CAPITOLO 6 - Te' freddo
Il locale era così pieno che i quattro rimasero all'esterno, chiacchierando animatamente in piedi.
La piazza era meravigliosa, il tempo sembrava essersi fermato, il contesto somigliava ad uno di quegli spot dove tutto e' maledettamente perfetto.
In Bianca crescevano la speranza e l'entusiasmo che quello potesse essere il mondo perfetto per lei. Un mondo dove potersi sentire in equilibrio ed armonia.
Quello che sentiva dentro però, somigliava sempre di più ad un forte senso di insoddisfazione, aveva cominciato a guardarsi sempre di più allo specchio, con la forte pretesa di raggiungere la perfezione.
Era una richiesta sottile e silenziosa quella che faceva a se stessa, con il chiaro messaggio di non essere mai abbastanza.
Bianca seppelliva quotidianamente le piccole voci che di tanto in tanto le sussurravano: " va tutto bene così, non devi stare al gioco, non devi essere perfetta".
Era tutto così bello da non sembrare reale. Questo nuovo modo di affrontare le cose era pieno di gioia e felicità immediata, come se piccole e frequenti scintille agitassero il suo corpo ed il suo animo.
Non si era mai sentita tanto felice.
<Bè Pulce, che cosa vuoi bere?> disse Marco con tono scherzoso.
Bianca trovò divertente che Marco avesse usato il nomignolo che abitualmente usava Sabrina.
<Non sei per niente pulce, sarai almeno un metro e ottanta!> aggiunse Marco avvicinandosi al viso spensierato di Bianca.
<Hei Marco! Stai attento! Le ho dato io quel nome, devi chiedere il permesso per usarlo!>
Marco era ormai molto vicino a Bianca, e lei inspiegabilmente si senti' mancare il respiro, fortunatamente alla battuta dell'amica, si voltò verso Sabrina con quell'atteggiamento elegante e riservato che avrebbe sciolto chiunque.
<Che cosa vi posso offrire ragazze?> disse Jack spostando l'attenzione su di lui.
<Berrei volentieri un tè freddo al limone, grazie> disse Bianca.
Jack squillò: < certamente signorina!> ed in un' attimo s'intrufolo' fra la gente accalcata attorno al bancone del bar.
Sabrina seguì Jack, i due erano così in sintonia che sembravano flirtare.
<Ecco qui il tuo tè con ghiaccio>, Bianca sorrise alla vista di un calice di vino bianco.
<Ah è così che lo chiamate qui a Milano il tè freddo>.
Jack non esitò a ribattere: <con questo ti passa la sete, promesso>.
Le ore trascorsero velocemente, il vino aveva alleggerito le anime di tutti e quattro. La sensazione di essere immuni al mondo, ai condizionamenti, alle regole, era diventata tanto forte da sembrare la normalità. Un senso di libertà assoluta fece dimenticare a Bianca tutte le sue paure.
Avrebbe voluto vivere sempre così. Con due bicchieri di vino che le scorrevano nel corpo e lo stomaco semi vuoto.
Jack osservò Bianca a lungo.
Si era accorto anche se non la conosceva bene che il suo atteggiamento era cambiato. Che tutta la sua riservatezza ed insicurezza avevano lasciato spazio ad un atteggiamento spensierato ed affettuoso.
I ragazzi non volevano salutare le ragazze anche se ormai si era fatto buio. Jack propose quindi di cenare tutti insieme ma Bianca e Sabrina rifiutarono.
<Bè lasciate che vi accompagniamo a casa almeno> disse Marco dispiaciuto.
Una nuovissima Jaguar color grigio era parcheggiata poco lontano dalla piazza.
Jack premette il pulsante della chiave e le luci della macchia lampeggiarono, Bianca si voltò verso Sabrina, rivolgendole uno sguardo incredulo.
Sabrina ricambiò alzando entrambe le spalle, lasciandosi andare ad una piccola risata euforica.
Marco prese il trolley di Bianca e lo ripose delicatamente nel baule. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, lui le sfiorò delicatamente il mento ed avvicinando il viso al suo le sussurrò :< hai pensato a ciò che ti ho detto alla sfilata?>.
Colta d'improvviso, Bianca fece istintivamente un passo indietro: <veramente no. Ma non credo sia il caso>.
<Cambierai idea> , disse lui come se avesse raccolto una sfida.
<Signorine non vi dispiace se facciamo un piccolo tour della città che ne dite?>
<Come no!> disse Sabrina ormai in preda all'estasi.
L'automobile sfrecciava ad alta velocità per le vie del centro città. Milano di notte era bellissima.
Percorsero la città che Bianca ancora non conosceva benissimo, chiese a Jack di fermare la macchina quando furono nei pressi del castello Sforzesco.
