CAPITOLO 18 - Shekinah

<<Pulce ancora lavori?>> si stiracchiò nella sua vestaglia stile giapponese accendendo una luce in più.

<<Forse così ci vedi meglio>>

<<hei Sabry! che fai in piedi, non riesci a dormire?>>

Allo scuotere della testa in segno negativo, Bianca alzò lo sguardo che finì dritto sull'orologio.

Le due.

<<Ti preparo una camomilla>>.

<<Pulce è questa la tua collezione per l'esame?>>

Fece anch' essa un cenno con il capo, ma in segno positivo.

<<Ci devo lavorare ancora un po', a dire il vero sto mescolando troppi stili, non vorrei risultasse una cozzaglia. Vedi qui. Ho utilizzato più di quattro colori, forse confonde un po'>>

<<Perché non elimini il verde? Gli altri colori stanno benissimo con il resto>>

Bianca cambiò espressione, per niente stupita dall' ennesima idea sensata dell'amica: <<sai sempre come aggiustare il tiro vero?>>

<<Sono troppo brava in queste cose lo so. Piuttosto, il tuo cellulare si è appena illuminato... che fai non rispondi?>>

<<Non ci provare nemmeno... >> disse Bianca, rincorrendo Sabrina che ormai l'aveva preso.

<<Ma allora questo fa sul serio! Ti ha scritto praticamente tutte le sere la buonanotte. E brava pulce!>>

Il suo viso cambiò colore: <<Sei una ficcanaso>> sorrisero.

<<Bianca, non dirmi che pensi ancora Luca... non essere ridicola, insomma Marco è mille volte meglio: elegante, composto, con un buon lavoro ed amici fantastici>>

<<È solo che spesso questo mi sembra un mondo così distante da quello dal quale provengo>>.

<<Il passato è passato pulce. Non si torna indietro. Hai sofferto troppo per i vostri litigi contorti, i suoi problemi di famiglia e di lavoro. Scusami se mi permetto ma devi voltare pagina. Non ti si può guardare così...
Sentimi bene, domani sera abbiamo un invito speciale. Tu mi farai il favore di non fare capricci e di venire senza fare troppo la mistica, lasciando a casa le tue menate esistenziali. Ci si diverte punto>>

<<Ma Sabri... >>

<<Aaaah basta con questi ma! Shhht! Non hai del lavoro da fare?>>

<<Sei una stronza>>

<<Lo so pulce, per questo non puoi fare a meno di me! Ora torno a letto, non lavorare troppo!>>



_______________________________________________________________________________



Tamara e la ragazza nuova erano appoggiate al bancone. A dividerle, un grosso mazzo di fiori in un flacone vuoto di crema che faceva da vaso. Calò il silenzio quando Bianca entrò di corsa chiudendo l'ombrello.

<<Bè? Non avete mai visto qualcuno che cerca di chiudere un ombrello?>> chiese lei scocciata.

Il silenzio fece da protagonista finchè la ragazza non ebbe finito di sistemare le sue cose nello stanzino. Le due sghignazzavano scambiandosi battutine sottovoce, Tamara si affrettò a raggiungere la cabina estetica appena entrò una cliente.

<<Buongiorno, che possiamo fare per lei?>>

<<Bei fiori, qualcuno deve farsi perdonare? Farei una lampada al viso. Solo 10 minuti, oggi si muore di caldo>>

La ragazza nuova fece strada alla signora, sparendo fra i corridoi.

Bianca chiuse la porta d'entrata piuttosto innervosita: "ma è così difficile chiudere la porta? C'è scritto -si prega di Chiudere-".

Finalmente si accorse dei fiori ed incuriosita si avvicinò per odorarli, le venne istintivo cercare un bigliettino. Una piccola bottiglia era disegnata a mano sulla parte frontale, lo aprì.

"Non esiste luce più bella del tuo Shekinah".

Arrossì a quelle parole, intuendo il mittente ed il pomeriggio si fece lento e combattuto, controllò il telefono una quindicina di volta per vedere se ci fossero dei messaggi.

Si erano fatte le sei e Bianca lo capì dall'inconfondibile rumore delle chiavi della cabina estetica che veniva chiusa. L'estetista le passò di fianco mentre era intenta a pulire gli specchi.

<<Ricordati di portare via i fiori! Qui non prenderebbero abbastanza luce!>> Tamara uscì dimenticando l'ombrello, Bianca la seguì accendendosi una sigaretta all'esterno.

<<Il tuo ombrello Tamy! Mamma mia, la città è deserta. Questa calma è un toccasana>> inspirò forte come se non prendesse aria da una vita.

<<Grazie, c'è la partita dei mondiali fra poche ore. Sarà per questo che non c'è in giro nessuno, ci vediamo!>>

Salutò con la mano anche il fidanzato che come ogni giorno era passato a prenderla in macchina.

Non vi furono clienti per tutta la serata e decise di prendere in mano i suoi libri per studiare un po'.

Il suo telefono vibrò più volte e lei sobbalzò sulla sedia, i suoi battiti rallentarono alla vista dell'sms di Max:

"Se in negozio non ci sono clienti, manda a casa l'altra ragazza".

Rimase finalmente sola ed il suo sguardo non fece che passare dai libri ai fiori, dai fiori ai libri.

Si apprestò a togliere tutto il suo materiale scolastico dal bancone appena sentì il rumore di una moto accostare vicino al negozio, non voleva farsi trovare con tutta quella confusione in reception. Un ragazzo con ancora il casco addosso entrò velocemente, spingendo la porta a vetri con la schiena.

Non fece in tempo a salutare che il giovane voltandosi le puntò una pistola.

