CAPITOLO 25 - Noir
L'automobile sfrecciava sulla superstrada nel cuore della notte, la musica era così alta da non permettere di comunicare bene fra i passeggeri davanti e dietro. Sabrina era elettrizzata e si lasciava andare, da seduta, a piccoli balletti e qualche volta canticchiava qualche frase più o meno giusta delle canzoni.
Danilo era seduto davanti, al posto del passeggero.
Bianca osservava il panorama circostante: la notte, le luci, il movimento e la musica erano un mix che amava molto, avevano il potere di portarla via da qualsiasi pensiero fisso: ogni problema svaniva, si trasformava in piccoli granelli di sabbia che finivano fra il vento. Cercò nello specchietto retrovisore gli occhi di Samuel poco dopo aver controllato il conta km dell'auto ed essersi allacciata la cintura, aveva paura.
Lui fece lo stesso quando riuscì ad udire il click del maccanismo di sicurezza malgrado la musica alta. "É proprio il suo mestiere, non gli sfugge nulla" pensò lei.
Abbassò la musica e distogliendo di tanto in tanto gli occhi dalla strada fissava i suoi nello specchietto. <<tutto bene Biá?>>
<<ti prego rallenta, sto morendo di paura>>
<<perdonami, non mi ero reso conto di andare cosí veloce>>
Rimasero in silenzio e Bianca si accorse di essere più che brilla.
Le voci si facevano più confuse e non riusciva a tenere lo sguardo fisso su qualcosa se non fissandola per diversi secondi, impegnandosi come qualcuno che davvero non ci vede. Era brava a mentire e con suo stupore per la maggiore riusciva a risultare sobria agli occhi degli altri anche nei casi più disperati. Solitamente riusciva a controllare quanto beveva e nel momento in cui i suoi sensi cominciavano a rispondere in modo rallentato si fermava. Ma non questa volta.
"Bianca ti sta sfuggendo la situazione di mano" pensò brontolando tra sé e sé.
Poco più tardi raggiunsero un locale piuttosto in voga, frequentato da gente pettinata.
"Ah eccoci nell'ennesimo ritrovo ricchi e fighi" pensò lei alzando gli occhi al cielo.
Passarono davanti alla fila che attendeva d'entrare poco dopo che il PR all'entrata vide Danilo.
<<É arrivato il principe della serata!>> disse il giovane all'entrata tatuato.
La canzone di "Lady Gaga" risuonava fino all'esterno e Sabrina si lanciò nel locale dopo che il ragazzo le timbrò il dorso della mano con un cuore e la scritta "Noir".
Entrarono anche Bianca e Samuel e riuscivano già a vedere in lontananza fra la folla e le luci soffuse i due amici che ballavano scatenati.
<<immagino che tu sappia dirmi dov'é il bagno>>
<<hai un intuito niente male, vieni ti accompagno>>
La scortò fra la gente e lei sparì fra il corridoio di specchi.
La fila era piuttosto lunga e si sentiva osservata da tutte quelle bellissime ragazze, abbassò lo sguardo ed attese il suo turno.
Al suo ritorno trovò Samuel che l'aspettava chiacchierando con quello che doveva essere il suo collega, quello che l'aveva accompagnata a casa la sera della rapina.
<<Ti ricordi di Lorenzo vero?>>
<<E chi se la scorda quella serata>> disse lui divertito.
<<Puoi dirlo forte! Certo che mi ricordo di te. Come stai?>>
<<Tutto bene grazie, mi raccomando stai attenta a Dani e Samu che non si sa mai come va a finire>>
Bianca salutò l'amico di Samuel sorridendo alla sua battuta. Il ragazzo le diede uno dei due cocktail che teneva fra le mani.
<<salute>>
A quel punto Bianca si sentì in imbarazzo vicino a Samuel, aveva quel fare così protettivo che pochi ragazzi hanno.
<<Non é granché questo cocktail vero?>> disse lui
<<Diciamo che dopo tutto quello che abbiamo bevuto stasera é difficile dare un giudizio>>
<<Bé se ti fidi di me potresti lasciarmi il tuo numero ed io ti prometto di portarti a bere qualcosa di veramente buono>>
Bianca lo guardò con aria di sfida, con l'atteggiamento di chi studia qualcun'altro perché non si fida.
