CAPITOLO 10 - Tieni il tempo
<<Mi chiedo come possa essermi scontrata proprio con Marco, ci saranno più di un milione di persone in questa città >>.
<<E non sei contenta Pulce! Marco e' un bellissimo ragazzo ... non credi?>> ,rispose con tono dolce Sabrina.
<< E' proprio questo il problema. Lui e' troppo, insomma farebbe arrossire anche Sophia Loren!>>.
<<Oh non essere così esagerata pulce, non manca nulla nemmeno a te. Forse una bella fetta di autostima>>.
Rimase un po' stupita dalle parole dell'amica. <<Sabry grazie per avermi ascoltata, adesso riprendo a lavorare>>.
<<Ciao pulce>>. Riattaccò e sorridendo rientrò in negozio.
Stava finendo di sistemare le cabine, qualche minuto prima delle 22; il negozio era vuoto e quelle lucine blu poste lungo tutto il corridoio davano un tocco rilassante all'atmosfera.
Si assicurò che tutto fosse in ordine prima di prendere la sua borsa e spegnere le luci; rapita e sommersa dalle azioni meccaniche che le parevano sensate e veloci, sulle quali fare affidamento per finire prima possibile la sua giornata lavorativa.
Attivò l'allarme, si diresse velocemente verso l'uscita e chiuse le porte principali.
Si accese una sigaretta e rimase alcuni minuti seduta sul muretto di fronte al negozio. Il silenzio del quale finalmente godeva era una coperta soffice, che l'avvolgeva in quella malinconia difficile da descrivere che tanto la caratterizzava.
Il ritmo era cambiato. Il tempo era tornato ad essere il suo.
Improvvisamente poco lontano, da un piccolo parcheggio una figura uscì da una macchina per dirigersi verso di lei.
Non ci fece troppo caso inizialmente, distratta dai suoi ricordi e dalla sua pace.
Ma più la figura le si avvicinava, più Bianca mise in allerta il proprio corpo. Gettò la sigaretta a terra e s'incamminò verso una zona poco distante ma più frequentata.
Il cuore le batteva forte e l'agitazione era ormai tanta. "Forza Bianca non ti fermare, sei quasi arrivata alla piazzetta", ripeteva in continuazione a se stessa.
Le sue paure vennero confermate dal fatto che anche la figura maschile aveva allungato il passo ed era ormai certa che la stesse seguendo.
L'uomo le afferrò il braccio e Bianca rimase impietrita
<<Bianca per Dio sono io, fermati!>>
Riprese colore e fiato quando si accorse che non era più in pericolo.
<<Ma ti sembra questo il modo di presentarti! Mi hai fatto morire di paura>>.
Lo spintonò premendo i pugni contro il torace del ragazzo.
Marco avvolse Bianca in un abbraccio silenzioso, che la lasciò senza parole.
<<Certo che e' difficile fermarti o farti star tranquilla>>.
A quelle parole Bianca si arrese, rilassandosi fra le braccia di Marco, sentendosi protetta. Le accarezzava la testa come se sapesse quanto la ragazza ne avesse bisogno.
Nel trambusto emotivo, parole non sue risuonarono nella sua mente: "Pulce prendi tutto quello che di buono ti arriva", erano di Sabrina.
<<Ero venuto a portarti questo, pensavo di poter fare due chiacchiere con te prima di riportarti a casa>>.
Bianca si liberò delicatamente dalle sue braccia e guardò la piccola ed elegante borsa che Marco teneva in mano.
<<Ti prego, non fare la scorbutica, è solo per scusarmi di questo pomeriggio, un te' al limone e poi ti porto a casa>>.
Bianca aveva l'aria stanca. <<Va bene>>, sorrise <<solo un te' e via>>.
Seduti sul bordo della fontana sorseggiarono te' freddo, Marco era elegantissimo ed aveva un'abbronzatura invidiabile.
<<Non sapevo fossi un nostro cliente!>, scherzò Bianca per rompere il silenzio.
<<Ah ma allora le battute le sai fare anche tu!>> ribatté Marco.
<<Temo proprio di dover rientrare a casa, domani alle nove e mezza sono di nuovo nel tugurio!>>
<<Turni extra?>>,
<<si, non fanno mai male>>.
<<Potresti benissimo fare un altro lavoro Bianca e guadagnare molto di più>>.
<<Lo so, ma per ora va bene così , mi sono ambientata bene e non è lontanissimo da casa>>.
<<Se cambi idea fammelo sapere, ok?>>.
Scese dall'auto e Marco abbassò il finestrino della sua macchina. <<Hei Pulce, non ti sarai mica dimenticata questo di proposito>>.
Le passò la borsina strizzandole l'occhio: <<Spero di non essere stato troppo invadente, non sapevo avessi un ragazzo>>.
Bianca rimase in silenzio, piena di stupore. Mentre Marco si allontanava, non poté fare a meno di dare un'occhiata nella borsa.
Un'elegante scatola con il fiocco, la lettera di Luca e la cartolina del museo.
"Ma allora è un vizio quello che ho di smarrire le cose, ed è un vizio quello che qui a Milano hanno di leggere le cose degli altri! Soprattutto quelle chiuse nelle buste".
