1. QUANDO S'INFRANGONO I CUORI

Mesi prima del prologo


Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è starci seduto vicino e sapere che non lo potrai avere mai. (Gabriel García Márquez)


Lovie

Non sapevo di avere il cuore di vetro prima che Nicolas me lo spezzasse. Ho cocci conficcati ovunque, ma devo far finta che tutto vada bene.

Non che ci sia qualcosa che vada bene nel guardare il ragazzo di cui sono innamorata che flirta con un'altra nel bel mezzo della stazione di New York.

Lo stomaco fa le capriole. Deglutisco e mi concentro sulla respirazione. L'ultima cosa che voglio è vomitare davanti a tutti.

-Stai bene?- Sarah mi appoggia una mano sulla spalla, facendo tintinnare i braccialetti. Il suo profumo di vaniglia non fa che aumentare la mia nausea.

-Benissimo

È una bugia. Lo sappiamo tutte e due. Non a caso Sarah è la mia migliore amica da sempre. Noi due ci capiamo con uno sguardo.

-Problemi con lo stomaco?- Alya si appoggia alla valigia blu. Ciocche di capelli rossi le cadono sulla scollatura del top arancione che le mette in evidenza i seni. Secondo Sarah è tutta plastica. Non che la cosa mi tranquillizzi visto come Nicolas li fissava appena dieci minuti fa come Sarah guarda una torta al cioccolato dopo un mese di dieta.

-Sto benissimo- torturo un lembo della maglietta. Mi sembra di avere un mattone sullo stomaco. Com'è possibile che un momento sognato così a lungo si possa rivelare un disastro?

-Sei molto pallida- Nicolas non mi toglie gli occhi grigi di dosso. Un ricciolo castano gli accarezza lo zigomo. Riesce a essere bello addirittura alla tenue luce della stazione. Bevo i suoi lineamenti delicati. Mi fa pensare al principe azzurro di una fiaba, quello che salva la principessa prigioniera del drago. Vorrei che potesse salvare anche me. -Sei sicura di poter intraprendere il viaggio?

Ecco il chiodo che serra la bara. Nicolas sa che sto male. Adesso penserà che sono una ragazzina capricciosa.

Schiudo le labbra, ma ho la gola troppo secca per rispondere.

-Visto che manca ancora un po', direi di fare una tappa in bagno, controllate le valige- Sarah, mi afferra il braccio, in un tintinnio di bracciali, e mi costringe a seguirla.

In borsa il mio cellulare vibra. Deve essere Ryan. Sorrido. Mio fratello vorrà sapere come procede la vacanza. A lui non ho detto nulla di Nicolas, altrimenti si sarebbe presentato alla stazione con una valigia e una scusa per accompagnarmi. È fin troppo protettivo.

-Per di qua- Sarah mi trascina tra valige e pendolari. Dai grandi finestroni entrano nastri di luci che le fanno luccicare l'abito arancione.

L'odore di caffè e croissant inonda l'aria. Un gruppetto di gente fa colazione fuori da un bar. La bile mi striscia in gola. -Non dovevo venire- mormoro.

-Non è la ragazza di Nicolas- Sarah mi pianta le unghie nel braccio.

-Sapevi che sarebbe venuta?- fisso il pavimento di marmo. Nulla ha senso se Nicolas ha scelto un'altra. Mesi sprecati a fantasticare di noi, un pomeriggio passato a farmi i boccoli con la piastra perché, a quanto scrive sui social, impazzisce per le pettinature da bambola di fine Ottocento, l'iscrizione a un corso di filosofia che detesto tutto per Nicolas che esce con una che ha lo sguardo folle di Harley Quinn senza un grammo del suo fascino.

-Nah- Sarah mi spinge in bagno.

Sbatto con la faccia contro la porta scorrevole. Un lampo di dolore mi attraversa il naso. -Ahia

-Scusa

Quando Sarah ci ha invitati al villaggio turistico di suo padre credevo che saremmo stati in quattro. Io, Sarah, il suo ragazzo Jack e Nicolas. Questo è il motivo per cui ho accettato. Una vacanza a quattro sembrava il modo ideale per approfondire il mio rapporto con Nicolas. Magari trasformarlo in qualcosa di diverso. Quando alla stazione ho visto Alya, beh, il mondo intero è esploso. Sarebbe stato meno traumatico vederlo arrivare in compagnia di un alieno.

-Sono amici- Sarah mi supera, mi lancia uno sguardo color nocciola, si appoggia al davanzale. Per fortuna la toilette è vuota. Ci mancano solo altri spettatori al mio dolore.

-Amici? E se la porta in vacanza?- incrocio le braccia. Ho freddo. E ho la nausea. So già come finirà questa vacanza. Vedo Nicolas che bacia Alya. Puntini neri colorano le pareti bianche.

-No, ti prego, niente film mentali e soprattutto non svenire- mi cinge la vita con un braccio e mi aiuta a barcollare fino al lavandino. -Su, su, non è ancora finita- apre il rubinetto e mi bagna la fronte.

Mi guardo allo specchio, il cuore che sussulta. Ho qualcosa di patetico. Sembro una bambinetta. Pallida come un fantasma, naso a punta, palpebre pesanti. Ho una maglietta con Cenerentola che perde la scarpetta. Sono patetica.

-Senti, Nicolas ti ama, ne sono sicura, è timido, ma... ce la possiamo fare- il riflesso di Sarah allo specchio si contrappone al mio. Sembra un'attrice, la pelle abbronzata, le dita tra i vaporosi capelli biondi. -Ti prometto che vi metterete insieme

-Vuole lei

-Ma ama te... t'importa davvero che se la porti a letto?