<<L'incasso, su svelta!>>

Il tempo improvvisamente si fermò. Gli unici rumori che riusciva a percepire erano i battiti del cuore che le pulsavano in gola. Gli guardi s'incrociarono, pensò subito all'età del rapinatore che doveva essere ad occhio e croce un coetaneo .La mano che impugnava l'arma tremava leggermente, Bianca avvertì la sua paura. 

Aprì la cassa senza opporsi, in perfetto silenzio, anche le sue dita tremavano. Mise tutte le banconote sul tavolo e i due si riguardarono, Bianca aspettava istruzioni.

"Sembra in preda al panico più di me e se dall'ansia gli partisse un colpo?" pensò.

Alle spalle del giovane comparve la moto che suonava insistentemente il clacson per incitare il rapinatore a far presto. Il giovane si voltò e ci fecero un cenno affermativo con il capo a vicenda.

<<Tutto qui? Dammi anche tutta la moneta! Veloce!>>

Prese il cassetto della moneta e senza ormai avere il controllo delle sue azioni lo svuotò completamente sul tavolo. Il rapinatore s'innervosì parecchio.

<<raccoglile svelta! e tutte queste ora dove le metto?>>

la scena ebbe del grottesco.

<<Mettile nella maglia>> suggerì la ragazza sollevando il lembo inferiore della sua T shirt, incitandolo a fare lo stesso.

Il giovane obbedì e fece scivolare le monete nella sua maglietta che diventò un fagotto.

<<Dammi anche quello!>> disse appena il suo cellulare s'illuminò sul tavolo in bella vista.

<<No ti prego, il telefono no! è scarico e vecchio...>>

<<Ti ho detto di darmi il telefono! su svelta! così non chiami nessuno>>

Si era appena opposta all'ordine di un uomo armato, per lo più dopo aver goffamente rovesciato le monete dappertutto. Non poteva essere un ladro esperto, aveva avuto troppa pazienza ed addirittura dato molte spiegazioni. "Che stupida sono, la mia vita per un cellulare".

Lanciò il telefono nel prato di fronte al negozio, con tutta la forza che aveva, salì in groppa alla moto e partirono velocemente. Si voltò diverse volte a cercare lo sguardo della ragazza che lo aveva seguito istintivamente.

Il suo telefono non dava segni di vita anche dopo aver reinserito la batteria. 

Rimase ferma sulla panca della reception per un momento prima di riuscire a muoversi.

Chiamò la stazione dei carabinieri e della polizia ma non ebbe alcuna risposta, compose quindi il numero di Max, il suo capo.

<<Ho subito una rapina>>.

<<Come dici? Ma sei sicura? Sono a un po' di km dalla città ma arrivo il prima possibile. Hai chiamato i carabinieri? Quanto hanno preso?>>

<<Ho provato a contattarli più volte ma nessuno mi risponde>>

<<Sbirri... prova a ricontattarli, inserisci più ricevute che puoi e conta il totale>>

<<Comunque io sto bene>> disse lei alzando gli occhi quando ormai aveva riattaccato.

I carabinieri arrivarono mezz'ora più tardi a farle qualche domanda.

<<Sicuramente sarà stata un'arma giocattolo, passi in comando per la denuncia quando arriva il suo capo>> disse uno di loro.

Bianca fece finta di non aver sentito e poco dopo se ne andarono: "tutti a me oggi".

Max parcheggiò la sua vespa nuova ed entrò con aria cupa. <<Sono già passati i carabinieri? Su chiudiamo sto negozio. Hai fatto il subtotale?>>

La ragazza rispose con un cenno.

<<Perché non hai usato lo spray al peperoncino? era sotto la cassa. Andiamo, ti accompagno a fare la denuncia>>

Prese qualche girasole finto dal vaso di fianco alla reception: <<questi li porto nell' altro negozio>>.

"Quest'uomo ed il tempismo sono una cosa sola" pensò la ragazza, guardandolo come se non avesse speranze.

<<Indossa questo e tieniti forte>> le passò un casco a forma d'elmetto di misura piuttosto piccola, con la stampa delle superchicche.

<<Che c'è? La sicurezza prima di tutto. È di mia figlia, mi spiace non ne ho altri>>.

Bianca alzò gli occhi e tentò d'indossarlo, salì sulla moto facendo attenzione a non rovinare i girasoli che Max aveva legato a lato della vespa.

Una guida piuttosto pericolosa, di chi sa come non perdere tempo fra le strade di città. Furono diverse le volte in cui Bianca chiuse gli occhi per la paura. Aveva sfiorato una ventina di macchine e saltato diverse precedenze, buttandosi nelle rotonde come se stesse partecipando al moto GP.

Parcheggiò davanti al portone ed invitò la ragazza a scendere, porgendole un foglio stampato con il subtotale delle ricevute fatte in negozio.

<<Che turno fai domani? Passerò a prendere la copia della denuncia, ci vediamo Bianca!>>

<<Tu non entri quindi?>>

<<Mi spiace bella, ma devo tornare in centro ad avvertire anche le commesse degli altri negozi>>

Sparì fra le macchine sotto lo sguardo incredulo della ragazza. Rimase sola in una zona poco illuminata di fronte alla caserma dei carabinieri. 

"Che razza di stronzo".

Sbuffò senza aver ben capito cosa fosse successo fino a quel momento, l'adrenalina stava scendendo ed iniziò a sentir freddo sebbene avesse smesso di piovere e la temperatura fosse abbastanza elevata. 

"Una serata normale no Bianca?" prese un lungo respiro chiudendo gli occhi:  

"ok, entriamo".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top