Era arrabbiata.
Inserì ansiosamente la chiavi nella toppa del cancelletto fuori il cortile di casa.
Caddero a terra. <<Meno male che mi avevi detto che non avevi nessuno. Sei una schifosa bugiarda, ma guardati. Ti fai fare pure i regali firmati>>.
Le strattonò via il regalo dalle mani per guardarci dentro.
Estrasse la scatolina Bluemarine per gettarla a terra e ne uscì il contenuto. Il bellissimo top giaceva a terra vicino ai due.
Ne uscirono anche la lettera e la cartolina.
<<Ah bene ma allora sei stronza forte. Ti diverti pure a leggergli le cose private che ti mando? Cosa fate ve la ridete insieme? Sei proprio senza dignità. Povera sfigata>>.
Luca era in preda alla rabbia, le sue lacrime scendevano dai suoi piccoli occhi color sabbia.
Bianca chiuse gli occhi, era in preda all'ansia. Non aveva idea di come comportarsi. Avrebbe voluto scappare, lontano da lui.
Luca la strattonò per un braccio e la bloccò sul portoncino.
<<Guardami negli occhi e dimmi se non ti fai schifo>>.
Bianca premette velocemente il tasto del citofono e fra il miscuglio di urla di Luca una flebile voce rispose: <<Si?>>.
<<Marì son io, apri, scendi, corri>>.
La voce di Bianca si fece piccola ed assente.
<<Ma cosa ti credi che sono un mostro? Che devi chiamare aiuto? Qui l'unico mostro sei tu Bianca>>.
Provò a liberarsi dalla stretta e Maria azionò l'apertura del cancello. Bianca riuscrì ad entrare sebbene perse un po' d'equilibrio e spinse il cancello contro Luca.
Cadde a terra. "Oddio Bianca che fai, gli hai rotto la faccia" disse a se stessa.
Allungò la mano fra le sbarre del cancello per capire se Luca stesse bene. <<Oddio Luca stai bene?>>.
Maria aveva raggiunto Bianca ed in pochi secondi aprì il cancello e controllò il viso di Luca.
Il sangue gli usciva dal naso ma Maria dopo averlo soccorso seguendo tutte le procedure che aveva imparato, affermò che non c'era nulla di rotto.
<<Vai a prendere del ghiaccio Bianca, su fai presto>>.
Lungo il tragitto l'adrenalina scendeva e si accorse di aver perso totalmente il controllo della situazione, i sensi di colpa le affollavano la mente.
Luca era seduto sul marciapiede e chiacchierava con Maria che teneva premuto il ghiaccio sul suo naso.
Erano troppo lontani perché Bianca potesse capire e pochi secondi dopo Maria raggiunse la ragazza.
<<Ci sono qui io se vuoi parlare con lui, ti aspetto qui all'entrata. Come stai?>>.
<<Non so se ci voglio parlare con lui Mary>>.
<<Su Bianca, si è fatto tre ore di macchina per parlarti, almeno chiaritevi>>.
La ragazza scosse la testa e s'incamminò verso l'entrata di casa, osservando Luca, quello che era stato il suo Luca fino a poco tempo prima. Maria la lasciò andare e si diresse verso Luca.
<<Vai piano nel tragitto verso casa, non so bene cosa sia successo, ma l'hai spaventata parecchio. Impara a controllarti>>.
Bianca non uscì dalla stanza per i due giorni successivi. Il suo cellulare silenzioso, sepolto nella sua borsa si era ormai scaricato dalle molte chiamate ricevute alle quali non aveva risposto. Le ragazze erano molto preoccupate per lei, tanto da cercare di disturbarla e bussare alla sua porta almeno ogni mezz'ora.
<<Questo top è bellissimo>>, esclamò Donatella fra il brusio preoccupato delle altre coinquiline.
<<Donatè, non mi sembra il momen... , si in effetti è meraviglioso! Ma è firmato!>> , disse Giorgia, rapita da quel capo.
<<Forse è meglio passare a scuola e a lavoro per avvertire che non si sente bene, non credo che lei abbia chiamato>>.
La lettera era sul tavolo e Jessica la prese fra le mani. <<Forse è meglio che smettiamo di frugare fra la sua roba e le portiamo tutto in camera, anche se francamente la curiosità è tanta, chissà che è successo davvero ieri sera>>.
<<Non essere ridicola Je, non vorrai...>>, prima che Maria potesse fermarla, Jessica aveva già iniziato a leggere sottovoce la lettera che Luca aveva scritto a Bianca.
Potevamo essere altrove,
ma ci siamo ritrovati anche in questa vita.
E tutto sembra avere un significato profondo assieme a te.
In fondo ti ho riconosciuta pochi attimi dopo averti avuta accanto.
Il modo in cui mi parlavi non poteva essere che un antico ricordo.
Ed anche se questa esperienza ti sta portando via di nuovo ,un poco alla volta in un'altra vita,
non posso esserti lontano ancora.
Ma ti lascerò libera, piccola Bianca.
E so che ci ritroveremo forse un giorno a mezzanotte, a parlare su quel marciapiede sotto le stelle.
E saremo sempre noi.
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