-Sì che m'importa- voglio scappare. Tornare a casa. Le lacrime pungono per uscire.

La porta cigola. Giro la testa. Appoggiata alla parete c'è una bimba con il volto paonazzo che tiene stretto qualcosa al petto. Tira su con il nasino e si asciuga le lacrime con la manica della maglia.

Una corda mi si annoda intorno ai polmoni. Non mi piace assistere a queste scene. Mi ricordano una me bambina, una creaturina piena di crepe.

-Ehi, piccola- mi avvicino. -Che succede? Dove sono i tuoi genitori?

-Mio fratello ha rotto la mia bambola- la bambina mi fissa con gli occhioni azzurri. Ha i capelli biondi appiccicati sulle guance. -È la mia preferita- mi mostra una bambola, la cui testa è staccata dal corpo.

-Era successo anche alla mia... posso?- allungo la mano con il palmo sollevato. Almeno mi distrae da tutta questa orrenda situazione.

La bambina mi scruta con diffidenza.

-Fidati

Si dondola sui talloni e me la dà. Le manine gelide sfiorano le mie. Non sa che fino a qualche anno fa ero io a tenere tra le mani qualcosa di spezzato nella speranza di sistemarlo.

-Grazie- prendo la testa tra l'indice e il pollice. Per fortuna non è rotta, ma è solo uscita dall'asse. Ho visto Ryan farlo tutte le volte in cui Margaret ha staccato la testa a una mia bambola. Ed è successo più volte di quanto possa ricordare. Secondo papà era solo competizione tra sorellastre. Incastro la testa nel corpo di plastica e gliela restituisco. -Come nuova

La bimba prende la bambola e sorride. -Grazie, grazie, grazie- mi stampa un bacio sulla guancia e corre fuori dal bagno.

-Avrei dovuto riprenderti- Sarah applaude. -Scommetto che Nicolas non saprebbe resistere a una buona azione

Vorrei che fosse così semplice. Come nelle fiabe che Ryan mi leggeva da bambina, quando i nostri genitori stavano ancora insieme. Mi alzo e mi volto per guardarla. Vorrei che anche il mio problema si riducesse a una bambola spezzata. -Credo che tutti abbiano bisogno di una persona che si prenda cura di noi

-E la tua fata madrina sono io- Sarah mi viene incontro.

-Che incantesimo userà la mia fata madrina?

Sarah ride e fa scoppiare la bomba. -Ho un'arma imbattibile

-Un nuovo mascara?

-Meglio- Sarah sorride, quel sorriso che precede grandi disastri. Come la volta in cui ha proposto di provare a fumare, la sigaretta è caduta e abbiamo dato fuoco al cortile della scuola. Oppure quando durante una festa nella sua mega villa ha proposto un bagno di mezzanotte e ha fatto partire l'antifurto facendo arrivare la polizia.

-Cos'hai in mente?- vado al lavandino.

-Lo faremo ingelosire

-E come? Dovrei correre dietro a qualche ragazzo palestrato del villaggio?- infilo i polsi sotto l'acqua gelida. Il pavimento si sgretola sotto di me. Ho la sensazione di cadere.

-Ho pensato a qualcosa di molto meglio, una competizione più furiosa- una risatina.

-Ho paura di sentire cosa dirai

-Lugh verrà con noi

-Lugh?- ho l'impressione di essere stata gettata nell'acqua gelida. Non c'è fine al peggio? -Scherzi, giusto?

-Ehm, Jack ci teneva che venisse, così ho pensato che possiamo prendere due piccioni con una fava- Sarah fa spallucce. Lei non capisce il guaio in cui mi ha coinvolta.

-Sai che non... - ho la gola secca, i pensieri sono annacquati. –Io e Lugh non siamo amici... e intanto a Lugh non piaccio

-A lui piacciono tutte

-Io no- ignoro il ricordo che si fa strada nella mia mente. Io dentro l'armadio, la luce che scivola sotto l'anta socchiusa, il profumo nauseabondo di lavanda.

-Beh, l'importante è che lo creda Nicolas e noi faremo in modo che succeda- il suo riflesso allo specchio mi strizza l'occhio. -Tranquilla, ho tutto sotto controllo

Per niente.

-So quello che faccio, ho letto tantissimi romance- fa un sorriso. -Fidati di me, prima della fine delle vacanze tu e Nicolas starete insieme, mentre Lugh tornerà per la sua strada

Lo stomaco mi si chiude. Perché Sarah non sa la verità. Il bagno mi gira intorno. Mi aggrappo al lavandino.

-Lovie, tutto bene?- Sarah mi afferra sotto il gomito.

Lei non può capire. Non sa che Lugh mi odia e che vuole rendere la mia vita un incubo.



NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Grazie a tutti coloro che stanno leggendo questa storia.

Come vi è sembrato questo primo capitolo?

Abbiamo già una carrellata di personaggi, anche se qui non compare ancora, se non di nome, il nostro Lugh.

A proposito di Lugh... non ho scelto il nome a caso, ma non voglio rivelarvi troppo, alcune scoperte devono essere fatte un po' per volta.

Veniamo alle cose importanti:

🎀Che ve ne pare di Lovie?

🎈E Sarah? Si sta comportando da brava fata madrina?

🙈Come vi sembra Nicolas? E Alya?

Sono curiosissima di sapere le vostre preferenze.

Un abbraccio fortissimo e vi do appuntamento lunedì con il POV di Lugh.

Ps. Ricordatevi di votare e commentare il capitolo per farmi sapere se vi è piaciuto, così posso regolarmi per il resto della storia.

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