CAPITOLO 20 - Riflessi

Le aprì lo sportello come un vero cavaliere, porgendole la mano in modo lento e delicato.

<<Signorina, si accomodi>>.

Il suo atteggiamento teatrale la divertiva e le piaceva molto stare al gioco.

<<Come stai?>> chiese lei quando lui fu finalmente seduto al posto di guida.

<<Sto bene e tu?>>

<<Ora anch'io, grazie>> il suo sguardo si fissò sul panorama circostante, assaporava la bellezza della città notturna sentendosi piuttosto fortunata.

La guida di Marco era piacevole e ne traspariva la sua tranquillità.

<<Sei stata coraggiosa>>

<<In che cosa?>>

<<Sabrina mi ha raccontato della rapina. Se mai dovessi riconoscere uno dei ceffi non esitare a farmelo sapere, ci penso io a dargli una bella lezione>>

I suoi occhi verdognoli concentrati sulla strada si erano stretti in un' espressione cupa. I lineamenti del suo viso facevano comunque trasparire la sua bontà. Avrebbe voluto dirgli di non preoccuparsi ma le sue parole la colpirono tanto che non poté fare a meno di farsi coccolare da quei suoi modi protettivi.

Lo sguardo abbassato fu l'unico canale di sfogo che trovò la sua timidezza: <<Faccio ancora un po' di fatica a prender sonno anche se non sono sola in casa, ogni piccolo rumore mi fa sobbalzare di paura>>

<<Posso crederci. Quando hai bisogno, io ci sono>>

La sua mano scivolò dal cambio al suo ginocchio, ma il suo sguardo non si mosse dalla strada. Bianca ignorò il gesto di proposito ma il cuore iniziò a batterle forte. Sorrise, scostandosi leggermente,sedendosi rivolta nella direzione di Marco: <<dove mi stai portando?>>

<<Fra poco lo vedrai>>

Parcheggiarono in una via piuttosto anonima e trafficata ma il luogo circostante non deluse le sue aspettative: ormai aveva imparato che a Milano può esserci un posto speciale incastrato in qualsiasi vicoletto sperduto. La magia risiede sempre fra mura e luoghi di chi riesce a curarli ed amarli.

Le prese la mano senza cercarne il consenso con gli occhi. Camminarono silenziosamente.

D'improvviso svoltarono e Bianca sorrise: <<che meraviglia>>

<<Non sei mai stata sui navigli?>> la strattonò dolcemente per il braccio, prendendola in giro ed attraversarono uno dei ponti del canale.

La facciata del ristorantino dove entrarono dava tutta l'aria di un pub poco curato ed anonimo; al contrario l'atmosfera che vi ritrovarono all'interno fu calda e romantica: arredamento piuttosto retrò, piccole candele che tempestavano il locale come unica fonte apparente di luce, pavimenti ed intonaci dagli stili e colori diversi ma perfettamente armoniosi. Marco fece strada fra le molte persone che aspettavano di avere un tavolo. Una delle cameriere si accorse di lui e salutandolo gli fece cenno di venire avanti. <<Pensavo non saresti più venuto>> disse lei spostando immediatamente lo sguardo su Bianca.

<<Siamo un po' in ritardo è vero>>.

<<E la tua amica chi è?>> aggiunse lei sfoggiando un sorriso perfetto.

<<Melody, lei è Bianca>>.

<<Molto piacere, complimenti sei incantevole>> Bianca smorzò l'atmosfera nervosa con un complimento. Era sempre una mossa utile con le altre ragazze.

<<Seguitemi>>.

Scesero una gradinata a chiocciola e rimase sbalordita dalla grandezza del luogo; la sala al piano di sotto era piena di divisorie piuttosto intime ed una band stava suonando dal vivo.

<<Questa sera mi sa che faranno più che altro repertorio dei Coldplay>> disse la cameriera scortandoli fieramente, la sua coda di cavallo alta lasciava oscillare i suoi lunghissimi capelli biondi.

Il disagio interiore che provava era una cosa alla quale era perfettamente abituata ma percepì di non essere ben gradita da Melody. Sebbene non ascoltasse quasi mai quel suo sesto senso pensando di esser solo pazza e paranoica le vocine interiori si facevano intendere.