Il parco del castello era ancora pieno di persone che passeggiavano e che stavano sedute a chiacchierare. La frenesia della città lasciava il posto ad una calma che sembrava accarezzare gli animi, regalando pace e tranquillità.
Jack parcheggiò la macchina poco lontano dall'arco della pace e pregò le ragazze di scendere e di mangiare con loro.
Cenarono con i due in un piccolo ristorante, i ragazzi dovevano essere degli abituè, i camerieri non facevano che parlare con Jack e Marco.
La serata era incantevole, Bianca non aveva mai mangiato in un posto tanto esclusivo in vita sua.
Si chiedeva continuamente perché le stava accadendo tutto questo.
Fece per andare in bagno e Sabrina decise di accompagnarla.
<Credi che sia ben fatto tutto questo, insomma le cene, I drink ... non ne staremo approfittando troppo?>
Sabrina a quelle parole si bloccò e si fece seria: <pulce tu ti preoccupi sempre troppo, se le persone sono felici di fare qualcosa per te, prendi e basta, senza pensare che vogliano per forza qualcosa in cambio>.
<Va bene, forse hai ragione tu> disse Bianca in modo da smorzare la conversazione poco piacevole. Forse Sabrina non era la persona giusta con la quale condividere quei dubbi.
La serata finì e Bianca scese dalla bellissima Jaguar per prima.
<E' stato meraviglioso, non so come dirvi grazie ragazzi>.
<Quando vuoi Bianca> disse Jack che aspettava in macchina col finestrino abbassato.
Marco scese per aiutare bianca a prendere la sua valigia: <Buonanotte Bianca, spero di rivederti presto>.
<Grazie mille Marco, e' stato cosi' bello che ancora non mi sembra vero, buonanotte>.
Bianca sorrise e lasciò che la lussuosa automobile si allontanasse.
Percorse la scalinata con il trolley in mano, l'ascensore era fuori uso.
Rideva e parlava fra se' e se' durante il percorso lungo l'interno scala: sebbene non riuscisse a capire se tutto quello che le stava accadendo fosse giusto o meno.
Trovò Maria in cucina che stava studiando davanti alla tv.
<Marì non capisco come tu faccia a studiare con la tv accesa>.
<I miracoli della medicina!> disse lei scherzando.
<Dove sei stata Bianca? Il tuo treno era in ritardo?>,
<Ti va un te' Mari'?> senza aspettare la risposta si mise a prepararlo per poi continuare: < ahm no, cioè si, era in ritardo ma sono uscita con dei conoscenti a cena>.
<Uh, erano Carini?> disse Maria prendendola in giro.
<Marco avrà su e giù 27 anni, è alto, castano e molto carino. Jack avra' qualche anno in piu', non carino quanto Marco ma molto affascinante >.
<Non pensavo uscissi con gente così grande, però se ti sembrano delle persone affidabili perché no!>.
Bianca concluse la conversazione con: <ancora non lo so>.
Si scambiarono la buonanotte a vicenda e finalmente Bianca fu sola.
Si appoggiò con la schiena alla porta della sua camera, prese un lungo respiro, come se tutto quello che le stava accadendo la stesse influenzando più di quando avesse voluto.
Alzò lo sguardo e la sua attenzione venne catturata da una lettera appoggiata sul suo letto.
La scrittura sul retro era inconfondibile, Luca.
Bianca si sentì in colpa, non aveva controllato il telefono nemmeno una volta durante tutta la serata.
Aprì la lettera ma nello stesso momento il suo cellulare squillò.
<Mamma, come stai?> sussurrò Bianca, non voleva svegliare le sue coinquiline.
<Io sto bene, e tu? Sono preoccupata per te, non scrivi e non chiami mai>.
Ci fu una lunga pausa. Le lacrime arrivarono agli occhi di Bianca in pochissimi secondi, scendevano incontrollate, cariche d'ansia e paura.
<Bianca, no. Ti prego non piangere. Che ti succede>.
<Mamma non mi sento più la stessa> disse Bianca con molta fatica, interrotta da mille singhiozzi.
La madre di Bianca non sapeva cosa dire per aiutarla: <Bianca, adesso calmati su. L'unica cosa che puoi fare ora e' riposare. Non caricarti di tutti i pensieri o problemi adesso, non puoi risolvere nulla stasera: quello che ti sta succedendo e' normale, tutto sta cambiando nella tua vita>.
Bianca riusci' a calmarsi per una manciata di secondi: <va bene mamma, ci provo>.
Chiacchierarono a lungo, finché Bianca cadde in un sonno profondo mentre era ancora al telefono.
La madre poco prima di riattaccare sussurro' nel telefono: <Buonanotte Bianca, tutto quello che ti succedera' ti rendera' piu' forte> .
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