giustificazione per quel mio gesto infantile e poco maturo, ma cosa ci potevo fare? Le parole di quell'uomo mi avevano tremendamente sconvolto e l'unica cosa a cui avevo pensato in quel momento, era quello di sfogare tutta la mia rabbia e il mio risentimento verso Angelica ottenendo così solo il suo viso pieno di lacrime e di umiliazione.

Per me era stato facile mandarla via da quella casa. Ormai litigare con lei era diventata un'abitudine. Sì, era proprio così, per me era più facile allontanare le persone che tenerle vicine a me, però avevo esagerato, avevo capito che quel gesto, in quel momento così doloroso, era fuori luogo.

La sua voce spezzata e roca me lo aveva confermato, facendomi sentire peggio. Ero un mostro, soprattutto perché l'avevo fatta scappare via in quel modo senza fermarla. Avrei potuto fare altre mille cose, ma come al solito scelsi di fare lo stronzo.

"Oh mamma! Perché mi hai lasciato solo? Se eri con me forse mi sarei comportato diversamente. Mi mancano così tanto i tuoi consigli." Pensai mentre uscivo in balcone. Mi allontanai dai miei amici per un po', non volevo che mi vedessero piangere, soprattutto perché in quel momento, erano sicuramente arrabbiati con me e non potevo biasimarli. Lo sapevo dai discorsi che facevano i due piccioncini alle mie spalle, cercavano di parlare piano e non farmi ascoltare quello che si dicevano, però non ero stupido e avevo intuito tutto.

"Ogni volta che la trattavo di merda tu lo scoprivi sempre e ti arrabbiavi tantissimo con me, mi rimproveravi e mi dicevi di comportarmi in maniera diversa, però io non ti ascoltavo mai. Sono solo uno stupido, non so proprio cosa devo fare, non voglio che lei mi odia ma non faccio niente per cambiare, forse perché mi sta bene così, mi fa comodo, non voglio affezionarmi a lei, non voglio avere un altro cuore spezzato, non voglio più essere abbandonato. Sono davvero senza speranze, vero mamma? Mi manchi così tanto!" Continuai a pensare facendo finta che i loro sguardi incazzati e le loro parole non mi scalfivano minimamente, ma non era così, non ero un robot, sapevo benissimo che avevo sbagliato. Mi asciugai il naso sulla manica della camicia e insistetti a rivolgere il mio sguardo al sole che ormai stava tramontando dietro le montagne di Milano.

«Ma che cosa ti è preso? Sei diventato stupido forse?»
Urlò a un tratto Daniel raggiungendomi in balcone, anche se prima la sua ragazza cercò di calmarlo in tutti i modi. Avevo ferito la sua migliore amica, era una reazione plausibile e più che giustificata.

«Non sono affari che ti riguardano, Angelica non doveva venire, sai benissimo che io la odio!» mentii arrabbiato, ma non ammettendo le mie colpe, mi sentii un uomo orribile, anzi, un bambino cattivo.

Senza preavviso Daniel mi prese per il colletto della camicia e mi scaraventò al muro: «Sei davvero senza cuore, come hai potuto far piangere Angelica, lei che era venuta per te!»
Mi ringhiò contro, liberando tutto il disprezzo che provava verso di me e io ero fermo ad ascoltarlo.

«Lasciami! Ho avuto le mie ragioni a comportarmi in quel modo, e in questo momento risparmiami i tuoi noiosi rimproveri, ti ricordo che ho appena perso mia madre, sto soffrendo tantissimo, devo ancora elaborare il fatto che nessuno può restituirmela! E tu, cosa fai? Te la prendi con me solo perché non voglio vedere chi di solito mi disprezza, provare compassione. È una cosa che detesto, lo sai».
Guardai da un' altra parte stringendo forte le mani in due pugni.
Perché non mi stavo zitto una volta tanto? Sapevo che avevo sbagliato, ma il mio orgoglio un' altra volta aveva interferito ferendo un'altra persona a me cara.

«Lo so, mi dispiace per tua madre, ma non è una buona scusa per fare del male ad Angelica, ti ricordo che lei con la tua vita non c'entra niente!» Sbottò arrabbiato.

« Ed è proprio per questo che la sua presenza mi ha fatto esplodere. Scusatemi, ma io e lei non andremo mai d'accordo, neanche se io ci provassi in eterno! Comunque per farvi contenti, cercherò di rimediare».
Proposi pentito.

«Smettila di cercare sempre delle giustificazioni al tuo comportamento sbagliato! Angelica anche se non ti sopporta ha cercato di starti comunque vicino in un momento per te davvero terribile, ma tu con il tuo solito caratteraccio l'hai cacciata da casa tua, fragandotene di tutto e di tutti. Le scuse non devi farle a me, ma ad Angy, è lei che hai ferito, ricordalo.» affermò dopo essersi addolcito soprattutto perché avevo detto che volevo scusarmi.

«Sì, lo farò domani, te lo prometto».
Gli dissi appoggiando una mano sul mio petto e vedendomi davvero dispiaciuto, sia Daniel che Annalisa mi perdonarono.

Dopodiché presero i loro giubbotti, mi salutarono e se ne andarono.

Finalmente ero solo nella mia stanza, potevo dare libero sfogo a tutto quello che in quel momento stavo provando: ero sconvolto,triste, incazzato. Iniziai a dare pugni a caso al muro, se Angelica non mi avesse più parlato, non me lo sarei mai perdonato.

Ero confuso, nervoso e sentivo un vuoto enorme invadermi sempre di più il cuore. Era la prima volta che mi pentivo di essermi comportato da vero stronzo con Angelica. Tante volte mi ero divertito a prenderla in giro, ma capii che quella volta c'era qualcosa di diverso.

