Capitolo 2
Debora
Domani è il gran giorno, quello della partenza. Finalmente vedrò Londra che bello. Non solo sono contenta di vedere la città, ma sento che la mia vita cambierà totalmente.
Ho trascorso una bellissima serata ieri con le ragazze, sono stata benissimo. Mi mancheranno tutte e tre. Mi hanno confidato che se fossero partite avrebbero sentito tantissimo la mancanza delle loro madri. A me invece da bambina fino a pochi anni fa è sempre mancata la presenza di una madre. Ho sempre avuto mia nonna come punto di riferimento femminile ma non ha mai voluto che la chiamassi mamma, mi ha sempre detto che lei era la nonna. Si può dire che ora sto bene ed di aver accettato che ho sempre avuto una mamma che non mi ha mai amata e mai apprezzata. Lei sà molto bene che devo partire domani e non si è fatta sentire, nemmeno per salutarci. Le ho anche mandato un messaggio, ma non ho ricevuto alcuna risposta. Ho sofferto molto quando ero piccola vedendo le tante differenze tra me e mia sorella, ma ora è come se mi fossi rassegnata non mi fa più male ormai, sono solo indifferente. Non soffro e non soffrirò più per lei e per il fatto di non amarmi. Non so cosa le abbia mai fatto, ma non tutti possono amarti e non bisogna costringere nessuno per farlo. Quando ami, ami e basta senza che nessuno ti dica di farlo o che ti costringa. Vabbè tanto ormai è passato.
Scendo in cucina perché ho un leggero languorino. Lì ci sono i miei nonni che guardano mio padre che combatte con le valige. Appena mi vedono, papà mi rivolge uno sguardo abbastanza furioso.
<<Debby ma questa valigia così grande devi portare? Cioè ti rendi conto che è enorme? È vero che partiamo per sempre, però cavolo un altro pò e ti porti anche la casa nella valigia.>> urla mio padre mentre va nel soggiorno. Ha visto la mia enorme valigia, ma le mie cose non posso di certo lasciarle qui.
<<Dai Papà io ho tante cose da portare con me, non come te che hai già tante cose a Londra.>> rispondo urlando per farmi sentire.
<< Questo è vero, ma tesoro sei sempre esagerata.>> dice mio padre rientrando in cucina. Faccio gli occhi dolci. Non ha mai saputo dirmi di no a questo. Vedo un accenno di sorriso. Sta cedendo, sta cedendo. Sorride. Ecco ci sono riuscita come sempre d'altronde.
<<Va bene tesoro. Ma la porterai tu.>> ecco lo sapevo che c'era il trucco.
<<Gennaro non ti permettere di parlare così alla mia bambina. Non ti preoccupare Debby la valigia domattina la porterà tuo nonno visto che comunque vi accompagneremo noi in aeroporto.>> risponde mia nonna.
<<Dai amore però non puoi fare cosi. Perché devo portarle io che sono il più vecchio?>>dice mio nonno sbuffando e guardando papà. Iniziamo a ridere tutti. Quanto mi mancheranno tutte queste piccole cose.
Vado verso i miei nonni e li abbraccio più forte che posso e con tutto l'amore che ho.
<<Mi mancherete tantissimo.>> dico piangendo come una bambina. Mia nonna mi accarezza i capelli come quando ero piccola e piangevo a causa delle parole che mi diceva mia madre. Ho sempre raccontato tutto a mia nonna e mi è sempre stata vicino, sempre.
<<Facciamo così, io porto la mia valigia e tu la tua tesoro.>> dice calcando l'ultima parola. Mi sta sfidando eh. Ok accetto la sfida.
<<Va bene la porterò io, ma la farò pesantissima così pagherai l'extra per il peso.>> gli rispondo facendogli la linguaccia. I miei nonni ridono e alla fine anche io e mio padre scoppiamo a ridere.
Ad un certo punto il suo cellulare inizia a squillare e risponde ad Hanna. Gli dico di salutamela e nel frattempo vado nella mia stanza a finire di preparare le ultime cose prima della partenza e a prepararmi per la serata. Ho lasciato giusto due cambi fuori dalla valigia quello per stasera e quello per domani.
Vado in bagno per raccogliere le ultime cose e poi vedo la vasca che mi chiama per un ultimo bagno rilassante. Chi sono io per declinare un invito così bello? Preparo l'acqua e ci aggiungo due sali da bagno, giusto per rendere questo momento il più rilassante possibile e chiudo gli occhi mentre l'acqua mi ricopre completamente.