Si accomodarono al loro tavolo, piuttosto appartato.

<<Ti va del vino?>>

<<Si ma non ne capisco nulla>>

<<Non preoccuparti, nemmeno io, ordino sempre i soliti due o tre>>

Melody non faceva che passare al tavolo per assicurarsi che tutto andasse bene, fermandosi più e più volte con l'intenzione di volerne sapere di più dei ragazzi.

<<Ti va di ballare?>> disse lui mentre era già in piedi.

<<Dai non fare la timida, andiamo>>.

La prese per mano e la portò fino davanti alla band. Furono i primi ad aprire le danze, spostò i capelli medio lunghi di Bianca dal suo viso poco prima di avvicinarsi.

<<non so ballare>> confessò lei

<<è un lento, non c'è nulla da dover sapere, basta che mi stai vicino>>

<<Hai scelto a caso la canzone?>>

<<Green Eyes dici?>>

<<Pensavo non la conoscessi. Occhi verdi, come i tuoi>>

Marco sorrise ed appoggiò il suo mento sulla spalla della ragazza

<<Non ti sfugge nulla>> le disse all'orecchio.

<<Sei bella quando sei così leggera, il grigiore se n'è andato>>

<<Il grigiore?>>

<<Si, quello che ti porti dietro a quest'altezza>> disegnò un cerchio con il dito sulla sua fronte e vi lasciò anche un piccolo bacio.

Quel luogo e quel ritmo lento fermarono il tempo. Lei lo scrutava come se volesse scoprire il trucco, smascherare il segreto di tanta bellezza.

"Devo smetterla o mi rovinerò tutta la serata".

Altre coppie avevano raggiunto la pista e si accorse che Melody li stava osservando in lontananza.

Indietreggiò il capo per guardare Marco meglio. I suoi tratti erano quasi angelici ed il suo sorriso era caldo ed innocente.

<<Che c'è?>>

<<Sto bene>> disse lei.

Uscirono dalla magica bolla qualche calice più tardi, e realizzò che era la prima volta che aveva ballato con un uomo in vita sua.

La sua ala protettiva era una coperta calda che sapeva di sicurezza e di semplicità.

La prese sulle spalle per un lungo tratto di strada

<<Qualcuno ha passato il limite, vero pulce?>>

<<Qualcuno ha istigato parecchio direi!>>

<<Nessuno si è tirato indietro>> controbattè lui fermandosi e girando un poco il viso per poterla guardare.

La sua guancia era appoggiata alla sua schiena, faceva grossi respiri per godersi il suo profumo.

<<Grazie della bella serata, mi ci voleva proprio>>

Rimasero in macchina a chiacchierare per un tempo indefinito e lui la baciò sulla guancia solo alle prime luci del mattino.

Si strinsero in un abbraccio senza dirsi nulla poco prima di salutarsi.

Abbassò il finestrino appena lei scese: <<non ti ho detto quanto sei bella e spero che non sia l'ultimo "Green Eyes" della mia vita>>

<<Fila a casa adesso, o non arriverai a fine giornata>>

Si appoggiò al finestrino e sussurrò <<Buona giornata uomo dalle mille sorprese>>.

<<Ciao Pulce>>.

Ricambiò aprendo le dita della mano in segno di saluto.

Un senso di pace e di libertà l'avvolse completamente.

Appoggiò le chiavi sulla mensola e poco dopo aver frugato fra gli armadietti della cucina si fermò ad osservare i fiori che Sabrina aveva messo in un vaso in ceramica tinta unita.

"Quella ragazza si prende sempre cura di tutto".

Sospirò pensando che non riusciva a sciogliere quei ricordi così forti nemmeno dopo ad una serata tanto bella. Si sedette accanto ad essi e provò un senso di colpa toccando i petali di una rosa. Doveva assolutamente tagliare con il passato. Ma dove trovare la forza ed il coraggio?

Infilò il suo pigiamone senza fare troppo rumore, si erano fatte ormai le cinque e mezza del mattino.

Appena fu sotto le coperte una voce roca ed assonnata abbozzò qualche frase: <<Pulce? Hai fatto tardi ... Ti sei divertita? Te lo dicevo io che Marco era ciò che ti ci voleva ... domani mi racconti>>.

