2. PARTENDO PER UN VIAGGIO

Lugh

Questa giornata fa schifo. Mi appoggio alla Jeep rossa di Jack. Il cielo è nuvoloso. L'aria sa di smog. Il caldo mi soffoca. Tempo da schifo. Umore da schifo. Mal di testa da schifo. Ho l'impressione di stare per scoppiare.

Jack sta infilando il suo bagaglio nel baule. I capelli castani gli ricadono sulla fronte spettinati. La maglietta grigia e i jeans sono rovinati. Ma come si fa ad uscire così? Non ha uno specchio in casa? Mi sistemo la felpa nera. L'ho scelta con cura perché sia elegante, ma abbastanza comoda per il viaggio.

Jack si sfrega la fronte. -Questa è la tua?- indica il mio trolley.

Inspiro per trattenere uno sbadiglio. -Hai bisogno?

-Tiro su le borse di Sarah, praticamente potrei sollevare una montagna- Jack afferra il trolley, lo solleva, barcolla. Per essere uno che va tutte le settimane in palestra è piuttosto deludente.

-Sicuro di riuscirci?

-Ce la faccio- ansima. -Quante cose ci hai messo?

-Il necessario

-Pesa più di quella di Sarah... e siamo pure in ritardo- Jack infila l'ultima valigia nel bagagliaio con un grugnito. Ha il fiato corto.

-Le grandi personalità arrivano sempre in ritardo- afferro la maniglia della portiera.

-I treni non la pensano nello stesso modo- Jack chiude il bagagliaio e ci rimane incastrato dentro un pezzo di maglietta. Impreca, lo apre, lo richiude. Siamo amici da... beh, non ricordo da quanto. Jack c'è sempre stato. Conosce la mia famiglia e gran parte dei nostri peccati. Conosce me. Quando ho voluto spiccare il volo è stato lui a consigliarmi la New York University.

-I treni sono sempre in ritardo

-E se questo non lo fosse?

-Pen...

Un urlo squarcia l'aria. I muscoli mi s'irrigidiscono. Sposto lo sguardo. Davanti al portone di casa di Jack c'è un ragazzino rannicchiato a terra. Un altro con un berretto nero gli sta addosso.

-Ma quello non è tuo fratello?- mollo la maniglia e attraverso la strada. Un'automobile mi sfreccia accanto suonando il clacson. Non mi fermo. Per fortuna a quest'ora il traffico di Manhattan non è ancora folle come al solito.

-Sai che July deve farsi le ossa- mi grida Jack.

Ma che cazzo gli gira per la testa? È normale vedere un dodicenne che viene picchiato e far finta di nulla?

-Ehi, tu!- afferro il ragazzino con il berretto per il braccio e lo sposto di peso.

-Lasciami, Lugh

Lugh? Lo mollo. Il ragazzino barcolla, si gira, mi fa un mezzo sorriso. Ha gli stessi occhi luccicanti di Jack. Ovvio è l'altro suo fratello.  -Tyler? Che stavi facendo?

Tyler si limita a fare spallucce. Per avere sedici anni è più robusto di me.

-Lo sapete che siete una famiglia disfunzionale?- ho la gola secca.

-Rischiamo di perdere il treno- urla Jack.

Mi volto e porgo la mano a July. Non sembra ferito, ma ha le guance impiastrate di lacrime. La maglietta rossa è strappata. -Su, ti aiuto a tirarti su- non mi piace vederlo a terra. Mi fa sorgere vecchi ricordi. Un periodo in cui ero io quello a terra e nessuno mi tirava su.

July mi prende la mano.

Lo alzo, pesa nulla, è troppo magro. -Dovresti andare al corso di autodifesa di cui ti ho parlato- gli sussurro.

July abbassa lo sguardo sulle Converse rosse. Non ho mai visto un ragazzino così chiuso.

-I bulli non si fermano se non mostri che sai difenderti- l'ho imparato a mie spese.

Bisogna imparare a difendersi da soli. Sono stufo di assistere alla distruzione di July. Ogni volta è sempre peggio.

-Lugh, muoviti, altrimenti ti lascio qui

Non posso stare ancora qua. Do le spalle a July e attraverso la strada.
Jack si tocca lo smartwatch. -Su, siamo in ritardo

-Dovresti pensare a tuo fratello

-Ehi, siamo stati ragazzi anche noi e non avevamo bisogno di aiuto- corre a prendere posto dalla parte del conducente.

Salgo a mia volta. Avrò modo di riparlarne con Jack. Adesso ho altri pensieri. Non ho dormito. La testa mi pulsa nonostante abbia preso una pastiglia di antidolorifico. Mi abbandono contro il sedile. Ho la sensazione di andare in mille pezzi.

