27. CONFESSIONI NEL CUORE DEL DELLA NOTTE
Lovie
Lugh mi lascia il polso e socchiude gli occhi. Sembra che stia avvenendo una lotta dentro di lui. -Va bene- mormora, il guizzo di un sorriso. -Ma se mi salti addosso nella notte, potrei non essere padrone delle mie azioni
Mi strappa una risata. -Sei incorreggibile
-Dicono che sia la mia caratteristica più affascinante- si alza. Noto che ha un leggero tremito. Qualsiasi cosa abbia sognato gli fa più paura di quanto gli piaccia ammettere. Vorrei poterlo aiutare, ma so che è inutile.
Torno a sedermi sul letto. Non voglio che sappia che ho notato quanto è turbato. Non so come comportarmi.
Il letto si piega sotto il suo peso. Punto i piedi per non cadergli addosso.
-E io che pensavo che mi odiassi- mormora.
Sono sorpresa. -Non ti odio
-Mmm, sicura? Al campus negli ultimi tempi non mi parli quasi... è legittimo pensare che... beh, che perlomeno non ti sto molto simpatico.
Inspiro. -Beh, non è perché ti odio
-E allora perché?- piega la testa per potermi guardare. Non c'è traccia di sarcasmo nella sua voce.
Devo raccontarglielo?
-Vorrei davvero che fossimo amici- insiste Lugh. -Abbiamo bisogno di fidarci
Fidarsi. È una parola pesante. -Alle tue feste si gioca a quello stupido Gioco dei Desideri- deglutisco, la gola secca.
-Oh, gioco a un sacco di cose stupide
-Scommetto che non ti ricordi quello che hai fatto- guardo altrove. Tutto tranne il suo viso.
-Fatto? Faccio un sacco di cose, per cui probabilmente il mio è un no- ride, una risata roca.
-Quello che hai fatto a me
-E cosa ti avrei fatto?
-Non ricordi?- è davvero tanto perso nel suo mondo?
-Mi dispiace
-Il gioco dell'armadio- ogni parola è un colpo in gola.
Lugh contrae la mascella. -Hai partecipato alle mie feste?
Annuisco. -Sarah è una fanatica delle feste, praticamente va ovunque- ho la sensazione di aver esagerato. Mi sono lanciata su un terreno troppo scivoloso. Non avrei dovuto raccontargli questo.
Lugh sospira. -Che ti ho fatto?
-Mi hai abbandonata nell'armadio, non sei mai venuto da me- non sapevo di avere tanta rabbia dentro, ma adesso sto urlando. Me ne rendo conto e mi copro la bocca con le mani.
-Non sapevo che eri tu
-Abbiamo giocato a estrarre gli abbinamenti, tu eri con me- lo avevo desiderato tanto. Un modo per conoscerlo. Magari un bacio.
Se chiudevo gli occhi potevo ancora vedere l'interno dell'armadio. Se mi concentravo il profumo di rose mi pizzicava le narici.
-Io non raggiungo mai i miei abbinamenti, non sapevo nemmeno che fossi tu
La risposta mi sorprende. -Perché? Sei tu che organizzi le feste
-Io odio quelle feste, ma alla confraternita piacciono
-Non sembri il tipo che fa quello che gli dice la confraternita
-Non mi piace inimicarmi il mondo intero- si stringe nelle spalle. -Per quanto può valere mi dispiace
Lo guardo. Non so cosa dire. Non mi aspettavo che mi rispondesse che gli dispiace.
-Sono ancora in tempo per l'incontro nell'armadio?- sorride.
-Non più
-Peccato- un angolo della bocca si abbassa e così resta un mezzo sorriso. -Perché avrei potuto farmi perdonare
-Non riesci proprio a essere serio, eh?
-La serietà non fa per me- ridacchia.
-È ora di dormire- gli do le spalle.
-Buonanotte, Cenerentola
-Buonanotte- mi sdraio. Con Lugh vicino ho forti dubbi che riuscirò ad addormentarmi. La sua presenza mi trasmette una sensazione di calore. È come un tizzone. Scivolo lontana. Voglio stare il più distante possibile da lui.
❤️
Sono appoggiata contro qualcosa di caldo. Mi stiracchio e giro la testa. Le lenzuola mi circondano la vita.
È piacevole, come un abbraccio.
Un mugolio mi accarezza l'orecchio. È...
Un mugolio?
Mi tiro su. Il cuore perde un battito. Non sono le lenzuola a stringermi il petto, ma un paio di braccia.
Di colpo ricordo.
Sono nel letto con Lugh.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Il capitolo è un po' breve, ma spero che vi sia piaciuto!
Votate e commentate per farmi sapere cosa ne pensate.
A mercoledì!
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