<<va bene, se te lo ricorderai a memoria accetto l'invito>>
Si avvicinò all'orecchio del ragazzo, appoggiando una mano sulla spalla. Le sussurrò il numero abbastanza velocemente, sorridendo. Inspirò profondamente il suo profumo che era indiscutibilmente un "acqua di Giò", Sabrina l'aveva istruita molto bene riguardo alle fragranze, portandole a casa una serie infinita di campioni e tester omaggio.
Provò una sensazione di calma e di pace accanto a lui. Arrossì ma allo stesso tempo si rese conto che stava un po' giocando, altrimenti perché le stava lasciando il numero?
Il fatto che venisse corteggiata la faceva sentire al settimo cielo.
<<Dai ragazzi smettetela di fare i piccioncini, ho prenotato un tavolo nel privè!>> disse Danilo comparendo improvvisamente prendendo Bianca per mano.
Si mossero in gruppo fino a raggiungere un'area da dove si poteva vedere la pista: circondata da barriere in cordone rosso e dai classici paletti dorati. Il buttafuori l'aprì senza esitazione alla vista dei due uomini che si salutarono dandosi due baci sulle guance. La balconata del privé era così affollata di persone che era praticamente impossibile muoversi. Arrivarono bottiglie di superalcolici a fiumi, con pasticcini, frutta e candele che sembravano non smettere mai di bruciare.
Samuel e Danilo conoscevano quasi tutti gli invitati e presentarono fieramente le loro due ospiti.
Quante sensazioni si potevano nascondere in un luogo come quello? Quante verità erano disposte a mostrare le persone che ballavano e bevevano. Quanto erano disposti a mostrare di sé stessi. Questi quesiti sorsero sottoforma di sensazioni e vocine disturbatrici dentro Bianca.
"Mi gira la testa" pensò.
Si sedette sui divanetti senza dare troppo nell'occhio.
"Vorrei andarmene. Bermi un té caldo ed infilarmi sotto le coperte".
Fece per stiracchiarsi, stendendo le gambe, quando sentì dei piedi sgambettare su di esse, con movimenti bruschi e veloci. Una figura maschile cadde direttamente sul divanetto accanto a lei.
Quando la ragazza sgranò gli occhi non poteva crederci. "Sono completamente ubriaca" pensò: "sì, dev'essere così ".
<<Pulce non posso crederci! Ma com'é che finisco sempre per inciampare su di te>>.
Bianca inspirò profondamente:"non può essere lui".
Alla vista ed alle parole del ragazzo si alzò istintivamente e lasciò il privet senza fermarsi o voltarsi, facendosi posto spingendo la gente.
Marco la rincorse ma fu fermato da un gruppetto che lo voleva intrattenere in qualche conversazione divertente.
Il buttafuori fece un cenno di saluto alla ragazza appena uscì dalla porta principale, lei contraccambiò chiedendole un accendino.
Si accese una sigaretta e quel primo tiro fu liberatorio.
<<Ce l'hai con me é? Ti diverti a mettermi alla prova?>> disse lei con una voce rotta ed impercettibile osservando il cielo stellato. Una lacrima impregnata di mascara sporcava il suo viso scendendo lentamente.
"Perfetto Bianca ed ora come ti riporti a casa?" disse a se stessa con un tono da mamma, fra il disperato e divertito.
<<Pulce fermati>> disse una voce che conosceva bene, mentre lei si incamminava verso il parcheggio nella speranza di trovare un taxi.
Riconobbe la voce di Marco che purtroppo era diventata fastidiosa.
Indossava una camicia con mille disegni che gli stava d'incanto.
<<Ti prego Bianca smettila, fermati e lascia che ti spieghi>>
<<É proprio per questo che me ne sto andando, non ho nessuna voglia di parlare con te. Mi sembra tutto molto chiaro... Ah si e dimmi un'altra cosa, le porti tutte a cena nel locale della tua fidanzata per fare il figo o per farla ingelosire?>> disse arrabbiata, fermandosi.
