Capitolo 23.
Quando dico l'estate migliore della mia vita, intendo veramente LA MIGLIORE della mia vita.
Il nostro soggiorno in Italia, precisamente al centro di Roma è stato qualcosa di incredibile, è una città stupenda, piena di storia, di monumenti, tantissima gente di nazionalità diverse ma specialmente tanti negozi. Quando dicono che gli italiani si vestono bene non mentono.
I nonni di Lena sono veramente delle persone dolcissime. Penso di essermi innamorata di suo nonno. Un uomo abbastanza alto, magrolino, con degli occhi grigi che ti incantano e un po' di barba bianca, ma malgrado tutto è un bell'uomo per la sua età. La cosa più buffa era il suo naso, non saprei descriverlo, un po' a patata, un po' a punta e persino con un po' con gobba. Il nome del nonno è Jonh, se lo chiamavo "Signore" oppure per cognome, così si faceva nella mia vecchia città, si arrabbiava, diventava peggio di un velociraptor inferocito, e non scherzo. Però diventava peggio quando io e Lena lasciavamo la stanza in disordine, è un patito dell'ordine. Il bello era che si arrabbiava lui e non la nonna, Sarah, colei che alla fine doveva sistemare tutto perché noi eravamo sempre troppo stanche e pigre per farlo. Anche lei non era male, sempre sorridente, premurosa e molto gentile. Ogni mattina, mentre spolverava metteva della buona musica classica e ballava, visto che faceva la ballerina ed anche abbastanza brava. È così bello vedere delle persone anziane così, sembravano anche molto innamorati malgrado siano passati quasi 50 anni da quello che ho capito. Spero pure io di innamorarmi come loro e essere felice per più tempo possibile, anche se non credo più di tanto nell'amore.
Gran merito della mia magnifica estate è anche loro. Infatti, quando scoprirono che non avevo mai visto l'Europa, anzi, che non avevo mai visto un qualsiasi paese che non fosse la città in cui abitavo rimasero così sconvolti che ci portarono a fare il giro dell'Europa: Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e qualche stato minore. Loro amavano viaggiare, infatti, ogni anno cambiano meta. Rivedere meglio tutti quei luoghi che loro videro anni prima li fecero emozionare più e più volte, ogni luogo in cui erano stati aveva dietro una lungaaa storia e tantissimi avvenimenti divertente.
Grazie a loro mi sono letteralmente innamorata di ogni nazione, tutte culture così diverse tra loro, così tante lingue, mi facevano impazzire.
Il nostro soggiorno doveva essere solo di due settimane, ma beh, alla fine diventarono due mesi, tornammo la settimana prima del rientro a scuola, il mio peggior incubo.
Quando tornammo la prima cosa che feci fu quella di dormire, dormire tantissimo per abituarmi al fuso orario. La seconda era quella di cercare Grace. Conversare con lei fu abbastanza difficile inizialmente, anzi, era quasi impossibile, era arrabbiata con noi per essercene andate e averla abbandonata, poi era più che gelosa che noi avevamo visto tutti quei paesi e lei no. In fondo però me lo meritavo quel viaggio, per colpa sua quasi rischiavo di passare un'estate infernale. Infatti, semmai dovevamo essere io e Lena arrabbiate con lei, anche perché ce ne siamo andate per lei e Naomi, ma non volevo peggiorare la situazione e rimasi zitta. Per farmi perdonare servirono solo quattro semplici parole :<< devo raccontarti una cosa >>.
Grace è quel che si dice, una ragazza impicciona, ma più che altro curiosa, e vuole sapere sempre tutto e avere in mano il controllo della situazione, sennó le prende il panico. Fu per questo che le raccontai dell'anonimo dell'aereoporto.
Durante il viaggio parlai tutti i giorni con lui, non avevo ancora scoperto chi fosse, ma mi intrigava. Le uniche cose che sapevi di lui erano che :
-era moro;
-alto;
-abbastanza muscoloso ( o almeno così diceva lui);
-simpatico
-amava i libri, in particolare era affascinato da "Cime tempestose", io avevo provato diverse volte a leggerelo ma niente, era troppo complesso per me;
-era un'atleta;
Ed infine avevamo tantissime cose in comune. Ah, e soprattutto tra una settimana forse ci saremmo visti perché frequenteró la sua stessa scuola.
Ho molte aspettative su questo ragazzo, spero non mi deluderà.
La mia più grande paura è che sia totalmente diverso da come si è descritto e soprattutto che sia uno di quei ragazzi arroganti, un po' bulletti che si credono i più fighi della scuola, non lo sopporterei, anche perché più o meno quasi tutti gli atleti sono così e ho anche avuto a che fare con loro, quindi ne ho le prove, non sono il massimo quei generi di ragazzi, anche se tutte gli sbavano dietro. Ho sempre preferito un ragazzo tranquillo, carino e dolce, piuttosto che lo stronzo avventuriero che desiderano tutto. Non che io voglia il principe azzurro, assolutamente, so che non esiste, ma non vorrei neanche il figlio della regina cattiva.
Però la mia curiosità superava la paura di un lui diverso dalle mie aspettative. Non vedevo l'ora di incontrarlo, sul mio telefono c'era infatti un conto alla rovescia in attesa del primo giorno di scuola.
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