Il mio corpo è ancora stressato da questi esami che sono risultati duri e complessi, ma anche quando l'ultimo orale è stato dato siamo usciti tutti saltando e urlando per la felicità. Poi osservando il parcheggio della scuola vediamo la macchina della nostra professoressa di inglese, la quale ci ha trattati malissimo durante tutti questi anni e nessuno la sopportava più. Così decidiamo di farle uno scherzo e la nostra vena artistica è venuta fuori, rendendo la sua macchina bianca ad un arcobaleno e scrivendo in inglese "Con affetto e simpatia. I suoi alunni." Appena abbiamo finito siamo corsi a nasconderci, volevamo osservare la sua espressione. Abbiamo riso tantissimo perché quando l'ha vista stava quasi per svenire, ma alla fine se lo meritava.
Fortunatamente io ed i miei amici abbiamo fatto un corso pomeridiano per imparare l'inglese.
Sono persa in questi ricordi tanto da non rendermi conto del tempo che passo in acqua, fino a quando mio padre bussa chiedendomi se andasse tutto bene.
<<Non mi dire che ti sei addormentata di nuovo nella vasca.>> continua bussando e dalla sua voce capisco che è leggermente preoccupato.
Sono troppo rilassata e sinceramente non mi va di parlare con nessuno, ma se non rispondo è anche capace di sfondare la porta. Così lo rassicuro dicendo che va tutto bene.
<<Bene, sono contento. L'unico problema è che stai da un ora e mezza in quel bagno,quindi credo proprio che ti si addormentata.>> mi risponde sorridendo.
Mi tiro su frastornata. Un'ora e mezza? Ecco alla perché l'acqua è così fredda,non mi sono proprio resa conto che ero finito per addormentarmi. Così mi alzo e mi asciugo velocemente uscendo sorridente.
<<Si papà, dovevo rilassami un pò e alla fine ho perso la cognizione del tempo. Stavo pensando a tutto l'anno che è passato e rivivevo i bei momenti vissuti. >> dico
<<Ora pensa solo a divertirti e goditi l'estate Debby. Il passato resta al passato no?>>
<<Certo hai ragione. Vado a preparami. Se faccio tardi i miei amici faranno casino e diranno che sono sempre la solita.>>
Vado in camera e mi preparo alla velocità della luce proprio. Metto come al solito Jeans e maglietta con un paio di scarpette.
Mi squilla il cellulare. È mia madre. Lo apro
"Ricorda che non sarai mai felice, nemmeno a Londra. Sei una persona che nessuno amerà e che perderà chi amerà . Cerca di non rovinare anche l'amore tra tuo padre e la sua compagna dato che tu sei brava a separare le persone."
Non so quante volte lo leggo e di pancia le avrei voluto dire tante cose, ma poi riflettendo ho capito che non ne vale la pena. Ormai non ti rivedrò più "madre" non mi farai più del male.
Una volta pronta, scendo e vado ad incontrare i miei amici direttamente con la mia macchina. Fuori al locale incontro tutti i miei amici tranne naturalmente Giorgia che come al solito fa sempre tardi.
Una volta arrivata entriamo in questo locale e cominciamo a divertirci come al nostro solito e mi rendo conto che non troverò mai degli amici come loro.
Questa è stata una bellissima serata e a un certo punto mi sono anche commossa, perché tutti mi hanno dato un pensiero da portare sempre con me.
Luana mi ha regalato un anello con inciso i nostri nomi dentro.
Giorgia un bracciale con scritto "friends forever".
Giada un portachiavi con la mostra foto dentro.
Ernesto una piccola foto dove ci siamo io, lui e Luana, da mettere nel portafogli.
Luca, come al suo solito, mi ha regalato una collana con un cuore e dentro una foto di tutti noi. Pensa sempre a tutti, lui. Gianluca invece mi ha regalato un bracciale con scritto "Friends stay in the heart",che dolce.
Ringrazio ed abbraccio tutti con le lacrime agli occhi. Eh si, ho degli amici fantastici davvero. Sono stata fortunata ad incontrarli.
Passiamo il resta della serata guardando come al solito Giorgia e Luca litigare, sembrano cane e gatto, ma per il resto ci divertiamo da matti. Appena usciamo dal locale ci salutiamo tutte piangendo, ma promettendoci di farci sentire sempre e non allontanarci mai.