-Sei sicuro che questa sia la decisione giusta?- Jack è preoccupato.

Per niente. Questo è il motivo per cui ho passato la notte a rigirarmi nel letto. Mi costringo a sorridere. -Naturale, le mie decisioni sono sempre giuste

-Questa storia finirà male- Jack accende il motore. -Lugh, ti rendi conto che sapranno subito che sei a Virginia Beach?

-Non è Virginia Beach

L'auto parte sgommando. Allungo le gambe e cerco di rilassarmi.

-È un villaggio a qualche miglia da Virginia Beach, posto dove...

-Lo so, lo so- non voglio sentire parlare. C'è già una maledetta voce nella mia testa che mi dice che dovrei restare a New York. Purtroppo non sono mai stato troppo bravo a ubbidire.

-Sapranno che sei lì e verranno da te- Jack suona il clacson.

-Chi se ne frega- è una bugia. Me ne frega eccome, ma non posso continuare a tenere la testa sotto la sabbia. -E poi con un po' di fortuna troverò qualche bella ragazza con cui distrarmi... magari l'amica di Sarah

Jack sussulta. -Non scherzare, Lugh, Lovie è off limits, chiaro? Non fare i tuoi casini da ragazzino. È la migliore amica di Sarah, non puoi farle il cuore a pezzi, perché vorrebbe dire nottate di lacrime e io che me la devo passarla da solo- sbuffa. -Tu hai la capacità di deludere qualsiasi ragazza, prima le abbagli, non so come, e poi le scarichi

-Stai dimenticando quello che succede nel mezzo- punto un gomito contro la portiera.

-Non con Lovie, te lo chiedo come favore personale, non rovinarmi la vacanza- sorpassa una Mustang gialla. Che splendore! -Sarah è quella giusta, okay? Non complichiamo le cose

-Chi se ne frega di Lovie, lei e quella sua aria da principessina della Disney- mi massaggio il collo. È un gesto che di solito mi tranquillizza. Non oggi. Sono un fascio di nervi. So che se qualcosa potrà andare storto ci andrà.

-Vuoi davvero affrontare il passato?
Penso alle ultime chiamate. Forse non c'è tempo. Forse è ora di affrontarlo davvero. Non adesso.

-Sei il mio migliore amico, non voglio vederti distrutto

-So badare a me stesso, piuttosto tu pensa a guidare, Sarah ci uccide entrambi se le facciamo perdere il treno

Jack arrossisce. È patetico come il solo citare la sua fidanzata lo renda un budino. -Credo che partirebbe senza di noi, il che potrebbe essere peggio, hai visto quanto è bella?

-Io ho visto quanto siete sdolcinati- se fossi uno che prova invidia, beh, per loro la proverei. Ma adesso ho cose più importanti di cui occuparmi.

Jack non deve sapere la verità. Se sapesse m'impedirebbe di farlo. Lo direbbe a Sarah che metterebbe in guardia Lovie.

Non posso permetterlo.
Lovie è perfetta per il piano.
Contraggo le labbra per non sorridere. Jack non sa che Sarah mi ha chiamato ieri. La sua idea è quella di usarmi perché quel cretino di Nicolas s'ingelosisca di Lovie. Mi sta aiutando e non lo sa.

Ho studiato abbastanza i social di Ryan per sapere che c'è una sola persona a cui tiene. Sua sorella Lovie. Ci sono tantissime fotografie che li ritraggono insieme. Ai compleanni, a Natale, alle vacanze. Sono sempre sorridenti. Una famiglia felice.

So che Lovie non è colpevole. Ho la sensazione che non riuscirebbe a fare qualcosa di male nemmeno se ne andasse della sua vita. Purtroppo questo non ha importanza. Tutti paghiamo le colpe della nostra famiglia. E poi m'infastidisce questo suo essere così principessina. Tipo Biancaneve con gli animaletti che la seguono. Ha l'innocenza che avrei potuto avere io se non me l'avessero rubata.

Nemmeno io ero colpevole. La schiena mi brucia. Prendo un lungo respiro. Devo scacciare via i ricordi. Premo le unghie nei palmi. Il dolore mi fa emergere nel presente.

Sono travolto dall'odore dei sedili in pelle dell'automobile di Jack mi contrae lo stomaco. Mi premo una mano sulla bocca, le tempie che pulsano. Non posso permettermi sbagli.



NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Ed eccoci qua con il primo capitolo in cui compare Lugh.

🎈Come vi sembra Lugh?
🌠 E Jack?

Chissà, magari potrei riuscire a postare il prossimo capitolo già mercoledì... vi piacerebbe?

Ps. Presto vi mostrerò i visi dei personaggi.

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