<<Buonanotte Sabri>>.

Non riuscì a chiudere occhio e non fece altro che girarsi e rigirarsi sotto le coperte. Spostò il telefono il più lontano possibile dal letto in modo che consapevole della sua pigrizia, non lo avrebbe consultato per diverse ore.

"Sono troppo dipendente da quel coso ora" era in ansia, non vedeva l'ora di trovare un sms di Marco.

Un profumo piacevole proveniente dalla cucina la svegliò diverse ore più tardi.

Si diresse in bagno stiracchiandosi in tutti i modi possibili ma incontrò Sabrina solo quando andò in cucina.

<<Buongiorno pulce! Le ho provate tutte per farti alzare... poi mi son detta: forse il cibo può essere la soluzione!>>

Era pazzesco quanto quella ragazza potesse essere alla moda anche con il grembiule.

<<Che cucini in modalità raggio di sole?>>

<<Sto facendo un risottino>>

Il tavolo era apparecchiato per quattro.

<<Aspetti qualcuno?>> fece Bianca prendendo del succo d'arancia dal frigo.

<<Si, mi passeresti il vino già che sei lì per favore?>>

<<Agl'ordini capitano! Io purtroppo inizio fra poco più di un oretta, non contarmi>> fece una breve pausa azzannando un biscotto <<non mi hai detto com'è andata alla serata esclusiva il giorno della rapina!>>

<<Oh Pulce, non spostare il discorso, è della tua uscita di ieri che voglio parlare!>>

<<Prima tu!>>

<<E va bene. E' stato un party esclusivo in una chiesa sconsacrata. Mamma mia non sai che scene ho visto, per non parlare della location e di tutte le persone che ho conosciuto! Ho incontrato Alessio, del nostro corso e mi ha presentato il suo fidanzato! Dovevi vederli, sono innamoratissimi, lui poi era vestito con una giacca glitterata da urlo. È venuto a prendermi Samuel, ma mi ha solo portata alla festa e dopo poco se n'é andato. Indossava un completo elegantissimo, quasi non lo riconoscevo. Dopo poco che eravamo alla festa mi ha chiesto dove fossi>>.

<<E fammi indovinare chi ti ha portata a casa? L'uomo dalle spalle larghe che nuota come un delfino?>>

<<Ovviamente si, Jack mi ha riportata qui. Però non scendiamo nei dettagli che pulce... sei troppo piccola>>.

<<Mi fai sempre morire dalle risate Sabry. Non capisco ancora cosa vi trattenga dall'avere una relazione, mh... a pensarci bene però forse lo so, forse vuoi goderti le cose come sono. Il lavoro, la casa, la città, insomma tutto quanto senza troppi compromessi soffocanti. Anche se comunque lui non mi sembra proprio il tipo che opprime. Per quanto riguarda Samuel invece mi ha scortata a casa poco dopo la rapina. Lavora in caserma, fa il carabiniere>>

<<Non ci posso credere! E com'è in divisa?>>

<<Sabry smettila!>> sghignazzarono.

<<Comunque ora mi spiego il perché solo dopo mezz'ora che ha chiesto di te se n'è andato. Ah com'è bello il richiamo del destino!>>.

<<... per la verità lavorava e non sapeva dell'accaduto se non pochi istanti prima di cominciare il suo turno>>

<<Non ti sta proprio simpatico è pulce? >>

<<Ora scappo>>

<<C'è stato almeno un bacio con Marco?>>

<<Mi spiace per te ma porterò con me il segreto nella tomba>>

<<Pulce! Neanche un bacio! Ma allora fa sul serio!>>

<<Ora dimmi, com'è possibile che mi sgami anche solo guardandomi negli occhi? Buon pranzo matta, ci vediamo stasera>>.

Sbattè la porta uscendo e Sabrina scostò di poco la tenda della finestra per osservarla mentre lasciava il cortile interno.

Rimase sola, riprendendo a cucinare con passione. Portò il vaso di fiori nell'altra stanza dopo avergli cambiato l'acqua, pensando intensamente all'amica con un velo di malinconia.

"Ah come vorrei che ti lasciassi più andare, che ti godessi di più le cose".

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