11. BISOGNA AVERE PAZIENZA

Lovie

Alya sta facendo vedere a Nicolas come fare ginnastica. In pratica usa ogni scusa per toccarlo. -Sei bravissimo- gli nuota dietro e gli circonda le spalle con le braccia. -Mi fai fare cavalluccio?

Questo è troppo. Do le spalle alla scena.

-Sally, ricorda la pazienza di Sally- sussurra Sarah.

-Sally non aveva una Alya come rivale- ma che cavolo ci faccio qua? Perché finisco sempre per accettare i folli piani di Sarah? Come la sua idea di metterci quell'app per le amiche del cuore che mi manda una decina di notifiche al giorno? –Ho bisogno di allontanarmi un po'- esco dall'acqua.

-Tesoro...

-Cinque minuti- è una bugia. Voglio solo correre via e andarmi a nascondere da qualche parte. Basta che sia lontano da qua. Con la coda dell'occhio vedo i capelli rossi che si mischiano a quelli castani di Nicolas. Mi mordo la lingua per non urlare e mi trascino fuori dall'acqua. Non voglio essere qua quando non riuscirò più a trattenere le lacrime. Passo tra le file di ombrelloni. Non avrei dovuto venire. Mi dirigo verso il bagno. Ho bisogno di darmi una sistemata. Ho...

-Che cazzo ti è venuto in mente di venire qua?

Il sangue mi si gela. Mi guardo intorno alla ricerca di Lugh, perché so che la voce è la sua. La riconoscerei ovunque. Lo individuo vicino all'ingresso della spiaggia. Dal modo in cui stringe i pugni capisco che è furioso. La luce del sole fa luccicare i serpenti neri che gli ricoprono la schiena. In piedi di fronte a lui c'è una donna. Ha i capelli neri legati in uno chignon, lineamenti marcati, occhi azzurri. Indossa una salopette di jeans. Nemmeno lei sembra di buon umore. È una ex rancorosa? Non mi sorprenderebbe visto il numero di donne che Lugh ha frequentato.

-Sei tu che non dovresti essere qua... a meno che tu non sia pronto per il Ballo

Il Ballo? M'immagino una sala dorata piena di donne con lunghi abiti e uomini in giacca e uomini che ballano. È un'immagine che cozza con Lugh.

-Io vado dove voglio

-Allora non lamentarti quando verranno a prenderti- la donna si volta e gli dà le spalle. –Ti ho avvertito, sei ancora in tempo per andartene

-Questa è la mia vita, nessuno può controllarla

-Su questo ti sbagli... noi possiamo controllarla

Ma che cosa succede? Di nuovo mi rendo conto che non so niente della vita passata di Lugh. Chi è davvero?

Lugh si volta. Non sono abbastanza veloce, così resto impalata, sotto il suo sguardo. –Che c'è? Hai assistito a una bella lite?- c'è una cattiveria che non appartiene. Lugh è insopportabile, odioso, arrogante, ma cattivo no. -Sei contenta?

-L'ennesima spasimante?- tento un tono leggero. Voglio che sappia che... che cosa? Non sono sua amica. Non devo sforzarmi di essere simpatica.

-Non ho così pessimo gusto, non sono come il tuo Nicolas- fa una smorfia.

-Devi essere sempre così arrogante?

-La cosa ti dà fastidio?- mi viene incontro e devo alzare la testa per guardarlo in viso. C'è qualcosa di terribile nel modo in cui contrae la mascella.  Arretro, attenta che lo sguardo non mi rimanga invischiato nel torace ricoperto di serpenti d'inchiostro. –Fuggi?

-Non è vero

-Invece sì, tu fuggi da tutto, vuoi una vita da fiaba, ma non potrai mai averla, perché la vita non è una fiaba, maledizione, dovresti crescere

-Sei arrabbiato con quella donna e te la prendi con me

-Me la prendo con te perché soffri per uno stupido, perché scegli chi non potrà mai amarti- allunga la mano come se volesse afferrarmi.

So che dovrei andarmene. Lugh è sconvolto per la lite, non è necessario che io resti qua. Rischiamo di dirci cose che non vorremmo sentire. Sto ferma. Lui mi accarezzi la guancia. Ripenso alla sensazione dei polpastrelli sulla mia schiena mentre mi ha metteva la crema.

-Puoi avere il mondo in mano, non lasciare che Nicolas te lo strappi- le sue dita mi afferrano una ciocca. L'arrotola e la tira.

Direbbe ancora così se sapesse i segreti che nascondo? –Nicolas non mi strappa nulla

-Sì, che lo fa, ti spoglia, petalo per petalo- continua a giocare con la mia ciocca e si avvicina ancora di più. Il suo respiro mi fa formicolare la pelle. Sa di cocco. Di colpo ricordo le caramelle che mangiavo da bambina. Mi fa sentire a casa. È una bugia. Lugh non è casa.

La testa mi gira. Sono confusa da quello che provo. –Sembra che tu stia parlando d'altro

-Forse... ti spoglierei anch'io, ma lo farei con dolcezza

-Spogli tutte, no?

Lugh scatta indietro. La ciocca mi ricade sulla guancia. Mi fa pensare a una frustata. Non mi aspettavo una simile reazione. –Naturale, sono uno stupido donnaiolo

-Non ho detto questo

-Lo hai pensato- mi supera e se ne va.

-Aspetta

Non dà segno di avermi sentita e non posso fare altro che guardarlo andare via, un senso d'amaro che m'invade la bocca.



NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

La storia vi sta incuriosendo?

A venerdì

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