7. TRA POLPI E TENTACOLI

Lovie

-Ehm sì, è la mia valigia- ho la gola secca.

-Perfetto- me la spinge contro. Passo tra i sedili e l'afferro per la maniglia. Tutto cercando di evitare lo sguardo di Lugh. Non voglio che mi lanci frecciatine o faccia qualche commento caustico. Non lo sopporterei.

-Lovie, per di qua- grida Sarah.

Mi giro.

-Seguimi- Sarah mi fa segno con la mano. -Dobbiamo metterci vicini alle porte per poter scendere- mi da le spalle, i capelli che le frustano la schiena ogni volta che scuote la testa e sussurra qualcosa all'orecchio di Jack. Deve essere bello avere una persona a cui parlare in quel modo.

-Cammina, non possiamo stare fermi qui

Naturalmente Lugh deve strapparmi da ogni fantasticheria. Cammino, tirandomi dietro la valigia. Ho la sensazione di tornare indietro. A quando ero una ragazzina e i miei si erano separati. Alla notte in cui ho cercato di scappare di casa.

Il treno sussulta. Sono proiettata di lato e mi trovo premuta contro la parete. Il sapore metallico mi divora le labbra. Cerco di rimettermi dritta, ma non riesco a stare in equilibrio. È snervante.

Vengo agguantata per la vita e trascinata indietro.

-Ehi, non ho voglia di fare una tappa all'ospedale- la voce di Lugh mi vibra contro l'orecchio. Il braccio mi scivola intorno alla vita. È una presa decisa, che mi spezza il respiro e m'impedisce di cadere.

-Nessuno vuole andare in ospedale

Le sue dita affondano nella mia carne. Il cuore fa una capriola. Mi concentro sul presente. E soprattutto non su Lugh. Ma dov'è finita Sarah? La vedo aggrappata a una sbarra di ferro, vicino alle porte. Nota che la guardo e strizza l'occhio. Accanto a lei Jack guarda fuori dal finestrino. È...

La mano di Lugh si sposta. Aderisce alla mia pelle e ne sento il calore, nonostante la stoffa che ci separa.

Mi irrigidisco. È sulla mia pancia. Questo vuol dire che potrebbe sentire... no, non le può sentire. -Non sapevo che fossi un polpo

-Un polpo?- la sua voce mi graffia i timpani. È carta vetrata.

-Scusa, avevo preso le tue mani per dei tentacoli- ho il deserto in gola.

-Hai sempre voglia di scherzare?- sussurra. La bocca mi sfiora il lobo e la carne mi brucia.

Deve essere quello che prova la falena che si avvicina troppo alla luce. Si riduce in cenere.

-Ti potrei fare la stessa domanda

-Beh, scusa se ho evitato che ti rompessi il naso, la prossima volta ti lascerò sbattere- si muove e i suoi capelli mi finiscono negli occhi. Li spingo via.

-Sai cosa intendo- mormoro.

-Ti sembra che abbia una sfera di cristallo?

Perché deve rendere tutto così complicato? Come se non fosse già abbastanza il fatto che Nicolas abbia portato Alya.

Lugh mi destabilizza. Mi sembra di essere nel bel mezzo di una tempesta, sballottata di qua e di là. Con lui non so come comportarmi. Sarah ha fatto un terribile errore a invitarlo. Ma perché deve sempre fare di testa sua?

Il treno si ferma con un ultimo balzo. Mi aggrappo a una sbarra, ma purtroppo è la presa di Lugh a impedirmi di cadere. Di nuovo. Non che lo ammetterò mai.

-Ringrazia che resto un gentiluomo

-Devi sempre sentire la tua voce? Non riesci a stare zitto un singolo istante?- sto tremando e darei qualsiasi cosa pur di smettere. Pur che Lugh non mi veda così.

-Sei la prima che si lamenta

Sguscio via dalla sua stretta. -Grazie per avermi aiutata, ma ora non ne ho più bisogno

Le porte si spalancano. Non mi giro a guardarlo. Voglio solo scendere da questo treno.

L'ingresso al villaggio è a forma di fungo gigante, con le porte in vetro rosso. Inspiro il profumo di salsedine che mi porta la brezza. Con un po' di concentrazione posso sentire il rumore delle onde. Cosa può andare male in un posto come questo?

-Sembra di entrare nel paese dei Puffi- Jack si ferma.

-Puffi giganti- Lugh si appoggia alla sua valigia. –Io ho sempre fatto il tifo per il cattivo, come si chiama?

Mi giro per evitare il suo sguardo e vedo Alya che sussurra all'orecchio di Nicolas. Mi sembra di sentire il mio nome. Il cuore si contrae.

-Mentre voi fate dialoghi profondi sui Puffi, io e Lovie andiamo in bagno, vi lasciamo qua la valigia- Sarah mi afferra per il braccio e mi trascina attraverso il giardino.

Non parla fino a quando non siamo entrate nella porta con la scritta Toilette in rosa pastello. Siamo circondate da specchi e da pareti glitterati. È il bagno di Cenerentola. –Come procede la nostra missione?- si avvicina a uno dei lavandini, apre il rubinetto a forma di sirena, si sciacqua le mani.

-Guarda solo Alya- gli occhi mi bruciano.

-Oh, Nicolas è un uomo, Alya è mezza nuda- Sarah si volta e alza lo sguardo al soffitto. –Gli uomini sono stupidi e istintivi, ma noi donne siamo più furbe, lo puoi conquistare

-Come?- ho il cuore in gola. Il cellulare manda un bip. Deve essere un altro messaggio di Ryan.

-Aspetta, non disperiamo, ho un piano

-No, ti prego, non un altro piano- arretro.

Sarah ride. -E invece sì, questo è quello giusto

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Vi sta piacendo?

Avete idea di quale sarà il prossimo piano di Sarah?

A presto!

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