Scoppiai in lacrime ritrovandomi da solo nel buio della mia stanza, mia madre se ne era appena andata via per sempre e non l'avrei mai più rivista. Soffrivo così tanto che mi mancava il respiro, urlavo già da alcuni minuti, la gola era secca e mi bruciava, era come se stesse andando a fuoco proprio come il mio cuore ormai in cenere. Accesi la luce e presi la bottiglietta d'acqua che avevo nello zaino, bevvi tutto d'un fiato e mi sentii meglio. In quel momento però mi accorsi che sul pavimento era caduta una foto scattata due anni prima al vecchio parco dietro la scuola media. La raccolsi e la guardai curioso: raffigurava il nostro gruppo agli arbori della nostra amicizia. Daniel e Annalisa si erano fidanzati da poco e io e Angelica eravamo agli inizi dei nostri litigi. I due fidanzatini erano dietro di noi che si abbracciavano felici, mentre io ero davanti a loro con il broncio perché non volevo assolutamente fare quella foto, invece Angelica sorrideva nervosamente. Quel sorriso era falso, sapevo benissimo che non voleva neanche lei farsi fotografare con uno come me accanto, ma entrambi non avevamo scelta. Osservavo i suoi occhi e anche se erano alzati per formare un sorriso, erano molto tristi. Quella ragazza sempre piena di energia e con una linguaccia incorreggibile che diceva sempre quello che pensava senza mai stare zitta, non era come appariva agli altri, lei in realtà era molto fragile e sola. Sì, si sentiva sola proprio come me.

Posai la foto sulla scrivania accanto all'immagine di mia madre, spensi la luce, andai a letto e stanco mi abbandonai fra le braccia di Morfeo.

Mentre dormivo feci un sogno, sognai mia madre ancora viva e felice in un prato, io ero ritornato bambino e contento corsi da lei e l'abbracciai.

«Mamma, che bello sei viva, ti prego torna da me, perché mi hai lasciato da solo? Io ho paura, per favore vieni a casa, io ho bisogno di te».
Le dissi con le lacrime agli occhi.

La vidi piangere, mi accarezzò il viso diventato rosso dalla troppo euforia.

«Oh bambino mio, mi dispiace ma non posso, adesso è questo il mio posto, ma tu potrai farmi visita ogni volta che vorrai».
Le sue parole mi spiazzarono, io volevo stare ancora con lei, avevo bisogno dei suoi consigli, del suo affetto.

A un tratto l'atmosfera cambiò, il cielo divenne rosso e il prato verde e rigoglioso si trasformò nel pavimento freddo della Chiesa dove tre ore prima mi trovavo per dire addio a mia madre, vidi la bara e lei che dormiva dolcemente per l'eternità.

Mi avvicinai a lei per guardarla un'ultima volta, era così bella, la sfiorai e sentii il suo viso gelido tra le mie dita. Non riuscivo ad accettare che da quel giorno avrei vissuto senza di lei, non volevo rimanere da solo, ma purtroppo quella malattia bastarda me l'aveva portata via così velocemente.

A un tratto vidi Angelica seduta su una panchina, mi dava le spalle, indossava un grazioso abitino bianco e aveva i capelli legati in una treccia. Adoravo quando si faceva la treccia, gli donava particolarmente, però questo lei non lo sapeva e dubito che lo avrebbe mai saputo.

"Ciao, vieni siediti accanto a me" mi disse all'improvviso sorridendomi.

Ero sorpreso, la vera Angelica non mi avrebbe mai sorriso così dolcemente e non mi avrebbe mai proposto di starle accanto.

Titubante accettai e mi sedetti vicino a lei.

«Che bel tramonto, non lo pensi anche tu "Tesoro"?»

"Cosa?" Pensai sbalordito, cosa avevano sentito le mie orecchie? Angelica mi aveva chiamato tesoro? Assurdo.

«Già» balbettai grattandomi la testa.

«Mi dispiace tanto per tua madre, però penso che adesso si trova in un posto migliore e poi è sicuramente tranquilla perché sa che non sei solo, ci sono i tuoi amici con te e soprattutto ci sono io che ti amo tanto» mi sorrise stringendomi forte la mano.

Ero senza parole, quella scena così assurda mi fece capire quanto io fossi stupido a trattarla male. Azzerammo del tutto la distanza tra di noi e mentre ci stavamo per baciare mi svegliai sudato e senza fiato.

Quel strano sogno mi aveva aperto gli occhi. L'orgoglio era inutile, sapevo benissimo che il sentimento che provavo per Angelica non era odio, ma qualcos'altro, ma non sapevo ancore bene di che cosa si trattasse.

«Da domani cambierò, chiederò scusa ad Angelica e mi farò accettare da lei, voglio che il nostro rapporto pieno di conflitti si trasformi in qualcosa di meglio di una stupida amicizia e al diavolo mio padre! » Dissi ad alta voce. Di una cosa ero certo, dovevo mostrare ad Angelica chi fossi davvero, prima di perderla per sempre. Noi due eravamo il sole e la luna, il fuoco e l'acqua, due elementi opposti, due anime imperfette, ma che insieme erano perfette, niente e nessuno ci avrebbe mai diviso.

Spazio autrice
Wow! Che ne dite di questo colpo di scena? Adesso ci sono due ragazzi che si sono innamorati di Angelica, e lei come la prenderà quando scoprirà che Alex , dopo tanto tempo che la trattava male adesso la ama?
Bene se volete saperlo continuate a leggere il mio libro. Ciaoooo con nuovi capitoli.
P.s scusate se non ho aggiornato ieri.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top