<<É stato un malinteso lei mi ha baciato, prendendomi alla sprovvista. E poi non sono io quello che nasconde una relazione ballerina con un certo Luca>>.
Colpita, affondata. Attivò il piano d'emergenza per uscirne senza troppe ferite: l'indifferenza.
<<Comunque non mi devi spiegazioni, non c'é stato nulla fra noi, puoi fare quello che vuoi>>.
Le prese la mano con aria dispiaciuta: <<non volevo ferirti non intendo farlo nemmeno ora. É solo che é così complicato averti intorno, insomma un istante ci sei, l'altro no>>
<<Forse é solo questo che ti attrae, insomma hai tutto quello che vuoi. Ai primi due no che ricevi perdi la testa. Non credo che tu ti sia realmente invaghito di me, di quello che sono>>
Lui rimase senza parole, la guardò come si osserva qualcuno che ha appena detto una verità che risponde a tutte le parti nascoste nell'animo e nell'inconscio.
<<Mi dispiace tanto>>
<<Forse ciò che ci immaginiamo é più bello di ciò che ci sta realmente accadendo>> disse lei piuttosto calma.
D'un tratto la macchina di Samuel accostò vicino ai due.
<<Sali Pulce, insistette Sabrina percependo il suo stato d'animo>>
Bianca si tolse i tacchi e fece per salire.
Marco la prese per un braccio <<ma non avete capito che io e Bianca stiamo parlando?>>
Danilo e Samuel scesero dalla macchina per tranquillizare l'animo del ragazzo.
<<puoi lasciare la signorina che non sembra avere nessuna voglia di parlarti?>>disse con tono calmo Samuel.
<<Fai il bravo dai, rientra nel locale e lasciala in pace>> aggiunse Danilo.
<<pensate che Bianca non sappia parlare o che abbia bisogno di voi?>> disse lui furioso.
<<va tutto bene ragazzi, andiamo>> disse Bianca <<buonanotte Marco>>
Salirono in macchina ed il ragazzo si allontanò farfugliando qualcosa.
<<Pulce tutto ok con Marco?>> bisbigliò l'amica cercando i suoi occhi.
<<Tutto ok Sabri, acqua passata>> le sorrise iniziando a cantare il pezzo in sottofondo.
Il buonumore tornò presto, la macchina però non si diresse verso la zona dove vivevano le ragazze.
Appresero che i due abitavano insieme quando varcarono il cortile della loro casa: un caseggiato singolo diviso in 2 o 3 appartamenti.
Danilo dormiva sul divano e Samuel al primo piano in una zona piuttosto moderna a soppalco.
<<non fate la nanna assieme quindi!>> disse Sabrina prendendoli in giro.
Samuel si mise ai fornelli preparando una deliziosa pasta. Le ragazze si guardarono sbalordite. "É proprio bravo a cucinare" pensò Bianca.
Prese il cellulare solo in quel momento per controllare l'ora, dopo aver passato tutta la serata senza curarsene.
C'erano diversi messaggi ma lei non era concentrata su di essi, finì per scorrerne solo i nomi dei mittenti e riporlo in borsa.
Erano ormai le 4 del mattino e felici di stare insieme per finire la nottata o iniziare un nuovo giorno, giocarono ad un gioco da tavolo. La vicina di casa fumava sul balcone, poco prima di recarsi a lavoro e sorrise nel sentire le risate provenienti dalla cucina dei ragazzi.
<<Ci date uno strappo a casa?>> disse Sabrina sbadigliando.
<<Io vi abbandono, Samu vi da uno strappo>>
<<Certo perché il cavaliere qui sono io!>>
<<Buonanotte Dani>>
<<Ciao bellezze>>
Le baciò e le abbracciò con il calore che ha un amico dei vecchi tempi.
Lungo il tragitto non ci furono grandi conversazioni.
Samuel era felice di accompagnare le ragazze a casa, le aiutò a scendere dall'automobile ed un gruppetto di ragazzi che camminavano nelle vicinanze lo guardò con aria compiaciuta, congratulandosi con frecciatine divertenti.
<<Grazie della serata>>
<<É stato un piacere signorine>>.
<<Buonanotte Samu>>
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