Sono stanchissima e so che appena arrivo a casa e metto la testa sul cuscino, crollerò in un istante.
Prima di addormentarmi completamente imposto la sveglia per domani mattina e ringrazio ancora i miei amici per i regali che mi hanno fatto. Alla fine metto il silenzioso e poso il cellulare. Vedo domani le risposte e controllerò anche se ho preso tutto o ho dimenticato ancora qualcosa.
So che questa notte sarà strana e insonne perché ho un pensiero fisso,che domani rivedrò Federico. Non so se anche lui è contento di questa convivenza. Non vorrei che lo facesse solo per accontentare sua madre,dato che ha sofferto tantissimo dopo la morte del marito. Anche lei merita un po' di felicità e di serenità. Mio padre e Hanna sono una coppia perfetta,insieme si completano. Si sono sacrificati in questi anni tra chiamate e qualche weekend al mese per vedersi. Vogliono viversi e io li appoggio in pieno.
Purtroppo non faccio che pensare a lui,ormai è diventato il mio pensiero fisso e mi chiedo se si ricordi di me dato che sono passati due anni da quella famosa cena per conoscerci. Io so però che i suoi occhi non li ho mai dimenticati.
Senza accorgermene mi addormento e crollo in un sonno profondo.
Un suono fastidioso interrompe i miei sogni e mi alzo per mettere fine a quella tortura, salvo poi ricordare che oggi è il grande giorno, così mi alzo e mi preparo per la partenza. Sono emozionata e ad ogni minuto che passa, il mio cuore batte intrepido come quello di un bambino il giorno di Natale. Mi lavo e mi vesto velocemente, impaziente di intraprendere questa nuova avventura. Scendo in cucina con la mia enorme valigia e vedo tutti già pronti. Mia nonna, appena mi vede, mi sorride anche se il suo è un sorriso pieno di tristezza e malinconia.
<<Vuoi qualcosa?>> mi chiede il nonno sempre intento a leggere il suo giornale.
<<No nonno, ho paura che poi possa sentirmi male una volta in volo>> gli rispondo sedendomi accanto a nonna ed abbracciandola forte. Dopo un po' mio padre prende le nostre valigie e ci invita a metterci in cammino visto che è ora.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la macchina, incastrando le valige nel bagagliaio. Papà si mette alla guida e mio nonno prende posto accanto a lui mentre io e nonna ci sediamo dietro. Il viaggio trascorre in assoluto silenzio e una volta arrivati in aeroporto, siamo tutti molto tristi. Una volta imbarcate le valige, ci sediamo in sala d'attesa aspettando il nostro volo e mia nonna dice con le lacrime agli occhi: <<Chiamaci spesso tesoro>>. Non posso fare altro che prometterglielo abbracciandola forte e dandole un bacio sulla guancia.
<<Mi mancherete tantissimo>> dico abbracciando anche il nonno che risponde dicendo che ci vedremo attraverso "quell'aggeggio che chiamate smartphone". So che lo dice per farmi sorridere, perché lui, rispetto a nonna, è molto tecnologico.. e per fortuna direi!
<<Sono felice per te Gennaro. Meriti tutto il bene figlio mio>> dice nonna mentre abbraccia papà. È una scena toccante e straziante al tempo stesso. È sempre difficile per un genitore separarsi dal figlio, ma saperlo a km di distanza senza vederlo di persona, è ancora peggio. Lui le da un bacio sulla testa e le dice: <<Grazie per averci accolti ed esservi preso cura di noi mamma, soprattutto di Debby. Non so cosa avrei fatto senza di voi>> aggiunge guardando anche il nonno. Restiamo a parlare per un po' fin quando non sentiamo una voce che annuncia il nostro volo. Ci siamo. È ora. Non si torna indietro. Tra abbracci e lacrime salutiamo i nonni e appena saliamo sull'aereo mio padre mi guarda dicendo:
<<Grazie Debby davvero. So quanto ti costa andartene dai nonni e dai tuoi amici. Anche se a Napoli hai tanti brutti ricordi, so che stai lasciando anche tanti altri che sono belli>>. Lo guardo e senza dirgli niente lo abbraccio forte. Questo non è niente. Per lui avrei attraversato anche le fiamme dell'inferno. Si merita questo e altro. Voglio vederlo felice e sono sicura che riuscirò a cavarmela.
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