La pazza
Fisso una pagina bianca senza nessuna idea e una lacrima cade per la canzone che sto sentendo, è particolare, è strano come una canzone riesca a intrappolare dei ricordi così pesanti, come li faccia rivivere ogni volta che la ascolti. Invece ora rido, rido per un'altra canzone un po più allegra e faccio credere a chi mi osserva che sono pazza.
Cammino verso casa dopo una lunga e stancante giornata di lavoro con la musica altissima nelle orecchie, sto ascoltando una canzone rock, dovrebbe riuscire a recuperare le mie energie.
Il tempo è brutto " se piovesse sarebbe una giornataccia, ma per fortuna almeno non piove" penso. Sto perennemente con il telefono in mano, per far pensare a chi ho in torno che non sono una povera scema che odia gli autobus e che quindi, anzi che prenderne uno, si fa 5 km a piedi.
Ogni tanto guardo intorno per scorgere un qualsiasi particolare o oggetto che mi faccia interessare al mondo reale, anzi che a questo stupido telefono. Invece non trovo nulla, ne una foglia che cade, una macchina stravagante o addirittura una persona. Contrariamente sono ancora qui a camminare verso casa sotto il sole estivo con ancora indosso la divisa di lavoro e le scarpe anti-infortunio, quelle che fanno molto più male camminando che prendendosi una planetaria da 5 kg su un piede.
Ora però sono più vicina a casa, così tanto che vedo il grande pino del giardino spuntare da dietro la recinzione, sento anche il mio cane abbaiare, perché sicuramente mi ha già sentita arrivare.
Entro in casa e lancio la borsa in un punto indecifrabile. A questo punto sono pronta per tuffarmi a peso morto sul letto e dormire.
Non mi stupisco del fatto che mi addormento appena tocco il letto, ovviamente ho omesso qualche informazione: ho 18 anni, lavoro in pasticceria e tutte le mattine mi sveglio alle 3 per andare a lavoro.
Non sogno nulla, sono troppo stanca per sognare. Anche se mi piacerebbe immaginare un cavaliere nero su un drago dorato che cavalca selvaggio fra le nuvole e mi porta con se. Ma rimpiango il fatto che ciò non può accadere, poiché i draghi, a parere di tutta la gente del mondo, non esistono.
Mi sveglio dopo 2 ore, per il citofono che non smette di suonare. Vado alla porta "chi sarà ora? io ho sonno... Lasciatemi dormire " penso, mentre mi dirigo ad aprire. Guardo dallo spioncino della porta e vedo la vicina "e ora che vuole, questa?" penso, ancora . Apro < Ciao, che c'è? > le chiedo, lei è quella rompi scatole di pro zia che abita qua accanto e che, tutti i santissimi giorni, mi rompe in due il cervello per lamentarsi di qualsiasi cosa.
< il tuo cane mi da fastidio, abbaia troppo e comunque quando butti giù quel pino? che non mi arriva il sole! > lo dice proprio come una maledetta tizia a cui da noia qualsiasi cosa e che gode nel vederti arrabbiata. E' un pò smorfiosa.
Gli rispondo male, ora sono stufa < Se ti da noia il cane impara a metterti i tappi nelle orecchie e il tuo caro pino, se proprio ti da così tanto fastidio, vieni te di qua e lo butti giù, ma non con la moto sega. No, cara mia, a pugni! > Abbattuta con una frase, ora sicuro fa un gesto di indignazione e se ne va come tutti i giorni. Domani tornerà con qualcos'altro.
Vado subito in cucina, mi faccio un thè e guardo l'ora, le 12:37 "Ottimo sono ancora in tempo per pranzare " penso mentre apro il cancelletto che divide il giardino dalla casa e chiamo Bris, il mio pastore tedesco di 4 mesi che mi era stato regalato dal mio ex quando stavamo ancora insieme, per l'appunto 4 mesi fa. Lo faccio entrare in casa e do da mangiare anche a lui.
Davide, il mio ex, è ed era una merda. Non si merita nulla, l'unica cosa positiva che ha fatto è avermi regalato questo cucciolo, non so se me lo ha regalato per noia o per farmi smettere di urlagli contro tutte le volte che lo vedevo. L'ho lasciato perché ero stufa dei no, non posso, esco anzi con gli amici che con te, sei una sfigata ed insulti di altro tipo. Ho anche scoperto che mi tradiva con tre maledette oche più piccole di lui. Oltre che il danno, anche la beffa. Non ho pianto nemmeno una lacrima per lui.
Io mi faccio un panino e a Bris preparo il suo solito piatto: crocchette al pollo e verdure zuppate nell'acqua. Glielo metto in una ciotola e lo mangia in mezzo minuto, si lecca pure i baffi.
Io prendo il mio panino al cotto e pomodoro a fette e mi vado a sedere sul divano con la televisione accesa su MTV, un pò di musica non fa mai male. Bris si accuccia davanti a me e dorme.
Fuori si è schiarito il tempo " forse dovrei uscire a respirare un po d'aria fresca" penso. Potrei andare a vedere che combinano gli studenti dell'alberghiero oggi, oppure fare una passeggiata al mare. Decido quindi di prendere un libro e andare alla mia solita panchina nel parco vicino a casa.
La mia panchina preferita è isolata e in mezzo agli alberi, che dà la schiena alla recinzione ed al mare, davanti ha una casetta rialzata tutta dipinta di verde con dei buchi sulla porta che sembrano quasi delle coltellate, ma non so davvero cosa siano in realtà.
Mi metto sempre lì, o con un libro o solo con la musica a fissare il paesaggio e qualche volta mi perdo ad immaginare la storia di quella catapecchia verde. Una volta era una normalissima casetta dove, due ragazzini, si sono incontrati da piccoli e hanno instaurato una grande amicizia. Oppure era il nascondiglio di un killer assetato di sangue che, dopo essere stato scoperto, si era barricato lì dentro e lì dentro era morto.
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