L'incidente
L'estate è quasi finita e io sono ancora a lavoro, finirò di lavorare a Novembre, ma almeno per oggi la mia giornata è terminata.
Domani è il compleanno della mia cuginetta Sara, non vedo l'ora di poter far divertire lei e i suoi amichetti. I miei genitori mi hanno detto che sono molto brava con i bambini, forse dovrei cambiare mestiere e fare la baby-sitter, ma per ora mi preparo per uscire da lavoro. Mi cambio, saluto tutti, prendo il motorino e vado. Passo sempre dalla stessa strada ovvero percorro il viale verso il mare, con quella brezza estiva che non fa mai male. Mi viene in mente che gli altri anni, in questo periodo, c'è il Comix e mi piacerebbe molto andarci. Decido di andare a controllare se è già iniziato e per mia grande fortuna è il primo giorno di apertura.
Faccio manovra con il motorino per andare a posare la divisa del lavoro a casa. Riparto e quasi a metà strada mi suona il telefono nella tasca, mi fermo e rispondo <Pronto?> dall'altra parte del telefono c'è il mio datore di lavoro <Senti Erica, non è che potresti andare a prendermi la menta? Mi sono dimenticato di recuperarla per stasera. Sai, ho la serata cubana e senza menta non si possono fare i Mojito.> mi chiede.
< Certo, quanta te ne serve?> ci pensa un secondo e risponde <Circa 3 mazzetti. Poi, quando la porti, ti do i soldi per il disturbo.>
<Ok, vado subito> spengo il telefono e riparto verso l'ortofrutta più vicino che si trova proprio all'inizio del viale che ho percorso prima.
Dall'ortofrutta, per mia sfortuna, trovo la pro zia Luisa che non perde tempo e inizia a lamentarsi, la ignoro completamente. Prendo la menta e parto andando verso il mio lavoro, consegno la menta e vado via prima che possa darmi i soldi per il disturbo " sinceramente io il compenso non lo voglio, non mi servono soldi in questo momento e sono già ben pagata" penso mentre torno al motorino.
Torno al Comix, prima però passo da casa per posare la divisa del lavoro, che mi porto dietro da quasi mezz'ora. Passo da una strada secondaria per arrivare al Comix, vado piano molto piano alla ricerca di un parcheggio "oggi il tempo è sereno, però tutte queste ombre sulla strada mi danno fastidio, non so se tirare giù la visiera oscurata del casco oppure no" penso, ma poi la tiro giù. Sbaglio, enorme sbaglio, urto la ruota di una macchina parcheggiata male e perdo conoscenza. Mancava qualche metro ed ero arrivata e invece no il destino o qualcos'altro aveva deciso diversamente.
Mi risveglio, sono a 4 metri circa dalla macchina che ho urtato, sono sdraiata per la strada il motorino è appoggiato sulle mie gambe e non riesco a sollevarlo,mi fa male ovunque, la testa e le gambe più che il resto del corpo, chiedo aiuto e non vedo nessuno, chiedo ancora aiuto e ora vedo una macchina che si ferma dall'altra parte della strada " vengono in mio soccorso? non lo so non so cosa pensare, aiutatemi non voglio stare qui" penso con le lacrime agli occhi. Corrono verso di me, credo sia una donna adulta e una ragazza un po più grande di me < Come ti chiami? > chiede la donna adulta. <Erica> rispondo < Sono un medico, mi puoi dire il numero di un parente? > chiede " un angelo sceso in terra solo per salvare me? che spreco" penso < mia madre> rispondo dettando il numero.
La ragazza che è insieme a lei cammina avanti e indietro, avanti e indietro ed è al telefono con il pronto soccorso,credo. Dopo qualche minuto vedo comparire mio padre e mia madre e subito dopo l'ambulanza, mi tolgono il casco e tirano su il motorino, quasi distrutto dal volo, mi mettono quel maledetto collare per la colonna vertebrale e mi caricano sulla barella, mia madre sale con me in ambulanza. Lei e l'infermiere iniziano a chiedermi dove di preciso mi fa male e parlano del fatto che non sono per nulla spaventata dal viaggio in ambulanza, io sto zitta, dico solo dove mi fa più male e poi sto in silenzio fino all'ospedale.
Esco dall'ospedale dopo 3 ore di controlli, la flebo, analisi e raggi x. Sono massacrata dalla testa hai piedi e non voglio più andare al compleanno di Sara, voglio solo andare a casa con la mia brutta faccia e rimanerci fino a che non è passato tutto, ma non è possibile. L'unica cosa positiva è che non vado a lavoro per una settimana e qualche giorno.
Mi informano che domani dopo pranzo dovrò rilasciare una dichiarazione sull'incidente, peccato che io non ricordo neanche come ho fatto ad andare contro la macchina, e questo mi inquieta " e ora cosa gli dico ? non mi ricordo, sicuramente stavo andando piano ma da qui in poi non ricordo nulla" penso. Vengo accompagnata a casa in macchina, informo via messaggio Andrea che oggi non ci vedremo al Comix e gli spiego che è successo, mi chiama al telefono e io con un gesto della mano butto fuori tutti dalla stanza e rispondo < Ciao, visto ora sono in vacanza come voi > dico per sdrammatizzarmi < Erica ma che hai combinato? > dice < Niente, ho solo picchiato un porcospino con la faccia > dico e mi metto a ridere < Dopo passo da lì verso le 15,così ti faccio compagnia va bene? > dice < Certo ti aspetto qui e non mi muovo di un millimetro, a dopo > dico < a dopo Erica, ciao > risponde e chiude la conversazione.
Io sono segretamente innamorata di Andrea da moltissimo tempo, è difficile stargli dietro e seguire tutti i suoi discorsi tecnologici, ma io ci riesco, peccato che è fidanzato da due anni con la mia amica Maria e questo mi da il tormento, voglio rivelargli i miei sentimenti ma allo stesso tempo voglio stare in silenzio e fare finta che io non senta nulla per lui. Non voglio rovinare una bella storia tra quei due piccioncini, mi limito a vederlo come amico, seguirlo da lontano con lo sguardo e sperare per lui solo cose belle. Ovviamente guardo l'ora e sono le 14 "un'ora ed è qui " penso, sono così contenta che il mio sorriso vorrebbe arrivare fino al soffitto, aspetto e guardo la televisione, faccio il giro dei canali 12 volte senza trovare nulla, cambio, mi alzo dolorante e accendo la play station 3 e gioco a Minecraft. Inizio un nuovo mondo in avventura, è un giochino epico a cubetti dove devi sopravvivere, farti una casetta e vivere un'avventura, mi perdo in questo mondo e quando mi risveglio guardo l'ora e vedo che sono le 16, controllo il telefono e nulla: niente messaggi e nessuna chiamata "si è perso? " penso un pochino turbata, ma continuo ad attendere, forse ha un imprevisto, ma mi avrebbe avvertita in qualche modo. Aspetto così tanto che mi addormento e mi risveglio alle 18, nulla è morto.
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